L’Espressionismo

Pagine correlate all’Espressionismo: Pittori dell’Espressionismo – Esponenti autonomi dell’Espressionismo – Die Brücke e la grafica a stampa – Blaue Reiter – Fauvisti, Die Brücke e Astrattismo – Fine dell’Espressionismo – ImpressionismoPost-ImpressionismoNeo-Impressionismo – L’arte contemporanea.

Le foto sotto riportate sono a bassissima risoluzione ed inserite al solo scopo didattico.

Il movimento espressionista tedesco

Le origini della corrente e i quattro fondatori

Erich Heckel: Fornace (Dangast), anno 1907
Erich Heckel: Fornace (Dangast), anno 1907, tecnica a olio su tela, 68 x 86 cm., Museo Thyssen-Bornomisza, Madrid.

La storia della pittura espressionista tedesca ebbe origine a Dresda il 7 giugno 1905 con la fondazione della Brücke. Nacque da quattro giovani sconosciuti, studenti di architettura, che si riunirono per costituire il gruppo destinato in poco tempo a diventare famoso nell’intero continente europeo.

Trattasi di Erich Heckel (Döbeln, 31 luglio 1883 – Radolfzell, 27 gennaio 1970), Ernst Ludwig Kirchner (Aschaffenburg, 6 maggio 1880 – Davos, 15 giugno 1938), Karl Schmidt (più tardi conosciuto come Schmidt-Rottluff, nato per l’appunto a Rottluff il 1º dicembre 1884 e morto a Berlino il 10 agosto 1976) e Fritz Bleyl (Zwickau, Kingdom of Saxony, 1 dicembre 1880 – Bad Iburg, 19 August 1966).

Tre dei quattro artisti senza una formazione iniziale

Kirchner: Fränzi e Marcella – Due nudi distesi, anno 1910
Kirchner: Fränzi e Marcella – Due nudi distesi, anno 1910, tecnica a olio su cartone, 50 x 65,3 cm., Collezione E.W.K, Berna.

Ad eccezione di Ernst Ludwig Kirchner, che nel corso degli anni 1903-04 aveva frequentato per sei mesi l’Atelier sperimentale d’apprendistato per l’arte applicata e l’arte pura (Lehr und Versuchs Atelier für Angewandte C und Freie Kunst), nessuno di loro aveva una consolidata formazione artistica e tuttavia era fortissimo il desiderio di apportare nuova linfa vitale alla pittura, integrandola con qualcosa di eccezionale.

Un periodo abbastanza favorevole

Schmidt: Inverno, anno 1906, tecnica a olio su cartone
Schmidt: Inverno, anno 1906, tecnica a olio su cartone, 71 x 53,5 cm., Brücke-Museum, Berlino, prestito da collezione privata.

Dovevano infatti staccarsi da un mondo fin troppo conosciuto pur non avendo la certezza delle mete a cui sarebbero arrivati (ciò che fu reso noto più tardi dallo stesso Heckel).

Furono tuttavia aiutati dalla fertilità del periodo, che già in quegli anni era favorevole ad un generale stravolgimento. Infatti, sempre nello stesso anno, Henri Matisse, Georges Rouault, André Derain e Maurice de Vlaminck (gruppo dei fauves) esponevano al Salon d’Automne di Parigi (manifestazione che si tiene ogni anno dal 1903) alcuni dipinti dalla coloristica smagliante aprendo – nonostante le aspre critiche iniziali – il cammino ad un’arte e ad un’estetica del tutto inedite in Europa.

Una potente pittura espressiva

Matisse: Armonia in rosso
Matisse: Armonia in rosso

Già sin dai primi momenti anche gli artisti della Brücke, dopo una brevissima iniziale tendenza al simbolismo, si indirizzarono verso un potente cromatismo atto a debellare il realismo con l’introduzione di un proprio linguaggio formale, relativo quasi esclusivamente all’essenza contenuta nell’immagine, rivoluzionandone così l’aspetto estetico.

