Altare di Isenheim – I santi eremiti Antonio e Paolo di Matthias Grünewald

Matthias Grünewald: Altare di Isenheim – I santi eremiti Antonio e Paolo

Matthias Grünewald: Altare di Isenheim - I santi eremiti Antonio e Paolo
Matthias Grünewald: I santi eremiti Antonio e Paolo, cm. 265 x 141, Musée d’Unterlinden a Colmar.

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Sull’opera: “I santi eremiti Antonio e Paolo” è un dipinto autografo di Matthias Grünewald facente parte della terza faccia dell’altare di Isenheim, realizzato con tecnica a olio su tavola tra il 1512 ed il 1516 e misura cm. 265 x 141. L’intero complesso è custodito nel Musée d’Unterlinden a Colmar. 

La composizione non narra soltanto l’incontro ma soprattutto la sacra conversazione tra i due santi, che ha luogo in un singolare paesaggio di alberi con logore barbe di muffe, acque, rocce e dirupi, dove appare irruentemente una palma (tormentata visione delle alture dei Vosgi).

Sant’Antonio eremita, raffigurato sulla sinistra, è venuto a fare visita a San Paolo, l’altro eremita. Quest’ultimo, vestito integralmente da fibre vegetali, punta lo sguardo verso il corvo che reca nel becco, non il solito “mezzo” pane giornaliero ma uno intero per farne offerta al nuovo ospite.

Secondo gli studiosi di storia dell’arte, basandosi sul disegno di Welmar-Schlossmuseum (ritratto su carta, 34,1 x 25,3 cm.), l’identificazione nel sant’Antonio corrisponderebbe al precettore Guersi, mentre nel san Paolo, lo stesso Grünewald (in base al disegno di Eriangen-Universitätsblibliothek, 20,6 x 15,2 cm.).

Tali identificazioni vennero vigorosamente contrastate da Kühn (“WRJ” 1939), il quale riteneva che il donatore non viene mai raffigurato come santo protagonista ma, tutt’al più, quale astante.

Altare di Isenheim – Le tentazioni di Sant’Antonio di Matthias Grünewald

Matthias Grünewald: Altare di Isenheim – Le tentazioni di Sant’Antonio

Matthias Grünewald: Altare di Isenheim - Le tentazioni di Sant'Antonio
Matthias Grünewald: Le tentazioni di Sant’Antonio. cm. 265 x 139, Musée d’Unterlinden a Colmar.

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Sull’opera: “Le tentazioni di Sant’Antonio” è un dipinto autografo di Matthias Grünewald facente parte della terza faccia dell’altare di Isenheim, realizzato con tecnica a olio su tavola tra il 1512 ed il 1516 e misura cm. 265 x 39. L’intero complesso è custodito nel Musée d’Unterlinden a Colmar. 

La spietata visione di questa composizione, popolata da orride creature scatenate contro il santo eremita, evidenzia il contrasto fra il drammatico episodio che si sta consumando e la pace del paesaggio. Tale raffronto corrisponde – in maniera speculare – a quello del riquadro degli santi Antonio e Paolo (pagina precedente), dove al luogo straziato si contrappone la tranquillità dei due anacoreti

Assistiamo in questo dipinto ad una straziante scena con piccoli demoni e mostruose lucertole dalle verdastri elitre che combattono con angeli a forma di fiamma sopra i resti fumosi di una baracca bruciata.

Altrettanto di forte efficacia è l’apparizione dell’Eterno in un cielo – sempre tormentato – a cui si contrappongono limpidissime e lisce montagne come di ghiaccio, dalle tonalità tendenti al celeste e rosa.

Particolari:

16 Grunewald - Altare di Isenheim

 Particolare di un mostro scatenato, cm. 265 x 139.

17 Grunewald - Altare di Isenheim

 Particolare della sofferenza di un infetto, cm. 57 x 47.

Madonna con il Bambino (Stuppach) di Matthias Grünewald

Matthias Grünewald: Madonna con il Bambino (Stuppach)

Matthias Grünewald: Madonna con il Bambino (Stuppach)
Matthias Grünewald: Madonna con il Bambino, cm. 186 x 150, Chiesa parrocchiale di Stuppach.

