Elenco delle opere realizzate da Agnolo Bronzino

Elenco delle opere di Bronzino

Pagine correlate all’artista: La biografia – Le opere più significative di Bronzino – Il suo periodo artistico – La critica al Bronzino – Le lettere – Bibliografia.

San Marco, anno 1525 circa, tecnica a olio su tavola, formato tondo, misura diametro 70 cm., chiesa di Santa Felicita, cappella Capponi, Firenze.

S. Matteo, anno 1525 circa, tecnica a olio su tavola, formato tondo, misura diametro 70 cm., chiesa di Santa Felicita, cappella Capponi, Firenze.

San Sebastiano, anno 1525-1528, tecnica a olio su tavola, 87 × 77 cm., Museo Thyssen-Bornemisza, Madrid.

Sacra Famiglia, sant’Anna e san Giovannino, anno 1527-1528, tecnica a olio su tavola, 101,3 × 78,7 cm., National Gallery of Art, Washington.

Ritratto di Lorenzo Lenzi, anno 1527-1528, tecnica a olio su tavola, 92 × 72,8 cm, Pinacoteca del Castello Sforzesco., Milano.

Pietà con la Maddalena, anno 1530 circa, tecnica a olio su tavola, 105 × 100 cm., Galleria degli Uffizi, Firenze.

Ritratto di dama in verde, anno 1530-1532, tecnica a olio su tavola, 76,7 × 65,4 cm., Royal Collection, Hampton Court.

Punizione di Marsia, anno 1531-1532, olio su tela, 48 × 119 cm., Ermitage, San Pietroburgo.

Altre opere

Sacra Famiglia con sant’Elisabetta e san Giovannino, anno 1534-1540, tecnica a olio su tavola, 124,5 × 99,5 cm., Vienna, Kunsthistorisches Museum.

Ritratto di Ugolino Martelli, anno 1535 circa, tecnica a olio su tavola, 102 × 85 cm., Gemäldegalerie, Berlino.

Adorazione dei pastori, anno 1535-1540, tecnica a olio su tavola, 65,3 × 46,7 cm., Museum of Fine Arts, Budapest.

Ritratto di Cosimo I come Orfeo, anno 1537-1539 circa, tecnica a olio su tavola, 93,7 × 76,4 cm., Philadelphia Museum of Art, Filadelfia.

Il Ritratto di Bartolomeo Panciatichi, anno 1540 circa, tecnica a tempera su tavola, 104 × 84 cm., Galleria degli Uffizi, Firenze.

Ritratto di Lucrezia Panciatichi, anno 1540 circa, tecnica a olio su tavola, 102 × 85 cm., Galleria degli Uffizi, Firenze.

Sacra Famiglia, anno 1540 circa, tecnica a olio su tavola, 117 × 93 cm., Galleria degli Uffizi, Firenze.

Ritratto di una vecchia donna, anno 1540 circa, tecnica a olio su tavola, 127 × 100 cm., Fine Arts Museum, San Francisco.

Il Ritratto di giovane uomo con libro, anno 1540 circa, tecnica a olio su tavola, 96 × 75 cm., Metropolitan Museum of Art, New York.

Cappella di Eleonora da Toledo, anno 1540-1545, affresco e tecnica a tempera, grandezza cappella: 4,9 × 3,8 m., Palazzo Vecchio, Firenze.

Allegoria del trionfo di Venere, anno 1540-1545, tecnica a olio su tavola, 147 × 117 cm., National Gallery, Londra.

Ritratto di una giovane, anno 1541-1545, tecnica a olio su tavola, 58 × 46,5 cm., Galleria degli Uffizi, Firenze.

Ritratto di Bia, illegittima di Cosimo I de Medici, anno 1542 circa, tecnica a olio su tavola, 63 × 48 cm., Galleria degli Uffizi, Firenze.

Altre opere

San Giovanni Battista, anno 1542-1545, tecnica a olio su tavola, J. Paul Getty Museum, Los Angeles.

