Salvatore Fregola

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L’artista Salvatore Fregola

Quella dei Fergola è una nutrita famiglia di pittori come quella dei Carelli o dei Gigante. L’artista “capostipite” è Luigi, ma molto più conosciuto è il figlio Salvatore, assiduo sostenitore della Scuola Posillipo, nonostante non riesca a defilarsi dal suo scrupoloso linguaggio accademico: soltanto alcune opere di piccolo formato hanno quel tocco tipo “macchiettistico”  che le ravviva e gli da gradevoli modulazioni.

Salvatore nasce a Napoli nel 1799 e diventa il pittore preferito di Francesco I di Borbone, il quale lo vuole sempre vicino a se anche e soprattutto nei suoi brevi viaggi nelle varie zone del reame, come documentarista ed illustratore ufficiale degli eventi di Corte.

Quel suo attaccamento allo stile ed agli schemi accademici ben presto influirà negativamente nella sua carriera artistica, facendogli esaurire la sua fama per mancanza di modernità ed innovazione, tanto che, nel 1838, perde il concorso per la cattedra all’accademia, dove viene preferito a lui lo Smargiassi. Tuttavia Salvatore Fergola è da considerarsi un esponente di spicco dell’Ottocento napoletano. Morirà nel 1874. Fratello di Salvatore è Alessandro, anche lui pittore paesaggista attivo nel periodo dal 1820 al 1850. Si parla di un altro fratello pittore, operante più o meno nello stesso periodo (dal 1826 al 1855).

Più famoso di questi ultimi due, è il figlio di Salvatore Fergola anch’esso chiamato Francesco, di cui si conoscono soltanto poche opere dallo stile molto vicino al Gigante, di cui è genero, ma dalla scrittura più intensa e sensibile, piene di una fine sagacia interpretativa della luminosità e della prospettiva cromatica che le rende meritevoli di una sempre più confermata attenzione.

Tre opere di Francesco e Salvatore Fregola

fergola francesco - capri dalla costiera sorrentina

Francesco Fergola – Capri dalla costiera Sorrentina, cm. 72 x 100, Palazzo Reale, Napoli.

fergola salvatore - inaugurazione della ferrovia

Salvatore Fergola – Inaugurazione della ferrovia Napoli  – Portici, cm. 124 x 216, Museo di San Martino, Napoli.

fergola salvatore - napoli dallo scudillo di capodimonte

Salvatore Fergola – Napoli dallo Scudillo di Capodimonte, cm. 71 x 128, Palazzo reale, Napoli.

Pittori della Scuola di Posillipo

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Scuola di Posillipo

La Scuola di Posillipo è formata da un gruppo ristretto di artisti dediti prevalentemente alla raffigurazione paesaggistica delle zone campane, con Napoli come punto di riferimento.

La lanterna del molo, cm. 24 x 32, Museo di San Martino, Napoli
Pitloo: La lanterna del molo, cm. 24 x 32, Museo di San Martino, Napoli

Nasce nel cuore della città partenopea intorno al terzo decennio dell’Ottocento nello studio di Anton Sminkc van Pitlo (Antonio Pitloo) un pittore vedutista di origini olandesi.

Già dal 1820 incomincia timidamente a prendere forza l’interesse per le opere realizzate da questi artisti, perciò possiamo far coincidere questa data con la nascita della scuola.

Mercato a Castellammare
Giacinto Gigante: Mercato a Castellammare, cm. 39 x 56, Museo Correale di Sorrento

Il gruppo, prima sotto gli insegnamenti del Pitloo e poi quelli di Giacinto Gigante, è formato dagli allievi Vincenzo Franceschini, Achille Vianelli, Teodoro Duclère, Beniamino De Francesco, Gabriele Smargiassi, Pasquale Mattei.

Affiancano gli alunni alcuni singoli artisti e interi gruppi familiari: la famiglia Fergola con Luigi capostipite, i due figli Alessandro e Salvatore e il nipote Francesco, la famiglia Carelli con Raffaele ed i suoi tre figli Gabriele, Consalvo e Achille, la famiglia Gigante con Giacinto, Achille Ercole ed Emilia.

