L’affresco percorre l’intera zona superiore della parete d’ingresso, al di sopra della porta.
L’intero impianto strutturale rispetta le regole iconografiche tradizionali con l’imponente figura del “Cristo Giudice) collocata al centro, entro una cornice ovale iridata.
Iniziando dall’alto, in entrambi i lati, dominano due schiere di angeli a zone radialmente sovrapposte; ai lati del Cristo stanno gli apostoli, mentre sotto, separati da una oblunga croce tenuta ferma da due angeli, i gruppi dei santi e degli eletti, disposti sulla destra (del Cristo), mentre i demoni ed i dannati e i demoni, sulla sinistra.
Nella parte inferiore, sempre in riferimento alla destra Cristo, sta il gruppo degli offerenti con la figura di Enrico Scrovegni che offre alla Vergine la “Cappella” sorretta da un monaco.
Di tutto l’affresco, secondo gli studiosi di storia dell’arte, soltanto alcune parti sono da considerarsi autografe di Giotto, tra le quali certamente è la figura del Cristo per la grande somiglianza con quello della “Resurrezione”, la Madonna e il gruppo degli offerenti, compreso Enrico Scrovegni.
Probabilmente sono autografe anche le figure delle due schiere di angeli sopra il Cristo e quelle degli eletti, ma tale assegnazione viene resa alquanto ardua dal cattivo stato di conservazione, più o meno accentuato, delle varie zone.
Secondo il Selvatico (1836), alcune parti dell’affresco vennero abbondantemente rifatte agli inizi dell’Ottocento.