L’Impressionismo e i pittori impressionisti

Riflessione sulla pittura fra Impressionismo e Post-Impressionismo

Pagine correlate all’articolo: Impressionismo francese – Neoimpressionismo – le opere di Monet – le opere di Cézanne – le opere di Van Gogh

Il bisogno di evadere dai canoni

Lungo la Senna di Claude Monet
Monet: Lungo la Senna – Il battello studio di Monet, cm 50 x 64, Otterlo Rijksmuseum Kroller Muller.

Molte volte nel corso dei secoli gli artisti hanno sentito il bisogno di staccarsi dalle regole accademiche per percorrere strade completamente diverse, talvolta con successo e altre volte con forti delusioni.

Questo bisogno, per troppo tempo represso nella pittura, di creare – in completa libertà ed al di là di ogni canonica convenzione – freschezza ed immediatezza solo con la semplice sensibilità dell’animo, doveva prima o poi manifestarsi con forza. Questo avvenne proprio in concomitanza con i primi successi democratici dell’Ottocento.

Il contributo delle rivoluzioni politiche e sociali

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Pissarro: Pont Royal e il Pavillon de Flore, 1903 tela cm. 54 x 65 Musée du Petit Palais Parigi.

Le rivoluzioni politiche e sociali, che iniziarono alla fine degli anni Quaranta di quel secolo, continuando per oltre un ventennio, furono anche per l’arte assai determinanti. Anche i contrasti dei sostenitori del Romanticismo con la pittura impressionista innescarono accesi dibattiti e forti polemiche fra il grande pubblico, talvolta portati all’esasperazione.

I grandi cambiamenti sociali, che interferirono con forza sull’arte, si fecero sentire anche sulla pittura.

Vi furono, infatti, sconvolgimenti della concezione nel movimento, nell’immediatezza, nella potenza espressiva e, soprattutto, in una inedita vitalità. Quest’ultima, capace di smuovere la sensibilità umana, portò il fruitore dell’opera alla gioia di sentirsi vivo, immerso nei colori della natura, ricca di variazioni ma priva di ogni forma di elaborazione accademica.

L’Impressionismo

Con il termine “Impressionismo”, come già riportato in altre pagine (si veda l’articolo relativo all’Impressionismo francese) si definisce quel fenomeno legato alla pittura che si sviluppò in Francia in un brevissimo periodo. Questo generalmente viene indicato tra il 1867 ed il 1880.

La nascita dell’Impressionismo

Renoir: Junes al Piano
Renoir: “Jeunes Filles au piano”, 1892 olio su tela cm. 116 x 90, Museo d’Orsay Parigi.

Nato da un un ristrettissimo gruppo di pittori – Monet, Renoir, Sisley e Pissarro, a cui subito si aggiunsero Manet, Bazille, Degas, la Morisot e Cézanne – avrebbe conquistato in brevissimo tempo – ma con un faticosissimo percorso, tutto in salita – un consenso mondiale, coinvolgendo nella propria poetica il mondo della letteratura e della musica.

Il Movimento impressionista nella sua globalità fu un’avventura artistica del tutto nuova che mise fine alle ricerche dell’Ottocento, comprese quelle naturalistiche ancora ben legate al Romanticismo.

L’impressionismo riveste una funzione di rifiuto del linguaggio figurativo convenzionale proprio nel momento in cui l’invenzione della fotografia contribuisce a mettere in crisi la rappresentazione percettiva.

Tuttavia il movimento non possiede riflessioni teoriche accentratrici o trattati di varia natura né, tanto meno, vi si riscontrano personaggi con assoluto ruolo di guida carismatica.

Il ponte e i mulini di Moret d’Estate, 1888 olio su tela cm. 54 x 73 proprietà di Grégoire Salmanowitz.
Sisley: Il ponte e i mulini di Moret d’Estate, 1888 olio su tela cm. 54 x 73 proprietà di Grégoire Salmanowitz.

L’avventura impressionistica

L’avventura impressionista, quindi, ben si presta – nel suo affascinante e romanzesco andamento, talvolta anche assai frammentato – a descrivere, nel campo pittorico, la crisi dei valori. Valori che ormai stavano coinvolgendo, insieme alle grandi ideologie, anche il Romanticismo e i caratteristici racconti che da esso derivavano.

Il concetto della modernità

Inoltre, con il nuovo movimento, si fece strada prepotentemente quel concetto di modernità tanto decantato da Charles Baudelaire. Secondo il poeta, l’artista moderno si immerge nel vortice creato dalla folla che pulsa in ogni luogo, diventando un immenso specchio. Qui mette assieme la grazia mutevole di tutti gli elementi della natura, in modo da conferire alle immagini riportate sulla tela una vitalità superiore alla vita stessa.