Il castello di Castellammare, cm. 49 x 68, Museo di San Martino, Napoli
Giacinto Gigante: Il castello di Castellammare, cm. 49 x 68, Museo di San Martino, Napoli

Gli insegnamenti della Scuola di Posillipo si scostano dalle regole accademiche. L’appellativo del gruppo, Scuola di Posillipo, non ha origine dal suo interno ma dai pittori appartenenti alla corrente accademica reduci dalla forte ventata di neoclassicismo, che ha soffiato su tutta la penisola. Questi, essendo elaboratori classici su tele di grandi dimensioni, e, vedendo insignificanti fino al ridicolo quei piccoli dipinti formati da macchie, imprecisione e linee prospettiche fuori dai canoni, talvolta sui più disparati supporti come carta, cartone e rudi pezzi di tavola, catalogano il gruppo della “Scuola di Posillipo” associandolo ad un significato dispregiativo. Succede invece che quelle piccole opere che raffigurano le bellezze della Campania con vedute paesaggistiche, spiagge stupende, mare incantato e fresche campagne, movimentate scene di vita quotidiana, prendono forza ed integrano prepotentemente la cultura napoletana, soprattutto presso l’aristocrazia e la Corte.

È un successo rapido e grande che, non solo influenzerà numerosi artisti delle zone campane, ma non avrà neanche le opposizioni dell’Accademia che ha in essa, nei vari periodi, cattedre occupate dagli stessi componenti del gruppo: il caposcuola Pitloo, Gabriele Smargiassi, Teodoro Duclère.

Già nel periodo di incubazione, i pittori della Scuola di Posillipo hanno vita facile, vendendo subito le loro opere e avendo molte committenze da smaltire, soprattutto perché le belle coste campane sono frequentate da turisti di ogni nazionalità. È  per adesso, questo il motore trainante della nuova ed improvvisa fioritura artistica.

I pittori di Posillipo, vedendo il forte interesse per le loro opere, non si accontentano soltanto di “vendere” ma cercano di apportare nuova linfa vitale al loro modo di dipingere: si documentano, aumentano di numero, vanno in Francia ed in Inghilterra a contattare altre scuole, qualcuno si sposta in Oriente per raffigurare dal vivo nuove tematiche, aumentano le loro frequenze nelle mostre personali e di gruppo. Tutto questo renderà famosa la Scuola di Posillipo. I personaggi di spicco, compresi i fiancheggiatori sono sotto riportati.

I quadri dei pittori della Scuola di Posillipo

I CARELLI  (Raffaele:27/09/1795 – 25/06/1864)

carelli consalvo - marina di capriCarelli Consalvo – Marina di Capri, cm. 15 x 29, Museo di San Martino, Napoli.

Carelli Raffaele - il Porto di CastellammareCarelli Raffaele – Il porto di Castellammare, cm. 37 x 55, Pinacoteca Comunale Bindi, Giulianova.

BENIAMINO DE FRANCESCO  (1815 -1869)

TEODORO DUCLÈRE (1816 – 1867)

dulcère teodoro - amalfi la valle dei muliniAmalfi, la valle dei mulini, cm 45,5 x 35,5, collezione Marmo, Napoli

I FERGOLA

fergola francesco - capri dalla costiera sorrentinaFrancesco Fergola – Capri dalla costiera Sorrentina, cm. 72 x 100, Palazzo Reale, Napoli

VINCENZO FRANCESCHINI (1812 – 1884)

franceschini vincenzo - il ponteIl ponte, cm. 68 x 97, Museo di Capodimonte, Napoli

LA FAMIGLIA GIGANTE

gigante ercole - amalfi la valle dei muliniErcole Gigante – Amalfi, la valle dei mulini, cm. 29 x 46, Museo di San Martino, Napoli

gigante gaetano - ritorno dalla festa della madonna dell'arcoGaetano Gigante – Ritorno dalla festa della Madonna dell’Arco, cm. 52,6 x 65, Museo di San Martino, Napoli

PASQUALE MATTEI (1813 – 1879)

mattei pasquale - ritorno da montevergineRitorno da Montevergine, 14 x 24, Collezione Portolano, Napoli

GABRIELE SMARGIASSI (1798 – 1882)

smargiassi gabriele - la fontana nel boscoLa fontana nel bosco, cm.42 x 52, Palazzo Reale, Napoli.