Il concetto “Espressionismo”

In Germania, questo nuovo modo di rappresentare l’arte venne presto riconosciuto nel concetto di “espressionismo”, il cui termine diventò uno slogan per identificare le novità in ogni campo. Apparve nella primavera del 1911 in occasione della mostra della Secessione berlinese a cui parteciparono anche artisti francesi (Othon Friesz, Kees van Dongen, Henri Manguin e Picasso).

Emil Nolde: Lago interno, anno 1910
Emil Nolde: Lago interno, anno 1910, tecnica a olio su tela, 69 x 89,5 cm., Kunsthalle zu Kiel, Kiel.

Ben presto però il termine “espressionismo” venne impiegato nell’identificare gli artisti tedeschi che ormai rifiutavano in pieno la pittura tradizionale e non solo. Si trattava di un concetto profondo e pregnante, in antitesi anche con quello della pittura impressionista che tanto aveva rivoluzionato il mondo dell’arte. Questo inedito concetto si diffuse a macchia d’olio in un brevissimo lasso di tempo. Il termine “Espressionismo” si impiegava quindi per distinguere dipinti carichi espressione affettiva a prescindere dallo stile che li rappresentava.

I raggruppamenti delle correnti

Paola Modersohn Becker: Natura morta con fogliame, limone e arancio, anno 1906
Paola Modersohn Becker: Natura morta con fogliame, limone e arancio, anno 1906, tecnica a tempera su tela, 31 × 37,2 cm., Collezione privata, Worpswede.

La mostra internazionale del Sonderbund metteva assieme, come mai era successo in precedenza, molti gruppi artistici dalle svariate peculiarità (Brücke, Blaue Reiter ed diverse personalità indipendenti, tra le quali citiamo Emil Nolde e Paula Modersohn-Becker, nonché scultori come Ernst Barlach e Wilhelm Lehmbruck).

Più tardi, intorno al 1914 quando il movimento aveva ormai superato le difficili fasi iniziali e toccato il suo culmine, uscì “Der Expressionismus”, un libro di Paul Fechter sull’arte espressionista.

Le caratteristiche del movimento

Ernst Barlach: Il fuggitivo, anno 1918-19 circa
Ernst Barlach: Il fuggitivo, anno 1918-19 circa, Carboncino su carta, 23,1 x 30,1 cm., Collezione privata, Amburgo.

Per poter capire a fondo le caratteristiche che ben distinguono l’espressionismo dagli altri movimenti, occorre riflettere sull’animosità e sull’entusiasmo che spingeva la giovane generazione in questa nuova e difficile avventura. Innanzitutto l’intenzione dell’artista che si orientava verso la varietà più assoluta con forti differenziazioni, fino allo stravolgimento delle forme. Ne deriva, quindi, che l’espressionismo non fu soltanto uno stile ma anche un movimento che ha lasciato una solida impronta nei tre lustri dell’arte tedesca (1905 al 1920).

La nuova immagine della figura

L’Espressionismo rivoluzionò l’immagine dell’uomo creando così una forma artistica riferita ad un nuovo senso della vita. Molti autori aspiravano quindi a un sincero rapporto tra l’io e il mondo esterno. Rifiutavano dunque completamente il realismo convenzionale, caldeggiato da Guglielmo II, e la pittura impressionista. Quest’ultima, tuttavia, raffigurava la realtà al di là delle regole accademiche, con accostamenti di colore ricavati da una libera e rischiarata tavolozza.

Una nuova visione della realtà

Il fatto che la visione della realtà venisse sentita in modo diverso faceva sì che nascesse un’inedita forma per interpretare il mondo esterno. Si creavano così nuove immagini, fortemente legate ai sentimenti ed alle emozioni che entravano prepotentemente nell’opera d’arte, non più come semplici elementi integrativi. I dipinti incominciarono, quindi, a rappresentare essenzialmente gli stati d’animo dell’autore. Tale tendenza – è doveroso ricordare – si poteva però cogliere in Germania già prima della comparsa della Die Brücke.