Pittura e poesia

Manet: Colazione sull'erba, 1863, olio su tela, 208 x 264, Museo d'Orsay, Parigi
Manet: Colazione sull’erba, 1863, olio su tela, 208 x 264, Museo d’Orsay, Parigi

In questo insaziabile e vorticoso fluire – ogni volta diverso, talvolta anche con minime differenze – l’artista moderno trae la sua poesia anche dalle cose più effimere della vita quotidiana e dagli infiniti attimi del giorno, rendendola pura nell’immutabilità dei caratteri della pittura.

Detto questo, gli insegnamenti accademici risulteranno sempre più chiusi, fino all’incapacità di comunicare il vero significato di questo costante e vertiginoso fluire, tanto che la ricerca eviterà poi di legarsi alle certezze di una filosofia assoluta e persistente, percorrendo strade più creative e spontanee, ove l’immaginazione sovrasta la visione accademica della realtà.

I primi componenti del gruppo

La generazione dei primi componenti il gruppo degli Impressionisti parte dal 1830, anno di nascita di Pissarro (Sisley nacque nel 1839, Monet nel 1840, Renoir nel 1841) e termina nel 1853.

La ricerca dell’ispirazione formale

Tramonto sul lago Leman (1874)
Gustave Courbet: Tramonto sul lago Leman (1874)

Un precedente che possiamo prendere in considerazione nella ricerca dell’ispirazione formale è quello che avvenne all’Esposizione Universale del Padiglione del Realismo, dove apparivano le opere di Courbet, il quale indicava in modo del tutto rinnovato, la strada che pittura avrebbe dovuto percorrere. Il pennello dell’artista doveva trarre dalla natura soltanto la realtà, senza mescolarvi programmi precostituiti, poetici o ideologici. La sensazione visiva che ne derivava, quindi, doveva essere libera da tutto ciò che era legato al soggetto della composizione e non confondersi con esso: doveva invece proporre sul piano visivo il puro “realismo“, cioè quello che la stessa visione comunica senza nessuna aggiunta, respingendo la tentazione di renderla più bella, graziosa e sentimentale.

L’evoluzione delle forme estetiche e l’introduzione della macchina fotografica

La torre Eiffel
La torre Eiffel, costruita tra il 1886 ed il 1889

Si può cercare di giustificare tale teoria, come pure quella del nuovo e rivoluzionario movimento, prendendo in considerazione l’evoluzione delle forme estetiche in generale, ma anche quella legata all’ingegneria. Basti pensare all’invenzione della fotografia, o al salone della Biblioteca Nazionale di Parigi, o alla Torre Eiffel.

Con l’introduzione della camera oscura, che si sviluppò poco più tardi anche nelle dinamiche immagini cinematografiche, furono mutati lo sguardo e la percezione. L’operatore fotografico si volle “sostituire” al pittore in ogni tipo di rappresentazione, invadendo così il mondo della ritrattistica e della paesaggistica. Entrò quindi in competizione con l’arte anche nei vari reportage, soprattutto quelli riguardanti la vita quotidiana.

E l’artista?

Tsunami di Kanagawa
Hokusai: La grande onda di Kanagawa (Tsunami), dalla serie di Trentasei immagini con le vedute del Monte Fuji, intorno al 1830

Cosa rimaneva, quindi, al pittore? Ancora il compito di rappresentare il vero?

Esso avrebbe dovuto certamente competere con questo nuovo e rivoluzionario ritrovato, alla portata di tutti, ed essere costretto ad affinare la propria tecnica. Non solo! avrebbe dovuto effettuare inedite ricerche sulla coloristica, su come proporre nuove rappresentazioni di immagine, sulla struttura compositiva, sul tratto …

Le stampe orientali

In questa coatta e frenetica ricerca, i nuovi artisti trassero ispirazione a trecentosessanta gradi, interessandosi anche alle stampe in stile Ukiyo-e. Questo stile, raffigurante la pittura del mondo mutevole,  proveniva dal lontano Giappone.

hiroshige e van gogh - scroscio serale ad atake
Utagawa Hiroshige: Scroscio serale ad Atake e il Grande Ponte (lato sinistro) – Vincent van Gogh: Japonaiserie: pont sous la pluie (lato destro).

La prima grande esposizione delle stampe orientali avvenne in occasione della ‘Esposizione Universale’ del 1867. La manifestazione riuscì subito a destare grande attenzione degli artisti per la pittura giapponese.