Ritratto di Eleonora di Toledo col figlio Giovanni, anno 1544-1545, tecnica a olio su tavola, 115 × 96 cm., Galleria degli Uffizi, Firenze.

Ritratto di Cosimo I de’ Medici in armatura, anno 1545, tecnica a olio su tavola, 74 × 58 cm., Galleria degli Uffizi, Firenze.

Deposizione di Cristo con angeli e santi, anno 1545, tecnica a olio su tavola, 268 × 173 cm., Musée des Beaux-Arts, Besançon.

Ritratto di Stefano IV Colonna, anno 1546, tecnica a olio su tavola, 125 × 95 cm., Palazzo Barberini, Galleria Nazionale di Arte Antica, Roma.

Ritratto di Giovanni de’ Medici, anno 1549 circa, tecnica a tempera su tavola, 58 × 45,6 cm., Galleria degli Uffizi, Firenze.

Il Ritratto di dama, anno 1550 circa, tecnica a olio su tavola, 109 × 85 cm., Galleria Sabauda, Torino.

Ritratto di Garzia de’ Medici da bambino, anno 1550 circa, tecnica a olio su tavola, 48 × 38 cm., Museo del Prado, Madrid.

Ritratto di Andrea Doria nelle vesti di Nettuno, anno 1550-1555, olio su tela, 115 × 53 cm., Pinacoteca di Brera, Milano.

San Giovanni Battista, anno 1550-1555, tecnica a olio su tavola, 120 × 92 cm., Galleria Borghese, Roma.

Ritratto di Francesco I de’ Medici, anno 1551, tecnica a tempera su tavola, 58,5 × 41,5 cm., Galleria degli Uffizi, Firenze.

Ritratto di Ludovico Capponi, anno 1551, tecnica a olio su tavola, 117 × 86 cm., Frick Collection, New York.

Altre opere

Ritratto di Maria de’ Medici, anno 1551, tecnica a tempera su tavola, 52,5 × 38 cm., Galleria degli Uffizi, Firenze.

Discesa di Cristo al Limbo, anno 1552, Museo di Santa Croce, Firenze.

San Bartolomeo, anno 1555, tecnica a olio su tavola, 93 × 155 cm., Galleria dell’Accademia di San Luca, Roma.

Sant’Andrea, anno 1555, tecnica a olio su tavola, 90 × 160 cm., Galleria dell’Accademia di San Luca, Roma.

Ritratto di Laura Battiferri, anno 1555-1560, olio su tela, 83 × 60 cm., Palazzo Vecchio, Firenze.

Sacra Famiglia e san Giovannini, anno 1555-1560, tecnica a tempera su tavola, 117 × 99 cm., Museo Puskin, Mosca.

Eleonora di Toledo, anno 1560 circa, tecnica a olio su tavola, 86,4 × 65 cm., National Gallery of Art, Washington.

Noli me tangere, anno 1561, olio su tela, 291 × 195 cm., Museo del Louvre, Parigi.

Allegoria della Felicità, anno 1564, olio su rame, Galleria degli Uffizi, Firenze.

Deposizione, anno 1565, tecnica a olio su tavola, 350 × 235 cm., Galleria dell’Accademia, Firenze.

Martirio di san Lorenzo, anno 1569, affresco, Basilica di San Lorenzo, Firenze.

Ritratto di giovinetta con libro del Bronzino

Il Bronzino: Ritratto di giovinetta con libro

Il Bronzino: Ritratto di giovinetta con libro
Bronzino: Ritratto di giovinetta con libro, cm. 58 x 46,  Uffizi, Firenze

Sull’opera: “Ritratto di giovinetta con libro” è un dipinto autografo del Bronzino, realizzato con tecnica a olio su tavola nel 1545, misura 58 x 46 cm. ed è custodito nella Galleria degli Uffizi a Firenze. 

La presente opera viene annoverata, in pieno accordo tra gli studiosi di storia dell’arte, come uno fra i più splendidi ritratti del Bronzino, soprattutto per la pregiata stesura pittorica e per l’intenso messaggio espressivo, che pare richiamare la delicata malinconia delle figure pontormiane (Becherucci).

