Biografia e vita artistica di Andrea del Sarto (1486 – 1530)

Autoritratto di Andrea del Sarto
Autoritratto di Andrea del Sarto

Andrea d’Agnolo di Francesco di Luca di Paolo del Migliore Vannucchi, meglio conosciuto come Andrea del Sarto, nacque a Firenze il 16 luglio 1486.

Il Vasari lodando le sue opere – nell’esattezza delle forme, nella fluidità della stesura e rapidità d’esecuzione – lo descrisse come pittore “senza errori”. L’artista era molto di più di come lo presentò il grande storico aretino, e tale lode appare attualmente alquanto riduttiva se si pensa che esso, erede della cultura fiorentina, non si accontentò solo di svolgere quella vasta varietà di tematiche ma volle affrontarla nella ricerca di un linguaggio più garbato e nell’elaborazione formale.

Andrea ebbe come allievi i pionieri del Manierismo (i coetanei e conterranei Rosso Fiorentino e Pontormo), ma a differenza di loro non perseguì quelle ardite spregiudicatezze nelle trasfigurazioni dei soggetti ma portò innovazioni alla pittura tradizionale in maniera elegante, conferendo monumentalità alle figure, attraverso uno assiduo studio circa la tecnica e la cromia, impiegando i più moderni spunti allora reperibili [Zuffi, cit., pag. 252].

A soli sette anni entrò come apprendista nella bottega di un orafo e più tardi passò in quella del pittore Gian Barile il quale, notando subito il grande talento del ragazzo, pensò di affidarlo Piero di Cosimo (1462 – 1521). Qui apprese le varie tecniche predisponendosi al gusto della ricerca e della sperimentazione.

La principale fonte artistica sulla vita di Andrea – lo riporta il Vasari nelle Vite – era Palazzo Vecchio «dove era il cartone [della Battaglia di Cascina] di Michelangelo Buonarroti e quello [la Battaglia di Anghiari] di Lionardo da Vinci», luogo in cui spesso si recava per prendere importanti spunti, evidenziandosi presto in quegli ambienti come un valente copista. Qui conobbe Franciabigio (1482 – 1525), col quale strinse amicizia che subito portò ad un rapporto di collaborazione tra i due e lo mantenne lontano dalla «stranezza di Piero che era già vecchio».

Lasciata quindi la bottega del suo maestro si trasferì insieme al collega in una stanza, che faceva allo stesso tempo da abitazione e da laboratorio, in piazza del Grano, nei pressi dei futuri Uffizi. Tale iniziativa ebbe sviluppi particolarmente importanti poiché in quel periodo Leonardo e Raffaello si allontanarono da Firenze mentre Michelangelo mancava dal capoluogo toscano già dal 1504. Si era creato quindi un temporaneo vuoto di maestri “moderni” che Andrea, il giovane talento ventiduenne, dovette colmare.

Il 12 dicembre 1508 si iscrisse all’Arte dei Medici e degli Speziali. Le prime opere, sue e di Franciabigio, echeggiano pittori ad essi più familiari, tra i quali si possono citare con certezza Fra’ Bartolomeo e Mariotto Albertinelli, nonché Raffaello.

Al convento della Santissima Annunziata

Storie di S. Filippo: Il santo risana un lebbroso
Storie di S. Filippo: Il santo risana un lebbroso

Nel 1460 Alesso Baldovinetti (Firenze, 1425 – Firenze, 1499), su committenza dei frati del convento della Santissima Annunziata, iniziò la decorazione del Chiostro dei Voti, che più tardi fu portata avanti da Cosimo Rosselli (1439 – 1507), il quale non riuscì a terminarli. Nel 1509 la continuazione dell’opera fu affidata ad Andrea del Sarto con cinque Storie relative ai miracoli di san Filippo Benizzi; gli affreschi furono consegnati l’anno successivo.

La descrizione vasariana dei riquadri realizzati da Andrea evidenzia un vivace gusto per la narrazione, che richiama le decorazioni del Ghirlandaio nelle chiese di Santa Maria Novella (Cappella Tornabuoni) e di Santa Trinita (Cappella Sassetti), ma con un linguaggio più moderno, dal ritmo più movimentato e irrequieto, anche ispirato alle atmosfere leonardesche.

Negli anni immediatamente successivi, per il completamento delle lunette dello stesso ciclo, furono chiamati vari artisti, tra cui si ricordano Rosso Fiorentino e Pontormo i quali, ispirandosi alla pittura di Andrea, e dovendo ancora per molto realizzare una grande quantità di altre opere legate al santuario, instaurarono di fatto una vera e propria “Scuola”. Questa si contrapponeva a quella fondata da Fra’ Bartolomeo in San Marco con il fedele Mariotto Albertinelli.

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Biografia e vita artistica di Andrea del Sarto (parte 2)

Andrea del Sarto: Chiostrino dei Voti nella basilica della Santissima Annunziata di Firenze
Andrea del Sarto: Il viaggio dei magi, Chiostrino dei Voti nella basilica della Santissima Annunziata di Firenze

È assai probabile il fatto che Andrea avesse soggiornato a Roma nel 1510, una permanenza che gli avrebbe permesso di entrare a diretto contatto con le innovazioni di Michelangelo (volta della Cappella Sistina) e quelle di Raffaello (Stanze Vaticane).

È proprio lo stile delle opere di quegli anni, assai vicino ai due grandi esponenti della pittura rinascimentale, che fa pensare ad un suo viaggio a Roma [Zuffi, cit., pag. 252], uno spostamento mai documentato dalle fonti ma testimoniato dagli stessi affreschi del Chiostrino della Santissima Annunziata con il “Corteo dei Magi” (1511) e la “Natività della Vergine” (1514).

