Biografia, opere e vita artistica di Giovanni Antonio Canal detto Canaletto

Biografia opere e vita artistica di Canaletto

Pagine correlate: Elenco delle opereAltre opere di Canaletto – Ancora altre opere del Canaletto – Biografia e vita artistica – La critica – Il suo periodo – Bibliografia.

Breve biografia di Canaletto

Biografia opere e vita artistica di Canaletto

Giovanni Antonio Canal detto il Canaletto (Venezia,17 ottobre 1697 – ivi, 19 aprile 1768) fu il caposcuola dei vedutisti veneti del Settecento.

Il padre era pittore di scenari teatrali: nel suo studio il giovane Canaletto apprese l’arte.

Fino dal 1716 aiutava il padre insieme al fratello Cristoforo, a disegnare le scene per due opere di Vivaldi e Chelleri, eseguite al teatro Sant’Angelo a Roma,durante un soggiorno romano, in cui aveva accompagnato il padre, come è testimoniato dai relativi libretti; ma è possibile che avesse lavorato precedentemente col padre, nei teatri veneziani.

Nei successivi quattro anni, la famiglia fornì le scene per altre opere di vari compositori, in diversi teatri romani.

In questo periodo romano Giovanni Antonio Canal (che era chiamato Canaletto per distinguerlo dal padre), forse perché si rese conto che i metodi convenzionali della scenografia contemporanea soffocavano le sue doti naturali: il suo innato amore per la pittura di paesaggio, si risvegliò forse attraverso contatti con artisti olandesi attivi a Roma, in particolare Gaspar Van Wittel (meglio noto come, Vanvittelli), che allora dipingeva rappresentazioni topografiche di Roma e di altre città italiane.

Poiché Van Wittel aveva allora appena intrapreso il genere di pittura vedutista,anche Canaletto iniziò dipingendo le antichità di Roma; quasi certamente risale a questo periodo una serie di ventidue disegni con vedute romane. (oggi conservati a Londra, al British Museum).

Alcune fra le più conosciute opere di Canaletto

Riva degli Schiavoni verso est (1745 circa)

Canaletto: Riva degli Schiavoni verso est (1745 circa), Edimburgo, Scottish National Gallery. Dimensione della tela: (40,1 X 59,7 cm.)
Canaletto: Riva degli Schiavoni verso est (1745 circa), Edimburgo, Scottish National Gallery. Dimensione della tela: (40,1 X 59,7 cm.)

Le geometrie fortemente razionalistiche e la prospettiva impeccabile rendono la tela Riva degli Schiavoni verso est, uno dei manifesti per eccellenza della pittura vedutista. La mano di Canaletto è capace di riprodurre “fotograficamente” uno degli scorci più apprezzati di Venezi

. A sinistra si vedono la colonna di San Marco con il leone in cima, la maestosa facciata gotica di Palazzo Ducale, e in lontananza,oltre le scale, le carceri della città.

Il dipinto, realizzato per committenti inglesi, riproduce fedelmente la vivacità e la frenesia di Venezia.

Inoltre la tela ha un’importanza particolare, in quanto si sofferma su quello che, alcuni secoli dopo, diventerà il punto d’osservazione prediletto dei pittori impressionisti, in visita a Venezia. (come Manet, Renoir e Monet).

Santa Maria Aracoeli e il Campidoglio

Antonio Canal: Santa Maria Aracoeli e il Campidoglio (1720 circa), Budapest, Szépmuvesti Museum.
Canaletto: Santa Maria Aracoeli e il Campidoglio (1720 circa), Budapest, Szépmuvesti Museum. Dimensioni della tela: (148 X 200 cm.)

Il Canaletto, al seguito del padre, a Roma, avrebbe iniziato proprio nell’Urbe a proporsi come interprete del vedutismo, un’arte in cui protagonisti sono scorci cittadini o vedute del paesaggio. Qui ritrae la piazza del Campidoglio e Santa Maria Aracoeli.

Secondo Charles Beddington, la tela sarebbe stata eseguita dal Canaletto dopo il ritorno da Roma, cioè nel 1720,venendo a porsi come punto di riferimento fondamentale nella ricostruzione dell’attività giovanile dell’artista.

L’attribuzione è basata sulla relazione con disegni del Canaletto facenti parte della serie di ventidue vedute romane da lui eseguite tra il 1719 e il 1720. Ma l’argomentazione è fragile, perché non esiste alcun legame stilistico tra questo mediocre dipinto e le opere vedutiste come l’Arco di Settimio Severo e l’Arco di Costantino, che Beddington ha datato 1720 – 1721, senza dare una convincente giustificazione dello stridente divario stilistico e cromatico.

Dopo il suo ritorno a Venezia, elaborò uno stile personale di vedute di Venezia e del suo entroterra, che incontrò il favore di un pubblico internazionale: ebbe tra i suoi acquirenti il principe del Liechtenstein e il banchiere inglese Joseph Smith, che divenne poi console inglese a Venezia e gli aprì le porte del ricco e nobile collezionismo inglese. Dal 1746 al 1755, Canaletto soggiornò a Londra (con brevi ritorni a Venezia).

Piazza San Marco

Canaletto: Piazza San Marco (1723 circa) Madrid, Museo Tyssen-Bornemisza. Dimensioni della tela: (141 X 204 cm.)
Canaletto: Piazza San Marco (1723 circa)
Madrid, Museo Tyssen-Bornemisza. Dimensioni della tela: (141 X 204 cm.)

Anche con questa tela il Canaletto si dimostra uno dei più grandi (se non il più grande) tra gli esponenti del vedutismo,genere pittorico in cui protagonista del dipinto sono le vedute di città o di paesaggi.

Questo genere, anche grazie all’abilità di pittori come Canaletto, si diffuse in particolare a Venezia,soprattutto per la bellezza e per l’unicità dei suoi scorci cittadini, che resero i dipinti dei vedutisti veneziani, richiestissimi in ogni parte d’Europa, i committenti di ogni angolo del continente si recavano infatti a Venezia per acquistare le vedute della città lagunare riprodotte su tela.

