L’arte moderna nella seconda metà del ventesimo secolo

Arte moderna del dopoguerra:

L’arte moderna del dopoguerra

Continua dalla pagina precedente : L’arte moderna nella prima metà del ventesimo secolo.

L’arte moderna del primo decennio del secolo si svolse soltanto nei Paesi europei. Iniziò a diffondersi in America nel secondo decennio ad opera di artisti fuggiti dal nostro continente per via del primo conflitto mondiale.

Tuttavia gli Stati Uniti sfornarono una moltitudine di tendenze artistiche e di avanguardie, favorendo anche il passaggio tra l’arte moderna e quella postmoderna. Quest’ultima, conosciuta anche come arte contemporanea, iniziò a diffondersi intorno agli anni Settanta.

I due precedenti decenni videro prendere forza movimenti riconducibili all’Astrattismo, derivati soprattutto dall’Espressionismo.

Fra le tendenze espressioniste americane più note ricordiamo l’Espressionismo astratto, l’Action painting (Dripping art) di Pollock e il gruppo “The ten” di Mark Rothko, mentre fra quelle europee indichiamo il Tachisme e l’Art Brut .

Intorno agli anni Sessanta nasceva l’Arte concettuale, l’Op Art, la Pop Art, il Neo-dadaismo, il Minimalismo, la Performance art, e tante altre correnti che certamente influirono sull’arte contemporanea.

Astrattismo

Espressionismo, Espressionismo astratto, Action painting (pittura d’azione) e Dripping art (arte gocciolante – conosciuta anche come Action painting).

Tra gli artisti più conosciuti dell’Astrattismo ricordiamo Jackson Pollock, Willem de Kooning, Robert Motherwell, Emilio Vedova, Clyfford Still, Rino Destino.

Arte informale  e Tachisme: Emilio Scanavino, Jean Dubuffet, Jean Bazaine, Hans Hartung, Camille Bryen, Sam Francis, Alberto Burri, Eugenio Carmi, Ferruccio Bortoluzzi.

Astrattismo geometrico (si veda il Neoplasticismo): Wassily Kandinsky, Manlio Rho, Josef Albers, Mario Radice, Eugenio Carmi, Luigi Veronesi.

Movimento spazialista: Mario Deluigi, Lucio Fontana, Roberto Crippa.

Color field Painting, da noi meglio conosciuta come Pittura a Campi di colore: Mark Rothko, Sam Francis, Barnett Newman.

CO.BR.A.: Karel Appel, Pierre Alechinsky, Else Alfelt e Asger Jorn.

Art Brut (o “Arte grezza”): Adolf Wölfli, Ferdinand Cheval e Tarcisio Merati.

Arte concettuale

Neo Dada: Robert Rauschenberg, Jasper Johns, Piero Manzoni, Joseph Beuys

Nouveau Réalisme: Yves Klein, Christo, Arman, Pierre Restany.

Fluxus – George Maciunas, Allan Kaprow, Nam June Paik, Wolf Vostell, Yōko Ono, Dick Higgins, Charlotte Moorman.

Happening performance: Joseph Beuys, Wolf Vostell.

Videoarte: Nam June Paik, Wolf Vostell, Bill Viola.

Minimal Art: Agnes Martin, Donald Judd- Sol LeWitt, Dan Flavin, Richard Serra.

Post-minimalismo: Bruce Nauman, Eva Hesse.

Arte Povera: Luciano Fabro, Jannis Kounellis, Mario Merz, Piero Manzoni , Alighiero Boetti, Giuseppe Penone, Michelangelo Pistoletto.

Dau al Set (gruppo fondato da Joan Brossa): Joan Brossa, Antoni Tàpies.

Arte nucleare: Sergio Dangelo, Enrico Baj.

Arte figurativa

Pop art, Roy Lichtenstein: – Andy Warhol, Richard Hamilton, Robert Indiana, Jasper Johns, Claes Oldenburg, Robert Rauschenberg.

Op art (Optical art): Bridget Riley, Victor Vasarely, Alberto Biasi.

Décollage (tecnica inversa al collage, che toglie elementi invece di aggiungerne nuovi): Mimmo Rotella, Wolf Vostell.

Transavanguardia: Enzo Cucchi, Francesco Clemente, Sandro Chia, Nicola De Maria, Mimmo Paladino.

Neoespressionismo e Neuen Wilden (Nuovi Selvaggi): Anselm Kiefer, Georg Baselitz, Lucian Freud, David Salle, Jean-Michel Basquiat, Julian Schnabel.

Arte figurativa: Maurice Boitel, Bernard Buffet.

Arte neo-figurativa: Antonio Berni, Fernando Botero.

