Neoclassicismo verso il Romanticismo

Neoclassicismo verso il Romanticismo

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Neoclassicismo e Romanticismo

Il sogno romantico di giungere alla verità dell’anima, all’indipendenza dagli stimoli irrazionali, all’altrove come spazio alternativo alla realtà di tutti i giorni, deriva dalla stessa radice dal quale si genera la ricomparsa del gusto per l’antico del Neoclassicismo.

Ingres: Madame Aymon
Ingres: Madame Aymon

L’inconfutabilità di questa matrice, appartenente ai due orientamenti di gusto, si fa sempre più chiara attraverso i decenni che si avvicinano all’Ottocento, fino al periodo del passaggio dall’uno all’altro, dove si incontrano. Basti pensare all’opera di Ingres in una paradossale combinazione.

Neoclassicismo e Romanticismo sono praticamente due foglie appartenenti allo stesso ramo: in una c’è il ritorno ai valori propri della natura umana (contrariamente al gusto decorativo rococò) che si presenta come imposto da esigenze razionali, nell’altra invece, avviene la stessa cosa però richiesta da bisogni sentimentali.

Canova: Amore e Psiche
Canova: Amore e Psiche

Il famoso gruppo scultoreo di Antonio Canova, “Amore e Psiche” (1787-93), rappresentante un raffinato e sottile erotismo (il dio Amore sta contemplando teneramente il volto della fanciulla che ama fortemente, ed è ricambiato da una tenerezza di uguale intensità), si trova al centro della fascia di confine fra i due movimenti. In esso si riproduce inconsapevolmente, in un linguaggio che è, senza dubbio, un modello per definire il “neoclassico”, i concetti del poeta romantico inglese Keats, a proposito della volontà sempre più vicina ad una meta che mai sarà possibile raggiungere. L’apertura e l’intreccio delle braccia dei due giovani sprigionano il fascino dell’unione incompiuta.

Il fuggire ed il dirigersi speditamente verso l’antichità di una qualsiasi civiltà, anche greca o romana, che si crede migliore, è un elemento del Romanticismo: così l’aspetto passionale e sentimentale entra con prepotenza nelle opere di David con certe raffigurazioni cariche d’intensità sentimentale individuale.

Gericault: Fornace da gesso
Gericault: Fornace da gesso

Anche l’aspetto della passione e della disperazione collettiva fa il suo ingresso nelle opere di altri grandi esponenti di questo periodo. In controtendenza alla trasparente classicità dettata da Winckelmann, si trovano testimonianze di scene impressionanti: in alcune sculture di Canova e in alcune raffigurazioni di Flaxman.

L’antinaturalismo (si veda il significato di naturalismo) ed i più evidenti soggetti del primo Romanticismo si profilano nello sfondo storico della Restaurazione: fra i personaggi principali di questo trapasso tematico, spicca in modo particolare Anne-Louis Girodet-Trioson (Montargis 1767 – Parigi 1824, conosciuto anche come Anne-Louis Girodet de Roucy-Triosson).

Blake: Sconfitta
Blake: Sconfitta

Prende  vigore un linguaggio relativo alle forze naturali, interiori ed esteriori dell’uomo, che condurrà al Romanticismo di grandi interpreti come Géricault, Blake, Fussli, Friedrich, Ingres e di Goya: se è vero il detto che «dal sonno della ragione si generano mostri», è anche vero che l’assurda speranza razionalistica ha dentro di sé, nella sua zona più intima, un qualcosa di imperscrutabile e sovrumano che ospita emozioni confuse come voci ed echi arcani, venature di patologia, bisogno di una società fantastica; esemplari sono le “creature angeliche” di Runge, i cieli agitati di Turner e Constable, l’elemento esotico che si ritrova nelle opere di Delacroix. Tutto questo si contrappone ipoteticamente al realismo quotidiano e alla configurazione borghese della società generatasi sulle macerie della Rivoluzione francese.