La Natività della Vergine
La Natività della Vergine, Chiostrino dei Voti nella basilica della Santissima Annunziata di Firenze

In entrambi si evidenzia un linguaggio più fluido, mentre la serenità narrativa tipica della pittura quattrocentesca viene integrata dalle sfumate atmosfere di Leonardo e dai pacati toni e raffaelleschi. Negli anni che seguirono, l’artista realizzò numerosissimi disegni che gli conferirono la fama di Andrea disegnatore. In essi appare un’attenta osservanza della lezione michelangiolesca, mirata all’individuazione plastica ed alle ricercate pose delle figure, nonché allo studio di un agitato dinamismo, enfatizzato con una fredda cromia, come testimonia la “Madonna col Bambino e san Giovannino”  (1515, attualmente alla Galleria Borghese a Roma).

Nel 1509 Andrea fu chiamato per la realizzazione degli affreschi monocromatici del chiostro dello Scalzo (nella distrutta chiesa della Compagnia dei Disciplinati di San Giovanni Battista) a Firenze, che portò a compimento, con lunghe interruzioni, soltanto nel 1526.

Trattasi di una lunga ed importante esperienza che comprende gran parte della sua vita artistica, un’impresa che il pittore impiegò nello sviluppo del disegno, rimasto poi come punto di riferimento dello stile fiorentino del primo Cinquecento, un percorso obbligato per i successivi artisti emergenti [Zuffi, cit., pag. 252].

Madonna delle arpie
Madonna delle arpie, Uffizi

Nel 1517 realizzò la “Madonna delle Arpie” (attualmente custodita agli Uffizi), un’opera con evidenti richiami alla pittura di Fra’ Bartolomeo, in cui il sacro gruppo appare alla stregua di una scultura sostenuta da un tradizionale piedistallo, affiancato da due santi – appena ruotati – disposti attorno all’asse della Madonna, così da integrarne la tradizionale struttura piramidale. Le figure, maestose e monumentali, richiamano il titanismo michelangiolesco, sempre con un brillante cromatismo ma attenuato dal soffice sfumato di Leonardo. L’eccellente maestria nel disegno facilitò all’artista l’arduo compito di conciliare spunti assai diversi tra loro, all’insegna di una perfetta esecuzione e allo stesso tempo di una scorrevole fluidità, nonché un’evidente sicurezza nel concepimento del modellato [De Vecchi-Cerchiari, cit., p. 239].

Nello stesso periodo Andrea fu chiamato per partecipare agli affreschi della “Camera nuziale Borgherini”, ove portò con sé alcuni suoi famosi allievi: Pontormo (1494 – 1557), Bacchiacca (1494–1557) e Francesco Granacci (1469 – 1543). Le raffigurazioni di Andrea e della sua equipe, che decoravano l’arredo ligneo, evidenziarono la loro grande vivacità narrativa [3. De Vecchi-Cerchiari, cit., p. 239].

La disputa della Trinità
La disputa della Trinità: Galleria Palatina, Palazzo Pitti

Dalle Vite del Vasari si ricava che nel periodo a cavallo degli anni 1517-1518 il pittore si unì in matrimonio con Lucrezia di Baccio del Fede, figlia di “povero e vizioso padre” e vedova da poco tempo di Carlo di Domenico Berrettaio. La vicenda viene descritta citando alcuni aneddoti circa una sua fissa per “il comerzio delle donne”, soprattutto di quelli relativi al suo matrimonio, sottolineando il tema letterario del “genio e [della] sregolatezza”. Sporadicamente Andrea si dedicava anche al ritratto, un genere lontanissimo dalle sue disposizioni, volto in tal modo a svolgere l’articolata complessità della figurazione.

Nello stesso periodo realizzò la “Disputa sulla Trinità”, un olio su tavola attualmente alla Galleria Palatina di Palazzo Pitti, di cui il Vasari scrisse: «fecevi ginocchioni due figure, una è Maria Magdalena con bellissimi panni, ritratta la moglie; perciò ch’egli non faceva aria di femmine in nessun luogo, che da lei non la ritraessi, e se pur avveniva che d’altri la togliessi, per l’uso del continuo vederla e dal tanto averla designata le dava quell’aria, non possendo far altro».

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Elenco delle opere di Andrea del Sarto

Elenco delle opere di Andrea del Sarto realizzate nel corso della sua carriera artistica.

Le opere realizzate dall’artista

Testa di Madonna, anno 1506-1510, tecnica ad olio su tavola, 38 x 29 cm., Metropolitan Museum, New York.

Icaro, anno 1508 circa, Palazzo Davanzati Firenze.

Pietà e santi con predella, anno 1508, Galleria Borghese, Roma.

Madonna, anno 1508 circa, Galleria Nazionale d’Arte Antica, Roma.

Maria Maddalena, anno 1509 circa, Firenze, Orsanmichele.

Visitazione, anno 1509 circa, Museo di San Marco, Firenze.

Liberazione di una indemoniata, anno 1509-1510 circa, affresco, 364 x 300 cm., Chiostrino dei Voti della basilica della Santissima Annunziata, Firenze.

San Filippo risana un lebbroso, anno 1509-1510 circa, affresco, 380 x 321 cm., Chiostrino dei Voti della basilica della Santissima Annunziata, Firenze.

Devozione dei fiorentini alle reliquie di san Filippo, anno 1510 circa, affresco, 386 x 380 cm., Chiostrino dei Voti della basilica della Santissima Annunziata, Firenze.

