Arte moderna e contemporanea

 Riflessioni sull’arte del Novecento

Premessa

Wassily Kandinsky: Tre cavalieri in rosso blu e nero
Wassily Kandinsky: Tre cavalieri in rosso blu e nero

Per comprendere come l’arte moderna e contemporanea abbiano sviluppato tematiche di aperta frattura con il pregresso. Giova fare un breve excursus nell’arte antica partendo, un po’ arbitrariamente, dal periodo gotico.

Questo perché un punto di avvio così scelto escogita stilemi nuovi tra i più originali ed eleganti del mondo occidentale.

A grandi linee si succedono la fondamentale scoperta della terza dimensione, cioè la prospettiva (Giotto, Cavallini), la riscoperta del mondo classico all’epoca del Rinascimento (fiorentino in primis), il ‘600 con il chiarore che va a colpire anatomie avvolte dalle tenebre. In architettura invece si appesantiscono gli ordini puri, quindi l’approdo alla quiete gentile del ‘700 che conduce, dritto dritto, ai levigati motivi del Neoclassicismo.

Tempi lunghi, di secoli, botteghe e maestri che fanno fatica ad introdurre novità, sottomessi come sono alla committenza nobile ed ecclesiastica.

L’arte moderna

Ernst Ludwig Kkirchner: Villaggio con strade blu
Ernst Ludwig Kkirchner: Villaggio con strade blu

L’arte moderna invece prende subito a camminare spedita e a correre quindi sempre più velocemente.

Nel volgere di poco più di un secolo e mezzo, vengono bruciate conoscenze e linguaggi che forse avrebbero meritato un’elaborazione più lenta e meditata.

Tutto è cominciato con le esperienze della “en plein air” della Scuola di Parigi e con la Macchia toscana che, a torto o a ragione, è relegata a movimento regionale e lì è ancora (radici dell’arte moderna).

Gli impressionisti parigini, grandi maestri del colore, di fede figurativa, hanno lasciato il posto al fauve, al cubismo, al futurismo, all’astrattismo, al dada e al surrealismo. Movimenti concatenati, consequenziali con momenti cruciali che hanno proiettato lontano il percorso artistico.

Valorizzazione del colore rispetto al disegno

Intanto l’Astrattismo kandinskyano, “germizzato” dai movimenti precedenti, è riuscito a spezzare il dogma atavico della supremazia del disegno sul colore, dal momento che le situazioni potevano essere documentate bene dalla macchina fotografica.

Il cromatismo da solo, quindi, si svincola da antichi retaggi. Conquista la piena dignità e poco importa che non sia immediatamente comprensibile, anzi lo sforzo interpretativo coinvolge e consacra.

Marcel Duchamp: Fountain
Marcel Duchamp: Fountain

La sfida provocatoria del Dadaismo, i lavori di Duchamp e Picasso

Di seguito la sfida provocatoria e dissacrante del Dadaismo, la voglia matta e anarchica di sovvertire il senso delle cose (il banale che diventa importante, il semplice che diventa complesso, il religioso che diventa blasfemo e così via).

I lavori di Duchamp non hanno neppure bisogno di perizia tecnica perché quel che conta è l’idea, non l’esecuzione.

Così sono proposte opere belle e pronte (Ready made) come l’orinatoio maschile seriale rovesciato, chiamato “Fontana”, e gli oggetti trovati (lo scolabottiglie, la ruota di bicicletta).

Allo sviluppo dell’arte successiva, mi sembra ingrato non riconoscere l’opera di Picasso che, nella sua lunga vita, ha sperimentato in prima persona un po’ tutte le esperienze in modo alquanto originale, pur rimanendo fedele ad un suo particolare stile ancora leggibile in senso figurativo.

Una continua ricerca del nuovo

La famiglia Soler, 1903
La famiglia Soler, 1903, olio su tela 150 x 200, Musèe d’Art Moderne ed d’Art Contemporain, Liegi

A questo punto l’esperienza artistica sembra aver percorso quasi tutte le strade possibili.

Parte ora la caccia a riempire i pochi spazi ancora percorribili, pena la ripetizione del “vecchiume”.

E qui scoppia il dramma di molti addetti. Questi, infatti, pur avendo avuto il dono della facilità del segno, se vogliono conquistare un posto al sole devono adeguarsi al nuovo.