 Turner: Pioggia, vapore e velocità
Turner: Pioggia, vapore e velocità

Il Romanticismo – L’arte romantica

Pagine correlate al Romanticismo – L’arte romantica: Il Neoclassicismo – Il periodo preromantico – Il Romanticismo nel nord Europa – I visionari – Il Romanticismo francese e italiano.

L’ARTE ROMANTICA

La zattera della Medusa di Géricault, olio su tela
La zattera della Medusa di Géricault, olio su tela 491 × 716 cm. Louvre Parigi.

Non si tratta di un linguaggio vero e proprio, di una maniera, di uno stile, ma di un movimento alquanto sfaccettato, di un interesse per il gusto, di una nuova percettibilità.

Il senso della patria e l’importanza del Medioevo, i livelli impenetrabili dell’anima, l’egocentrismo ed i conflitti interni irrisolvibili si combinano in una poetica che genera nell’arte modelli sempre più difformi.

Friedrich: Cimitero nella neve
Caspar David Friedrich: Cimitero nella neve

Le arti figurative entrano a pieno ritmo in questa fase della storia culturale europea, che ormai conosciamo come Romanticismo. In questa espressione si raccolgono i concetti dell’uomo e della natura, dell’anima e del sentimento religioso, degli affari pubblici e della storia che affiorano verso la fine del Settecento e percorrono tutto l’Ottocento.

Anche nella pittura e nella scultura non ci sono impedimenti di minore pregnanza a confronto di quello che avviene nel campo della letteratura, del teatro, della musica e nello stesso modo di intendere.

Turner: La battaglia di Trafalgar
Turner: La battaglia di Trafalgar

Mentre il Neoclassicismo ha uno stile ben identificabile, con alcuni parametri ben precisi, il Romanticismo ha configurazioni più indefinite: è un orientamento del gusto e un genere di moto collettivo dell’animo europeo, una predisposizione che abbraccia espressioni molto differenti fra loro, trascinando tutto il mondo delle arti ed anche lo stesso modo di considerare la realtà, interiore ed esteriore, da parte dell’uomo.

Friedrich: La Cattedrale
Caspar David Friedrich: La Cattedrale

Proprio nel periodo della fase intellettuale appena trascorsa, in parte parallela a quella del Romanticismo, correlativa su per giù al neoclassicismo, la pittura, in modo particolare nelle arti figurative, offre l’occasione per ritrovare alcuni spunti premonitori, qualche larvale preambolo di tutto quello che poi il movimento romantico svilupperà. In particolar modo ci si deve riferire a tutti quegli stimoli verso la “problematicità” e la “profondità” dell’indole umana, che il linguaggio neoclassico metteva alla base della propria reazione, le manifestazioni più evidenti del Rococò.

Con gli esponenti del Neoclassicismo le problematiche relative al comportamento, le tensioni ideali, il concetto di un’armonia esteriore e spirituale, introducono una telecamera spia nelle profondità dell’animo umano, ben oltre la superficie sgargiante nel quale l’aveva portata il Rococò: riassumendo si può sostenere che il Romanticismo porterà quella telecamera in voragini che il Neoclassicismo neanche avrebbe voluto né potuto immaginare, nonostante sia stato il motore che ha dato l’avvio a questo tipo di indagine.

Il viandante sul mare di nebbia
Caspar David Friedrich: Il viandante sul mare di nebbia

Al tempo stesso, il Romanticismo riscatta alcune tematiche proprie del linguaggio barocco e della sua parte più travagliata ed altamente emotiva.

Basterebbe pensare alla trasformazione che ha avuto luogo nel corso dell’Ottocento, relativa agli schemi estetici ed etici, generati dal ritorno alla cultura greca. Tutto ciò che in Winckelmann faceva nascere riflessioni di equilibrata tranquillità diverrà, con Goethe e con il suo Faust, un periodo di fondamentale importanza nello sviluppo dell’uomo e nel conseguimento del proprio perfezionamento spirituale. Laddove più tardi le letture di Rohde e di Nietzsche porteranno in superficie le manifestazioni più angoscianti, incoerenti e guidate da forze oscure, che si nascondono sotto le sembianze della cultura greca.