Il Canaletto esalta i contrasti chiaroscurali tra le zone in ombra e quelle soleggiate, ricorrendo ad una gamma cromatica verde- azzurra e grigio- argento, fredda e ai toni brumosi dei pittori paesaggisti. I dipinti del Canaletto comunque si distinguono sempre per la loro grande accuratezza.

Il Canal Grande verso Rialto

Canaletto: Il canal grande da campo San Vio presso il ponte di Rialto cm. 144 x 207, Venezia, Ca’ Rezzonico
Canaletto: Il canal grande da campo San Vio presso il ponte di Rialto cm. 144 x 207, Venezia, Ca’ Rezzonico

Questo dipinto appartiene alla serie delle quattro vedute realizzate da Canaletto agl’inizi degli anni venti per un unico committente, probabilmente, uno dei governatori dell’Ospedale dei Mendicanti.

I dipinti divennero proprietà del principe del Liechtenstein e, sul finire del secolo, vennero trasferiti a Vienna.

La tela, precedentemente in collezione privata, è pervenuta al museo veneziano nel 1983.

La scena è osservata da palazzo Balbi, in direzione del ponte di Rialto che chiude le linee di fuga sullo sfondo. Il canale,delimitato in primo piano dal perimetro della tela,corre verso il punto di fuga della composizione; lungo le sue rive si svolge la scenografica sfilata dei palazzi addossati gli uni agli altri,quelli sul lato sinistro, splendono illuminati dal sole che rivela impietoso il degrado delle costruzioni.

Oltre ai minuti particolari architettonici. Grazie all’impiego preso a prestito dalla tecnica scenografica,di due diverse fonti di luce (poste su entrambi i lati della tela) alterando in modo suggestivo la visione reale, le acque della laguna sono oscurate dalle ombre di palazzo Balbi,sulla sinistra,e da quelle delle case dei Mocenigo, sulla sponda opposta. La pittura del Canaletto, oltre ad unire nella rappresentazione topografica, architettura e natura, si atteneva a rigorose e precise condizioni di luce e a valori assoluti della prospettiva, ottenuta con l’uso della camera ottica.

Biografia opere e vita artistica di Canaletto

BREVE NOTA SULLA CAMERA OTTICA

La camera ottica era uno strumento molto usato dai pittori del 1700, permetteva di proiettare l’immagine della realtà su uno schermo di carta oleata, in modo da poter procedere al ricalco.

La nuova pittura del Canaletto, piace tanto che nel 1722 l’artista ha già fama di un genio, che supera la tradizionale pittura topografica del Carlevarijs. Il successo consente a Canaletto di assicurarsi la collaborazione di una bottega, dove vengono vendute le sue opere, prima a italiani e poi ad inglesi.

Nel 1723 lavora per il banchiere inglese Joseph Smith, futuro console a Venezia, e suo mecenate, per il quale esegue disegni e dipinti destinati a decorargli l’abitazione.

Il Canal Grande visto da campo San Vio

Il Canal Grande visto da campo San Vio (1723), Madrid, Museo Tyssen – Bornemisza. Dimensioni della tela: (142 X 214 cm.)
Canaletto: Il Canal Grande visto da campo San Vio (1723), Madrid, Museo Tyssen – Bornemisza. Dimensioni della tela: (142 X 214 cm.)

Anche quest’opera fu acquisita dal principe del Liechtenstein insieme ad altre. La scena osservata dal lato del campo San Vio, pone il punto di vista dello spettatore leggermente rialzato,così da spaziare fino al bacino di San Marco.

La facciata marmorea di palazzo Corner ,interamente riprodotta, contrasta con la fiancata dall’intonaco vecchio e scrostato. Sul lato destro della tela, una parte del campo popolato dagli abitanti della zona: quattro uomini, poveramente vestiti, si riposano al sole, mentre parlano con l’uomo in piedi di fronte a loro.

Al precario approdo sono ancorati due barconi,uno solo di essi ha la vela spiegata; ed è qui che il pittore sembra soffermarsi maggiormente, cercando attraverso le molteplici tonalità del marrone, di creare l’effetto della tela logora e sporca.

Come realmente risultano certe vecchie imbarcazioni. Ma, senza dubbio, il particolare più realistico ci è offerto dalla donna affacciata al balcone della palazzina di destra, che con la scopa in mano e lo straccio della polvere appeso al balcone, osserva lo svolgersi della vita della piazza sottostante, mentre sul tetto lavora lo spazzacamino.

Il bacino di San Marco dalla Giudecca

Il bacino di San Marco con la dogana dalla punta della Giudecca, cm. 141 x 152,5 Cardiff National Museum of Wales
Canaletto: Il bacino di San Marco con la dogana dalla punta della Giudecca, cm. 141 x 152,5 Cardiff National Museum of Wales

Il bacino di San Marco con la dogana è visto dalla punta della Giudecca.

La tela appartiene alle opere giovanili di Canaletto dipinte a Venezia.

Questo scorcio di Venezia, fra i più suggestivi della città lagunare, verrà commissionato spesso al vedutista veneziano, questa veduta dalla Giudecca è forse più insolita, ma indubbiamente questa veduta del bacino di San Marco piaceva a tutti e solo i più ricchi e fortunati potevano portarsi a casa una tela del Canaletto, che aveva ormai una bottega avviata e prospera.

Il bacino di San Marco

Canaletto: Il bacino di San Marco verso est, cm. 204, Boston, Museum of Fine Arts.
Canaletto: Il bacino di San Marco verso est, cm. 125 x 204, Boston, Museum of Fine Arts.

La pittura vedutista di Canaletto in quest’opera ritrae “fotograficamente” un luminoso bacino di San Marco, con la Riva degli Schiavoni, uno dei punti d’attracco della città lagunare, molto fitto d’imbarcazioni di ogni tipo.

Il bacino di San Marco verso est abbraccia una luminosa Isola di San Giorgio, che fa da sfondo al fitto movimento delle imbarcazioni.

Canaletto “dilata” lo spazio, come se lo vedesse attraverso un grandangolo e cerca la veduta panoramica abbassando la linea dell’orizzonte.

Il bacino di San Marco dalla piazzetta

Canaletto: Il bacino di San Marco con l’isola di san Giorgio dalla piazzetta, cm. 63, Milano, collezione. privata.
Canaletto: Il bacino di San Marco con l’isola di san Giorgio dalla piazzetta, cm. 47 x 63, Milano, collezione. privata.