Punizione dei bestemmiatori, anno 1510 circa, affresco, 360 x 304 cm., Chiostrino dei Voti della basilica della Santissima Annunziata, Firenze.

Morte di san Filippo Benizi e resurrezione di un fanciullo, anno 1510 circa, affresco, 362 x 306 cm., Chiostrino dei Voti della basilica della Santissima Annunziata, Firenze.

Madonna col Bambino e i santi Giovannino, Caterina ed Elisabetta, anno 1510 circa, tecnica ad olio su tela, 102 x 80 cm., Ermitage, San Pietroburgo.

Altre opere

Battesimo di Cristo, anno 1510 circa, affresco, Chiostro dello Scalzo, Firenze.

Noli me tangere, anno 1510 circa, tecnica ad olio su tavola, 176 x 155, Museo del Cenacolo di Andrea del Sarto, Firenze.

Viaggio dei Magi, anno 1511, affresco, 407×321 cm., Chiostrino dei Voti della basilica della Santissima Annunziata, Firenze.

Ritratto di giovane, anno 1511 circa, Alnwick Castle.

Tobia e l’angelo con san Leonardo e un donatore, anno 1512, tecnica ad olio su tavola, 178 x 153 cm., Kunsthistorisches Museum, Vienna.

Matrimonio mistico di santa Caterina d’Alessandria, anno 1512-1513 circa, tecnica ad olio su tavola, 167 x 122 cm., Gemäldegalerie, Dresda.

Annunciazione di San Gallo, anno 1512-1513, tecnica ad olio su tavola, 183 x 184 cm., Galleria Palatina, Firenze.

Madonna col Bambino, sant’Elisabetta e san Giovannino, anno 1513 circa, tecnica ad olio su tavola, 106 x 81,3 cm., National Gallery, Londra.

Ritratto di Lucrezia, anno 1513 circa, Museo del Prado, Madrid.

Ritratto della moglie dell’artista, anno 1513-1514, tecnica ad olio su tavola, 73 x 56 cm., Museo del Prado, Madrid.

Natività della Vergine, anno 1513-1514 circa, affresco, 410 x 340 cm., Chiostrino dei Voti della basilica della Santissima Annunziata, Firenze.

Dama col cestello di fusi, anno 1514-1515 circa, tecnica ad olio su tavola, 76 x 54 cm., Galleria degli Uffizi, Firenze.

Carità, anno 1513 circa, affresco, Chiostro dello Scalzo, Firenze.

Predica di san Giovanni Battista, anno 1515, affresco, Chiostro dello Scalzo, Firenze.

Altre opere

Giustizia, anno 1515, affresco, Chiostro dello Scalzo, Firenze.

Madonna col Bambino e san Giovannino, anno 1515 circa, Galleria Borghese, Roma.

Battesimo delle folle, anno 1515-1517, affresco, Chiostro dello Scalzo, Firenze.

Madonna col Bambino e san Giovannino, anno 1515-1520 circa, tecnica ad olio su tavola, 90 x 70 cm., Kunsthistorisches Museum, Vienna.

Madonna col Bambino, anno 1515-1520 circa, tecnica ad olio su tavola, 85,6 x 62,5 cm., National Gallery of Canada, Ottawa.

Storie dell’infanzia di Giuseppe, anno 1515-1516 circa, tecnica ad olio su tavola, 98 x 135 cm., Galleria Palatina, Firenze.

Giuseppe interpreta i sogni del faraone, anno 1515-1516 circa, tecnica ad olio su tavola, 98 x 135 cm., Galleria Palatina, Firenze.

Madonna degli Angeli, anno 1516 circa, tecnica ad olio su tavola, 141 x 106 cm., Parigi, Louvre.

Sacra Famiglia con sant’Anna e san Giovannino, anno 1516 circa, tecnica ad olio su tavola, tondo, diam 106 cm., Museo del Louvre, Parigi.

Altre opere

Ritratto di Baccio Bandinelli (scuola), anno 1516 circa, tecnica ad olio su tela, 58,5 x 42,5 cm., Galleria degli Uffizi, Firenze.

Madonna col Bambino con san Giovannino, Anna e due angeli, anno 1516 circa, tecnica ad olio su tavola, 141 x 108 cm., Museo del Louvre, Parigi.

San Giovanni Battista nel deserto, anno 1517 circa, Corsham Court.

Madonna delle Arpie, anno 1517, tecnica ad olio su tavola, 208 x 178 cm., Galleria degli Uffizi, Firenze.

Disputa sulla Trinità, anno 1517 circa, tecnica ad olio su tavola, 232 x 193 cm., Galleria Palatina, Firenze.

Ritratto di giovane uomo, anno 1517 circa, tecnica ad olio su tela, 72 x 57 cm., National Gallery, Londra.

Madonna col Bambino e san Giovannino, anno 1517-1519, tecnica ad olio su tavola, 106 x 81 cm., Wallace Collection, Londra.

Cattura di san Giovanni Battista, anno 1517, affresco, Chiostro dello Scalzo, Firenze.

Madonna col Bambino e san Giovannino, anno 1518 circa, tecnica ad olio su tela, 154 x 101 cm., Galleria Borghese, Roma.

Carità, anno 1518, olio trasferito su tela, 185 x 137 cm., Museo del Louvre, Parigi.

Tributo a Cesare (iniziato dall’artista e portato a compimento da Alessandro Allori), anno 1520 circa, affresco, 502 x 536 cm., Villa Medicea, Poggio a Caiano.

Altre opere

Sogno di Giuseppe, anno 1520 circa, tecnica ad olio su tavola, 98,3 x 135 cm., Galleria Palatina, Firenze.

Sogno del faraone, anno 1520 circa, tecnica ad olio su tavola, 98 x 135 cm., Galleria Palatina, Firenze.