Sull’opera: “Madonna con il Bambino” è un dipinto autografo di Matthias Grünewald realizzato con tecnica a olio su tavola nel 1517-20, misura 186 x 150 cm. ed è custodito nella Chiesa parrocchiale di Stuppach. 

Il supporto ligneo della tavola in esame non è massiccio ma costituito da sette assicelle commesse e legate in vari punti con tela. La composizione nell’arco del tempo ha subìto diversi rifacimenti, soprattutto nei volti delle due figure e nel cielo.

Il primo restauro lo eseguì Ettle nel 1907 e più tardi – tra il 1926 ed il 1930 a Stoccarda – il pittore Tettenborn (fonte: Nicolai, “KA” 1930; Schmidt, “D” 1931).

Secondo Dittmann, il giallo ed il rosso dell’aureola – un po’ troppo duri – non dovrebbero corrispondere al cromatismo originale, come pure i gialli ed i rosa che si trovano nelle nuvole e sotto l”arcobaleno.

La tavola, precedentemente attribuita a Rubens per il suo sfarzoso cromatismo, fu acquistata nel 1809 dal vicario di Stuppach, Blumhofer, nella vicina città di Mergentheim, dove – secondo una tradizione non suffragata da documentazioni certe – si trovava già nel periodo a ridosso della sua realizzazione.

L’autografia di Grünewald fu avanzata, in seguito al primo restauro (1907), da Lange nel 1908 (fonte: “JPK”). Si suppose allora che la tavola facesse parte, come riquadro centrale, del trittico di Aschaffenburg. Attualmente tale ipotesi viene respinta dagli studiosi di storia dell’arte.

La “Madonna di Stuppach” può dunque essere considerata a tutti gli effetti come un’opera autonoma, probabilmente commissionata per la decorazione della chiesa di Tauberbischofsheim, dove viene ancora custodito il velo miracoloso della Vergine che appare nella pregiata composizione (fonte: Feurstein).

Altri esperti d’arte, come Dyroff, Lanckoronska, Gasser, indicano come committente la chiesa di Aschaffenburg, consacrata nel 1517, come ornamento della cappella della Madonna (Maria Virginis ad album lilium). A confermare questa seconda ipotesi sono i gigli raffigurati in primo piano nel dipinto.

La piccola crocifissione (Washington) di Matthias Grünewald

Matthias Grünewald: La piccola crocifissione (Washington)

Matthias Grünewald: La piccola crocifissione (Washington)
Matthias Grünewald: La piccola crocifissione, cm. 61,5 x 46, National Gallery of Art, Washington.

Sull’opera: “La piccola crocifissione” è un dipinto autografo di Matthias Grünewald realizzato con tecnica a olio su tavola nel periodo 1502-20, misura 61,5 x 46 cm. ed è custodito nella National Gallery of Art (Kress) a Washington. 

Da antica documentazione (Sandrart, 1675) si ricava che il Pio di Baviera (il duca Guglielmo V), amatore e collezionista di opere d’arte (era proprietario del “Cristo deriso” e, pare, avrebbe cercato di acquistare anche il pregiatissimo complesso pittorico di Isenheim), possedeva una composizione con lo stesso tema della presente tavola, cioè una piccola “Crocifissione” con la Madonna, la Maddalena inginocchiata e San Giovanni.

Il duca, che la teneva con delicatissima cura, nel 1605, ritenendola “più naturale di qualsiasi altra Crocifissione”, la fece riprodurre da Sadeler (mm. 304 X 205) in un’incisione su rame.

Il dipinto, passato in eredità al figlio, il granduca Massimiliano, fu attribuito a Grünewald da Sandrart: probabilmente si trattava dell’opera raffigurata nella presente pagina.

L’opera in esame, nei due secoli che seguirono, fu ricopiata da molti pittori e dell’originale si persero le tracce, fino a che riapparve nel 1922 – in pessime condizioni – nella collezione Schoene a Essen.

Più tardi passò nella Koenigs di Haarlem e finalmente, nel 1940, alla National Gallery di Washington.