Canaletto. Il bacino di San Marco con l’isola di San Giorgio dalla piazzetta (1726 – 1728)
Milano, collezione privata. Dimensioni della tela: (47 X 63 cm.).

Il Canaletto eseguì altre tele con il bacino di San Marco, questa è custodita oggi da un collezionista privato.

Il ritorno del bucintoro al molo

Antonio Canal : Il ritorno del bucintoro al molo (1734), Windsor Castle, Royal Collection. Dimensioni della tela: (77 X 126 cm.)
Canaletto: Il ritorno del bucintoro al molo (1734), Windsor Castle, Royal Collection. Dimensioni della tela: (77 X 126 cm.)

Il quadro dipinto per il console inglese Joseph Smith, ritrae il bucintoro nel giorno dell’Ascensione.

Entro un rigoroso telaio prospettico, il pittore inserisce con assoluta esattezza il complesso sviluppo dei maggiori monumenti di Piazza San Marco, visti dalle acque del bacino, nel giorno della maggiore solennità della Serenissima, quando il doge rievoca lo sposalizio del mare, simbolo del dominio veneziano sull’Adriatico.

Sotto una luce solare, il monumentale bucintoro (regale nave a remi che ospita il doge), solca lentamente le acque sulle quali scintilla una luce d’argento, mentre una folla, sparsa tra gondole e barche addobbate a festa, lo attende tranquillamente sulla banchina del molo.

Vedutismo

Con il Settecento nacque nell’ambiente artistico una forte esigenza di oggettività e precisione, capaci d’impreziosire il genere del vedutismo anche di un valore documentario.

Già dalla prima metà del XVIII secolo s’iniziò a manifestare una certa inclinazione per la razionalità che si riverberò anche sul modo di rendere il paesaggio.

La richiesta di vedute aumentò in breve tempo per i luoghi di grande interesse turistico e politico e tale fenomeno spiega così il motivo per cui, in alcuni centri di grande richiamo, si siano formate vere e proprie schiere d’artisti specializzati in questo genere pittorico, come avvenne per esempio a Venezia.

Si comprende perciò il motivo per il quale un pittore dalle discrete doti tecnico-artistiche come Canaletto, si sia specializzato proprio in tale pittura, conducendola molto presto a livelli molto alti di precisione e cura del dettaglio.

In breve tempo l’artista riuscì ad essere adorato dai più svariati committenti che capitavano a Venezia; e in particolare dal pubblico inglese, e questo fu uno dei motivi che nel 1746 spinsero Canaletto a stabilirsi a Londra, dove, salvo due brevi rientri a Venezia, rimase fino al 1755.

Sempre per Joseph Smith dipingerà “La Regata sul Canal Grande” e “Interno di San Marco di notte”.

La Regata sul Canal Grande

Antonio Canal: La Regata sul Canal Grande (1732), Londra, Collezioni Reali. Dimensioni della tela: (77 X 126 cm.)
Canaletto: La Regata sul Canal Grande (1732), Londra, Collezioni Reali. Dimensioni della tela: (77 X 126 cm.)

Il dipinto raffigura il Canal Grande durante una gara molto importante per i Veneziani, la Regata storica (ancora oggi disputata e molto ammirata).

Il dipinto ci fa notare l’intenso traffico di gondole e altre barche che fanno da contorno, cariche di spettatori e tifosi.

Sui palazzi veneziani affollati di gente, si vedono dei drappi ricamati che sono appesi a simboleggiare il giorno di festa. Si vede un bellissimo cielo sereno,che occupa quasi metà del quadro.

Nei suoi quadri Canaletto oltre ad unire nella rappresentazione topografica architettura e natura,mostra un’attenta resa atmosferica, dalla scelta di precise condizioni di luce per ogni particolare momento della giornata e da un’indagine condotta con criteri di scientifica oggettività,in concomitanza col maggiore momento di diffusione dell’Illuminismo. Insistendo sul valore geometrico della prospettiva, che l’artista a volte descrive servendosi della camera ottica.

Interno di San Marco di notte

Canaletto: Interno di San Marco di notte (1733), Londra, Collezioni Reali. Dimensioni della tela: (33 X 22 cm.)
Canaletto: Interno di San Marco di notte (1733), Londra, Collezioni Reali. Dimensioni della tela: (33 X 22 cm.)

Il dipinto rappresenta la Basilica di San Marco durante le funzioni del Venerdì santo. La crociera e il transetto nord vengono ripresi da un punto d’osservazione posto a sud (in corrispondenza della cupola di San Leonardo).

I volumi interni sembrano rimpiccioliti e l’illusione dell’altezza è rafforzata dalla catena filiforme a cui è sospesa la lampada.

La luce arriva sulla croce appesa all’ingresso e si diffonde creando un senso di mistero e di solennità nel sacro tempio e nei riti che vi sono celebrati.

Questo dipinto di Canaletto si evidenzia per essere uno dei pochi (forse l’unico) notturno della produzione del pittore, che invece deve la sua fama allo studio della luce e alla particolare luminosità delle sue opere.

La festa di San Rocco

Canaletto: La festa di San Rocco (1735), Londra, National Gallery. Dimensioni della tela 147 X 199 cm.
Canaletto: La festa di San Rocco (1735), Londra, National Gallery. Dimensioni della tela 147 X 199 cm.

A Venezia il 16 agosto,giorno della festa di San Rocco, si commemorava ancora la fine della terribile pestilenza del 1576 (di cui morì anche Tiziano).

In quel giorno il Doge ascoltava la Messa nella chiesa di San Rocco. La tela del Canaletto mostra la grande processione di dignitari di stato e ambasciatori che escono dalla chiesa.

I partecipanti portano mazzolini di fiori che venivano loro consegnati all’arrivo come memoria della peste. Il Doge viene riparato da un parasole e indossa ori ed eleganti abiti da cerimonia bordati di ermellino.

Ci sono delle tende a proteggere dal sole agostano i partecipanti. Tradizionalmente, nel giorno della festa si teneva presso la Scuola di San Rocco di Venezia una mostra di dipinti.