FRANS VERVLOET (1795 – 1872)

vervloet frans - il foro di pompeiIl foro di Pompei, cm 20 x 28, collezione Moderna, Napoli

ACHILLE VIANELLI (1803 – 1894)

vianelli achille - campagna del sannioCampagna del Sannio, cm. 30 x 39, Musée des Arts, Anger

Famiglia Gigante

Pagine correlate a Famiglia Gigante:  Pittori Scuola Posillipo – Le opere di A. Pitloo – Le opere di Giacinto Gigante.

Gaetano Gigante

L’artista capostipite della famiglia Gigante è Gaetano, padre di Giacinto, che nasce a Napoli nel 1770. La sua prima formazione artistica avviene nello studio di Giacinto Diana dal quale deriverà il nome del “Gigante” più famoso, suo figlio.

La pittura del suo primo periodo è ancorata ai più tradizionali schemi settecenteschi napoletani in una creazione “chiesastica”:  Santa Maria del Caravaggio, Santa Maria di Piedigrotta a Napoli; Santa Maria della Vigna a Pietravairano.

In seguito Gaetano si dedica a dipingere costumi, tarantelle, scene popolari, eventi storici e di cronaca, rimanendo sempre in secondo piano rispetto ai suoi colleghi e collaboratori.

Gaetano muore nel settembre del 1840.

Gli altri artisti della famiglia Gigante

Altri pittori della famiglia Gigante, sono quattro dei suoi sette figli, Giacinto (1806), Emilia (1809), Achille (1823, morto giovanissimo nel 1846) esperto litografo, disegnatore ed acquafortista e, infine Ercole (1815, anch’esso morto giovane nel 1860).

La produzione artistica di Ercole risente di una particolare influenza del fratello Giacinto ed il suo modo di dipingere è molto vicino a quello del Vianelli.

Alcune opere di Ercole e Gaetano Gigante

gigante ercole - amalfi la valle dei mulini

Ercole Gigante – Amalfi, la valle dei mulini, cm. 29 x 46, Museo di San Martino, Napoli.

gigante ercole - villa martinelli

Ercole Gigante – Villa Martinelli, cm. 24 x 32, Collezione Autiello, Napoli.

gigante gaetano - ritorno dalla festa della madonna dell'arco

Gaetano Gigante – Ritorno dalla festa della Madonna dell’Arco, cm. 52,6 x 65, Museo di San Martino, Napoli.

Giacinto Gigante

Giacinto Gigante (1806 – 1876)

Pagine correlate: Le opere Giacinto GigantePittori Scuola Posillipo – Le opere di A. Pitloo – Le opere di Gaetano Gigante.

Breve biografia di GIACINTO GIGANTE

Quella dei Gigante è una famiglia di pittori e, Giacinto nasce appunto dal pittore Gaetano nel luglio del 1806. La sua prima formazione artistica si compie presso lo studio di Hiibler, un pittore paesaggista specializzato nelle visioni topografiche di vecchia matrice accademica.

In questo brevissimo periodo, durato qualche mese a causa dell’improvvisa partenza da Napoli del suo maestro, Giacinto ha potuto gettare le basi della pittura paesaggistica.

In seguito incomincia a frequentare lo studio di Pitloo, un pittore vedutista di origine olandese. In questo atelier conosce l’allievo Achille Vianelli, con la sorella del quale, si unirà più tardi in matrimonio.

