Il Trecento ed il Rinascimento in incubazione

(Pur essendo, questo, un sito web che tratta prevalentemente Pittura, non possiamo escludere qualche frammento di altra arte)

L’arte tra il Trecento ed il Quattrocento

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La cupola di santa Maria del Fiore
Brunelleschi: La cupola di santa Maria del Fiore

La Cupola del Brunelleschi  (Santa Maria del Fiore a Firenze 1434). Il primo elogio alla cupola del Brunelleschi di Santa Maria del Fiore risale a Leon Battista Alberti, che dedicò la redazione in lingua volgare del suo “De Pictura” a “Pippo Architetto”, nella quale ricorda come la struttura di tale grande opera  sia elevata sopra i cieli ed ampia, da coprire con la sua ombra, tutti i popoli toscani.

In seguito esce la “Vita” scritta dal Brunelleschi ed i “Commentari” scritti dal Ghiberti, che offrono due versioni ben contrastanti tra loro, riguardo al concorso per la costruzione della cupola, che deve svilupparsi in “volta” sul tamburo ottagonale impostato nel Trecento, secondo il progetto di Arnolfo di Cambio.

Dal Manetti abbiamo l’immagine di un Brunelleschi in attesa della chiamata dalle ditte fabbricanti, che prima o poi dovranno riconoscere in lui l’unica persona adatta ad alzare, senza ingombranti impalcature ed addirittura senza ponteggi, la cupola che copra il grande spazio della tribuna. Ghiberti, nel suo “Commentario”, fa credere invece che tra lui ed il Brunelleschi ci sia collaborazione. In realtà, la struttura a doppio guscio con cortina muraria a spina di pesce, che consente alla volta di autosospendersi durante tutto il tempo della costruzione, è frutto di un intenso e faticoso studio ingegneristico, attribuito esclusivamente al Brunelleschi.

Mentre assistiamo in Italia, tra il Trecento ed il Quattrocento, alle grandi rivoluzioni artistiche influenzate principalmente dal ritorno alle antiche memorie e dal nuovo modo di affrontare il disegno con la prospettiva scientifica, nell’area fiamminga e spagnola notiamo un altro forte intento realistico che porta a soluzioni differenti, esaltando la definizione analitica di tutti i soggetti e di conseguenza di tutte le cose fin nei minimi particolari.

La tecnica del disegno entra in tutta l’opera e penetra in ogni suo punto, per accompagnarlo e metterlo in evidenza, aiutando così l’insieme delle gamme cromatiche dei pigmenti che verranno stesi sulla tela.

Roger van der Weyden: L'adorazione del Bambino
Roger van der Weyden: L’adorazione del Bambino

Il modo puntiglioso, riguardo la definizione del disegno analitico nell’inseguire la realtà in ogni suo piccolo particolare, prepara l’opera ed affida alla luminosità del colore la definizione ideale della sua rappresentazione. In tutto questo contesto ritroviamo anche elevati livelli di una straordinaria penetrazione espressiva e psicologica. Alcuni nomi di importanti personalità sono: Jan van Eyck (1390 – 1441), Roger van der Weyden (1400 – 1464), Hans Memling (1435 – 1494).

Memling: Le sette gioie di Maria
Memling: Le sette gioie di Maria

La devozione e la storia: Alla “Devotio Moderna” dobbiamo collegare in parte lo sviluppo italiano dell’Osservanza, che in tutto il XV secolo porta i principali ordini monastici alla ricerca del recupero di una certa originalità della propria regola, per dare una più marcata incidenza alla vita cittadina e sociale in generale.

L’arte sacra si rinnova completamente nelle proprie intenzioni di didascalia e di devozione.

L’inseguire il modo per la realizzazione di una struttura di spazio e di composizione deve seguire nuove esigenze di iconografia e di comunicazione, molto spesso improntate ad un crescente bisogno di immedesimare il contesto.