I ruolo dell’industria chimica, elettronica, metallurgica

Di certo un aiuto all’arte più recente, detta contemporanea, lo ha fornito la rampante tecnologia con i nuovi prodotti dell’industria chimica, elettronica e metallurgica. Innovazioni messe talvolta al servizio degli accadimenti che si consumano in tempo reale, portati dal vento della globalizzazione.

La difficoltà per la gente comune di riconoscere un’opera d’arte

Oggi, visitando le biennali o le gallerie, di fronte ad un lavoro esposto, anche se sei grande e vaccinato, ti chiedi se quello che i tuoi occhi vedono e la tua sensibilità analizza è un’opera d’arte o il nulla.

Il dubbio ti viene pensando anche ad un settore culturale incerto e inflazionato. Un settore in cui un po’ tutti possono aspirare a diventare artisti, non essendo strettamente necessario avere talento. Talvolta è addirittura più determinante cavalcare la giusta ribalta al momento opportuno.

Pare evidente che l’arte di oggi, seguita ed esaltata dagli addetti ai lavori e dai collezionisti, non riesca a far breccia tra la gente comune, sconcertata da tante “stranezze” (che devono comunque scandalizzare e stupire per suscitare interesse) che non riesce a fare proprie.

La parola ai posteri
Piero Manzoni: Merda d'artista
Piero Manzoni: Merda d’artista

Non per questo mancano autentici maestri che- come abbiamo visto- muovendosi in ambiti sempre più ristretti, riescono a dare caratura alla loro creatività.

Il difficile è riconoscere il legittimo valore dell’autore e le motivazioni che sottintendono le sue opere.

Solo il tempo – giusto giudice – dirà se gli impacchettamenti di edifici, le istallazioni, le performance, la “merda di artista” in scatola di latta, la rana crocifissa, per fare qualche esempio, avranno raggiunto l’Olimpo dell’arte o rimarranno soltanto provocazioni.

Pittori contemporanei

Novecento: Pittori contemporanei del primo cinquantennio

Pagine correlate a Pittori contemporanei: Arte Contemporanea – L’Impegno sociale dell’arte ed il Divisionismo – L’Espressionismo.

Un periodo di grande sconvolgimento per l’arte

È questo il periodo in cui il mondo dell’arte, soprattutto quello della pittura, è profondamente impegnato in una durissima polemica con un pubblico che non riesce a comprendere i grandi stravolgimenti dei nuovi linguaggi. C’è una ragione: perché costretto a risolvere quotidianamente sostanziali problemi, derivati da lotte sociali e da una devastante guerra.

Con il rinnovamento del linguaggio, la pittura, più di tutti gli altri campi artistici, subisce profondi cambiamenti che si riscontrano sia nella forma che nel cromatismo, allontanandosi dalle apparenze fenomeniche.

Il distacco dalla cultura neoclassica

Umberto Boccioni: Dinamismo di un corpo
Umberto Boccioni: Dinamismo di un corpo

Gli artisti sono spinti dalla necessità di staccarsi dai canoni della cultura neoclassica per inseguire un programma multifunzionale, atto ad integrare le nascenti maniere fantastiche ed artistiche e le complicate e cervellotiche strutture. Il Futurismo offre a questi pittori l’opportunità di confrontarsi nel mondo dell’arte, impiegando un linguaggio sovversivo e provocando polemiche che molto spesso portano al paradosso.

Ma questa esperienza è una via di accesso ad una condizione di profonda sincerità e ad un chiaro impegno sociale, alla meditazione ed al ragionamento.

Umberto Boccioni è uno di quegli artisti che avrebbe potuto offrirci, a prescindere dai suoi astrattismi, grandi cose, con la portata delle sue potenzialità, se non fosse morto prematuramente.

De Chirico: Canto d'amore
De Chirico: Canto d’amore

Rimangono tuttavia pittori che dopo la dura esperienza futurista passano alla visione surrealista o metafisica, appoggiati dalla rivista d’arte “Valori Plastici”.

