Napoleone I sul trono (Musée de l’Armé) imperiale di Ingres

Jean-Auguste-Dominique Ingres: Napoleone I sul trono (Musée de l’Armé)

Jean-Auguste-Dominique Ingres: Napoleone I sul trono (Musée de l'Armé)
Jean-Auguste-Dominique Ingres: Napoleone I sul trono imperiale, cm. 260 x 163, Musée de l’Armée, Parigi.

Sull’opera: “Napoleone I sul trono imperiale” è un dipinto autografo di Ingres realizzato con tecnica a olio su tela nel 1806, misura 260 x 163 cm. ed è custodito nella Musée de l’Armée a Parigi. 

La composizione in esame reca, in basso, su entrambi gli estremi del gradino del trono, la scritta: “Ingres. Pxit / Anno. 1806”.

L’imperatore dei francesi viene raffigurato con lo scettro di Carlo V (Vincennes, 1338 – Nogent-sur-Marne, 1380), la spada e la “mano di giustizia”, questi ultimi considerati appartenuti a Carlomagno (742 – Aquisgrana, 814), tutti attualmente custoditi al Louvre.

Nei piccoli tondi che scorrono sui bordi del tappeto sono raffigurati i segni zodiacali, ma entro il primo (lato di sinistra), sul piano del trono, vi è rappresentata – come omaggio a Raffaello – la “Madonna della seggiola”, del tutto simile a quella contenuta nel dipinto “Monsieur Riviere“, con una certa valenza dal sapore “tendenzioso”.

La tela, che fu esposta al Salon di Parigi del 1806 riscuotendo moltissime critiche negative (talvolta di pessimo gusto), non fu commissionata dallo stesso Napoleone Bonaparte ma dal corpo legislativo. Tali critiche ruotavano soprattutto intorno alla scadente eleganza della posa, al diafano “pallore” del volto, alla strana bizzarria e – immancabilmente – alla sgradevolezza della globale struttura compositiva. Quella che più colpì l’artista si deve a Chaussard (“PF” 1806), che parlava addirittura  di una riesumazione della maniera alla Jan van Eyck.

Per quanto riguarda le vicende ‘esterne’ della pregiata tela, Foucart (in “C” 1967) ha ricostruito che: pervenne al Museo del Louvre probabilmente nel 1815, quindi nel 1832 passò agli Invalides.

È probabile, che intorno al 1879 l’opera avesse subìto dei restauri; comunque solo l’intervento eseguito nella seconda metà del Novecento ha ridato al dipinto l’originale valore cromatico, degno, per l’appunto, di Ingres.

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