Si raccoglie così l’immagine di una Grecia certamente molto diversa da quella immaginata da Winckelmann, eppure da essa generata.

Il modo di vedere l’antico come armonia naturale non è vista di buon grado dagli schemi elaborati da Edmund Burke sul “sublime” (1757), che si mette in contrasto con la “finitudo” del Bello e anche con il pensiero classico della natura come armonia.

L’antico viene visto in modo anticlassico dal danese Nicolai Abraham Abiidgaard (1743-1809) e, più tardi, da Fussli e da tutti i pittori “visionari”. La passione per la natura, per il buio, per il misterioso, le visioni oniriche, l’infinito, la nostalgia di terre lontane ed esotiche, il bisogno di sondare continuamente i confini della ragione, l’angoscia, l’emotività e l’autocontrollo sono la manifestazione dell’estrema varietà d’ispirazione e di tematiche proprie del Romanticismo.

Il Romanticismo in sintesi

Il periodo romantico viene configurato per alcuni tratti sostanziali che caratterizzano, nel complesso, tutta la corrente del Romanticismo. Ritorno al gusto medioevale che, detto in altre parole, corrisponde alla ricerca della fede, dipingendo tele che esprimono il desiderio della riconciliazione con l’Onnipotente, un rapporto facilmente ricostruibile grazie alla riacquistata spiritualità.

Riappare il concetto di Vanitas, proprio come era avvertito da Masaccio e da altri pittori rinascimentali, ossia lo scorrere del tempo, la transitorietà delle cose, il senso del vuoto, l’ineluttabilità della morte.

Nel campo della pittura si è largamente impiegato l’uso di ruderismo, per esprimere con più forza l’impossibilità dell’uomo e di tutto ciò che esso costruisce, di sfuggire al degradamento.

Il rapporto che l’uomo ha con la natura, dal punto di vista romantico, viene letto come l’espressione di Dio in terra, cioè la grandezza e la potenza dell’assoluto nel nostro mondo, di cui l’essere umano non è altro che una transitoria manifestazione.

La natura con la sua forza e nello stesso tempo con la sua bellezza, provoca nell’uomo sentimenti opposti, in grado di terrificarlo quanto di renderlo sereno. Quel senso di catastrofismo che nasce dal profondo dell’animo umano, crea una sensazione di agitazione che può facilmente sfociare in senso di orrore, ma talvolta, quando l’uomo riesce trovare in esso una forma di bellezza, ecco realizzato il concetto più elevato che porta al sublime (la teoria di Edmund Burke).

L’ambizioso e forte desiderio verso l’assoluto e l’infinito, ovvero la convinzione idealista che – lo spirito assoluto sia la maniera in cui si formi la realtà – è una colonna portante comune che caratterizza l’arte romantica. Lo spirito si serve dell’uomo per raggiungere la perfezione.

Il senso della patria e della libertà. Alla radice dell’idea della Patria, stanno le fondamenta basate sull’autogestione dei popoli, per cui una società unita nelle tradizioni, religioni e costumi, definisce la propria Nazione.

La pittura del Romanticismo evoca spesso casi riferiti a fatti di cronaca contemporanei e recenti, dove sono riportati episodi di questo tipo. La tematica storica, molto più che negli altri contesti, ha nell’arte romantica, un ruolo importantissimo.

Frammenti

È il filosofo  e critico Friedrich von Shlegel (Hannover 1772 – Dresda 1829), a coniare il termine “Romanticismo” nella letteratura che lui considerava “moderna” ed in contrapposizione a quella “Classica”

Il raziocinio neoclassico che propone la bellezza ideale, sintesi dell’eleganza nel naturale, diventa sterile ed occorre quindi ricercare un nuovo linguaggio.

Il Romanticismo aspira al ritorno alla natura ed all’antico …. ma visto sotto l’aspetto estetico

Il Romanticismo aspira al ritorno alla natura ed all’antico …. ma mai visto non sotto l’aspetto estetico

Il Movimento si manifesta, soprattutto nell’architettura, con una grande esaltazione del periodo medioevale.