Siamo nel periodo 1919-1922 quando la pittura metafisica propone come soggetti gli oggetti più impensabili, tra i quali il “manichino meccanico”, lanciando forti richiami simbolici carichi di ironia. Vi si evidenzia inoltre una ricercata trasfigurazione della realtà nella suggestiva fantasia. Trattasi più che di una vera e propria ricerca, di un’astrazione intellettuale con forti richiami romantici come già avvenuto con il futurismo, sebbene più accettata e compresa dal pubblico. Quindi un linguaggio acquisito attraverso lo studio di questa nuova arte che per diversi artisti diventa definitivo.

Cenni biografici e vita artistica di alcuni pittori

Carlo Carrà

Il primo artista a conquistare questo definitivo linguaggio è Carlo Carrà (Quarniento 1881-Milano 1966) che nelle sue profonde e controllate composizioni sembra voler integrare Cézanne con Giotto e Masaccio. Con essi rievoca, in maniera del tutto personale, ma con grandiosa italianità, un’umanità remota.

Nelle sue composizioni paesaggistiche, con la semplificazione della natura ridotta all’essenziale, egli sviluppa tematiche che richiamano la primordialità.

Ardengo Soffici

L’artista (Rignano sull’Arno, 1879 – Forte dei Marmi 1964), poeta e pittore approdato al futurismo dopo un’esperienza francese, si trova costretto ad abbandonare i suoi legami con la pittura di un grande arco di storia che va dal Primo Rinascimento ai Macchiaioli.

Nelle sue opere paesaggistiche egli raffigura un naturalismo di stampo popolano che si riscontra anche negli interni (“Toeletta del bambino” nella Galleria d’Arte Moderna, Roma).

Al suo sentito senso plastico e spaziale in chiave moderna succede un linguaggio appassito e privo di coloristica vitalità.

Gino Severini

L’artista (Cortona, 1883 – Parigi 1966), approdato prima al Neoimpressionismo insieme ad altri artisti italiani (Mario Tozzi, Massimo Campigli, Filippo De Pisis, Renato Paresce) nella capitale francese, si dirige con determinazione verso un classico equilibrio, integrato con un suo personalizzato linguaggio.

Prima di raggiungere definitivamente la piena originalità nel suo stile, viene attratto dai moderni ritmi ornamentali. Ritmi di cui l’artista lascia traccia negli affreschi di Notre Dame du Valentin a Losanna ed in alcune nature morte. Qui prevalgono nitide, chiare e fredde gamme cromatiche (nelle opere della collezione Agnelli e nelle sue piccole composizioni musive).

Egli ha saputo legare l’arte alla scienza,e la fantasia al rigore compositivo.

Modigliani

Amedeo Modigliani (si vedano approfondimenti) (Paul Marino Modigliani, Livorno 1884 – Parigi 1920), conosciuto anche come Dedo, diventa famoso per i suoi originali volti femminili caratterizzati da colli smisuratamente affusolati.

La Bella droghiera, cm. 100 x 65, Proprietà privata, Parigi.
La Bella droghiera, cm. 100 x 65, Proprietà privata, Parigi.

Egli mantiene i suoi contatti con la pittura parigina del periodo, ma rimane fermamente ancorato alla stilizzazione dell’arte negra, molto apprezzata dai colleghi cubisti. Anche nel suo cromatismo, ispirato a quel tipo d’arte, predominano toni cupi e foschi che richiamano le opere di Gauguin del periodo Tahitiano.

Questo artista, che per alcuni decenni viene considerato (a torto) dagli studiosi della Storia dell’arte lontano dalla nostra pittura tradizionale, mantiene vivi nonostante il suo caratteristico linguaggio rarefatto, gli importanti riferimenti con questa, soprattutto nel disegno dal tratto elegante e sottile, privo di ombre e di chiaroscuro, e conferisce alle figure una leggerezza “smaterializzata”, del tutto libera dal peso corporeo, che richiama il linearismo di Simone Martini (Ritratto di Zboroswscki e Maternità, ambedue a Parigi nella Collezione Zborowscki).

Giorgio De Chirico

Giorgio De Chirico (Volos, 1888 – Roma, 1978), nato in Grecia e formatosi in Germania ed in Francia, ha una propria energica personalità. Riesce a conferire alle sue opere, con la sua alta tecnica, diversi aspetti che vanno da una controllata asciuttezza arcaica ad un superficiale ma opulento naturalismo come nel Barocco.