A causa delle guerre che sconvolgono l’Europa, Canaletto vedrà notevolmente ridursi le committenze di stranieri, e forse anche grazie alle sue importanti conoscenze inglesi, nel 1746 decise di trasferirsi a Londra,dove vivrà per circa dieci anni.

SOGGIORNO A LONDRA

Giunto all’apice della fama, Canaletto, nel 1746, si trasferì a Londra. Dove venne in contatto con una realtà urbana, climatica e storica profondamente diversa, che gli diede l’opportunità di ripensare il suo approccio al “vero”. Realizzò, nello studio di Silver Street (l’attuale Beak Street, presso Regent’s Park) numerosi dipinti. Queste sue opere londinesi, oggi sono inaccessibili al grande pubblico, in quanto, per lo più, sono in proprietà private. Qui cerchiamo di mostrarne alcune. In Inghilterra il Canaletto comincia a raffigurare tipici paesaggi calmi e privi di architetture complesse, della brughiera inglese. Esemplificativi in tal senso sono anche alcuni dipinti come il castello di Warwick, realizzato per Francis Greville Brooke, futuro duca di Warwick, e alcune vedute del Tamigi, nelle quali il Canaletto poteva utilizzare gli artifici di cui si serviva per raffigurare i bacini di Venezia. Interessante un dipinto conservato presso l’Abbazia di Westminster, che raffigura l’abbazia stessa con la processione dell’Ordine del Bagno: si tratta di un dipinto a scopo celebrativo, nel quale il pittore poteva servirsi della propria esperienza maturata nel dipingere le sfarzose feste della Repubblica di Venezia.

Il Tamigi da Richmond House

Canaletto. Veduta del Tamigi da Richmond House (1747), Proprietà privata. Dimensioni della tela 105 X 117 cm.
Canaletto:  Veduta del Tamigi da Richmond House (1747), Proprietà privata. Dimensioni della tela 105 X 117 cm.

In queste vedute del Tamigi Canaletto adotta le stesse tecniche che usava per il Canal Grande a Venezia.

L’Abbazia di Westminster con la processione dell’Ordine del Bagno

Canaletto: L’Abbazia di Westminster con la processione (1749), Londra, Abbazia di Westminster, Warwick. Dimensioni della tela 99 X 101 cm.
Canaletto: L’Abbazia di Westminster con la processione (1749), Londra, Abbazia di Westminster, Warwick. Dimensioni della tela 99 X 101 cm.

Qui Canaletto quasi si compiace di ritornare alle grandi architetture e alle feste,come fosse a Venezia.

Dopo aver interrotto il soggiorno inglese una prima volta nel 1750, e una seconda nel 1753, Canaletto torna a Londra e stringe rapporti con Thomas Hollis, uno dei più importanti committenti del periodo inglese: per lui Canaletto dipinge Il Ponte Walton e l’interno della Rotonda Ranelagh, luogo molto conosciuto, oltre che uno dei rari interni realizzati dal pittore in Inghilterra,perciò era una veduta molto cara all’osservatore.

La rotonda di Ranelagh

Canaletto. La rotonda di Ranelagh (1754), Londra, National Gallery. Dimensioni della tela 46 X 75 cm.
Canaletto. La rotonda di Ranelagh (1754), Londra, National Gallery. Dimensioni della tela 46 X 75 cm.

L’opera (una delle poche a ritrarre un interno tra quelle dipinte in Inghilterra), fu eseguita su commissione del Duca di Richmond, che tra l’altro era stato uno dei primi clienti del pittore, a Venezia, durante gli anni venti.

Il pittore comincia così a creare i rapporti con i suoi nuovi clienti, tra i quali figuravano il principe boemo Johann Georg, Christian von Lobkowitz e il nobile inglese Hugh Percy, futuro Duca di Northumberland.

Accolto con iniziale diffidenza, Tintoretto riesce a ricevere in terra straniera diverse commissioni da parte dell’aristocrazia inglese. In breve tempo l’artista riuscì ad essere adorato dal pubblico inglese.

In questo periodo, durato circa una decina d’anni, l’artista fornisce attraverso vedute un’immagine realistica della Gran Bretagna del Settecento, realizzando al contempo un vero e proprio spaccato della società inglese a lui contemporanea, come ne è esempio la Rotonda di Ranelagh, uno dei luoghi più noti e frequentati della capitale,dove si poteva conversare,prendere un tè e ascoltare un concerto.

Veduta del castello di Warwick

Canaletto: Prospetto sud di Warwick Castle, cm. 71 Warwick Castle collezione priva
Canaletto: Il castello di Warwick (Prospetto sud di Warwick Castle), 42 x 71 cm. Warwick Castle, collezione privata, anno 1751.

Nell’ammirare l’imponente architettura del castello l’osservatore può misurarsi con le immense distese della pianura anglosassone, nel mezzo di una veduta riprodotta con una visuale a grandangolo, che non trascura lontane case e campanili, evidenziando la tranquillità del luogo. La stessa quiete espressa anche nel Ponte Walton.

Il ponte Walton

Il ponte Walton (1754), Londra, Dulwick Picture Gallery. Dimensioni della tela: (48 X 76 cm.).

Il dipinto mostra in primo piano gente che passeggia lungo la riva del Tamigi e sullo sfondo il ponte di legno baciato dal sole,sotto un cielo coperto da nuvole scure, dove l’effetto a grandangolo lascia vedere le case della città sullo sfondo.

Veduta del Tamigi e della city da un arco del ponte di Westminster

Antonio Canal: Veduta del Tamigi e della city da un arco del ponte di Westminster (1746 – 47), Collezione privata. Dimensioni della tela 57 X 95 cm.
Canaletto: Veduta del Tamigi e della city da un arco del ponte di Westminster (1746 – 47), Collezione privata. Dimensioni della tela 57 X 95 cm.

Le vedute panoramiche, i parchi e i ponti sul Tamigi confermano la sensibilità di Canaletto per le atmosfere paesaggistiche, ma anche il suo interesse di vita mondana inglese. Come fosse un cronista dell’epoca, Canaletto coglie i traffici frenetici della vita commerciale, ma anche il fasto della città che si specchia nel Tamigi.

Vista da un angolo insolito, quasi romantico, con in cui il pittore sembra manifestare il proprio affetto per la città inglese.