Come riferiva Blunden “Si scoprì allora la semplice e forte bellezza delle xilografìe dell’Estremo Oriente, se ne ammirò… la qualità sintetica e sobria della forma, la ricchezza e la purezza dei toni, il fulgore della luce”.

Queste stampe – soprattutto le creazioni di Utamaro, Hokusai e Hiroshige – riuscirono a conquistare anche personaggi come Monet, Degas, Manet e van Gogh … che trovarono l’esplicazione un nuovo sintetismo in una rinnovata eleganza formale.

Il Post-Impressionismo

Pagine correlate al Post-Impressionismo: Impressionismo francese – Neoimpressionismo – Le opere di Cézanne – Le opere di Van Gogh.

Dopo l’Impressionismo

Non un movimento ma un periodo ben preciso

Post-impressionismo - Cezanne: Natura morta con bicchiere, tazza e mele
Cezanne: Natura morta con bicchiere, tazza e mele

Dopo i brevi decenni della pittura impressionista, ad iniziare dallo stesso Cézanne, nell’arte di tutta l’Europa si profilano inedite tendenze in veloce maturazione. Si compongono nuovi gruppi di pittori, la cui eterogeneità riguarda anche i Paesi di origine.

Si incominciano ad evidenziare anche personalità singole con stili originali e con forti peculiarità.

Il Post-impressionismo non è un movimento vero e proprio e il suo termine viene usato convenzionalmente per indicare le svariate esperienze pittoriche, nate e sviluppatesi dopo l’Impressionismo.

L’eredità dell’Impressionismo

Mangiatori di patate - Kröller-Müller Museum
Van Gogh: Mangiatori di patate – Kröller-Müller Museum

Postimpressionismo fu coniato dal critico d’arte Roger Fry in occasione di una manifestazione pittorica svoltasi a Londra nel 1910, nella quale vennero esposte opere di Gauguin, Cézanne e Van Gogh. Tutte queste esperienze, prevalentemente figurative, hanno come comune denominatore l’eredità, più o meno grande, del precedente stile. Tuttavia il post-impressionismo non può essere considerato un ben definito movimento, in quanto i caratteri stilistici che accorpa, sono tra i più svariati.

Possiamo affermare che Il Post-Impressionismo è soltanto un termine di definizione per l’individuazione di un ben determinato periodo cronologico. Questo abbraccia gli ultimi due decenni dell’Ottocento ed i primi anni del Novecento.

Il fenomeno “Impressionismo” ha portato una grande novità, che si evidenzia nella rivendicazione di un ben definito linguaggio pittorico. Con esso si pone la pittura su un piano completamente diverso da quello di sempre, in un inedito modo della rappresentazione delle immagini.

Il nuovo periodo

I post-impressionisti non sentono più il bisogno di riflettere la reale consistenza della natura attraverso gradevoli effetti luminosi del colore, ma cercano di rappresentare una visione di essa in modo sempre più soggettivo.

Le rivoluzionarie tecniche fotografiche

Occorre ricordare che, in questo periodo, la nascita della tecnica fotografica mette a disposizione un mezzo che riproduce la realtà in tutti i suoi dettagli. Un’innovazione che registra una visione ottica talmente fedele e veloce che nessun artista potrà mai raggiungere. Pertanto questa tecnica si insinua prepotentemente nel mondo dell’arte, in quello specifico campo per cui nacque la pittura, cioè la riproduzione della realtà. Questo avviene proprio nel periodo in cui la stessa pittura prova ad avvicinarvisi con tutte le valenze dell’Impressionismo.

Risulta evidente che, nel raggiungimento della realtà, la pittura non può competere con la fotografia, quindi si ritrova a svolgere, in questo processo, un ruolo alquanto marginale.

All’arte pittorica serve una peculiarità che esuli dalla riproduzione realistica della natura. Per tal motivo si muovono sia gli impressionisti con la nuova e rivoluzionaria tecnica (accostamento di colori, movimento, attimo fuggente, en-plein-air, dare vita alla natura), sia gli artisti del post-impressionismo. Si cerca quindi di cambiare totalmente le funzioni della pittura, allontanandosi dalla riproduzione e puntando sullo sviluppo della comunicazione, ormai da secoli felicemente collaudato.

Seurat: Veduta a Port en Bessin
Seurat: Veduta a Port en Bessin

Rappresentare in modo inedito l’immagine pittorica

Con le nuove ricerche e lo sviluppo sul modo di comunicare nel campo della pittura, alcuni artisti arrivano alla conclusione, che il visibile realistico possa essere rappresentato in un modo del tutto inedito. Infatti Seurat lo accentua impiegando la tecnica del pointillisme, altri pittori (simbolisti 1 – simbolisti 2) lo riducono, altri addirittura lo escludono completamente. Questi ultimi danno corpo dal 1910  ad una pittura con il solo scopo di inviare messaggi al fruitore dell’opera: un astrattismo in tutte le sue forme.