La pittura di questo artista, nella sua prima visione, è altamente creativa, con forti tendenze surrealistiche e metafisiche e non priva di richiami simbolisti.

Il suo linguaggio fantastico, influenzato da Picasso e dal Classicismo, si fa ancora più fantasioso nelle sue caratteristiche rappresentazioni dei miti ellenici, dove il cromatismo, fatto di toni chiari con tendenze al grigio, diviene materia pregiata per astratti effetti di luminosità.

De Chirico è anche un ottimo scenografo che riesce ad integrare il prodotto della fantasia con il mondo del reale, dove antiche rovine si affiancano a fabbriche moderne.

Giorgio Morandi

Giorgio Morandi (Bologna, giugno 1890 – Bologna, giugno 1964), pittore ed incisore, è certamente un protagonista della pittura italiana del Novecento.

Le sue tematiche preferite ruotano intorno alla povertà, descritta con ostinata sintesi.

Dipinge prevalentemente bottiglie, e quando realizza temi paesaggistici ci presenta una costruttività fatta di ampi spazi riassuntivi.

Il cromatismo è leggero, morbido e povero come i suoi soggetti, e l’armonia delle gamme cromatiche, oltre alla delicatezza, conferisce alle sue opere un’atmosfera da sogno.

Gino Bonichi detto Scipione

Gino Bonichi (Macerata 1904 – Arco di Trento 1933), meglio conosciuto come Scipione, si forma attraverso ricerche sulla pittura antica alla quale aggiunge la sua burrascosa fantasia.

Il suo cromatismo è fosco ma deciso e fluido e, talvolta tocca il paradossale raggiungendo l’irrazionalità con forti accenti espressionistici, amari e turbolenti (Piazza Navona e Ritratto del Cardinale Vannutelli).

Scipione è anche abile nel disegno dove riporta, di riflesso e con la stessa intensità, i suoi inquieti stati d’animo.

Felice Carena

Un altro artista, Felice Carena (1879?/80-1966), con un’indole del tutto opposta a Scipione, subisce vari influssi dalla pittura europea, ma approda ad uno stile piuttosto classicheggiante.

I suoi colori, generalmente chiari, sono morbidi sensuali e la struttura compositiva, sempre razionale e vigilata. Questa conferisce alle sue opere forti evidenze plastiche come testimoniano gli “Apostoli” (Galleria d’Arte Moderna a Firenze) e la “Scuola” (Galleria d’Arte Moderna a Pittsburg).

Felice Casorati

Felice Casorati (Novara, 1883 – Torino, 1963), discendente da una famiglia di matematici, si sofferma, dopo sofferte meditazioni, in una pittura nella quale la luminosità conferisce ai soggetti un senso irreale di atmosfera, il cromatismo risulta essere solido, liscio e disadorno e le forme tendenti al geometrico (Ritratto della sorella nel Museo Civico a Torino).

Più tardi passerà ad una tecnica più morbida. Egli è anche un ottimo creatore di scene e costumi, molto richiesto dalla Scala di Milano, dal Teatro dell’Opera di Roma e dal Maggio Fiorentino.

Altri pittori

Si potrebbero riempire numerosissime pagine anche semplicemente rammentando nomi e date di nascita della grande schiera di pittori italiani di questo periodo.

Si ricordano soltanto alcuni pittori:

Ferruccio Ferrazzi

Ferruccio Ferrazzi (Roma 1891 – Roma 1978), figlio di uno scultore, si volge ad una pittura classicheggiante con chiare tendenze al decorativo.

Arturo Tosi

Arturo Tosi (Busto Arsizio 1871 – Milano 1956) è un paesaggista che integra con gusto la tradizione della pittura lombarda con le maniere post-impressioniste.

Filippo de Pisis

Filippo de Pisis (Ferrara, 11 maggio 1896 – Milano, 2 aprile 1956), anche scrittore oltre che pittore, dopo aver aderito ai movimenti del Cubismo e del Surrealismo, approda ad una pittura spezzettata e rarefatta. Una pittura costituita da una poetica frammentarietà.

Ottone Rosai

Il fiorentino Ottone Rosai (Firenze, 1895 – Ivrea 1957) percorre la sua tendenza surrealistica con un greve e fosco cromatismo.