Il Tamigi con la cattedrale di St. Paul nel giorno di Lord Mayor

Canaletto: Il Tamigi con la Cattedrale di Saint Paul il giorno di Lord Mayor, anno 1746, Praga, Collezione Lobkowicz. Dimensioni della tela 38 X 27 cm.
Canaletto: Il Tamigi con la Cattedrale di Saint Paul il giorno di Lord Mayor, anno 1746, Praga, Collezione Lobkowicz. Dimensioni della tela 38 X 27 cm.

La luminosità diffusa,caratteristica dello stile del pittore, infonde serenità nei quadri perché rende i dettagli dello sfondo nitidi e definiti come quelli del primo piano. Le vedute panoramiche sul Tamigi confermano la sensibilità del pittore per le atmosfere paesaggistiche,ma anche il suo interesse di vita mondana inglese.

Palazzo Ducale e Piazza San Marco

Antonio Canal: Palazzo Ducale e Piazza San Marco (1755 circa), Firenze, Galleria degli Uffizi. Dimensioni della tela 51 X 83 cm.
Canaletto: Palazzo Ducale e Piazza San Marco (1755 circa), Firenze, Galleria degli Uffizi. Dimensioni della tela 51 X 83 cm.

Si tratta d’una bella prova dell’abilità quasi “fotografica” del Canaletto, che era solito realizzare i suoi capolavori (forse anche questo) servendosi della camera ottica: un dispositivo che gli permetteva di riprodurre ciò che vedeva nella realtà.

I colori sono tersi, tipici dell’ariosa pittura “gioiosa” del Canaletto,che realizzava i suoi dipinti senza far percepire il declino politico della Repubblica di Venezia durante il Settecento: la Venezia del Canaletto sembra una città sempre in festa. O almeno molto trafficata, come in questo caso.

Il bacino di San Marco è pieno di gondole e imbarcazioni che navigano in ogni direzione. Nella visuale che ci propone il Canaletto,notiamo da sinistra la Zecca, il palazzo dell’attuale Biblioteca Marciana,la piazza con il Palazzo Ducale,e poi continuiamo osservando le prigioni fino ad arrivare aPalazzo Dandolo, sede oggi dell’Hotel Danieli.

RITORNO A VENEZIA

Rientrato a Venezia,Canaletto si dedica a vedute di fantasia,secondo un genere pittorico chiamato “capriccio”,ossia unisce in una stessa veduta edifici di città diverse, oppure accosta palazzi realmente esistenti ad architetture mai realizzate. Sfruttando l’abilità tecnica appresa in teatro,Canaletto libera la propria capacità inventiva e confonde realtà e finzione.

I CAPRICCI

Forse stanco del vedutismo, Canaletto prova di mescolarlo con la sua fantasia ed offre vedute reali a costruzioni mai realizzate oppure vedute di architetture unite sulla tela, ma, in realtà esistenti in città differenti.

Capriccio con edifici Palladiani

Canaletto: Capriccio con edifici Palladiani (1756 – 59), Parma, Galleria nazionale. Dimensioni della tela 58 X 82 cm.
Canaletto: Capriccio con edifici Palladiani (1756 – 59), Parma, Galleria nazionale. Dimensioni della tela 58 X 82 cm.

Il dipinto raffigura un corso d’acqua che sembra preso dalla veduta di Windsor, attraversato da un ponte.

Le gondole,le barche e i vari tipi d’imbarcazione ci dicono che siamo a Venezia, ma gli edifici (esistenti realmente),in realtà, si trovano in tutt’altra città.

Il dipinto infatti è un capriccio, un genere pittorico che ebbe fortuna nel Settecento. Sulla destra,è raffigurata la Basilica Palladiana e a sinistra, si vede Palazzo Chiericati, due celebri architetture progettate da Andrea Palladio, ma che nulla hanno a che fare con gondole o barche in genere, trovandosi infatti a Vicenza.

Il capriccio del pittore sembra esaltarsi di fantasia al centro della composizione, dove si vede un ponte, che era un progetto del Palladio per il “suo” Ponte di Rialto(progetto mai realizzato), ma che il capriccio di Canaletto riproduce fedelmente.

Capriccio con rovine ed edifici classici

Antonio Canal: Capriccio con rovine ed edifici classici (1756), Milano, Museo Poldi Pezzoli. Dimensioni della tela 91 X 124 cm.
Canaletto: Capriccio con rovine ed edifici classici (1756), Milano, Museo Poldi Pezzoli. Dimensioni della tela 91 X 124 cm.

Giunto ormai alla fine della carriera, in questo capriccio dai monumenti antichi liberamente inventati, riemergono i colori tellurici degli esordi, in una fantasiosa città di Roma, identificata attraverso diversi richiami architettonici, come la cupola azzurra della basilica di San Pietro, oppure l’arco di trionfo ispirato ai fori romani.

Alcune rovine immaginarie evocano suggestioni mitologiche. Anche questi fantasiosi dipinti di Canaletto si distinguono per la loro grande accuratezza. Il pittore muore nella sua Venezia il 19 aprile 1768.

Altri Capricci di Canaletto: Capriccio con colonnato e cortile, Capriccio con rovine classiche.

Parco di Badminton da Badminton house

Canaletto: Veduta del parco di Badminton dalla loro residenza.(1748 – 49), Badminton House, Collezione del Duca di Beaufort. Dimensioni della tela 86 X 122 cm.
Canaletto: Veduta del parco di Badminton dalla loro residenza.(1748 – 49), Badminton House, Collezione del Duca di Beaufort. Dimensioni della tela 86 X 122 cm.

Canaletto: Veduta del parco di Badminton dalla loro residenza.(1748 – 49),
Badminton House, Collezione del Duca di Beaufort. Dimensioni della tela: (86 X 122 cm.)
In questo dipinto il pittore sembra compiacersi dell’assoluta tranquillità del vasto panorama, che offre allo spettatore la possibilità di misurarsi con le immense distese della pianura anglosassone nel mezzo di una vasta veduta dipinta spesso con effetto di grandangolo, per decantare la grandezza della proprietà del Duca di Beaufort.

Le ricerche su questa pagina sono state effettuate da Paolo Dotta.