Concludendo

In conclusione, dunque, possiamo collocare l’Espressionismo nella tradizione artistica tedesca. Dopo un periodo piuttosto lungo di dettami accademici questo movimento mette ancora una volta in risalto una peculiarità prettamente germanica.

(Continua)

Espressionismo e astrattismo

Pagine correlate a Espressionismo e Astrattismo: Fauvisti, Die Brücke, Astrattismo

Espressionismo (si vedano gli approfondimenti)

Il termine Espressionismo viene usato per specificare l’orientamento di un pittore che predilige, con esasperazione, gli stimoli emotivi della realtà, non in funzione di quello che essa è ma di come viene oggettivamente percepita.

Questa tendenza si manifesta nelle più svariate forme d’arte, non solo nella pittura, ma anche nella danza, nell’architettura, nella letteratura, nel teatro, nel cinema e nella musica.

Il movimento espressionista sviluppa una specifica tendenza delle avanguardie.

Nato nei primi anni del Novecento e sviluppatosi in Germania dal 1905 al 1925, si propone una rivoluzione epocale del linguaggio, contrapponendo la soggettività espressionista all’oggettività impressionista.

Ernst Ludwig Kirchner: Il mulino a Moritzburg, anno 1910
Ernst Ludwig Kirchner: Il mulino a Moritzburg, anno 1910, tecnica a olio su tela, 81 x 70,5 cm., Collezione E.W.K., Berna.

Mentre gli Impressionisti portano sulla tela le emozioni provenienti dall’esterno, gli Espressionisti portano all’esterno – direttamente sul supporto pittorico – la loro anima allo stato puro, così com’è e senza alcuna mediazione.

Le trasformazioni di inizio secolo

Agli inizi del Novecento assistiamo a profonde trasformazioni nel mondo dell’Arte. Si formano nuove aggregazioni culturali che nascono in tutta Europa e soprattutto in Francia e Germania, diffondendosi nel mondo intero. Si fanno nuove ricerche e l’arte si predispone a nuove tendenze che sfociano nelle più disparate espressioni artistiche. Quindi si passa attraverso il Puntinismo, l’Esotismo, il Simbolismo, l’arte d’Impegno sociale, la Scapigliatura, il Modernismo ed il Nuovo stile, l’Arte dolce, l’Art Nouveau francese, l’arte Liberty inglese, il Modernismo catalano ed italiano. Tutto questo avviene fino al 1910. Intanto già a partire dal 1905 assistiamo alla nascita ed all’affermazione dell’Espressionismo e del gruppo dei Fauves con Henri Matisse, il suo più grande esponente. (Esponenti autonomi dell’Espressionismo) (Pittori dell’Espressionismo)

Il Gruppo dei fauvisti

Matisse: Armonia in rosso
Matisse: Armonia in rosso

Questo “gruppo” non era legato da manifesti o dichiarazioni programmatiche di intenti. Essi erano uniti nel condannare il decorativismo dell’Art Nouveau e l’evasione spirituale del Simbolismo. Non disdegnavano la Pittura di Van Gogh né quella di Gauguin e nemmeno quella del Puntinismo.

L’Impressionismo, invece, provocava in loro vari conflitti e era motivo di continue ed accese discussioni, spesso molto negative. Apprezzavano invece, la tecnica delle macchie di colore accostate, che rendeva brillanti le loro opere. Le forme dei fauvisti erano semplificate, la prospettiva del tutto mancante, il chiaro-scuro non veniva neanche preso in considerazione, l’uso del colore puro uscito dal tubetto era, talvolta, steso senza neanche l’uso del pennello.

