Biografia, vita artistica e opere di Giovanni Boldini.
Cenni sulla biografia e sulla vita artistica di un pittore macchiaiolo. Le sue opere sono prevalentemente ritrattistiche su commissioni dell'alta aristocrazia.
"Autoritratto di Montorsoli" è un dipinto autografo di Giovanni Boldini detto il Botticelli, realizzato con tecnica ad olio su tela nel 1892, misura 58 x 37 (o forse 59 x 39) cm. ed è custodito nella Galleria degli Uffizi Firenze.
Trenta opere fra ritratti paesaggi e nature morte di Giovanni Boldini con didascalia e luogo dove sono custodite
Il "Cardinale" del Bernini nella camera del pittore è un dipinto autografo di Giovanni Boldini, realizzato con tecnica ad olio su tela nel 899, 53 x 46 cm. ed è custodito nella Collezione Boldini a Pistoia.
"L'attrice Alice Regnault" è un dipinto autografo di Giovanni Boldini, realizzato con tecnica ad olio su tela nel 1880, misura 102 x 82 cm. ed è custodito da un proprietario privato a Parigi (notizia 1970 c.).
"Autoritratto a sessantanove anni" o "Autoritratto a figura intera" è un dipinto autografo di Giovanni Boldini, realizzato con tecnica ad olio su tela nel 1911, misura 100 x 104cm. ed è custodito nel Museo Boldini a Ferrara.
"Ritratto di Francesco Boldini" è un dipinto autografo di Giovanni Boldini, realizzato con tecnica ad olio su tavola probabilmente prima del 1859, misura circa 17,5 x 13 cm. ed è custodito nella collezione Boldini Pistoia.
"la bella alla toeletta" o "Donna intenta ad asciugarsi" o Donna al bagno" è un dipinto autografo di Giovanni Boldini, realizzato con tecnica ad olio su tavola nel 1880, misura 65 x 53,5 cm. ed è custodito da un privato a Milano (notizia del 1970 circa)
"La donna in rosa" o "Ritratto della signora Olivia Concha De Fontecilla" è un dipinto autografo di Giovanni Boldini, realizzato con tecnica ad olio su tela nel 1916, misura 162 x 113 cm. ed è custodito nella Collezione Boldini a Pistoia.
Nelle opere di Boldini, come in quelle dei veri pittori, v'è sempre, a guardarle bene, qualcosa di interessante, in tutte, anche in quelle che alla prima lascian freddi.. nel "Corriere padano", del 4 ottobre 1925