Elenco dei dipinti del Canaletto

Elenco dei dipinti di Canaletto

Pagine correlate all’artista: Prima serie di opere – Seconda serie di opere – Biografia e vita artistica – La critica – Il suo periodo – Bibliografia.I dipinti realizzati agli esordi

Tempio di Antonino e Faustina, anno 1720 circa, tecnica a olio su tela, 148 x 200 cm., Szépmüvészeti Museum, Budapest.

Santa Maria di Aracoeli e il Campidoglio, anno 1720 circa, tecnica a olio su tela, 148 x 200 cm., Szépmüvészeti Museum, Budapest.

Il canal Grande verso Rialto, anno 1723 circa, tecnica a olio su tela, 144 x 207 cm., Museo del Settecento Veneziano, Venezia.

Bacino di San Marco dalla Giudecca, anno 1723 circa, 141 x 154 cm., National Museum, Cardiff.

Piazza San Marco verso la Basilica, anno 1723, 141 x 204 cm., Museo Thyssen-Bornemisza, Madrid.

Rio dei Mendicanti, anno 1723, 143 x 200 cm., Museo del Settecento Veneziano, Venezia.

Il Palazzo Ducale, anno 1725, tecnica a olio su tela, 65 x 86 cm., Columbus Museum of Art, Columbus.

San Giovanni dei Battuti a Murano, anno 1725 circa, tecnica a olio su tela, 66 x 127 cm., Museo dell’Ermitage, San Pietroburgo.

San Cristoforo, San Michele e Murano dalle Fondamenta Nuove, anno 1725 circa, tecnica a olio su tela, 66 x 127 cm., Museo dell’Ermitage, San Pietroburgo.

Il Canal Grande da nord-est verso il Ponte di Rialto, anno 1725 circa, tecnica a olio su tela, 146 x 234 cm., Gemäldegalerie, Dresda.

Campo Santi Giovanni e Paolo e Scuola Grande di San Marco, anno 1725 circa, tecnica a olio su tela, 125 x 165 cm., Gemäldegalerie, Dresda.

San Giacomo di Rialto, anno 1725-26, tecnica a olio su tela, 95 x 117 cm., Gemäldegalerie, Dresda.

La Punta della Dogana, anno 1726-28, tecnica a olio su tela, 46 x 62 cm., Kunsthistorisches Museum, Vienna.

Riva degli Schiavoni da ovest, anno 1726-28, tecnica a olio su tela, 46 x 62 cm., Kunsthistorisches Museum, Vienna.

I dipinti del periodo della maturità

Il Bucintoro al Molo il giorno dell’Ascensione, anno 1729, tecnica a olio su tela, 53 x 70 cm., The Bowes Museum, Barnard Castle.

Arrivo dell’ambasciatore francese a Venezia, anno 1730 circa, 181 x 260 cm., Museo dell’Ermitage, San Pietroburgo.

Riva degli schiavoni verso est, anno 1730, tecnica a olio su tela, 58 x 101 cm., proprietà privata.

Il Canal Grande e la chiesa di Santa Maria della Salute, anno 1730, tecnica a olio su tela, 49 x 72 cm., Museum of Fine Arts, Houston.

Piazza San Marco, anno 1730 circa, tecnica a olio su tela, 68 x 112 cm., Metropolitan Museum, New York.

Il fonteghetto della farina, anno 1730 circa, tecnica a olio su tela, 66 x 112 cm., proprietà privata.

Il Canal Grande, anno 1730 circa, tecnica a olio su tela, 61 x 90 cm., Accademia Carrara, Bergamo.

Il Bacino di San Marco verso est, anno 1730 circa, 125 x 204 cm., Museum of Fine Arts, Boston.

La riva degli Schiavoni, anno 1730-31, tecnica a olio su tela, 46 x 63 cm., Kunsthistorisches Museum, Vienna.

Il Canal Grande da Santa Maria della Carità al Bacino di San Marco, anno 1730-33, tecnica a olio su tela, 48 x 80 cm., Royal Collection, Windsor.

Regata sul Canal Grande, anno 1732 circa, tecnica a olio su tela, 77 x 126 cm., Royal Collection, Windsor.

Il Bucintoro al Molo il giorno dell’Ascensione, anno 1732 circa, tecnica a olio su tela, 77 x 126 cm., Royal Collection, Windsor.

Interno di San Marco di notte, anno 1733 circa, 33 x 22 cm., Royal Collection, Windsor.

La Piazzetta, anno 1733-35, tecnica a olio su tela, 68 x 91 cm., Galleria Nazionale d’Arte Antica, Roma.

Il Canal Grande dal Ponte di Rialto verso ca’ Foscari, tecnica a olio su tela, 69 x 94 cm., Galleria Nazionale d’Arte Antica, Roma.

Dolo sul Brenta, anno 1730-35 circa, tecnica a olio su tela, 80 x 96 cm., Staatsgalerie, Stoccarda.

Il Bacino di San Marco, anno 1730-35, tecnica a olio su tela, 54 x 71 cm., Pinacoteca di Brera, Milano.

Il Molo dal Bacino di San Marco, anno 1735 circa, tecnica a olio su tela, 47 x 81 cm., Louvre, Parigi.

Piazza San Marco verso la Basilica, anno 1735 circa, tecnica a olio su tela, 76 x 114 cm., Fogg Art Museum, Cambridge.

Regata sul Canal Grande, anno 1735 circa, tecnica a olio su tela, 117 x 187 cm., National Gallery, Londra.

Il doge alla festa di San Rocco, anno 1735 circa, tecnica a olio su tela, 147 x 199 cm., National Gallery, Londra.

Piazza San Marco verso la chiesa di San Geminiano, anno 1735 circa, tecnica a olio su tela, 68 x 93 cm., Galleria Corsini, Roma.

Il Ponte di Rialto da sud, anno 1735 circa, tecnica a olio su tela, 68 x 92 cm., Galleria Corsini, Roma.

Veduta del Canal Grande, anno 1735 circa, tecnica a olio su tela, 73 x 129 cm., Wallraf-Richartz Museum, Colonia.

Piazza San Marco, angolo nord-est, anno 1735-37, tecnica a olio su tela, 132 x 165 cm., National Gallery of Canada, Ottawa.