Die Brücke  (approfondimenti)

Karl Schmidt Rottluff: Studio di donna
Karl Schmidt Rottluff: Studio di donna

Associazione di artisti espressionisti nata a Dresda il 7 Giugno 1905 e sviluppatasi in breve tempo in tutta la Germania. La loro tecnica è controllata, cruda e volutamente fuori da ogni sofisticazione. Molto spesso i componenti di questo gruppo usano i colori dei Faveus e sono influenzati anche dall’arte africana ed australiana. Tra costoro alcuni simpatizzano con il socialismo rivoluzionario e qualcun altro prende ispirazione da Van Gogh. A differenza del gruppo dei Fauves, il gruppo Die Bruck ha prodotto una dichiarazione di intenti e si riconosce nell’associare arte e vita.

L’Astrattismo

Franz Marc: Forme spezzate, anno 1914
Franz Marc: Forme spezzate, anno 1914, tecnica a olio su tela, 11,8 x 84,4 cm., Solomon R. Guggenheim Museum, New York, N.Y., 50.1240.

L’astrattismo ha le sue origini in Germania nel 1910. In occasione della seconda mostra organizzata a Monaco da un’associazione di Pittori, Kandiskij, che ne è il principale componente, elenca alcuni concetti sulla cui base sarebbe dovuto nascere il movimento Der Blaue Reiter. Un movimento fondato sul modo di interpretare nell’arte pittorica una speciale funzione di purificazione degli istinti, per manifestare l’essenza spirituale della vita reale. Kandiskij ritiene che l’arte deve essere l’antitesi della brutalità del mondo esteriore: più il mondo diventa brutale più l’arte diventa astratta. Ha un concetto di pittura tutto nuovo, diverso da quello sentito dal movimento di marca espressionista e professato dalla Die Brücke, anche circa la separazione tra arte e società. Il pittore dovrebbe rifiutare di rappresentare la brutalità del mondo esteriore e ripiegarsi sull’io per dare ascolto al principio di necessità interiore.

I personaggi dell’Astrattismo

Alcuni nomi di grandi personaggi dell’astrattismo e delle opere più importanti: Vasilij Kandiskij con “Improvvisazione”, Arnold Schonberg musicista e pittore con “Lo sguardo rosso”, Frantisek Kupka con “Tasti di Pianoforte”, Micalojus Ciurlionis con “Sonata della stella”, Alexej von Jawlensky con “Fanciulla con peone”, Franz March con “Mucca gialla”, Georges Braque con “Estaque”.

Il gruppo Die Brücke

La nascita della Brücke

Kirchner: Coppia di ballerini russi
Kirchner: Coppia di ballerini russi

Come abbiamo già visto nelle pagine relative all’Espressionismo, la nascita della Brücke di Dresda (7 giugno 1905) coincide con l’origine di quel movimento. Quattro giovani sconosciuti, studenti di architettura, costituirono il gruppo che di lì a poco sarebbe diventato celebre nell’intero continente europeo. Ernst Ludwig Kirchner (Aschaffenburg, 6 maggio 1880 – Davos, 15 giugno 1938), Erich Heckel (Döbeln, 31 luglio 1883 – Radolfzell, 27 gennaio 1970), Karl Schmidt (più tardi noto come Schmidt-Rottluff, nato a Rottluff il 1º dicembre 1884 e morto a Berlino il 10 agosto 1976) e Fritz Bleyl (Zwickau, Kingdom of Saxony, 1 dicembre 1880 – Bad Iburg, 19 August 1966).

Gli inizi

Karl Schmidt: Ragazza che si pettina
Karl Schmidt: Ragazza che si pettina

In un primo periodo alla Brücke aderì anche Emil Nolde (Nolde, presso Burkhall, 7 agosto 1867 – Seebüll, 13 aprile 1956) il cui profilo risultò, però, essere meno importante ed innovativo di quello dei quattro fondatori.