I primi anni, Giacinto non esercita la sua attività artistica a tempo pieno perché lavora al Real Ufficio Topografico e,  i suoi primi esordi sono a livello locale e di modesti risultati. Pensa quindi di spostarsi a Roma per alcuni mesi ed allestirvi qualche mostra personale e, i risultati positivi non si fanno attendere. Dopo questa esperienza, che lo porta ad un certo livello di celebrità, Giacinto si dedica anche all’incisione, collaborando con altri artisti alla realizzazione di una serie illustrazioni litografiche intitolata “il Viaggio Pittoresco nel Regno delle due Sicilie” e ad un serie  di acqueforti  di vedute napoletane.

A 25 anni Giacinto, essendo già un pittore conosciuto e molto apprezzato, può pensare a formarsi una famiglia, quindi prende moglie.

Qualche anno più tardi, nel 1837, in seguito alla morte di Pitloo, si trasferisce nella stessa casa che il maestro olandese aveva occupato per molti anni e che era il punto di incontro di molti artisti. È in questa casa il cuore battente della “Scuola di Posillipo, e questo il periodo in cui il successo e la celebrità di Giacinto Gigante diventano travolgenti: la nobiltà italiana e straniera se lo contende, tanto da essere chiamato a corte da Francesco II per l’insegnamento della pittura alla figlie e, addirittura ricercato dall’Imperatrice di Russia.

Gli anni che seguono vedono Giacinto recarsi più volte a Roma, quindi, nel 1869, a Parigi. Morirà il 29 settembre del 1876. Un grandissimo numero di sue opere sono custodite nel Museo di San Martino di Napoli, nel Museo Correale e nella Collezione Astarita di Sorrento e, nella collezione Talamo di Cava dei Tirreni.

Le opere Giacinto Gigante

Pasquale Mattei

Pasquale Mattei (1813 – 1879)

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CENNI BIOGRAFICI SU PASQUALE MATTEI

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Pasquale Mattei, nato a Formia nel 1813, barone ed artista, partecipa attivamente alla Scuola Posillipo sia in veste di pittore che in quella di storiografo. La prima scrupolosa biografia del Pitloo, il “Pilorama Pittoresco” edita nel 1860, porta infatti la sua firma.

Oltre a nobile, Pasquale è un uomo molto colto e pieno di risorse in vari campi: archeologia, giornalismo, letteratura ed un ottimo organizzatore e promotore di nuove società filarmoniche.

La sua prima formazione artistica è sotto la guida del Maldarelli che gli insegna i suoi schemi neoclassici, quindi passa alla scuola dell’ormai celebre Pitloo, del quale subisce le influenze.

Gli influssi di Pitloo caratterizzeranno tutta la sua produzione artistica, nonostante le sue tematiche, completamente diverse da quelle della Scuola di Posillipo.

Il Mattei raffigura scene popolari e di folla, eventi storici e di cronaca, feste, processioni. Il pittore continua la tradizione portata avanti da Della Gatta, De Albertis, Fergola e Gaetano Gigante, ravvivandola grazie ai suoi decisi e freschi tocchi di stampo pitlooiano.

Antonio Pitloo

Antonio Pitloo (1790 – 1837)

Pagine correlate: Opere di Antonio Pitloo – Pittori Scuola Posillipo – Le opere di Giacinto Gigante.

Breve biografia di Pitloo

La lanterna del molo, cm. 24 x 32, Museo di San Martino, Napoli
Pitloo: La lanterna del molo, cm. 24 x 32, Museo di San Martino, Napoli

Antonio Pitloo è un pittore di origine olandese. Nasce l’8 maggio del 1790. Il suo vero nome, meno conosciuto è Anton Sminck Pitlo: l’aggiunta della “o” finale, è stata fatta per rendere la parola più straniera. I napoletani del periodo lo chiamano con rispetto “Signor Pitloo”.

La sua prima formazione artistica si compie con lo studio del disegno e della pittura di artisti nordici, tra i quali certamente Dahi e Rebel.

Ancora molto giovane si reca in Francia per un breve periodo quindi in Italia.