Gentile da Fabriano: Pala dell'adorazione dei magi
Gentile da Fabriano: Pala dell’adorazione dei magi

I documenti che testimoniano questo sviluppo sono evidenti in ambito domenicano negli affreschi dipinti dal Beato Angelico (1395 – 1455) nelle stanze dei confratelli di San Marco a Firenze, per passare alle opere di Gentile da Fabriano nella rappresentazione della “Pala dell’adorazione dei Magi”,  fino ad arrivare a “l’ultima cena” dipinta da Leonardo da Vinci  nel refettorio di Santa Maria delle Grazie a Milano.

Leonardo: il Cenacolo
Leonardo: il Cenacolo

Allo stesso modo, presso i Francescani, con il culto per l’Immacolata Concezione si va verso la misteriosa iconografia della “Vergine delle Rocce” eseguita dallo stesso Leonardo su committenza della fondazione di San Francesco Grande a Milano.

Durer: Compianto su Cristo morto
Durer: Compianto su Cristo morto

Sempre in questo periodo, sulle pareti delle chiese dei conventi padani ed alpini, si dipingono i più semplici e didascalici cicli della Passione, generalmente ispirati alle serie di incisioni dell’Europa settentrionale, tra le quali spiccano quelle di Albrecht Durer, che persegue gli stessi intenti iconografici. Anche l'”Osservanza” agostiniana promuove ambiti figurativi ed architettonici di grande rilievo, da Santo Spirito a Firenze all’Incoronata di Milano, fino alla testimonianza di confine di Santa Maria delle Grazie di Gravedona. Il programma iconografico della Cappella Sistina di Michelangelo è  probabile che dipenda da un agostiniano. Continua

Frammenti d’arte: Rinascimento

(un link per approfondire e saperne di più)

Con il Quattrocento nasce un nuovo mondo (fonti delle ricerche: “L’arte italiana” di Mario Salmi).

In tutta la nostra penisola, nel primo Quattrocento perdura lo stile tardogotico che sbocca nelle irreali astrazioni di Lorenzo Monaco.

L’ultima fase del tardogotico morente è quella che conosce gli oziosi giochi calligrafici.

Un altro aspetto del morente tardogotico è l’importanza che grandi artisti danno all’osservazione dell’uomo e del mondo che lo circonda: è il caso di artisti come il Pisanello, il Masolino da Panicale e Gentile da Fabriano.

Altri tre artisti, invece, reagendo alle tendenze sopra riportate, gettano le basi del Rinascimento. Questi sono Brunelleschi, Donatello ed il Masaccio.

Occorre staccarsi dalla tradizione del Medioevo con una nuova coscienza morale, occorre vedere l’uomo sotto un punto di vista diverso, autore della propria individualità e del proprio cammino attraverso la vita.

La Rinascita è la scoperta dell’uomo. L’uomo è valorizzato dalla Rinascita. La folla che prima rappresentava l’Umanità, adesso è sostituita dagli individui. Il grande spazio che prima racchiudeva la folla, adesso diventa più contenuto e racchiude persone con proprie caratteristiche fisiche e morali.

L’arte rinascimentale è bella in tutte le sue forme, ma non è assolutamente priva di contenuti, anzi forma e contenuti costituiscono elementi inscindibili.

L’arte rinascimentale è molto legata allo spiritualismo del cattolicesimo, ma è libera dalle paure medioevali.

Il Rinascimento contiene dentro di sé le grandi scoperte della scienza. Un elemento importantissimo è l’impiego della prospettiva scientifica.

Nel mondo della scultura e della pittura l’uomo è ritratto nella sua essenzialità, sia fisica che morale.

La luce assume un’importanza fondamentale, le proporzioni vengono rispettate.

A Firenze l’arte rinascimentale diventa “trionfo fiorentino”, indipendente da contingenze provenienti dall’esterno. Sono gli stessi artisti fiorentini a divulgare il nuovo stile.

Questo nuovo stile trova la forza propulsiva nella famiglia de’ Medici. L’arte fiorentina diventa aulica e non alla portata delle masse, che in principio non riescono a comprenderla.

Il Rinascimento è il trionfo dell’arte.

Il Rinascimento, tanto è grande, viene suddiviso in tre grandi periodi: il primo, il maturo e il tardo. Il primo è praticamente il Quattrocento, che per alcuni casi e certi versi, si spinge oltre i primi decenni del Cinquecento (un esempio è il Bramantino, 1465-1530?/1536?).

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