Santa Maria Egiziaca in meditazione del Tintoretto

Il Tintoretto: Dipinti per la sala inferiore di San Rocco – Santa Maria Egiziaca in meditazione

Tintoretto - Santa Maria Egiziaca in meditazione
Dipinti per la sala inferiore di San Rocco, Santa Maria Egiziaca in meditazione, cm. 425 x 211, Scuola di San Rocco a Venezia.

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 Sull’opera: “Santa Maria Egiziaca in meditazione” è un dipinto autografo di Jacopo Robusti detto il Tintoretto, appartenente al ciclo dei “Dipinti per la sala inferiore di San Rocco”, realizzato con tecnica ad olio su tela nel 1583-87, misura 425 x 211 cm. ed è custodito nella Scuola di San Rocco a Venezia.

Santa Maria Maddalena leggente del Tintoretto

Il Tintoretto: Dipinti per la sala inferiore di San Rocco – Santa Maria Maddalena leggente

Il Tintoretto: Dipinti per la sala inferiore di San Rocco, Santa Maria Maddalena leggente
Tintoretto: Dipinti per la sala inferiore di San Rocco, Santa Maria Maddalena leggente, cm. 425 x 209, Scuola di San Rocco a Venezia.

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Sull’opera: “Santa Maria Maddalena leggente” è un dipinto autografo di Jacopo Robusti detto il Tintoretto, appartenente al ciclo dei “Dipinti per la sala inferiore di San Rocco”, realizzato con tecnica ad olio su tela nel 1583-87, misura 425 x 209 cm. ed è custodito nella Scuola di San Rocco a Venezia.

Per quest’opera, dagli antichi scritti ci pervengono pochissime e frammentate notizie.

Nessuno studioso di storia dell’arte degli ultimi secoli è riuscito a dare una plausibile risposta al fatto che, al contrario delle altre composizioni del Tintoretto esposte nella Sala Inferiore di San Rocco, le due tele nelle quali sono raffigurate la “Santa Maddalena leggente” e “la Santa Maria egiziaca” non furono mai pienamente descritte dagli scrittori del periodo e neanche da quelli che vennero dopo.

Tietze, in “AV” del 1951, ipotizzava che le due sante penitenti fossero state concepite per un diverso insieme di opere.

Pur tuttavia, d’accordo anche lo stesso Tietze, non è mai stata posta in dubbio la cronologia, non solo dei due dipinti ma anche quella delle “Storie della Vergine” e quella delle “Storie dell’infanzia di Cristo” esposte nella stessa sala.

Il ratto di Elena, o Battaglia navale del Tintoretto

Il Tintoretto: Il ratto di Elena, o Battaglia navale

Il Tintoretto: Il ratto di Elena, o Battaglia navale
Tintoretto: Il ratto di Elena, cm. 186 x 307, Prado Madrid

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Sull’opera: “Il ratto di Elena” o “Battaglia navale” è un dipinto di Jacopo Robusti detto il Tintoretto, realizzato (con aiuti, fonte: Tietze) nel 1588-89 impiegando la tecnica ad olio su tela, misura 186 x 307 cm. ed è custodito nel Museo del Prado a Madrid.

La tela in esame venne acquistata da Filippo IV di Spagna tramite il celebre pittore spagnolo Velàzquez.

Alcuni studiosi di storia dell’arte ipotizzarono si trattasse della “Battaglia turchesca” che l’artista realizzò su commissione del Cardinale Ercole Gonzaga, ma appare assai difficile accettare tale supposizione, in quanto lo stile, che appare più sviluppato, porterebbe ad una cronologia più recente.

Tuttavia negli inventari di Mantova del 1607 appaiono due dipinti con identiche  tematiche, uno dei quali probabilmente commissionato dai Gonzaga.

La raccolta della manna del Tintoretto

Il Tintoretto: La raccolta della manna

Il Tintoretto: La raccolta della manna
La raccolta della manna, cm. 377 x 576, Chiesa di San Giorgio Maggiore a Venezia

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Sull’opera: “La raccolta della manna” è un dipinto di Jacopo Robusti detto il Tintoretto, realizzato (con aiuti) nel 1592-94 impiegando la tecnica ad olio su tela, misura 377 x 576 cm. ed è custodito nella Chiesa di San Giorgio Maggiore a Venezia. 

Da documentazioni certe si sa che la tela fu portata a termine, insieme all’Ultima cena, nel 1594. Il dipinto si trova ubicato sulla parete della facciata opposta del presbiterio.

È considerata una delle pochissime tele del periodo tardo del Tintoretto quasi totalmente autografe. A Proposito di questo il Coletti (in “Tintoretto”, 1940) mise in evidenza la “rara unità tonale” …… e poi la “luce argentina, diffusa e calma”, assai diverse dai vistosi effetti luministici della tela di fronte.