Il Canal Grande verso sud-ovest, anno 1738 circa, 124 x 204 cm., National Gallery, Londra.

Riva degli Schiavoni verso est, anno 1738-40, 110 x 185 cm., Pinacoteca del Castello Sforzesco, Milano.

Il Molo verso la Zecca con la colonna di San Teodoro, anno 1738-40, 110 x 185 cm., Milano, Pinacoteca del Castello Sforzesco.

Piazza San Marco verso sud-est, anno 1735-40, tecnica a olio su tela, 114 x 153 cm., National Gallery of Art, Washington.

Il Brenta a Padova, anno 1735-40, tecnica a olio su tela, 62 x 109 cm., National Gallery of Art, Washington.

Il Bacino dalla Giudecca, anno 1740 circa, 130 x 191 cm., Wallace Collection, Londra.

Padova, Prato della Valle, anno 1742 circa, 39 x 87 cm., Museo Poldi Pezzoli, Milano.

I dipinti realizzati per gli inglesi

Westminster Bridge, anno 1746, tecnica a olio su tela, 96 x 137 cm., Yale Center for British Art, New Haven.

Veduta del Tamigi e della City da un arco di Westminster Bridge, anno 1746-47, tecnica a olio su tela, 57 x 95 cm., proprietà privata.

Il Tamigi e la City, anno 1746-47, tecnica a olio su tela, Galleria Nazionale, Praga.

Il Tamigi e la City da Richmond House, anno 1747, tecnica a olio su tela, 105 x 117 cm., proprietà privata.

Warwick Castle, lato sud, anno 1748, tecnica a olio su tela, 75 x 120 cm., Museo Thyssen-Bornemisza, Madrid.

Il parco di Badminton da Badminton House, anno 1748-49, tecnica a olio su tela, 86 x 122 cm., Collezione del Duca di Beaufort, Badminton House.

L’Abbazia di Westminster con la processione dell’Ordine del Bagno, anno 1749, tecnica a olio su tela, 99 x 101 cm., Abbazia di Westminster. Warwick, Londra.

Castle, lato est, anno 1751, tecnica a olio su tela, 73 x 122 cm., City Museum and Art Gallery, Birmingham.

La rotonda di Ranelagh, anno 1754, tecnica a olio su tela, 46 x 75 cm., National Gallery, Londra.

Eton College Chapel, anno 1754 circa, tecnica a olio su tela, 61 x 107 cm., National Gallery, Londra.

Walton Bridge, anno 1754, tecnica a olio su tela, 48 x 76 cm., Dulwich Picture Gallery, Londra.

I dipinti realizzati nell’ultimo periodo dell’artista

Palazzo Ducale e Piazza San Marco, anno 1755 circa, 51 x 83 cm., Firenze, Galleria degli Uffizi.

Il Canal Grande verso sud-est da Campo Santa Sofia al Ponte di Rialto, anno 1756 circa, tecnica a olio su tela, 119 x 185 cm., Staatliche Museen, Berlino.

Capriccio con rovine ed edifici classici, anno 1756 circa, tecnica a olio su tela, 91 x 124 cm., Museo Poldi Pezzoli, Milano.

Capriccio palladiano, anno 1756-59, tecnica a olio su tela, 56 x 79 cm., Galleria Nazionale, Parma.

Piazza San Marco verso sud-ovest, anno 1755-59, 67 x 102 cm., Wadsworth Atheneum, Hartford.

Piazza San Marco verso est dall’angolo di nord-ovest, anno 1760 circa, tecnica a olio su tela, 46 x 38 cm., National Gallery, Londra.

Piazza San Marco verso est dall’angolo di sud-ovest, anno 1760 circa, tecnica a olio su tela, 45 x 35 cm., National Gallery, Londra.

La veglia notturna all’arzere di Santa Marta, anno 1760 circa, tecnica a olio su tela, 119 x 187 cm., Staatliche Museen, Berlino.

La veglia notturna a San Pietro di Castello, anno 1760 circa, tecnica a olio su tela, 119 x 187 cm., Staatliche Museen, Berlino.

Il Campo di Rialto, anno 1758-63 circa, tecnica a olio su tela, 119 x 186 cm., Staatliche Museen, Berlino.

Prospettiva con portico, anno 1765, tecnica a olio su tela, 131 x 93 cm., Gallerie dell’Accademia, Venezia.

La scala dei giganti in palazzo ducale del Canaletto

Il Canaletto: La scala dei giganti in palazzo ducale

Il Canaletto: La scala dei giganti in palazzo ducale
Il Canaletto: La scala dei giganti in palazzo ducale, cm. 42 x 29, Città del Messico, Collezione privata.

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        Sull’opera: “La scala dei giganti in palazzo ducale” è un dipinto autografo di Giovanni Antonio Canal detto il Canaletto, realizzato con tecnica ad olio su tela nel 1755-56, misura 42 x 29 cm. ed è custodito in una collezione privata di Città del Messico (notizia del 1968, circa).

La Old Horse Guards da St. James’s Park del Canaletto

Il Canaletto: La Old Horse Guards da St. James’s Park

Il Canaletto: La Old Horse Guards da St. James's Park
Canaletto: La Old Horse Guards da St. James’s Park (particolare di centro-sinistra, cm. 40), Basingstone, Collezione Earl di Malmesbury.

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 Sull’opera: “La Old Horse Guards da St. James’s Park” è un dipinto autografo di Giovanni Antonio Canal detto il Canaletto, realizzato con tecnica ad olio su tela nel 1749, misura 122 x 249 cm. ed è custodito a Basingstone (Collezione Earl di Malmesbury).

La cronologia del dipinto in esame, già indicata nelle documentazioni del 1756 presso l’Earl di Radnor, è riferita con una certa sicurezza, non tanto in base all’anno di demolizione dell’edificio raffigurato (1749-50), ma soprattutto in riferimento all’annuncio che lo stesso Canaletto pubblicò nel “Daily Advertiser” (Vertue lo riferì al 26 luglio 1749. Però si sa con certezza che apparve il giorno precedente), dove Antonio Canal (indicato come il “Signor Canaleto”) invitava tutti gli interessati, a controllare la veduta di St. James’s Park, da lui realizzata, nello studio di Silver Street (provata da documentazioni esistenti).