Il lessico formale e le intenzioni artistiche di questi ultimi erano assai più vasti ed ambiziosi di quello del Nolde, tanto che il loro comune lavoro, mirato principalmente alla rappresentazione dell’essenza, venne intensificato già nei primi momenti che seguirono la fondazione del gruppo.

Semplificazione della forma ed accentuazione dell’espressività

Emil Nolde: Danzatrice
Emil Nolde: Danzatrice

Inizialmente l’obiettivo, anche se non completamente chiaro agli stessi fondatori (come più tardi asserì lo stesso Heckel), era innanzitutto lo staccarsi da un mondo fin troppo conosciuto e mirare all’essenziale, semplificando la forma ed accentuando l’espressività con una coloristica fuori dall’ordinario. Gli stati d’animo dell’artista dovevano così penetrare nell’opera essenzialmente attraverso i colori: l’armonia sensibile del mondo esterno doveva diventare tutt’uno con quella emotiva dell’autore dell’opera.

Il programma della Brücke

A meno di un anno dalla nascita della Brücke venne pubblicato l’ambizioso programma, inciso da Kirchner in un supporto ligneo, che fu fatto circolare anche con una capillare distribuzione di volantini.

Le tre frasi ricorrenti

Il testo, assai conciso, era semplicemente costituito da tre frasi: “Con la fede nello sviluppo, in una nuova generazione di creatori e di fruitori noi convochiamo l’intera gioventù; e in quanto giovani portatori del futuro intendiamo conquistare la libertà di vivere e di operare opponendoci ai vecchi poteri costituiti. E dei nostri chiunque sappia dar forma direttamente e senza falsificazioni a ciò che lo spinge a creare”.

Con esso si voleva evidenziare una volontà creativa fuori dalle regole ordinarie. Gli artisti, nei loro intenti a combattere la tradizione ed attenti a non mirare a sviluppi creativi in termini puramente teorici, mettevano in risalto l’essenzialità della componente vitalistica.

Le due fasi della Brücke

Il periodo Die Brücke di Dresda

L’arte della Brücke, che va dal 1905 al 1914 (nel 1913 il gruppo si sciolse), viene suddivisa in due fasi evolutive che comprendono due ben distinti linguaggi. Quello degli anni di Dresda (1905 – 1911) e quello del periodo berlinese fino allo scoppio della “Grande guerra”. Gli esperimenti mirati verso un unico obiettivo affascinavano i giovani artisti orientandoli verso uno stile espressivo comune ma di forte impatto emotivo. Il cosiddetto “stile collettivo della Brücke”.

Strada di villaggio a Auvers (1890)
Strada di villaggio a Auvers (1890)

I ruoli di Van Gogh e Munch e dei Fauves

Due esperienze che lasciarono il segno in tutti gli artisti della Brücke (primo e secondo periodo) furono l’incontro ripetuto con la pittura di Vincent van Gogh, in occasione delle mostre del 1905 e 1908 a Dresda, e il contatto con le opere di Edvard Munch (Løten, 12 dicembre 1863 – Ekely, 23 gennaio 1944).

Anche l’integrazione con lo stile dei fauves francesi, con cui entrarono in contatto negli anni 1908-09 grazie a Max Pechstein (Zwickau, 31 dicembre 1881 – Berlino, 26 giugno 1955), contribuì allo sviluppo ed all’orientamento della Brücke.

L’apprezzamento dell’arte primitiva e la semplificazione

Max Pechstein: Il mattino presto
Max Pechstein: Il mattino presto

Sempre negli anni di Dresda, nel museo etnografico della stessa città, il gruppo scoprì l’arte dei Mari del Sud e quella africana. Non stupisce per niente il fatto che tutti i componenti della Brücke reagissero con grande empatia all’arte primitiva. In essa percepivano un’istanza fortemente espressiva, nonché una vigorosa vitalità e cioè l’originario e l’immediato nella forma più pura, da essi costantemente ricercata nella loro arte. Infatti dal 1910 la forma risulta ancor più semplificata e intensificata allo stesso tempo, tanto da supporre che senza lo studio dell’arte extraeuropea non sarebbe stata possibile tale trasformazione.