Compianto sul Cristo morto, anno 1520 circa, tecnica ad olio su tavola, 99 x 120 cm., Kunsthistorisches Museum, Vienna.

Danza di Salomè, anno 1521 circa, affresco, Chiostro dello Scalzo, Firenze.

Madonna della Scala, anno 1522-1523, tecnica ad olio su tavola, 177 x 135 cm., Museo del Prado, Madrid.

Assunta Panciatichi, anno 1522-1523, tecnica ad olio su tavola, 362 x 209 cm., Galleria Palatina, Firenze.

San Giovannino, anno 1523, tecnica ad olio su tavola, 94 x 68 cm., Galleria Palatina, Firenze.

Pietà di Luco, anno 1523-1524, tecnica ad olio su tavola, 239 x 199 cm., Galleria Palatina, Firenze.

Decollazione del Battista, anno 1523, affresco, Chiostro dello Scalzo, Firenze.

Presentazione della testa del Battista, anno 1523, affresco, Chiostro dello Scalzo, Firenze.

Speranza, anno 1523, affresco, Chiostro dello Scalzo, Firenze.

Fede, anno 1523, affresco, Chiostro dello Scalzo, Firenze.

Annuncio a Zaccaria, anno 1523, affresco, Chiostro dello Scalzo, Firenze.

Altre opere

Sacra Famiglia Bracci, anno 1523 circa, tecnica ad olio su tavola, 129 x 105 cm., Galleria Palatina, Firenze.

Cristo morto, anno 1524 circa, Museo del Cenacolo di Andrea del Sarto, Firenze.

Madonna del Sacco, anno 1525, affresco, 191 x 403 cm., basilica della Santissima Annunziata, Firenze.

Salvatore, anno 1525, tecnica ad olio su tavola, 47 x 27 cm., basilica della Santissima Annunziata, Firenze.

Leone X e un cardinale (copia da Raffaello), anno 1525, Museo di Capodimonte, Napoli.

Assunta Passerini, anno 1526-1529, tecnica ad olio su tavola, 236 x 205 cm., Galleria Palatina, Firenze.

Ultima cena, anno 1527, affresco, 525 x 871 cm., Museo del Cenacolo di Andrea del Sarto, Firenze.

Sacrificio di Isacco, anno 1527 circa, tecnica ad olio su tavola, 178 x 138 cm., Museum of Art, Cleveland.

Il Sacrificio di Isacco, anno 1527-1529 circa, tecnica ad olio su tavola, 213 x 159 cm., Gemäldegalerie, Dresda.

Sacrificio di Isacco, anno 1527-1530 circa, Museo del Prado, Madrid.

Sacra Famiglia Barberini, anno 1528 circa, tecnica ad olio su tavola, 140 x 104 cm., Palazzo Barberini, Galleria Nazionale di Arte Antica., Roma.

Madonna col Bambino in gloria e sei santi, anno 1528 circa, tecnica ad olio su tavola, 209 x 176 cm., Galleria Palatina, Firenze.

Dama col Petrarchino, anno 1528 circa, tecnica ad olio su tavola, 87 x 69 cm., Galleria degli Uffizi, Firenze.

Altre opere

Annunciazione Della Scala, anno 1528, tecnica ad olio su tavola, 96 x 189 cm., Galleria Palatina, Firenze.

Pala di Gambassi, anno 1528 circa, Galleria Palatina, Firenze.

Ritratto di Domenico da Gambassi detto Becuccio Bicchieraio, anno 1528 circa, Institut of Art, Chicago.

Il Ritratto della moglie di Domenico da Gambassi, anno 1528 circa, Institut of Art, Chicago.

Ritratto di Domenico da Gambassi detto Becuccio Bicchieraio, anno 1528-1530, tecnica ad olio su tavola, 86 x 67 cm., National Gallery of Scotland, Edimburgo.

Il Ritratto di dama, anno 1528 circa, Royal Collection, Castello di Windsor.

Dossale dei quattro santi (Pala di Vallombrosa), anno 1528 circa, tecnica ad olio su tavola, Galleria degli Uffizi, Firenze:

  • San Michele arcangelo e san Giovanni Gualberto, 184 x 86 cm.
  • San Giovanni Battista e San Bernardo degli Uberti, 184 x 86 cm.
  • Putti con cartiglio, 73 x 42 cm.
  • San Giovanni Gualberto e la prova del fuoco di Pietro Igneo, 21 x 40 cm.
  • San Michele Arcangelo pesa le anime, 21 x 40 cm.
  • Cattura di san Bernardo degli Uberti, 21 x 40 cm.
  • Decapitazione di san Giovanni Battista, 21 x 40 cm.

Altre opere

Autoritratto, anno 1528-1529, affresco staccato, 51,5 x 37,5 cm., Corridoio Vasariano, Firenze.

San Jacopo con due fanciulli, anno 1528-1529, tecnica ad olio su tela, 159 x 86 cm., Galleria degli Uffizi, Firenze.

Madonna col Bambino, anno 1528-1530 circa, tecnica ad olio su tavola, 56 x 42,7 cm., Royal Collection, Hampton Court.

Sacra Famiglia Borgherini, anno 1529 circa, tecnica ad olio su tavola, 135 x 100 cm., Metropolitan Museum, New York.

Sacra Famiglia Medici, anno 1529, tecnica ad olio su tavola, 140 x 104 cm., Galleria Palatina, Firenze.

Pala di San Godenzo (conosciuta anche come Annunciazione con i santi Michele Arcangelo e Godenzo), anno 1529 circa, tecnica ad olio su tavola, 184 x 175 cm., Galleria Palatina, Firenze.