Un disegno, collegato all’opera, si trova nel British Museum con il n° 1868-3-28-305 (fonti: Constable, 1927; Hadein, 1930).

Capriccio con colonnato e cortile del Canaletto

Il Canaletto: Capriccio con colonnato e cortile

Il Canaletto: Capriccio con colonnato e cortile
Canaletto: Capriccio con colonnato e cortile, cm. 131x 93 Venezia, Gallerie dell’Accademia.

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Sull’opera: “Capriccio con colonnato e cortile” è un dipinto autografo di Giovanni Antonio Canal detto il Canaletto, realizzato con tecnica ad olio su tela nel 1765, misura 131 x 93 cm. ed è custodito nella Gallerie dell’Accademia a Venezia.

La tela riporta una scritta dove compare anche il nome e la data: “Anton ……. 1765”. Fu presentata dallo stesso Canaletto all’Accademia – pittura e scultura –  di Venezia, quando l’artista ne  ottenne l’ammissione (documentazioni esistenti). Un disegno preparatorio dell’opera (fonte: Modigliani in “D” 1924-25) è custodito nella Collezione Albertini a Roma.

Visita del Doge alla chiesa di San Rocco del Canaletto

Il Canaletto: Visita del Doge alla chiesa di San Rocco

Il Canaletto: Visita del Doge alla chiesa di San Rocco
Canaletto: Visita del Doge alla chiesa di San Rocco, cm. 147 x 199 Londra, National Gallery.

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Sull’opera: “Visita del Doge alla chiesa di San Rocco” è un dipinto autografo di Giovanni Antonio Canal detto il Canaletto, realizzato con tecnica ad olio su tela nel 1735, misura 147 x 199 cm. ed è custodito nella National Gallery di Londra.

Dal chiaro titolo del dipinto si evince che il tema raffigurato è una delle cadenzate visite del doge alla chiesa di San Rocco (solitamente una all’anno, il 16 agosto, in corrispondenza della sua festività, per rispettare il voto fatto nel periodo della peste che colpì la città tra il 1575 ed il 76), al cui seguito appaiono membri del governo, del Senato e l’immancabile corpo diplomatico.

La cronologia della tela fu oggetto di accesi dibattiti fra gli studiosi di storia dell’arte. La certezza si ha soltanto sul fatto che il dipinto fosse stato realizzato prima del 1743, perché mancante sulla sovrapporta la figura di San Rocco, scolpita dal Marchiori (fonti: Zanetti in “Memorie”, Watson in “AV” del 1955, Moschini nel 1954).

Alcuni critici addirittura identificarono, nella figura del doge, Alvise Pisano, eletto il 15 gennaio 1935. Tale ipotesi venne accettata da gran parte degli studiosi di Storia dell’arte, tra cui il Moschini (“AV”, 1962).

Il molo verso ovest con la libreria e la colonna di San Teodoro del Canaletto

Il Canaletto: Il molo verso ovest con la libreria e la colonna di San Teodoro

Il Canaletto: Il molo verso ovest con la libreria e la colonna di San Teodoro
Il Canaletto: Il molo verso ovest con la libreria e la colonna di San Teodoro, cm. 185,5 Collezione Albertini, Roma. Particolare

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        Sull’opera: “Il molo verso ovest con la libreria e la colonna di San Teodoro” è un dipinto autografo di Giovanni Antonio Canal detto il Canaletto, realizzato con tecnica ad olio su tela nel 1735, misura 110,5 x 185,5 cm. ed è custodito nella Collezione Albertini a Roma.

Prospetto sud di Warwick Castle del Canaletto

Il Canaletto: Prospetto sud di Warwick Castle del Canaletto

Il Canaletto: Prospetto sud di Warwick Castle
Il Canaletto: Prospetto sud di Warwick Castle, cm. 42 x 71, Warwick Castle collezione privata. Particolare

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        Sull’opera: “Prospetto sud di Warwick Castle” è un dipinto autografo di Giovanni Antonio Canal detto il Canaletto, realizzato con tecnica ad olio su tela nel 1751, misura 42 x 71 cm. ed è custodito ad Warwick Castle in una collezione privata.

Il Fonteghetto della Farina del Canaletto

Il Canaletto: Il Fonteghetto della Farina

Il Canaletto: Il Fonteghetto della Farina
Canaletto: Il Fonteghetto della Farina, cm. 66 x 112, Collezione Giustiniani.

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Sull’opera: “Il Fonteghetto della Farina” è un dipinto autografo di Giovanni Antonio Canal detto il Canaletto, realizzato con tecnica ad olio su tela nel 1735-40 (dubbio), misura 66 x 112 cm. ed fa parte della Collezione Giustiniani. Particolare

Quello in esame è uno dei più bei dipinti realizzati dal Canaletto, la cui tematica verrà rielaborata – dal lato pittorico – in un’altra isolata occasione, ma più volte ripresa nei disegni (Windsor Castle, catalogati con i numeri 7462, 7463, 7464, 7465), tuttavia riconosciuti ufficialmente come “non collegati” all’opera qui rappresentata (fonte: Parker, 1948).

Per quanto riguarda la cronologia, quella sopra riportata, avanzata dal Pallucchini (“CMV” 1967), viene accolta con favore dal resto della critica ufficiale, con la perplessità di qualche studioso di Storia dell’arte.

Campo Santi Apostoli del Canaletto

Il Canaletto: Campo Santi Apostoli

Il Canaletto: Campo Santi Apostoli
Campo Santi Apostolicm. 45 x 77,5 Proprietà privata Milano. Particolare 1Particolare 2

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        Sull’opera: “Campo Santi Apostoli” è un dipinto autografo di Giovanni Antonio Canal detto il Canaletto, realizzato con tecnica ad olio su tela nel 1731-35, misura 45 x 77,5 cm. ed è custodito in una collezione privata di Milano (notizia del 1968, circa).

La tela in esame  apparteneva ad una serie di ventuno vedute, di cui ne seguì – in parte – la storia descritta in una precedente pagina (Chiesa di san Nicolò di Castello)

Dalla tela il Visentini ricavò un’incisione apportandovi alcune modifiche (albo del 1742, n° 3 , tav.10).