Mentre il Neoclassicismo è uguale in tutto il continente europeo, il Romanticismo assume caratteristiche diverse nelle diverse regioni.

Mentre nella pittura Neoclassica il soggetto deve essere bello ed elegante, in quella romantica il soggetto deve esprimere un messaggio

e poi …… l’architettura che potrebbe affermarsi dopo il conseguimento dell’unità politica nella penisola italiana, diventa invece sterile nell’eclettismo, cioè senza nessun interesse verso i richiami del passato.

Arte del Neoclassicismo: formazione e fonti

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Il Neoclassicismo nell’arte

Andrea Appiani: Apoteosi di Napoleone
Andrea Appiani: Apoteosi di Napoleone

Arte del Neoclassicismo: il Neoclassicismo nasce dai concetti di uomini di pensiero in Germania.

Subito dopo le prime manifestazioni si espande, sotto la spinta crescente dovuta agli scavi archeologici in Italia (Napoli), in Inghilterra e in Francia, diffondendosi rapidamente a macchia d’olio in tutto il continente europeo.

Il “Nuovo Mondo” ha un nuovo ripensamento che lo riporta al gusto dell’antico, il Neoclassicismo, che si esprime a 360 gradi nella pittura, nella scultura e nell’architettura.

La parola “Neoclassicismo” caratterizza un ben definito movimento di senso artistico europeo, che dà origine ad uno stile identificabile nei fattori linguistici, attribuendogli una propria connotazione.

Grigoletti: Ritratto di Virginia Sartorelli
Grigoletti: Ritratto di Virginia Sartorelli

Esso incomincia timidamente a manifestarsi già prima del 1750 e prende forza con l’aiuto di un’impostazione teorica codificata di grandi studiosi come Winckelmann (1717-1768), Mengs (1728-1779) e Milizia (1725-1798).

Questi hanno una nuova aspirazione comune, ormai già sentita appassionatamente e già diffusa ovunque in Europa.

Il noto termine “stile impero” è il rapido ed intenso momento in cui il Neoclassicismo, in quanto tendenza di gusto, tocca il suo più alto splendore; più tardi, tutti i fattori che porteranno al Romanticismo, già presenti e identificabili fin dall’inizio, scompongono lo stile nel suo interno.

È una tendenza di pensiero aperta a tutti i campi, che rende partecipi non soltanto personaggi della pittura, dell’architettura, della letteratura e della musica, ma che contribuisce a dare ispirazioni artistiche a realizzatori di arredi, disegnatori di tessuti, creatori di gioielli, artisti nel vasellame, ebanisti e decoratori in genere.

Con il passare degli anni, il carattere del linguaggio varia in relazione al paese d’origine.

Formazione dello stile neoclassico

L’impiego di nuovi elementi nello stile neoclassico, avviene gradualmente e con cadenza, venendo arricchito con nuove forme simmetriche in alcuni motivi ornamentali di interpretazione Rococò.

Si ha così un linguaggio in piena trasformazione, che continua però a mantenere una buona dose di grazia effeminata, pur mostrando talvolta note un po’ fuori dal contesto.

La parabola del linguaggio Rococò e quella del Neoclassicismo potrebbe essere vista come un incessante contrasto.

Una tendenza di pensiero affaticata dalla linea curva e dalle ornamentazioni di stile Rococò, si profila fino dal terzo decennio del secolo con Voltaire (Le Tempio du goùt, 1730), con il celebre architetto Jacques-Francois Blondel (De la distribution des maisons de plaisance, 1737; Architecture Francoise, 1752 Cours d’Architecture, Parigi 1750-1771) e con Le Blanc (Lettere al conte de Caylus, 1737-44).

I fattori utopici e razionalistici del movimento neoclassico derivano, in parte, da uno spirito scientifico degli studiosi, fedeli alle finalità formative dell’arte e della ristrutturazione “morale”, possibile grazie a esso.

