Realismi e Ritorno all’ordine

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Il Ritorno all’ordine

Dopo la Grande Guerra

Nel periodo successivo alla prima guerra mondiale si incomincia a sentire il bisogno di un rassetto nelle forme artistiche, secondo schemi ben precisi e con valori costruttivi di controllato equilibrio: forme di livello di alto intellettualismo.

Rappel à l’ordre

I primi a lanciare il grido di allarme sono i puristi Ozenfant e Jeanneret con il “Rappel à l’ordre”. Il richiamo all’ordine è sentito in tutto il continente europeo  estendendosi anche in America e nei paesi orientali. Il linguaggio artistico  ricerca figure chiare e ben tornite con marcate evidenze plastiche.

Nuovi riferimenti: linguaggio classico e realismi

C’è il ritorno al linguaggio classico che era stato rifiutato ed abbandonato completamente dalle prime avanguardie ed dai movimenti artistici fino alla fine della grande guerra.

I realismi si protraggono fino agli anni trenta. Talvolta entrano in collusione con la politica e con articolati filoni artistici, che si intrecciano l’uno all’altro.

Realismo magico e Espressionismo

Da una parte c’è la pittura puramente realistica scarna e fredda, analitica, senza movimento degli artisti della Nuova Oggettività Tedesca, del Realismo magico, e del Novecento Italiano. Dall’altra  parte c’è una nuova forma di espressionismo, fortemente emotivo, con violenti tensioni sociali, deformazione delle curve e forti gamme cromatiche, come nei dipinti delle Scuole di Parigi e di Roma.

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