L’episodio è tratto dal passo dell’Esodo [XVI, 15), certamente connesso con quello della “istituzione dell’eucarestia” nell’ultima cena, dove si legge: “Questo è il pane che il Signore v’ha dato per nutrirvi: questo è il comando che vi da il Signore: ‘Ciascuno ne raccolga quanto basta per il suo nutrimento'”.

Particolari:

55 Tintoretto - particolare della raccolta della manna

Particolare sulla sinistra della raccolta della manna

56 Tintoretto - particolare della raccolta della manna

Particolare centrale della raccolta della manna

L’ultima cena (Chiesa di San Giorgio Maggiore a Venezia) del Tintoretto

Il Tintoretto: L’ultima cena (Chiesa di San Giorgio Maggiore a Venezia)

Il Tintoretto: l'ultima cena
L’ultima cena, cm. 365 x 568, Chiesa di San Giorgio Maggiore a Venezia

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Sull’opera: “L’ultima cena” è un dipinto autografo di Jacopo Robusti detto il Tintoretto, realizzato (con aiuti) nel 1592-94 impiegando la tecnica ad olio su tela, misura 365 x 568 cm. ed è custodito nella Chiesa di San Giorgio Maggiore a Venezia. 

Questa tematica, sempre cara al Tintoretto, più volte ripropostaci, è stata svolta con pochissimi aiuti nonostante l’artista si sentisse ormai vicina la morte.

Quella portata a termine nel 1594, è l’ultima grandiosa versione dell’ultima cena. La discutibile e limitata partecipazione di collaboratori nella realizzazione non riesce certamente a sminuire la vigorosa suggestività della tela.

Il Pallucchini (in “Tintoretto a San Rocco”, 1937), a proposito dell’opera sopra raffigurata, scrisse: “due luci squarciano l’enorme e disadorna stanza, dove il Cristo è intento a dare la Comunione agli apostoli. Una luce reale si diffonde dalla lampada colpendo le figure di schiena, mentre un fulgore fantastico divampa attorno alla testa del Cristo e quasi sembra che gli angeli che piombano dal cielo siano della stessa sostanza luminosa.

La realtà quotidiana, che ha accenti di sapore quasi popolaresco, viene trasfigurata dai contrasto di questa doppia luce in senso quasi espressionistico”.

Particolari:

57 Tintoretto - particolare sisnistra dell'ultima cena

Particolare di sinistra dell’ultima cena,

57 Tintoretto - particolare destra dell'ultima cena

Particolare di destra dell’ultima cena.

La deposizione nel sepolcro (Chiesa di San Giorgio) del Tintoretto

Il Tintoretto: La deposizione nel sepolcro (Chiesa di San Giorgio)

Il Tintoretto: La deposizione nel sepolcro (Chiesa di San Giorgio)
La deposizione nel sepolcro, cm. 288 x 166, Chiesa di San Giorgio Maggiore a Venezia

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Sull’opera: “La deposizione nel sepolcro” è un dipinto autografo di Jacopo Robusti detto il Tintoretto, realizzato con tecnica ad olio su tela nel 1593-94, misura 288 x 166 cm. ed è custodito nella Chiesa di San Giorgio Maggiore a Venezia. 

Probabilmente quella raffigurata nella presente pagina è  l’ultima tela dipinta dall’artista dalla quale ricavò un compenso di 70 ducati poco tempo prima della sua morte, avvenuta il 31 maggio del 1594.

Anche in questo suo ultimo (?) dipinto, come in altri tardi del Tintoretto, il tenebroso ambiente è percorso da forti bagliori di luce e di efficaci riflessi, non tutti provenienti dalla medesima fonte, che impressionano bruscamente i personaggi, raccolti in un ritmo casuale che li disarmonizza, enfatizzando, tra l’altro, la già realistica drammaticità della composizione.

Cristo sul mare di Galilea del Tintoretto

Il Tintoretto: Cristo sul mare di Galilea

Il Tintoretto: Cristo sul mare di Galilea
Cristo sul mare di Galilea, cm. 117 x 168,5, National Gallery di Washington

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Sull’opera: “Cristo sul mare di Galilea” è un dipinto autografo prevalentemente attribuito a Jacopo Robusti detto il Tintoretto, realizzato con tecnica ad olio su tela nel 1591-92, misura 117 x 168,5 cm. ed è custodito nella National Gallery di Washington. 

L’opera, che si trova dal 1952 nella National Gallery a Washington, proviene dalla collezione A. Sachs di New York.