Lorenzo Viani

Il viareggino Lorenzo Viani (Viareggio 1882 – Lido di Ostia 1936), in stretto contatto con i Fauves di Parigi, ha una pittura nella quale è presente un triste umorismo

Mario Sironi

Mario Sironi (Sassari 1885 – Milano 1961) percorre un surrealismo alquanto rozzo, ma fresco e spontaneo.

Altre considerazioni

Le devastanti vicende della seconda guerra mondiale contribuiscono negativamente ad orientare i giovani pittori verso una strada sicura. Questi non riescono a seguire una sensualistica cifra, sempre e comunque insufficientemente impegnativa, sia nella trasfigurazione della realtà che nell’arte astratta. Con la prima si cerca di raggiungere una lirica, che poi risulta fatta di inconsistenti e lacunose note pittoriche, talvolta prive di significato e paragonabili in alcuni aspetti alla letteratura ermetica. Con la seconda si cerca di seguire il linguaggio astratto, ormai imperante in Europa, che porta ad una inaspettata rottura tra  l’individuale e l’universale.

Nel secolo precedente abbiamo assistito al passaggio dal freddo e schematico idealismo neoclassico alle varie forme di generica religiosità per quanto riguarda il mondo naturale.

I turbamenti spirituali tempestano il primo cinquantennio del Novecento. Questi, insieme alle lotte sociali ed alle due grandi guerre, contribuiscono a condurre una vita intensamente vissuta nella sofferenza e nell’insicurezza. Tutto ciò si riflette nel mondo dell’arte, ridotto ormai alla rappresentazione di scarni ma vigorosi e strazianti messaggi dell’anima, volti a rafforzare e, talvolta superare la triste realtà.

Arte Contemporanea

Pagine correlate: Frammenti: Pittori Contemporanei – L’Impegno sociale dell’arte ed il Divisionismo – L’Espressionismo.

Arte contemporanea (Arte postmoderna – Postmodernismo)

Il Novecento e le contrapposizioni con l’Ottocento

Il Novecento è un secolo che per gran parte del suo corso va contrapponendosi a quello precedente. Questa opposizione è molto sentita e talvolta viene esaltata anche con toni polemici dagli studiosi del periodo.

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Picasso: Les demoiselles di Avignon, olio su tela, 243,9 x 233,7, Museo MoMA, New York.

La tendenza è quella di voler sminuire l’Ottocento a vantaggio del Novecento, facendo sì che la “storia degli atteggiamenti” venga ripetuta. Si ricordi gli abusi e le esagerazioni degli studiosi della Storia dell’arte quando, durante il Rinascimento – con Vasari in prima linea – non riuscivano a comprendere il valore dell’arte gotica. Inoltre, quando il Settecento parlava di “secentismo” denigrando fortemente alcuni suoi contenuti, soprattutto la spettacolarità dell’arte barocca.

Un secolo ha dentro di sé una grande varietà di movimenti artistici e non può essere criticato prendendo come riferimento solo il Gotico, o il Barocco o qualsiasi altro movimento, ma occorre considerarne tutto l’insieme.

Il ritorno alla razionalità

Naturalmente con il trascorrere del tempo cambia il modo di vedere e di intendere le cose, ci si trova a sostenere ciò che prima veniva declassato, e ci si accorge così di aver commesso errori grossolani. È bene quindi opporsi ad un singolo movimento a prescindere dal secolo a cui esso appartiene, limitando così la portata del potenziale errore. La storia ci dice, però, che succederà di nuovo.

I diversi orientamenti nel nuovo secolo

Come nei periodi passati, anche nel Novecento è molto sentito il passaggio da un secolo all’altro. Esistono già dai primi anni di quel nuovo secolo tre grandi categorie di artisti, ovvero quelli che si sentono di ripercorrere la strada del Neoimpressionismo e del Realismo, altri che sono spinti da un certo tipo di rinnovamento atto ad integrare l’arte tradizionale, ed i gruppi dalle forti e decise caratteristiche come le avanguardie.

In questo vario contesto, che contiene a sua volta numerosissime altre tendenze, non è facile dare una precisa definizione dell’arte contemporanea. Comprensibilmente, soltanto prendendo in considerazione le correnti più vive, si potrà parlare effettivamente di artisti contemporanei.