Ritratto di Bia di Cosimo de’ Medici del Bronzino

Il Bronzino: Ritratto di Bia di Cosimo de’ Medici

Il Bronzino: Ritratto di Bia di Cosimo de' Medici
Bronzino: Ritratto di Bia di Cosimo de’ Medici, cm. 59 x 45,  Uffizi, Firenze

Sull’opera: “Ritratto di Bia di Cosimo de’ Medici” è un dipinto autografo del Bronzino, realizzato con tecnica a olio su tavola nel 1542, misura 59 x 45 cm. ed è custodito nella Galleria degli Uffizi a Firenze.

È ormai consolidata l’identificazione in Bia de’ Medici dell’effigiata: al collo reca una catenina alla quale pende un medaglione col profilo di Cosimo de’ Medici. Bia è la figlia naturale del duca, scomparsa in tenera età nel 1542.

Anche il Vasari citava come opera del Bronzino un ritratto “della Bia fanciulla”.

Lo stile del presente dipinto, assai vicino a quello dei medi anni Quaranta, è in linea con la cronologia sopra riportata (1542). Esso, nonostante la limpida fissità della figura, esprime con forza la freschezza dell’infanzia [Becherucci].

Ritratto di Lucrezia Panciatichi del Bronzino

Il Bronzino: Ritratto di Lucrezia Panciatichi

Il Bronzino: Ritratto di Lucrezia Panciatichi
Bronzino: Ritratto di Lucrezia Panciatichi, cm. 104 x 85,  Uffizi, Firenze

Sull’opera: “Ritratto di Lucrezia Panciatichi” è un quadro autografo del Bronzino, eseguito con tecnica a olio su tavola intorno al 1540, misura 104 x 85 cm. ed è custodito nella Galleria degli Uffizi a Firenze. 

 L’opera in esame segue esattamente la storia esterna dell’opera precedente, “Ritratto di Bartolomeo Panciatichi“.

Come già accennato nell’altra pagina, entrambe le tavole sono considerate come le più alte espressioni della ritrattistica bronzioniana dei primi anni Quaranta

Le due tavole, insieme a quelle di due Madonne dello stesso Bronzino (tra cui Sacra Famiglia Panciatichi sempre agli Uffizi) nel 1584 passarono da Vincenzo Borghini in casa del figlio della coppia.

Lo sguardo apparentemente pieno di tristezza della donna ispirò Vernon Lee e Henry James.

Fu a lungo esposto nella Tribuna, poi nel 2012 fu spostato nelle sale rosse dei Nuovi Uffizi.

Ritratto di Eleonora da Toledo col figlio Giovanni del Bronzino

Il Bronzino: Ritratto di Eleonora da Toledo col figlio Giovanni

Il Bronzino: Ritratto di Eleonora da Toledo col figlio Giovanni
Bronzino: Ritratto di Eleonora da Toledo col figlio Giovanni, cm. 115 x 96, Uffizi, Firenze

Sull’opera: “Ritratto di Eleonora da Toledo col figlio Giovanni” è un dipinto autografo del Bronzino, realizzato con tecnica a olio su tavola nel 1545, misura 115 x 96 cm. ed è custodito nella Galleria degli Uffizi a Firenze. 

Si tratta di uno fra i più famosi ritratti dell’artista, sia per l’espressività dei due personaggi, sia per la resa cromatica dei loro costumi.

I delicati carnati dei volti e le gradevoli variazioni cromatiche delle vesti vengono ulteriormente valorizzati dalla sapiente creazione di una preziosa luminosità, proveniente da sinistra e dall’alto.

Il bambino, identificato in precedenza con don Garcia (nato nel 1547), settimo figlio di Cosimo e di Eleonora, viene attualmente riconosciuto come Giovanni (nato nel 1543) dalla maggior parte degli studiosi, mentre per altri potrebbe trattarsi del primogenito Francesco.