Diderot desiderava di «rendere attraente la virtù e odioso e ridicolo il vizio», proprio come la rappresentazione mentale della bellezza era  inscindibilmente legata alla dolcezza e alla virtù. Suggeriva, soprattutto all’artista  creatore, una netta responsabilità e, allo stesso tempo, si raccomandava che le sue opere venissero destinate al bene ed all’educazione della società.

Le fonti italiane del Neoclassicismo

Nel corso del Settecento, l’attrazione per il passato – come in tutte le altre epoche – è incoraggiata ancor più da una forte volontà di miglioramento.

È proprio nella capitale, sulle macerie di una civiltà ormai estinta, che nasce il nuovo linguaggio, grazie ai preziosi stucchi romani rinvenuti nelle tombe della via Latina, alle rovine del palazzo imperiale di Spalato, alla costituzione del Museo Pio-Clementino e di quelli delle ville Albani e Borghese.

A queste si devono aggiungere gli scavi, incoraggiati e sostenuti da Carlo VII di Napoli (1734-59). Roma diventa la capitale internazionale dell’arte e la vicina Napoli è una tappa obbligatoria delle persone colte di tutta Europa.

Per favorire la diffusione delle nuove scoperte, re Carlo istituisce l’Accademia Ercolanense, che dal 1757 al 1792 pubblica otto grandi volumi con il nome di “Le antichità di Ercolano”. In tale impresa c’è la volontà di riprodurre tutte le opere in bronzo e gli affreschi ritrovati nel corso delle ricerche, per mezzo di illustrazioni, copie di affreschi e bronzi, più o meno verosimili, e tutto ciò promuove una rapida espansione delle nuove tematiche tra artisti, pittori e decoratori. Putti e cupidi, insieme ad altre figurette alate, dilagano nelle camere da letto e negli studi di molte residenze; il celebre tripode con sfingi, ritrovato a Pompei, influenzerà notevolmente il mobilio impero. Lo “stile pompeiano” nasce per opera di Joseph-Marie Vien (1716-1809), primo maestro di David. Egli armonizza lo scenario della “Venditrice di amorini” in un ambiente interno decisamente neoclassico.

Da Roma, in seguito al ritrovamento degli obelischi e delle statue egizie rinvenute a villa Adriana a Tivoli, incomincia a diffondersi l’interesse per tutto ciò che è cultura egizia. Più tardi, in seguito alla spedizione di Napoleone in Egitto (1798), si manifesterà una nuova moda, un Neoclassicismo cosiddetto egittizzante.

Frammenti

  • Il Neoclassicismo è una tendenza che riguarda più campi oltre quello della pittura e si sviluppa in Europa intorno alla seconda metà del Settecento.
  • Il Neoclassicismo reagisce allo stile barocco, volendo riproporre la legittimità dei canoni classici, reputati perfetti, come ideale di eleganza e misura di sobrietà.
  • La Germania offre le massime espressioni intellettualistiche. Nel nostro Paese è il Canova che nel campo della scultura si pone all’avanguardia del Neoclassicismo.
  • In Francia, il Neoclassicismo diventa la tendenza artistica preferita dal regime rivoluzionario, assumendo così ben precise valenze politico-morali.
  • Le opere di Jacques-Louis David, oltre a recuperare le eleganti forme dell’antico, mirano ad intensificare le arti figurative di un chiaro carattere pedagogico.
  • Sotto il dominio di Napoleone, il movimento perde la sua forza ideologica giacobina e si tramuta nel gusto ormai imperante della nuova borghesia.
  • Il Neoclassicismo influisce in modo assai sorprendente anche sulla ceramica, sull’arredamento e sulla moda.
  • Pur parlando di pittura non possiamo dimenticare il contributo dato da due grandi personalità della letteratura: Vincenzo Monti  (1754-1828) e Ugo Foscolo (1778-1827). Quest’ultimo riesce ad armonizzare la perfezione del Classicismo alla sensibilità del Romanticismo.