Apertura agli influssi esterni

È innegabile, dunque, che la Brücke fosse aperta alle influenze esterne e ciò non sminuiva assolutamente il risultato di questi cambiamenti. Trasformazioni, queste, che contribuivano a dare forma ed integrarne il linguaggio, anche se talvolta, quando l’istanza espressiva tendeva ad impoverirsi, gli artisti ricorrevano a grossolani mezzi stilistici.

Come già accennato in precedenza, veniva rifiutato ogni specie di canone tradizionale e le opere erano pregne di un cromatismo sensuale e traboccante.

I soggiorni di Moritzburg

Altri importanti contributi alla Brücke sono i soggiorni nei pressi di Moritzburg (a nord di Dresda). I caratteristici stagni del luogo davano, infatti, agli artisti occasione di immergersi nella natura. Qui potevano riportare sulla tela l’essenza emotiva della paesaggistica insieme al nudo delle loro amiche, sempre integrata da stati d’animo in continua trasformazione. Trasformazione dovuta alla variabile caratteristica dei luoghi.

Integrazione fra la paesistica e la figura nuda

In quei soggiorni, dunque, lo studio del nudo non solo si alternava con quello della paesistica ma si fondeva con essa in libera naturalezza. Sotto un certo punto di vista le opere create in tali circostanze si riannodavano all’arte delle colonie artistiche tedesche, le cui intenzioni erano quelle di lavorare lontano da ogni cosa, coniugando arte e vita.

Nel disegno della figura – che si delinea abbreviato, rapido, sicuro e talvolta anche spigoloso – si evidenzia la spontaneità espressiva delle scene. Una fluidità ed immediatezza certamente influenzata dagli intagli dell’arte primitiva. La disinvolta e, spesso, briosa struttura compositiva della figura si presenta, soprattutto sin dai primi anni della trasformazione (1910-11), con contorni duri e ruvidi. Cose, queste, che fortemente caratterizzarono la Brücke del periodo di Dresda.

Periodo Die Brücke di Berlino

Più tardi, con il trasferimento del gruppo a Berlino, i mezzi espressivi cambiarono. In questa metropoli culturale si evidenziava uno spirito più agitato da quello della tranquilla e residenziale Dresda.

Una espressività più nervosa ed angosciante

La serenità e la spensieratezza, nonché l’enfasi ottimistica dell’esistenza del primo periodo lasciano il posto ad un linguaggio più netto e deciso nella forma. Ma non solo: si profila una sempre più presente consistenza assertiva. Si evidenziano concitate deformazioni e nervose distorsioni, soprattutto nella rappresentazione della figura umana. Lo stato d’animo riportato sulle tele, che negli anni precedenti era fortemente variabile, adesso diventa una costante malinconica ed angosciante.

Gli influssi dell’espressionismo letterario

Nella fase berlinese l’espressionismo letterario, che già si era sviluppato e diventato ormai dominante nella capitale tedesca, influì in modo decisivo sui nuovi orientamenti della Brücke, la quale era altresì minata dalle nuove correnti internazionali quali cubismo, futurismo e orfismo (una forma di cubismo nata in Francia). I componenti del gruppo accolsero le varie influenze in modo assai differenziato.

La netta e solida struttura compositiva

Nella complessità, nonostante le svariate ascendenze, la nuova costante che si presenta nelle opere della seconda fase è la chiarezza e la solidità della struttura compositiva. Questa prende così il posto degli elementi grossolani e dell’intensa spontaneità formale del periodo di Dresda. Anche la luminosità e la vivacità cromatica degli anni precedenti si assopisce allineandosi ai nuovi ed angosciosi contenuti.

Concludendo

La nuova caratteristica dello stile della Brücke berlinese è una tavolozza più scura ma pur sempre riccamente varia nella coloristica.