Pala di Santa Cristina al Tiverone di Lorenzo Lotto

Lorenzo Lotto: Pala di Santa Cristina al Tiverone

Lorenzo Lotto: Pala di Santa Cristina al Tiverone - Il Cristo
Cristo morto sorretto da due angeli  cm. 90 x 179.
Lorenzo Lotto: Pala di Santa Cristina al Tiverone - la Madonna
Madonna con Bambino e i santi Pietro, Cristina, Liberale, Gerolamo, cm. 177×162.

Pala di Santa Cristina al Tiverone, Chiesa parrocchiale di Santa Cristina, Treviso.

Opera successiva

Sull’opera: “Pala di Santa Cristina al Tiverone“, formata da due dipinti con tecnica ad olio su tavola, è un’opera autografa di Lorenzo Lotto realizzata nel 1505, misura 90 x 179 cm. (Cristo morto) e 177 x 162 cm. (Madonna col Bambino) ed è custodita nella Chiesa parrocchiale di Santa Cristina a Treviso.

Sullo scalino del trono si può leggere la firma del Lotto. Alle due composizioni possiamo certamente assegnare il riferimento all’anno 1505 in quanto da documentazioni – un arbitrato stabilito dal tribunale ecclesiastico di Treviso – si evince che il 14 maggio 1506 l’opera era già stata portata a termine dall’artista (fonte: Liberali, “MIV” 1963).

Siccome al tribunale era consuetudine adire in articolate trattative private, e quindi in lunghissimi tempi, l’opera doveva essere stata sicuramente completata almeno 5 – 6 mesi prima. Di certo si conosce la data della cornice, che fu posta in opera intorno alla fine del 1507, come dimostrano le ricevute dei pagamenti, che continuarono almeno fino alla fine dell’anno successivo.

CRISTO MORTO SORRETTO DA DUE ANGELI: Si trova nella lunetta. Una triste descrizione, dolente e patetica, dove la figura di un Cristo, raffigurato quasi completamente nudo, viene – secondo il Pignatti (1963) – definita con un “verismo cosi agghiacciante da trovare riscontro solo un secolo dopo nel Caravaggio“.

MADONNA CON IL BAMBINO E I SANTI PIETRO, CRISTINA, LIBERALE E GEROLAMO: L’opera è firmata con la scritta “Laurentius Lotus” sul gradino del trono. La tavola è caratterizzata da un freddo e calcolato razionalismo che conferisce un’intensa e cruda emotività, che troviamo nell’ “Armigero con spada” (un olio su tavola, attualmente su tela), nell'”Armigero con mazza” (affresco), entrambi come decorazione al monumento di Agostino Onigo, e nel ritratto del vescovo de’ Rossi.

Secondo il Pallucchini (1965-66) la composizione si risolve nel conferimento di una serrata  volumetria di stampo puramente antonelliano, integrata però da una coloristica con una tensione più energica e vibrante e da un tratto più marcato ed incisivo.

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