Già negli anni Ottanta il movimento impressionista ha esaurito tutta la sua potente carica propositiva, arrivando alle sue ultime manifestazioni. Gli stessi esponenti del gruppo sono in crescente dissenso e quindi intenti a sviluppare ognuno un proprio linguaggio espressivo. Nel frattempo sembra prendere forza la generale propensione a distogliere l’arte figurativa dal rapporto con la natura, per infonderle una caratteristica più marcatamente intellettualistica.

Nuove ricerche e sensibili cambiamenti

Assistiamo, in una data ben precisa, ad un sensibile cambiamento del clima artistico, sempre più stimolato da nuove ricerche ed aperto a differenti ed inedite soluzioni formali. Queste talvolta vengono combinate tra loro in una specie di osmosi culturale. Diventa pertanto ardua l’impresa a discernere tendenze e catalogare personalità sensibili e ricche di curiosità.

L’ultima collettiva impressionista

È nel 1886 che gli artisti del movimento impressionista allestiscono la loro ultima mostra collettiva (l’ottava), che Van Gogh si reca in soggiorno a Parigi, che Seurat espone “Una domenica alla grande Jatte”. A tutto questo si aggiunge la pubblicazione del manifesto del Simbolismo di Jean Moréas.

Inoltre non si può trascurare la traumatica rottura della trentennale amicizia fra Cézanne ed Emile Zola. Questo a causa del romanzo (L’Ouvre di quest’ultimo), che decreta la fine dell’impressionismo e di un pittore ormai fallito per mancanza di estro artistico, nel quale lo stesso Cézanne si immedesima con profonda amarezza.

Lo scostamento di Cezanne dall’Impressionismo

Paul Cézanne, già nel 1887, definisce la sua pittura non appartenente all’Impressionismo, contestando soprattutto la smisurata fugacità dell’attimo luminoso di cui Monet va tanto orgoglioso. Lascia quindi la capitale francese e ritorna ad Aix.

È in questo rinnovato ambiente che Paul prosegue e sviluppa le sue ricerche con il fermo intento di “solidificare l’Impressionismo” ed andare oltre ciò che viene rappresentato, cercando di interpretarne il senso più intimo. Lo fa attraverso la completa ricostruzione della forma, esaminata nelle sue parti, snellita e ripulita di qualsiasi accidente fenomenico. La propone in essenziali ed equilibrate composizioni, con rigoroso rispetto dei volumi e della gradazione cromatica.

L’esplicito obiettivo di Cézanne è quello di liberare i suoi paesaggi, e di conseguenza tutti i loro contenuti, dalla transitorietà dell’attimo impressionista. Un affrancamento, cioè, da quel lasso di tempo transitorio che crea emozioni diverse nei vari attimi della giornata, per riconsegnare alla raffigurazione plasticità ed una rinnovata classicità.

Un’innovazione ben vista dalle avanguardie

Questa sua dichiarata ricerca troverà molti consensi nelle avanguardie del primo Novecento, mentre lo tiene isolato per qualche anno dagli ambienti della pittura francese, dove già si sta sperimentando, con audacia, una rivoluzionaria pittura dai caratteristici incastri di volumetriche forme cromatiche.

Giocatori di carte di Cezanne
Giocatori di carte, cm. 58 x 69 Londra Home Hause, Trustees.

Cézanne, pur rimanendo emarginato, riesce a sviluppare le sue ricerche. Nel 1895, infatti, è pronto per una memorabile esposizione di 100 opere presso il rinomato mercante d’arte Vollard, suscitando l’entusiasmo di molti pittori. Riesce a dimostrare che il panorama artistico si sta aprendo ai grandi cambiamenti. Tra queste opere ricordiamo la celebre serie dei “Giocatori di carte”, le “Bagnanti”, i paesaggi della Montagna di Sainte-Victoria, dove le gamme cromatiche risultano misurate ed armoniose e la forma viene espressa con un linguaggio semplice e schietto, senza nulla togliere alla plasticità.

Frammenti

Boudelaire ha detto che la fotografia è il rifugio dei pittori mancati … però …….  Canaletto la usava per le sue vedute e ….. Corot, Delacroix, Courbet insieme ad altri Grandi ne facevano uso di nascosto.

Cézanne ha posto le fondamenta per la grande rivoluzione cubista