Sacra Famiglia con san Giovanni Battista, anno 1529 circa, tecnica ad olio su tavola, 129 x 100 cm., Ermitage, San Pietroburgo.

Assunzione della Vergine, anno 1529, tecnica ad olio su tavola, 239 x 209 cm., Galleria Palatina, Firenze.

Ritratto di donna in giallo, anno 1529-1530 circa, tecnica ad olio su tavola, 64 x 50 cm., Royal Collection, Hampton Court.

Carità, anno 1530 circa, tecnica ad olio su tavola, 119,5 x 92,5 cm., Washington, National Gallery of Art.

Sant’Agnese, anno 1530 circa, Duomo, Pisa.

Sante Caterina e Margherita, anno 1530 circa, Duomo, Pisa.

Santi Pietro e Giovanni Battista, anno 1530 circa, Duomo, Pisa.

Madonna in gloria con quattro santi, anno 1530, tecnica ad olio su tavola, 308 x 208 cm., Galleria Palatina, Firenze.

Opere di Andrea del Sarto

Alcune fra le più significative opere di Andrea del Sarto

Alcuni dipinti di Andrea del Sarto

Liberazione di una indemoniata

Affreschi del Ciostrino (o Chiostro) dei voti, basilica della Santissima Annunziata, Firenze.

Noli me tangere

Noli me tangere, anno 1510 circa, tecnica ad olio su tavola, 176 x 155, Museo del Cenacolo di Andrea del Sarto, Firenze.

Matrimonio mistico di santa Caterina d'Alessandria

Matrimonio mistico di santa Caterina d’Alessandria, anno 1512-1513 circa, tecnica ad olio su tavola, 167 x 122 cm., Gemäldegalerie, Dresda.

Annunciazione di San Gallo

Annunciazione di San Gallo, anno 1512-1513, tecnica ad olio su tavola, 183 x 184 cm., Galleria Palatina, Firenze.

Natività della Vergine

Natività della Vergine, anno 1513-1514 circa, affresco, 410 x 340 cm., Chiostrino dei Voti della basilica della Santissima Annunziata, Firenze.

Dama col cestello di fusi

Dama col cestello di fusi, anno 1514-1515 circa, tecnica ad olio su tavola, 76 x 54 cm., Galleria degli Uffizi, Firenze.

Altre opere

Storie dell'infanzia di Giuseppe

Storie di Giuseppe ebreo: “Storie dell’infanzia di Giuseppe” e “Giuseppe interpreta i sogni del faraone”, anno 1515-1516 circa, tecnica ad olio su tavola, 98 x 135 cm., Galleria Palatina, Firenze.

Madonna degli Angeli

Madonna degli Angeli, anno 1516 circa, tecnica ad olio su tavola, 141 x 106 cm., Parigi, Louvre.

Madonna delle Arpie

Madonna delle Arpie, anno 1517, tecnica ad olio su tavola, 208 x 178 cm., Galleria degli Uffizi, Firenze.

Disputa sulla Trinità

Disputa sulla Trinità, anno 1517 circa, tecnica ad olio su tavola, 232 x 193 cm., Galleria Palatina, Firenze.

Carità

Carità, anno 1518, olio trasferito su tela, 185 x 137 cm., Museo del Louvre, Parigi.

Tributo a Cesare

Tributo a Cesare, anno 1520 circa, completato (con integrazioni) da Alessandro Allori nel 1582), affresco, 502 x 536 cm., Villa Medicea, Poggio a Caiano.

Madonna della Scala

Madonna della Scala, anno 1522-1523, tecnica ad olio su tavola, 177 x 135 cm., Museo del Prado, Madrid.

Assunta Panciatichi

Assunta Panciatichi, anno 1522-1523, tecnica ad olio su tavola, 362 x 209 cm., Galleria Palatina, Firenze.

San Giovannino

San Giovannino, anno 1523, tecnica ad olio su tavola, 94 x 68 cm., Galleria Palatina, Firenze.

Altre opere

Pietà di Luco

Pietà di Luco, anno 1523-1524, tecnica ad olio su tavola, 239 x 199 cm., Galleria Palatina, Firenze.

Sacra Famiglia Bracci

Sacra Famiglia Bracci, anno 1523 circa, tecnica ad olio su tavola, 129 x 105 cm., Galleria Palatina, Firenze.

Madonna del Sacco

Madonna del Sacco, anno 1525, affresco, 191 x 403 cm., basilica della Santissima Annunziata, Firenze.

Salvatore

Salvatore, anno 1525, tecnica ad olio su tavola, 47 x 27 cm., basilica della Santissima Annunziata, Firenze.

Assunta Passerini

Assunta Passerini, anno 1526-1529, tecnica ad olio su tavola, 236 x 205 cm., Galleria Palatina, Firenze.

Ultima cena

Ultima cena, anno 1527, affresco, 525 x 871 cm., Museo del Cenacolo di Andrea del Sarto, Firenze.

Sacrificio di Isacco

Le tre versioni del Sacrificio di Isacco. La prima, anno 1527 circa, tecnica ad olio su tavola, 178 x 138 cm., Museum of Art, Cleveland. La seconda, Sacrificio di Isacco, anno 1527-1529 circa, tecnica ad olio su tavola, 213 x 159 cm., Gemäldegalerie, Dresda. La terza, Sacrificio di Isacco, anno 1527-1530 circa, Museo del Prado, Madrid.

Altre opere

Sacra Famiglia Barberini

Sacra Famiglia Barberini, anno 1528 circa, tecnica ad olio su tavola, 140 x 104 cm., Palazzo Barberini, Galleria Nazionale di Arte Antica, Roma.