Un dipinto, questo, di altissima qualità, ma del quale spesso è stata messa in dubbio l’attribuzione all’artista, sostenuta soprattutto dal Borenius (“AP” 1925), dal Venturi (Pitture italiane in America, 1931), dal Berenson e dal Bercken.

Anche per la cronologia sono nate nell’arco dei secoli delle grosse divergenze: Il catalogo della Galleria (edito nel 1965) riporta il 1560 circa: Il Borenius ipotizza il periodo 1562-66, mentre Venturi e Bercken gli assegnano l’ultimo periodo d’attività del maestro.

60 Tintoretto - particolare del Cristo sul mare di Galilea

Particolare dell’imbarcazione

Dipinti per la sala grande di San Rocco –  Il Battesimo del Tintoretto

Tintoretto: Dipinti per la sala grande di San Rocco –  Il Battesimo

Il Tintoretto: Dipinti per la sala grande di San Rocco - Il Battesimo
Tintoretto: Dipinti per la sala grande di San Rocco, , cm. 538 x 465, Scuola di San Rocco a Venezia

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Sull’opera: “Il Battesimo” è un dipinto autografo di Jacopo Robusti detto il Tintoretto, appartenente al ciclo dei “Dipinti per la sala grande di San Rocco”, realizzato con tecnica ad olio su tela nel 1578 – 1581, misura 538 x 465 cm. ed è custodito nella Scuola di San Rocco a Venezia. 

L’opera in esame è una delle più pregiate ed altamente trasfigurate nella rappresentazione delle storie evangeliche esposte sulle pareti della Sala Grande di San Rocco.

A proposito dell’opera il Coletti (“Tintoretto”, 1940) scrisse:  “un umido paesaggio fluviale in un tardissimo tramonto sotto il cielo che rompe in fiamme dietro i nuvoloni neri, accendendo come fuscelli i contorni lontani delle turbe sulla riva; strane fiamme gelate nel cavo d’ombra della boscaglia”.

La moltiplicazione dei pesci del Tintoretto

Il Tintoretto: Dipinti per la sala grande di San Rocco – La moltiplicazione dei pesci

Il Tintoretto: Dipinti per la sala grande di San Rocco, La moltiplicazione dei pesci
Tintoretto: Dipinti per la sala grande di San Rocco, cm. 523 x 475, La moltiplicazione dei pesci, Scuola di San Rocco a Venezia

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Sull’opera: “La moltiplicazione dei pesci” è un dipinto autografo di Jacopo Robusti detto il Tintoretto, appartenente al ciclo dei “Dipinti per la sala grande di San Rocco”, realizzato con tecnica ad olio su tela nel 1578 – 1581, misura 523 x 475 cm. ed è custodito nella Scuola di San Rocco a Venezia.

 L’impostazione generale di questa composizione è, secondo il Pallucchini (“Tintoretto a San Rocco”, 1937) e Coletti (“Tintoretto”, 1940) una “tranquilla intonazione idilliaca” della visione, che contrasta con i profondi caratteri di drammaticità presenti in quasi tutti i dipinti esposti nella Sala.

Dipinti per la sala inferiore di San Rocco – Fuga in Egitto del Tintoretto

Il Tintoretto: Dipinti per la sala inferiore di San Rocco – Fuga in Egitto

Il Tintoretto: Dipinti per la sala inferiore di San Rocco - Fuga in Egitto
Tintoretto: Dipinti per la sala inferiore di San Rocco, La fuga in Egitto, cm. 422 x 580, Scuola di San Rocco a Venezia.

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       Sull’opera: “La fuga in Egitto” è un dipinto autografo di Jacopo Robusti detto il Tintoretto, appartenente al ciclo dei “Dipinti per la sala inferiore di San Rocco”, realizzato con tecnica ad olio su tela nel 1583-87, misura 422 x 580 cm. ed è custodito nella Scuola di San Rocco a Venezia.

Il fatto, che la paesaggistica del dipinto sia fra quelle più celebrate e suggestive della pittura cinquecentesca, trova d’accordo la gran parte degli studiosi di Storia dell’arte.

Quello della presente composizione, in cui si stanno muovendo i personaggi della Sacra Famiglia nel loro viaggio, è uno scenario alquanto misterioso ed intricato che si svolge in una variatissima paesaggistica dove primeggiano alberi giganteschi e folti arbusti, ma anche elementi che indicano una presenza umana non occasionale, come la casupola e la piccola strada per raggiungerla. In lontananza, le montagne scintillanti di neve rendono vivo il fondo, sotto un cielo scuro a cui fa contrasto la vigorosa luminosità delle nuvole.

Particolari:

50 Tintoretto - dipinti per la sala inferiore di San Rocco

Particolare di sinistra del dipinto.

51 Tintoretto - dipinti per la sala inferiore di San Rocco

Particolare di destra del dipinto.