Il termine “Contemporaneo”

Il termine “contemporaneo”, riferito al mondo dell’arte (“arte contemporanea”, “pittura contemporanea” …) ha un preciso ed incontestabile significato. Raggruppa, cioè, tutte le forme artistiche iconografiche succedutesi dopo il periodo post-impressionista (pittura, videoarte, fotografia, computer art, scultura, disegno, happening, musica, fluxus, performance …), fino ai giorni nostri. Tuttavia l’impiego generico di “contemporaneo”, anche se abbinato all’arte e ad epoche diverse dal Novecento-Duemila, non ha mai creato confusione.

Il termine “Novecento” (italiano)

Il sodalizio

Il termine “Novecento Italiano” invece nasce nel 1922,  quando Lino Pesaro, un mercante  d’arte di grande capacità, ed un critico alquanto influente  come Margherita Sarfatti, fanno una superba proposta a sette pittori. A questi, artisti di alto talento, che operano a Milano e provincia si propone, un sodalizio.  I pittori sono: Achille Funi, Gian Emilio Malerba, Leonardo Dudreville, Ubaldo Oppi, Anselmo Bucci, Pietro Marussing e Mario Sironi. Il programma è straordinario e deve porsi in controtendenza con gli ultimi derivati dell’avanguardia futurista. Deve, inoltre, senza un suo proprio linguaggio, riportare la pittura alle tradizioni italiane, soprattutto quelle della regione lombarda, comprendendo un naturalismo lontano dal descrittivo e dalla maniera impressionista.

L’espansione del Novecento italiano

Quegli artisti avranno un grandissimo successo alla Biennale di Venezia del 1924, perciò decideranno di ampliare il sodalizio inserendo tutti i migliori talenti delle giovani generazioni.

Ecco nascere il Novecento Italiano che in brevissimo tempo varcherà i confini della penisola e del continente, spingendosi fino in Argentina. Ci si accorgerà presto che, a prescindere dal contenuto, accorpare il tutto con questo termine è stata una scelta alquanto inopportuna e che occorrerà soffermarsi sulle varie correnti che caratterizzano l’arte contemporanea.

Verso una più chiara visione globale

Si incomincia così a distinguere i vari movimenti artistici che finalmente possono rientrare separatamente nelle indagini della “Storia dell’arte”. Quello che avvenne nella pittura degli ultimi decenni dell’Ottocento fu una vera e propria rivoluzione. Basti quindi soltanto pensare alla pittura degli Impressionisti che accostavano macchie di colore senza passare attraverso la degradazione tonale del chiaroscuro, sciogliendolo nella luce, nel movimento e, quindi nell’armonia.

Pablo Picasso: Autoritratto del 1907
Pablo Picasso: Autoritratto del 1907

Il nuovo secolo vede la pittura – apprezzata soprattutto dalla borghesia – cullarsi in un certo scadente naturalismo, e quindi definita di “fine secolo”.

È inevitabile la reazione di grandissima portata del primo Novecento (1906), che vede nella Francia il territorio di nascita e divulgazione del primo grande movimento in contrapposizione al Neoimpressionismo. Nasce così nel 1907 il Cubismo, dove gli oggetti assumono forme volumetriche e prospettiche in modo del tutto soggettivo, con intersecazioni di piani e di poliedri. Pioniere di questa nuova pittura, è Pablo Picasso.

Frammenti e riassunti

Cubismo

La montagna di Sainte Victoire
Cezanne: La montagna di Sainte Victoire, cm. 65 x 81, Zurigo, Kunsthaus.

Il Cubismo nasce in Francia. Era da tempo in grembo ed il suo precorritore inconsapevole fu Cézanne, che solidificava lo spazio e componeva i vari oggetti secondo rappresentazioni geometriche. Cézanne dava al colore la forza espressiva nei volumi e poneva sullo stesso piano oggetti vicini e lontani.

L’esempio di Cézanne sarà di fondamentale importanza anche per la scultura e l’architettura.

Espressionismo, Futurismo e Verticismo

Il Cubismo ha una grandissima risonanza che oltrepassa i confini continentali.