Arti plastiche

Arte cinetica: Jean Tinguely, Getulio Alviani, il Gruppo N (formato da Alberto Biasi, Toni Costa, Ennio Chiggio, Manfredo Massironi, Edoardo Landi, il Gruppo T (formato da Giovanni Anceschi, Gianni Colombo, Davide Boriani, Grazia Varisco, Gabriele Devecchi)

Scultura: David Smith, Alberto Giacometti, Henry Moore, Tony Smith, Alexander Calder, René Iché, Jean Dubuffet, Marino Marini, Fausto Melotti, Constantin Brâncuși.

Land Art: Christo, Richard Long, Robert Smithson

Fluxus

Pagine correlate al movimento: Movimenti e linguaggi artistici A – L – Movimenti e linguaggi artistici M – O – Movimenti e linguaggi artistici P – Z

Fluxus è un movimento che nacque, si sviluppò e svolse la maggior parte della sua attività in Germania.

Il gruppo, che si costituì nel 1961 grazie al lituano-americano George Maciunas (1931-1978), può essere tranquillamente associato al New Dada. Ad esso aderirono anche molti artisti americani. I suoi componenti si identificavano non solo con le arti visive ma soprattutto con la poesia e la musica.

Fluxus si rese interprete della peculiare artisticità dei gesti più generici ed elementari, sorpassando l’atto creativo nel flusso della normale vita quotidiana per rivendicare un’arte totale che, come sopra accennato, prediligeva soprattutto musica, poesia, danza, teatro e performance.

Si intende, quindi, con il termine “Fluxus” un network di artisti – designer e compositori – a livello mondiale, diventati famosi per aver integrato, negli anni Sessanta dello scorso secolo, alcuni media e discipline artistiche nel campo della Performance, del Rumorismo, Neo-Dada, Arti visive, Architettura, letteratura, design e nella pianificazione urbanistica in genere.

Nel movimento ben presto nacque una corrente interna ostile alla stessa arte ed al commercio.

Quando si parla di questo movimento emerge spesso il termine “Intermedia”, usato per la prima volta da Dick Higgins per descrivere le svariate attività artistiche interdisciplinari.

Fluxus si consolidò in breve tempo ma, poco più tardi, subì notevoli influenze dalle teorie sperimentali di John Cage, che prevedevano l’inizio del lavoro ed il suo svolgimento, trascurandone il risultato finale. Tali idee mettevano così in risalto il processo creativo sminuendo l’importanza del prodotto finale [Fluxus Movement, Artists and Major Works, theartstory.org. URL consultato il 6 ottobre 2015.].

Altro noto esponente che contribuì allo sviluppo del Fluxus fu Marcel Duchamp, l’ideatore del “ready-made”, un concetto originariamente attivo nel Dada. Fu lo stesso fondatore del gruppo, George Maciunas, che nel 1961 coniò il termine Fluxus come nome della rivista del movimento [Elizabeth Armstrong, In the Spirit of Fluxus, Minneapolis, The Occasion of the Exhibition, 1993, pp. 24, ISBN 978-0-935640-40-3.].

Artisti che aderirono al Fluxus:

Adolfas Mekas, Al Hansen, Alison Knowles, Arman, Ay-O, Barry McCallion, Bazon Brock, Ben Patterson, Ben Vautier, Cairn Hedland, Carolee Schneemann, César Baldaccini (César), Daniel Spoerri, Dick Higgins, Dieter Roth, Emmett Williams, Genesis P-Orridge, Geoffrey Hendricks, George Brecht, George Landow, George Maciunas, Gianni Emilio Simonetti, Gianni Sassi, Giuseppe Chiari, Gustav Metzger, Henry Flynt, Jackson Mac Low, Joe Jones, John Cage, Joseph Beuys, Ken Friedman, La Monte Young, Larry Miller, Litsa Spathi, Mario Zanoni,m Matteo Fioretti, Nam June Paik, Philip Corner, Ray Johnson, Ric Royer, Robert Filliou, Robert Watts, Rosanna Grisorio, Ruud Janssen, Shigeko Kubota, Sylvano Bussotti, Takehisa Kosugi, Walter Cianciusi, Wim T. Schippers, Wolf Vostell, Yasunao Tone, Yoko Ono, Yoshi Wada.

Bibliografia:

A cura di Caterina Gualco, Fluxus in Italia, Il Canneto Editore, Genova, anno 2012.

Boris Brollo, Verona, Fluxus e altri ricordi, Verso l’Arte Commenti, Cerrina, anno 2012.

A cura di Elena Zanichelli, “Women in Fluxus & other experimental tales, Skira editore , Milano, anno 2012.

Boris Brollo , L’ultima avanguardia marxista?, Verso l’Arte Commenti, Cerrina, anno 2013.