Dama col Petrarchino

Dama col Petrarchino, anno 1528 circa, tecnica ad olio su tavola, 87 x 69 cm., Galleria degli Uffizi, Firenze.

Annunciazione Della Scala

Annunciazione Della Scala, anno 1528, tecnica ad olio su tavola, 96 x 189 cm., Galleria Palatina, Firenze.

Pala di Gambassi

Pala di Gambassi, anno 1528 circa, 215 × 175 cm., Galleria Palatina, Firenze.

Dossale dei quattro santi (Pala di Vallombrosa)

Dossale dei quattro santi (Pala di Vallombrosa), anno 1528 circa, tecnica ad olio su tavola, 200 × 250 cm., Galleria degli Uffizi, Firenze.

Autoritratto

Autoritratto, anno 1528-1529, affresco staccato, 51,5 x 37,5 cm., Corridoio Vasariano, Firenze.

San Jacopo con due fanciulli

San Jacopo con due fanciulli, anno 1528-1529, tecnica ad olio su tela, 159 x 86 cm., Galleria degli Uffizi, Firenze.

Sacra Famiglia Borgherini

Sacra Famiglia Borgherini, anno 1529 circa, tecnica ad olio su tavola, 135,9 x 100,6 cm., Metropolitan Museum, New York.

Sacra Famiglia Medici

Sacra Famiglia Medici, anno 1529, tecnica ad olio su tavola, 140 x 104 cm., Galleria Palatina, Firenze.

Madonna in gloria con quattro santi

Madonna in gloria con quattro santi, anno 1530, tecnica ad olio su tavola, 308 x 208 cm., Galleria Palatina, Firenze.

Noli me tangere del Museo del Cenacolo di Andrea del Sarto

Andrea del Sarto: Noli me tangere del Museo del Cenacolo

Andrea del Sarto: Noli me tangere
Andrea del Sarto: Noli me tangere, anno 1510 circa, tecnica ad olio su tavola, 176 x 155, Museo del Cenacolo di Andrea del Sarto, Firenze.

Sull’opera: “Noli me tangere” è un dipinto di Andrea del Sarto realizzato con tecnica a olio su tavola intorno al 1510, misura 176 x 155 cm. ed è custodito nel Museo del Cenacolo di Andrea del Sarto a Firenze. 

L’opera in esame fu la prima ad essere realizzata dall’artista per la chiesa di San Gallo a Firenze, come testimoniato dall’Anonimo Magliabechiano e dal Vasari, alla quale seguì l’ “Annunciazione” e poi la “Disputa sulla Trinità”. 

Durante l’assedio di Firenze (1529-30) le opere presenti nel monastero (d’ordine agostiniano) furono portate entro le mura, in San Jacopo tra i Fossi. Tale scelta risultò indovinata perché nel 1531 il convento venne completamente distrutto dalle truppe di Carlo V.

Nella chiesa furono totalmente rifatte tutte le cappelle, sullo stesso delle precedenti, e la tavola fu sistemata in una di esse: quella della famiglia Morelli. In un breve apostolico, datato 9 aprile 1532, appare il nominativo del committente, per l’appunto, Leonardo Morelli.

Nel 1557 venne gravemente danneggiata dallo storico alluvione del 13 settembre. Probabilmente in tale frangente andò perduta anche la predella, che fu completamente rifatta verso la fine dello stesso  secolo, poi di nuovo separata dalla pala e trasferita al museo di Casa Vasari ad Arezzo, sede attuale.

Nel 1849, con la sconsacrazione della chiesa di San Gallo e la conseguente trasformazione in caserma, la tavola ritornò alla famiglia Morelli, a patto che fosse resa accessibile al pubblico. Cosa che non avvenne e perciò, in ragione di tale postilla, per vie legali, nel 1875 l’opera fu confiscata ed entrò nella Galleria degli Uffizi.

Attualmente si trova  nel Museo del cenacolo di San Salvi, nella piccola collezione dedicata ad Andrea del Sarto e ai suoi contemporanei.

Andrea del Sarto

 Andrea del Sarto

Andrea del Sarto: Autoritratto
ANDREA DEL SARTO: Autoritratto

   (A. d’agnolo, erroneamente creduto Vannucchi di cognome, nato nel 1486 – morto nel 1530). È stato un grande pittore fiorentino.

Dopo i grandissimi artisti del Cinquecento si distingue tra i pochissimi per la grandezza e la bellezza delle sue composizioni.

Come pittore colorista è preparatissimo, tanto da essere paragonato ai più famosi artisti veneziani, e nell’arte del disegno è così perfetto da aver acquistato l’appellativo di “Andrea senza errori”.

Tra le sue opere più significative dobbiamo tenere presente gli affreschi realizzati nei chiostri della SS. Annunziata a Firenze, nei quali si ammira, in una lunetta del chiostro più grande, la famosa “Madonna del sacco” (1525), opera eccellente di eleganza e solennità.

Sempre nell’ambito fiorentino si apprezzano le sue opere alla Badia di S. Salvi e allo Scalzo dove domina  l’affresco sulla vita di S. Giovanni Battista a chiaroscuro.

Andrea_del_Sarto_madonna delle arpie
Andrea del Sarto: la Madonna delle arpie

 È chiamato alla Corte di Francia ove realizza opere di una certa importanza, tra le quali la Carità attualmente esposta al Louvre.

Tra le sue opere con tecnica a olio rammentiamo la Madonna delle Arpie (1517) ora  agli Uffizi di Firenze, diventata famosa per il vigore coloristico, la bellezza delle figure e l’armonia di tutto l’insieme.