Ritratto di Giovanni de’ Medici da bambino del Bronzino

Il Bronzino: Ritratto di Giovanni de’ Medici da bambino

Il Bronzino: Ritratto di Giovanni de' Medici da bambino
Bronzino: Ritratto di Giovanni de’ Medici da bambino, cm. 58 x 45,  Uffizi, Firenze

Sull’opera: “Ritratto di Giovanni de’ Medici da bambino” è un dipinto autografo del Bronzino, realizzato con tecnica a olio su tavola nel 1545, misura 58 x 45 cm. ed è custodito nella Galleria degli Uffizi a Firenze.

 L’effigiato, sulla base di notizie ricavate da un inventario manoscritto del secolo XVIII, veniva identificato in Don Garcia, il settimo figlio di Cosimo de’ Medici e di Eleonora da Toledo.

Più tardi, la maggior parte della critica, basandosi anche su confronti iconografici, avanzò l’ipotesi che potesse trattarsi invece del fratello maggiore Giovanni.

Esiste la documentazione, datata 1545, della realizzazione di un ritratto nella primavera dello stesso anno per uno dei figli del duca di Firenze. Giovanni in quel periodo aveva poco meno di due anni, e questo lascia giustamente presupporre che tale ipotesi sia abbastanza verosimile.

Sacra famiglia con Sant’Anna e San Giovannino del Bronzino

Il Bronzino: Sacra famiglia con Sant’Anna e San Giovannino

Il Bronzino: Sacra famiglia con Sant'Anna e San Giovannino
Bronzino: Sacra famiglia con Sant’Anna e San Giovannino, cm. 124,5 x 99,5, Kunsthistorisches Museum, Vienna.

Sull’opera: “Sacra famiglia con Sant’Anna e San Giovannino” è un dipinto autografo del Bronzino, realizzato con tecnica a olio su tavola intorno al 1550, misura 124,5 x 99,5 cm. ed è custodito nel Kunsthistorisches Museum a Vienna. 

 La tavola reca la firma dell’artista: “BRO(N)ZINO FIORE(N)TINO”. La sua cronologia viene indicata dagli studiosi a cavallo tra gli anni Quaranta e Cinquanta.

Infatti il dipinto è stilisticamente assai affine al ciclo degli affreschi di Palazzo Vecchio nella cappella di Eleonora da Toledo, per la decisa eleganza nella struttura e  nelle forme.

La composizione in esame, per la pregiata stesura pittorica, viene riconosciuta all’unanimità come un alto esempio del classicismo bronziniano.

Goldschmidt nel 1911 avanzò l’ipotesi di identificare la Sacra Famiglia del Kunsthistorisches Museum con la seconda delle “Nostre Donne” (Sacra famiglia con San Giovannino, Uffizi di Firenze) realizzate per la famiglia Panciatichi.

La Decorazione del Soffitto della Cappella Eleonora da Toledo del Bronzino

Il Bronzino: La Decorazione del Soffitto della Cappella Eleonora da Toledo

Il Bronzino: Decorazione della Cappella di Eleonora da Toledo - Decorazione del soffitto
Bronzino: La Cappella di Eleonora da Toledo (soffitto: San Michele arcangelo vince il demonio la stigmatizzazione di San Francesco e frate Leone San Gerolamo penitente San Giovanni evangelista a Patmos) cm. 490 x 385, Palazzo Vecchio, Firenze.

Sull’opera: La “Decorazione del Soffitto” è un affresco autografo del Bronzino, appartenente alla “Decorazione della Cappella Eleonora da Toledo”, realizzato intorno al 1540-41 in un ambiente sito al secondo piano di Palazzo Vecchio e misura 490 x 385 cm.

 Di questa composizione esiste l’impianto preparatorio – un misto di acquerello, penna e tocchi di biacca su una superficie di 262 X 343 cm. – attualmente custodito a Francoforte nello Staedelsches Kunstinstitut, precedentemente attribuito al mantovano Giulio Romano (1499 – 1546), poi riconosciuto autografo del Bronzino da Voss [1920].