Dopo un breve soggiorno a Roma, Pitloo raggiunge la città che amerà per tutta la sua esistenza, Napoli, dove nel 1820, apre una scuola che diventerà famosa: la Scuola Posillipo, “una piccola Accademia” dalla quale usciranno talenti come Giacinto Gigante, Raffaele Carelli, Achille Vianelli, Gabriele Smargiassi.

Il suo nome viene subito conosciuto negli ambienti artistici e riceve dei rispettabili incarichi: il Reale Istituto di Belle Arti lo chiama come professore di paesaggistica, più tardi diventerà “onorario” e poi, “titolare” succedendo al Cammarano. Qui svolge i suoi compiti con attenzione e puntualità.

Una vita artistica vissuta a 360 gradi, tutta dedicata alla lavoro ed alla diffusione dell’arte. È sposato con Giulia Mori che gli dà sei figli, tra i quali, il pittore Claudio morto giovanissimo (si conosce un suo quadro firmato ma di modesta qualità) e Sofia, che va in moglie a Duclère.

Pitloo morirà, stroncato dal colere,  all’età di 47 anni il 22 giugno del 1837. La maggior parte delle sue opere andranno alla famiglia di Sofia Duclère, in seguito saranno acquistate dal Conte Correale.

Attualmente sono conservate nel Museo Correale di Sorrento. Altro consistente numero di opere sono esposte nel museo di Capodimonte.

Gabriele Smargiassi

Pagine correlate a Gabriele Smargiassi: Pittori Scuola Posillipo – Le opere di A. Pitloo – Le opere di Giacinto Gigante.

Breve biografia di Gabriele Smargiassi

Gabriele Smargiassi nasce nel 1798 a Vasto.

Inizia la sua formazione con lo studio ecclesiastico, che presto abbandonerà  per recarsi a Napoli presso la scuola di Giuseppe Cammarano. Qui frequenta i corsi di figura ma, non essendo soddisfatto della materia, passa agli insegnamenti paesaggistici del Pitloo.

Dal 1824, per un periodo di circa quattro anni, si muove spesso in Italia ed all’estero raggiungendo Svizzera e Francia. Diventa il pittore preferito della duchessa d’Orleans ed insegna pittura ai figli di Luigi Filippo.

Dopo un breve rientro in Italia, Gabriele, riparte per la Francia dove, con interruzione di brevi periodi per esposizioni in Italia ed Inghilterra, soggiornerà per quasi un decennio.

Alla morte precoce morte di Pitloo, la cattedra di “Paesaggio” dell’Accademia di Belle Arti di Napoli si rende vacante e, Gabriele rientra in Italia per tentarne la successione.

Al concorso trova Salvatore Fregola, un concorrente molto quotato che gli dà moltissimi problemi e, proprio quando sembra che tutte le speranze siano perdute, a Gabriele gli viene affidato l’incarico.

È questo il periodo in cui la sua fama si fa sempre più grande: fra i suoi allievi ci sono anche Luigi di Borbone ed il conte Siracusa.

Morirà il 13 maggio del 1882.

La pittura di Gabriele Smargiassi

La sua pittura giovanile, nonostante il viaggio in Francia nel periodo Corot, non risulta molto legata agli schemi accademici ma è pervasa dal felice tocco Pitlooiano, che la ravviva soprattutto le grandi vedute paesistiche.

Con il passare del tempo, la pittura dello Smargiassi, diventa sempre più complicata per via di intenzioni contenutistiche cariche di forti richiami a scene storiche o romanzesche.

L’acquisizione di questo tradizionalismo finisce col demolire anche la reputazione dell’Accademia, fondata proprio in omaggio a quell’amore naturalistico dei paesisti che rifiutavano la rigidità schematica degli insegnamenti accademici.

L’Accademia di Napoli, con Smargiassi diventa a sua volta accademizzata.