Altri quadri attualmente esposti a Palazzo Pitti sono “la Disputa della Trinità”, “l’Annunciazione”, ed il celebre S. Giovanni Battista. Nella Galleria di Dresda troviamo “lo Sposalizio di Santa Caterina” realizzato nel 1515 che è uno dei suoi lavori più belli.

Questo “Grande” è presente in numerosissime gallerie europee.

Disputa della Trinità
Andrea del Sarto: Disputa della Trinità
S. Giovanni Battista
Andrea del Sarto: S. Giovanni Battista

Breve biografia e carriera artistica di Andrea del Sarto

Breve biografia di Andrea del Sarto

(Continua dalla pagina precedente)

Il viaggio di Andrea del Sarto in Francia ed il ritorno a Firenze

Agli inizi dell’estate del 1518 il pittore fu chiamato in Francia da Francesco I (1494 – 1547), per il  quale aveva già realizzato – a Firenze – la “Madonna col Bambino, santa Elisabetta e san Giovannino”, una tavola attualmente custodita nel Museo del Louvre.

A Fontainebleau l’artista si trovò a svolgere il difficilissimo compito sulla scia di un grandissimo personaggio che dovette lasciare perché ormai affaticato dell’età: Leonardo da Vinci, che infatti scomparve l’anno successivo.

Andrea del Sarto: Carità
Andrea del Sarto: Carità, Louvre, Parigi

Alcune opere del periodo francese di Andrea andarono perdute; tra le più significative ricordiamo la “Carità” (1518, una tavola ad olio, poi trasferita su tela, 185 x 137 cm., custodita nel Museo del Louvre), ove traspare la tipica cultura fiorentina di allora, in un impianto figurativo a struttura piramidale, con un vigoroso plasticismo ma con una cromia di qualità inferiore rispetto alle opere precedenti. Una pittura abbastanza gessosa che indica una crisi provocata dai suoi allievi, Pontormo e Rosso Fiorentino, che lo incitavano alle trasfigurazioni manieristiche. Il soggiorno francese per Andrea fu un’occasione mancata proprio a causa di tale mal disposizione. L’anno successivo, infatti, l’artista faceva ritorno a Firenze, secondo Vasari, a causa di una sua “certa timidità d’animo” e su esplicito sollecito della moglie. Luciano Berti parlò invece di ragioni nostalgiche e di trascuratezza [De Vecchi-Cerchiari, cit., p. 239].

Rientrato nel 1520 nella città natale promise, a detta del Vasari, un altro viaggio in Francia, cosa che non avvenne: «Ricordatosi alcuna volta delle cose di Francia, sospirava grandemente; e s’egli avessi pensato di potere avere perdono de ‘l fallo commesso, non è dubbio ch’egli vi sarebbe con ogni suo sforzo ritornato». Ritornò quindi alla decorazione del chiostro dello Scalzo, dove riprese il ruolo che aveva lasciato nel frattempo al Franciabigio; poco più tardi partecipò alla realizzazione degli affreschi del salone della villa medicea di Poggio a Caiano.

Pietà di Luco, anno 1523-1524, tecnica ad olio su tavola, 239 x 199 cm., Galleria Palatina, Firenze.
Andrea del Sarto: Pietà di Luco, anno 1523-1524, tecnica ad olio su tavola, 239 x 199 cm., Galleria Palatina, Firenze.

I dipinti di quegli anni si presentano, a differenza di quelli dei precedenti periodi, con un linguaggio contrapposto a quello di Rosso Fiorentino e Pontormo, con impianti esecutivi più eleganti ed un cromatismo assai più elaborato, talvolta luminoso, altre volte portato al limite della trasparenza, con arditi accostamenti, spesso dissonanti.

Riguardo alla ritrattistica, le figure si fanno più penetranti e le immagini delle composizioni sacre diventano più articolate, con chiari riferimenti agli schemi degli anni passati, però integrati con il nuovo linguaggio esecutivo.

Ultima cena (Cenacolo), anno 1527, affresco, 525 x 871 cm., Museo del Cenacolo di Andrea del Sarto, Firenze.
Andrea del Sarto: Ultima cena (Cenacolo), anno 1527, affresco, 525 x 871 cm., Museo del Cenacolo di Andrea del Sarto, Firenze.

Di questo rinnovamento ne hanno sentito anche i tradizionali personaggi del “Compianto sul Cristo morto” (Vienna) e della “Pietà di Luco” (Galleria Palatina, Firenze), quest’ultima realizzata nel 1523 per le monache di San Piero a Luco, nel Mugello, ove l’artista cercò rifugio per sottrarsi alla peste che imperversava in quegli anni nel capoluogo toscano. Essa si presenta con forti richiami alla “Pietà” di Fra’ Bartolomeo.

Madonna della Scala, anno 1522-1523, tecnica ad olio su tavola, 177 x 135 cm., Museo del Prado, Madrid.
Andrea del Sarto: Madonna della Scala, anno 1522-1523, tecnica ad olio su tavola, 177 x 135 cm., Museo del Prado, Madrid.

Nell’ultimo periodo la sua arte si concentrò soprattutto sullo sviluppo della coloristica culminando nell’importantissimo capolavoro del “Cenacolo di San Salvi” e nella “Madonna della Scala” del Prado. In quest’ultima si evidenzia una maggiore intransigenza compositiva, oltre che coloristica, mantenendo gli effetti di naturalezza e monumentalità delle figure.

Attenuatosi lo spirito creativo, Andrea si volse alla realizzazione di composizioni impiegando vecchi motivi, rielaborati e spesso affidati agli assistenti di bottega.