Di grande importanza, per conoscere a fondo la strutturazione compositiva dell’assieme, sono soprattutto le diverse varianti rispetto al generale contenuto dell’opera: in particolare, l’affresco reca uno stemma araldico, con le armi del duca di Firenze ed Eleonora, a cui venne sovrapposto – intorno al 1565 – probabilmente l’attuale simbolo con la Trinità, prima che lo stesso Cosimo de’ Medici decidesse la di trasferirsi a Palazzo Vecchio (fonti: Smyth, 1955; Cox Rearick, “REA” 1971).

Mentre il periodo della realizzazione dell’affresco, come sopra riportato, è certamente da riferirsi ad una data a cavallo tra il 1540 ed il 1541, per quanto riguarda  le “Quattro virtù cardinali” entro i pennacchi – Prudenza, Giustizia, Fortezza e Temperanza – appare possibile secondo Smyth, in riferimento allo stile, assegnare una cronologia più tarda.

I quattro scomparti

SAN MICHELE ARCANGELO VINCE IL DEMONIO, 47 X 62 cm.: Si trova nel settore che corrisponde alla parete di fondo. Il deciso taglio dell’immagine, la sua equilibrata armonia ed il suo gradevole bilanciarsi nello spazio sono evidenziati dagli studiosi, che li ritengono elementi di pura pittura manieristica. A proposito di questo, la Cox Rearick definisce il santo “un paradigma della maniera”. Alla figura della composizione in esame viene riferito all’unanimità uno studio preparatorio del Bronzino dove appare un nudo (carboncino, 387 X 226, custodito al Louvre nel Gabinetto dei disegn), già attribuito a Gian Paolo Lomazzo (1538 – 1592), poi ritenuto autografo da Smyth.

37. LA STIMMATIZZAZIONE DI  SAN FRANCESCO E FRATE LEONE,  34 X 73 cm.. Si trova a sinistra del San Michele, partendo dall’entrata. La composizione si presenta simmetrica allo schema preparatorio e presenta sostanziali differenze stilistiche con il “San Michele Arcangelo” soprattutto negli effetti luminosità e nella dilatazione spaziale. Smyth legge questi sviluppi – insieme ad altre varianti da lui rilevate – il cambiamento dell’artista verso una cifra manieristica propria, coincidente appunto con il periodo dei primi anni Quaranta.

SAN GEROLAMO PENITENTE, 47 X 62 cm. Si trova nel settore opposto al San Michele. La plasticità e la solidità della figura, nella quale Smyth evidenzia un influsso più incisivo della tradizionale pittura quattrocentesca, ha fatto avanzare allo studioso l’ipotesi di un richiamo alle opere di Raffaellino del Garbo (San Lorenzo a Vigliano, 1466 – Firenze, 1524). La Cox Rearick riferisce alla presente composizione uno studio preparatorio (carboncino, 141 X 106 cm.) relativo alla sola testa, custodito agli Uffizi (Gabinetto dei disegni).

SAN GIOVANNI EVANGELISTA A PATHOS, 34 X 73. La composizione si trova nella parte corrispondente alla parete di sinistra. Esiste un bozzetto preparatorio che secondo la Cox Rearick presenta alcune lievi varianti, relative soprattutto alla prospettiva della testa e ad una più plastica strutturazione della figura.

16 bronzino - la cappella di eleonora da toledo

Particolare di un putto, cm. 140 x 115.

17 bronzino - soffitto della cappella di eleonora da toledo

Particolare della stigmatizzazione di San Francesco e frate Leone, cm. 100 x 82.

18 bronzino - soffitto della cappella di eleonora da toledo

Particolare del “San Michele Arcangelo vince il demonio”, cm. 185 x 152.