Tre opere di Gabriele Smargiassi

smargiassi gabriele - la fontana nel bosco

La fontana nel bosco, cm.42 x 52, Palazzo Reale, Napoli.

smargiassi gabriele - mergellina

Mergellina, cm. 40 x 66,5, Museo di San Martino, Napoli.

smargiassi gabriele - san francesco in preghiera

San Francesco in preghiera, cm. 36 x 25, Collezione d’angelo, Napoli.

Frans Vervloet (1795 – 1872)

(1795 – 1872)

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Breve biografia di Frans Vervloet

Frans Vervloet, nonostante si sia allontanato spesso e per lunghi periodi da Napoli, è uno fra i pittori che più hanno esercitato una marcata influenza nell’ambiente pittorico napoletano del periodo.

La sua pittura subisce nell’arco della sua vita pochi ma consistenti cambiamenti; ancora molto giovane, Frans, realizza una caratteristica veduta dove la prospettiva atmosferica, protagonista principale, e la stesura di delicate gamme cromatiche la rendono tenue perlacea e intima.

In seguito abbandona questa maniera di dipingere per darsi ad una sconsiderata bravura che si rileva soprattutto nella composizione prospettica. Le sue tematiche preferite, oltre alle vedute, sono le sacrestie, gli interni delle chiese ed i monumenti

Frans II, figlio d’arte, (anche suo padre si chiamava Frans) nasce nel 1795 a Malines (Belgio). La sua prima formazione artistica avviene sotto la guida del padre, pittore e professore all’Accademia di Malines.

Nel 1822 si reca in Italia e, durante il breve soggiorno a Roma, fa alcune apparizioni a Napoli e zone limitrofe. Essendo stimolato dagli ambienti, il Vervloet dal 1824, si stabilisce a Napoli esercitandovi la sua attività artistica.

Nel 1832 si reca a Venezia per la prima volta, venendo subito colpito dalla sua ricchezza artistica; Venezia e Napoli saranno per lui  le città preferite che lo vedranno attivamente impegnato nel campo artistico.

Oltre che Venezia e Napoli, nelle sue opere sono raffigurate molte vedute e monumenti di altre città come Palermo, Livorno, Costantinopoli, Gaeta, Zone della Puglia; un’irrequietezza interna ed un elevato senso del gusto, al quale si sommano la forza di un occhio sempre vigile ed un’instancabile voglia di viaggiare, colmano queste opere di freschezza, luminosità e varietà.

Dal 1861 smette di viaggiare, stabilendosi definitivamente a Venezia dove morirà, a 77 anni, nel 1872.

Cinque opere di Frans Verloet

vervloet frans - il foro di pompei

Il foro di Pompei, cm 20 x 28, collezione Moderna, Napoli.

vervloet frans - il largo del castello

Il largo del Castello, cm. 23 x 33, Museo di San Martino, Napoli.

vervloet frans - la collina del vomero a villa lucia

La collina del Vomero, a Villa Lucia, cm. 43 x 69, Museo di San Martino, Napoli.

vervloet frans - san martino dalla lanterna

San Martino dalla lanterna del molo, cm. 47 x 65, Museo di San Martino, Napoli.

vervloet frans - torre del greco

Torre del Greco.

Achille Vianelli

(1803 – 1894)

Pagine correlate: Pittori Scuola Posillipo – Le opere di A. Pitloo – Le opere di Giacinto Gigante.

Breve biografia di Achille Vianelli

Achille Vianelli nasce il 21 dicembre 1803 a Porto Maurizio da Giovan Battista, un agente del consolato napoleonico.

Il suo cognome d’origine, Vianelli, è italiano ma suo padre, sposando una donna francese, lo aveva cambiato in Vianelly.

Achille ha preferito il ritorno alle origini scegliendo il cognome italiano. Con lui ancora molto giovane, la famiglia si trasferisce ad Otranto fino al 1826, ma già dal ’19, Achille si trova a Napoli per studiare l’arte della pittura; verrà raggiunto dal padre e la sorella nel ’26 dopo un loro breve ritorno in Francia.