Franz Marc: Capriolo rosso e capriolo giallo
Franz Marc: Capriolo rosso e capriolo giallo

Al Cubismo seguono altri tre movimenti “sovversivi” che contribuiscono a rivoluzionare il mondo dell’arte: l’Espressionismo che nasce in Germania, il nostro Futurismo ed  il Verticismo inglese. Questi movimenti provocano un vero e proprio terremoto agitando le acque ormai da molto tempo stagnanti di maniere obsolete e superate.

Vogliono stimolare con forza la ricerca, con apporto di nuove e grandi energie, seppur alquanto disordinate ed incomposte. Il loro valore oltre che artistico è soprattutto polemico e il loro programma, multifunzionale, è quello di sovrapporsi alle maniere fantastiche ed artistiche, e alle strutture astruse e cervellotiche. A questi movimenti bisogna riconoscere il merito di aver causato una netta rottura con il passato.

Il futurismo

Il movimento futurista viene fondato a F. T. Marinetti ed ha caratteristiche universali che abbracciano più campi, non solo quelli della pittura e della letteratura.

Il Futurismo parte dalle premesse del Cubismo ed ha l’ambizione di presentarsi come un movimento rivoluzionario, avendo dell’universo una concezione meccanica ispirata al materialismo.

Il manifesto del futurismo
Umberto Boccioni: Elasticità
Umberto Boccioni: Elasticità

Il Manifesto del Movimento futurista sottoscritto nel 1910 da U. Boccioni, L. Russolo, C. Carrà, G. Severini e G. Balla, proclama la teoria del dinamismo plastico, presentando l’universo come una concezione meccanica materialista, avallando la compenetrazione dei piani e la simultaneità del movimento e, sminuendo la concezione tradizionale spazio/tempo.

Nonostante il contenuto alquanto utopistico dei principi sopra citati che tendono a far allontanare dall’arte, alcuni artisti italiani, per la loro capacità ed attaccamento, vivono in pieno l’esperienza futurista. Vogliono contribuire a far uscire il Paese dal suo greve ambiente provinciale, facendolo quindi partecipe delle correlative tendenze di avanguardia europea.

Questi stessi artisti interpretano il Manifesto come un richiamo alla riscossa e vengono prontamente affiancati da altre giovani leve, con l’efficace sostegno del periodico fiorentino “La Voce”. Famosa è rimasta la frase riportata da Carrà che parla del «segno preconizzatore di una svolta della storia artistica italiana».

L’arte contemporanea

Mentre i due manifesti futuristi (1909-1910) rompono traumaticamente con le tradizioni letterarie ed artistiche del passato, un altro trauma della stessa importanza è dietro l’angolo. Un trauma destinato a perdurare per parecchi decenni.

Avviene nel mondo dell’arte (in questo caso con l’Arte Contemporanea) quello che già era avvenuto in precedenza nei primi anni del Novecento con le grandi lotte politico-sociali, cioè la rottura con un pubblico, che per la sua sensibilità e cultura non è ancora preparato ad accettare l’estetica di queste nuove tendenze.

Già ancor prima della fine dell’Ottocento ci fu una importante avversione da parte del pubblico per il linguaggio artistico di Cézanne, oggi considerato il grande precursore dell’Arte Contemporanea. Molti decenni dovevano trascorrere prima di arrivare a capire a fondo il suo messaggio, data la radicata cultura neoclassica che permaneva e che continuava ad essere divulgata dall’Accademia. L’Arte doveva rappresentare l’idealizzazione del vero e la fedeltà obbiettiva della natura in generale. Questi concetti che orientavano l’artista verso rappresentazioni logiche, vengono quindi ripudiati per rincorrere un linguaggio del tutto nuovo. Un linguaggio lontano dall’eleganza classicheggiante e dalle maniere realistiche, ma con forti contenuti espressivi, diretti a colpire i sentimenti e le emozioni del pubblico.

I cambiamenti, le inquietudini e le lotte sociali nell’arco dei tristi decenni che comprendono due guerre di devastante portata, scombussolano anche il mondo dell’arte. Tutto questo non permette agli artisti di potersi confrontare serenamente con un pubblico che si trova quotidianamente ad affrontare i più svariati problemi, compreso quello della sopravvivenza. Vengono a mancare quindi, per oltre mezzo secolo, esami critici e prolungati contatti tra l’arte ed il pubblico.

Si veda anche Arte moderna