Sacra conversazione di Monticelli di Domenico Ghirlandaio

Domenico Ghirlandaio: Sacra conversazione di Monticelli

Domenico Ghirlandaio: Sacra conversazione di Monticelli
Ghirlandaio: Sacra conversazione di Monticelli, anno 1483, tempera su tavola, cm. 168 X 197, Galleria degli Uffizi, Firenze.

Sull’opera: “Sacra conversazione di Monticelli” è un dipinto di Domenico Ghirlandaio realizzato con tecnica a tempera su tavola nel 1483, misura 168 x 197 cm. ed è custodito nella Galleria degli Uffizi a Firenze. 

Da documentazione certa – datata 19 aprile 1483, nella quale appare anche il compenso per il pittore di 70 fiorini – si ricava che la composizione in esame viene identificata in quella che in origine ornava l’altare in Santa Maria Annunziata di Monticelli a Firenze.

Nel 1785, in seguito alla soppressione del convento, la pala fu trasferita nelle collezioni granducali di Pietro Leopoldo d’Asburgo-Lorena.

La scena della “Sacra conversazione” si svolge su una terrazza. La Madonna col Bambino è al centro della composizione assisa su di un maestoso trono marmoreo ed attorniata da santi ed angeli. Questi ultimi, ai lati del sacro gruppo, si appoggiano – quasi abbracciandoli  – a due vasi strutturati sui braccioli del trono e contenenti i gigli bianchi, questi ultimi simboleggianti la purezza verginale di Maria.

Il Bambino, bello e paffuto, è stato ripreso in atteggiamento benedicente. I quattro santi sono disposti, in perfetta simmetria, due inginocchiati e due in piedi: uno schema che richiama quello piramidale  della Pala di San Marco (1438-1440 – Museo di San Marco a Firenze) di Beato Angelico (Vicchio, 1395 circa – Roma, 1455). Qui vengono identificati i santi Dionigi l’Areopagita e Clemente I Papa (da sinistra, in piedi in secondo piano), e Domenico e Tommaso d’Aquino (inginocchiati in primo piano).

Lo sfondo, che appare alquanto tradizionale, è rappresentato con un parapetto in marmo a specchiature policromatiche sul quale si legge la frase AVE [MARIA] GRATIA PLENA ed il nome dei due santi Dionigi e Clemente. Sul parapetto sono poggiati due vasi con bouquet di fiori, mentre oltre di esso, ai lati, s’intravedono le cime alte degli alberi di un ipotetico giardino.

La predella, che non è stata realizzata dal Ghirlandaio ma da Bartolomeo di Giovanni, conosciuto anche come l’Alunno di Domenico (Firenze, 1458 circa – 1501), mostra le seguenti raffigurazioni:

  • Martirio di san Dionigi l’Areopagita;

  • San Domenico resuscita Napoleone Orsini;

  • Cristo in pietà;

  • San Clemente I fa sgorgare acqua da una roccia;

  • San Tommaso d’Aquino in cattedra.

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