Qui frequenta prima la scuola di Huber e poi quella di Pitloo, dove conosce Giacinto Gigante, con il quale entra in sincera amicizia con .

La sua pittura però rimane in secondo piano, non solo rispetto a quella del suo amico, ma anche a quella degli altri suoi compagni di studio: le sue opere mancano di quell’istintivo tocco di liricità, caratteristica importante della Scuola Posillipo. Per questa ragione Achille sceglie di sviluppare la formula della prospettiva quadraturistica. Seguendo questo ramo, Achille riesce a raggiungere risultati soddisfacenti: da alcune sue vedute urbane e monumentali si vede lo sviluppo della sua alta specializzazione nella tecnica della seppia.

Dal 1840 incomincia a frequentare Benevento che diventa, insieme a Napoli, la sua città preferita. Qui apre ma senza successo una scuola di pittura.

Morirà a Benevento nell’aprile del 1894. Suo figlio Alberto continuerà l’attività di pittore paesaggista.

Tre opere di Achille Vianelli

vianelli achille - campagna del sannio

Campagna del Sannio, cm. 30 x 39, Musée des Arts, Anger.

vianelli achille - dintorni di arpaia

Dintorni di Arpaia, cm. 30 x 30, Musée des Arts, Anger.

vianelli achille - sant'arcangelo di cava

Sant’Arcangelo di Cava, diam. cm. 21, Museo di San Martino, Napoli.

Opere di Antonio Pitloo (Anton Smink Pitloo)

Pagine correlate a Antonio Plitoo: Pittori Scuola Posillipo – Biografia e vita artistica di Pitloo – Il suo periodo artistico – Le opere di Giacinto Gigante.

Le più significative opere di Antonio Pitloo

1 antonio pitloo - la lanterna del molo

La lanterna del molo, cm. 24 x 32, Museo di San Martino, Napoli.

2 antonio pitloo - il boschetto francavillaal chiatamone

Il boschetto Francavilla al Chiatamone, cm. 44 x74, Museo di Capodimonte, Napoli.

3 antonio pitloo - veduta di ischia

Veduta di Ischia, cm. 34 x 47, Museo di Capodimonte, Napoli depositato dalla Galleria dell’Accademia di BB. AA.

4 antonio pitloo - paesaggio al tramonto

Paesaggio al tramonto, cm. 44 x 75, Museo di Capodimonte, Napoli, collezione Banco di Napoli.

5 antonio pitloo - tramonto sul porto di napoli

Tramonto sul Porto di Napoli, cm. 28 x 40, collezione Marmo , Napoli.

6 antonio pitloo - paranze in cantiere alla marinella

Paranze in cantiere alla Marinella, cm. 27 x 37, Museo di Capodimonte, Napoli.

7 antonio pitloo - la spiaggia di coroglio

La spiaggia di Coroglio, cm 22 x 37, Museo Coreale di Sorrento.

8 antonio pitloo - la riviera di chiaia

La riviera di Chiaia, cm. 25,5 x 36, Museo Correale di Sorrento.

9 antonio pitloo - mergellina

Mergellina, cm. 22,5 x 37, Museo Correale di Sorrento.

10 antonio pitloo - il castello di baia

Il castello di Baia, cm. 24 x 34, Museo Correale di Sorrento.

11 antonio pitloo - il lago fusaro

Il lago Fusaro, cm. 20 x 35, Museo Correale di Sorrento.

12 antonio pitloo - il mulino di gragnano

Il mulino di Grangano, cm. 21 x 28, Museo Correale di Sorrento.

13 antonio pitloo - il corpo di cava

Il corpo di Cava, cm. 18,5 x 23,5, Museo Correale di Sorrento.

14 antonio pitloo - il corpo di cava

Chiesa di San Francesco a Cava, cm. 24,5 x 35, Museo di Capodimonte, Napoli

15 antonio pitloo - chiesa di san francesco a cava

La festa della Madonna dell’Arco, cm. 10,8 x 17,4, Museo di San Martino, Napoli.