Tra i suoi più fidati assistenti ricordiamo Giovanni Antonio Sogliani (Firenze, 1492 – Firenze, 1544), che lo seguì per oltre venticinque anni.

Assunta Panciatichi di Andrea del Sarto

Andrea del Sarto: Assunta Panciatichi

Andrea del Sarto: Assunta Panciatichi
Andrea del Sarto: Assunta Panciatichi, anno 1522-1523, tecnica ad olio su tavola, 362 x 209 cm., Galleria Palatina, Firenze.

Sull’opera: “Assunta Panciatichi” è un dipinto di Andrea del Sarto realizzato con tecnica a olio su tavola nel biennio 1522-23, misura 362 x 209 cm. ed è custodito nella Galleria Palatina a Firenze. 

L’opera in esame fu realizzata per Bartolomeo Panciatichi (detto “il Vecchio”) che l’avrebbe destinata alla decorazione di un suo altare nella chiesa di Notre-Dame-du-Confort a Lione. Quando il dipinto fu portato a compimento non partì alla volta della Francia: dalle Vite del Vasari si ricava però che un difetto di assemblamento nelle assi costituenti la grande tavola, sebbene realizzata dal famoso architetto-scultore Baccio d’Agnolo (Firenze, 1462 – Firenze, 1543), ne avesse interrotto l’esecuzione.

Dal buono stato di conservazione del supporto pittorico tale ipotesi non appare abbastanza verosimile e, quindi, è più probabile che il cambio di destinazione fosse dovuto all’acuirsi dei rapporti, già non buoni, con l’Oltralpe nel periodo 1525-1529. L’opera venne quindi consegnata a Bartolomeo “il Giovane”, figlio dell’originario committente.

Nel 1526 l’artista ne realizzò una seconda versione, l’Assunta Passerini, attualmente custodita nella stessa galleria. L’opera in esame fu donata dal Panciatichi a Jacopo Salviati, che la trasferì nella propria Villa di Poggio Baroncelli (attualmente “Villa di Poggio Imperiale”). Cosimo I de’ Medici, nel 1548, a causa di motivi politici confiscò ogni bene al Salviati, compresa la villa che nel 1565 ne fece dono al genero Paolo Giordano Orsini, sposato con sua figlia Isabella d’Este.

La villa, dopo diversi passaggi di proprietà tornò, nel 1602, alla famiglia Medici che la destinò a Maria Maddalena d’Austria, moglie di Cosimo II.

Nel 1687 la pregiata pala, oggetto particolari di attenzioni ed elogi da parte degli esperti di storia dell’arte e del pubblico (fu lodata anche dal giovane Rubens), entrò a palazzo Pitti a far parte delle collezioni del gran principe Ferdinando.

In quel periodo l’Assunta Panciatichi fu ingrandita (nella parte alta) per fare pendant con l’Assunta Passerini. Attualmente le due Assunte hanno comune ubicazione (Sala dell’Iliade) e uguali cornici.

Un’attenta analisi sui disegni preparatori ha confermato come la presente versione sia da ritenere la più antica, databile certamente prima del 1526.

San Giovannino (Galleria Palatina) di Andrea del Sarto

Andrea del Sarto: San Giovannino (Galleria Palatina)

Andrea del Sarto: San Giovannino (Galleria Palatina)
Andrea del Sarto: San Giovannino, anno 1523, tecnica ad olio su tavola, 94 x 68 cm., Galleria Palatina, Firenze.

Sull’opera: “San Giovannino” è un dipinto di Andrea del Sarto realizzato con tecnica a olio su tavola nel 1523, misura 94 x 68 cm. ed è custodito nella Galleria Palatina a Firenze. 

Nelle Vite del Vasari vengono citati due dipinti con  san Giovannino a mezza figura realizzati dall’artista. Il primo, che ebbe come committente Giovan Maria Benintendi, da cui più tardi passò a Cosimo I de’ Medici (Firenze,  1519 – Villa di Castello, 1574), è custodito nella Galleria Palatina.

L’altra tavola, un’opera probabilmente giovanile di Andrea, realizzata per il Gran Maestro di Francia, ma poi venduta a Ottaviano de’ Medici, si trova oggi al Worcester Art Museum, Worcester, U.S.A.

Il presente San Giovannino viene infatti citato, insieme al nome del donatore, nel catalogo datato 1553 della Guardaroba Medicea.

Dal 1589 viene ricordato negli inventari medicei e dal 1828 può essere ammirato nella Sala di Giove della nota galleria fiorentina.

Madonna del Sacco di Andrea del Sarto

Andrea del Sarto: Madonna del Sacco

Andrea del Sarto: Madonna del Sacco
Andrea del Sarto: Madonna del Sacco, anno 1525, affresco, 191 x 403 cm., Chiostro dei morti basilica della Santissima Annunziata, Firenze.

Sull’opera: “Madonna del Sacco” è un affresco di Andrea del Sarto realizzato nel 1525, misura 191 x 403 cm. ed è custodito nel Chiostro dei morti nella basilica della Santissima Annunziata a Firenze. 

L’opera venne realizzata dall’artista dopo il suo rientro a Firenze nel 1525. Si era dovuto allontanare dalla città con la famiglia per sfuggire al contagio della peste che in quel periodo imperversava su tutta la zona.

Nelle Vite del Vasari si ricorda che l’affresco venne commissionato da frate Jacopo de’ Servi in seguito ad un voto fatto da una donna che lasciato una somma per finanziare l’impresa.

Della presente composizione rimangono anche due studi preparatori: uno custodito al Cabinet des Dessins del Louvre (n. 1675), l’altro al British Museum di Londra (1912-12-14-2).