 

Cristo morto con la Madonna e Maddalena (Uffizi) del Bronzino

Il Bronzino: Cristo morto con la Madonna e Maddalena (Uffizi)

Il Bronzino: Cristo morto con la Madonna e Maddalena (Uffizi)
Bronzino: Cristo morto con la Madonna e Maddalena, 115 x 100,  Galleria degli Uffizi, Firenze

Sull’opera: “Cristo morto con la Madonna e Maddalena” è un dipinto autografo del Bronzino, realizzato con tecnica a olio su tavola probabilmente nel 1528-30, misura 115 x 100 cm. ed è custodito nella Galleria degli Uffizi a Firenze. 

 La storia esterna di questo dipinto è conosciuta dagli inizi dell’Ottocento, quando era ubicato nel convento di Santa Trinità (Firenze). Nello stesso luogo già il Vasari vi accennava ad un’opera del Bronzino, raffigurante “Cristo morto, la Nostra Donna, San Giovanni e Santa Maria Maddalena”, posta sul primo pilastro a destra.

 Tale identificazione, che generò accesi dibattiti fra gli studiosi, soprattutto per la mancanza di san Giovanni, fu ipotizzata e riproposta più volte dal Milanesi.

La tradizionale assegnazione della tavola al Bronzino fu negata da Berenson [1903] che l’attribuì al suo maestro, il Pontormo, posticipandone di alcuni anni la cronologia.

Anche McComb [1928] non la riteneva autografa, escludendola quindi dal catalogo del Bronzino.

Nel secolo scorso noti studiosi di storia dell’arte – tra i quali Adolfo Venturi, Becherucci, Smyth, Emiliani, Salvini – ripresentarono con forte autorità il nome del Bronzino, riconsiderando verosimile l’identificazione del Milanesi indicante la citazione del Vasari, dove l’aggiunta presenza di San Giovanni sarebbe, secondo loro, una delle tipiche inesattezze più volte descritte dal grande artista-storiografo.

Noli me Tangere (Casa Buonarroti) del Bronzino

Il Bronzino: Noli me Tangere (Casa Buonarroti)

Il Bronzino: Noli me Tangere (Casa Buonarroti)
Bronzino: Noli me Tangere, cm. 175 x 134, Casa Buonarroti, Firenze

Sull’opera: “Noli me Tangere” è un dipinto attribuito al Bronzino, realizzato con tecnica a olio su tavola intorno al 1532 (non prima), misura 175 x 134 cm. ed è custodito nella Casa Buonarroti a Firenze. 

 Il dipinto in precedenza si trovava nei depositi degli Uffizi a Firenze insieme ad un’altra versione con il medesimo tema. Attualmente le due tavole si trovano nella “Casa” fiorentina.

In considerazione del dipinto in esame, la composizione originaria si ispira ad un cartone michelangelesco del 1531, che il Pontormo tradusse in pittura su commissione del marchese del Vasto, Alfonso d’Avalos. Sempre il Pontormo, secondo il Vasari, ne realizzò una copia per Alessandro Vitelli. Più tardi, intorno al 1537, anche Battista Franco riprodusse l’opera del Buonarroti.

Nonostante che la vicenda delle assegnazioni si faccia abbastanza complessa, il dipinto in esame viene concordemente attribuito al Bronzino come una derivazione da un’opera del Pontormo, suo maestro, anziché dal cartone di Michelangelo.

La prima autorevole attribuzione all’artista fu avanzata dal Longhi in concomitanza della manifestazione pittorica “Fontainebieau e la Maniera italiana”, svoltasi nel 1952 a Napoli.

Tale ipotesi venne condivisa dall’Arcangeli e pienamente sostenuta dall’Emiliani che evidenziava in particolare la netta, pregiata stesura delle architetture e del paesaggio nello sfondo. Il Berti (1973) invece proponeva, a riguardo, l’autografia del Pontormo.

Anche il Procacci (“La Casa Buonarroti a Firenze”, ed. 1965) non riferisce il dipinto all’artista, che secondo lui, è la più tarda delle due versioni custodite in “Casa Buonarroti”. L’opera nel secolo scorso subì un accurato restauro da parte della Soprintendenza fiorentina.