Nel 1938 fu sottoposta a restauro nel WalIraf-Richartz-Museum di Colonia, dove Klein la liberò dalle improprie ridipinture. In tale occasione furono riportate alla luce due lettere minuscole (“m.g.”) nella zona della catenella destra che regge la tavola con il cartello “INRI”.

L’attribuzione al Grünewald venne confermata da Friedländer (fonte: JPK” 1922) e da Schönberger (fonte: “SJ” 1922 e 1928).

Incontro dei santi Erasmo e Maurizio di Matthias Grünewald

Matthias Grünewald: Incontro dei santi Erasmo e Maurizio

Matthias Grünewald: Incontro dei santi Erasmo e Maurizio
Grunewald: Incontro dei santi Erasmo e Maurizio, cm. 226 x 176, Alte Pinakothek, Monaco.

Sull’opera: “Incontro dei santi Erasmo e Maurizio” è un dipinto autografo di Matthias Grünewald realizzato con tecnica a olio su tavola nel 1517-23, misura 226 x 176 cm. ed è custodito nella Alte Pinakothek a Monaco. 

La tela in esame venne commissionata – per la decorazione della chiesa capitolare di Halle sulla Saale – da Alberto di Brandeburgo, arcivescovo di Magonza. Da documentazioni certe (un un inventario datato ottobre 1525) si ricava che fu ubicata sull’altare di San Maurizio di quella stessa chiesa.

 Nel 1540 per sottrarla dall’iconoclasmo luterano fu trasferita, insieme ad altre opere di importanti artisti e su richiesta dello stesso committente, nella chiesa di Aschaffenburg, alla quale seguì – nel corso del XVII secolo – il castello sito nella stessa città.

L’opera compare elencata – con una valutazione corrispondente tremila fiorini, un prezzo altissimo se si paragona al “Miracolo della neve”, stimato appena 15 fiorini – nell’inventario datato 1829 della Bayerische Centralgemäldegalerie di Monaco.

Nelle sembianze di Erasmo viene rappresentato il commissionario, probabilmente come una forma di omaggio all’Erasmo da Rotterdam, che Alberto di Brandeburgo stimava moltissimo.

La Storia ci racconta che i due personaggi principali, entrambi vissuti nel periodo di Diocleziano (244 – 311), non hanno mai avuto reciproci rapporti: Erasmo, vescovo siriaco, subì il martirio nel 303 a Gaeta (gli fu sventrata la pancia e tirate fuori le budella con un piccolo argano); Maurizio, che comandava la legione tebana, fu martirizzato nel 302 insieme ai suoi soldati nel Vallese.

La conservazione della composizione è buona, nonostante le varie ripassature nel volto di san Maurizio. Schmid vi evidenziava diversi piccolissimi pentimenti.

La cronologia dell’opera è sempre stata oggetto di ampi dibattiti fra gli studiosi di storia dell’arte. Particolarmente interessante, infatti, appare l’ipotesi di Wind (“JWC” 1937-38), che la inserisce intorno al 1517, anno in cui avvennero le affissioni delle regole di Lutero a Wìttemberg. Secondo lo stesso esperto, Alberto di Brandeburgo appare assai più giovane nel presente dipinto che nell’incisione dureriana del “Piccolo cardinale”, di cui si conosce esattamente la data, 1519.

La Crocifissione in doppia tavola di Matthias Grünewald

Matthias Grünewald: La Crocifissione in doppia tavola

Matthias Grünewald: La Crocifissione
Matthias Grünewald: La Crocifissione, cm. 193 x 151, Staatliche Kunsthalle, Karlsruhe.

Sull’opera: “La Crocifissione” è un dipinto autografo di Matthias Grünewald, appartenente alla “Doppia tavola di Tauberbischofsheim”, realizzato con tecnica a olio su nel 1523-24, misura 193 x 151 cm. ed è custodito nella Staatliche Kunsthalle a Karlsruhe. 

In questa composizione Grünewald ripete il tema che lo sta continuamente perseguitando  nel corso della sua attività artistica.

Questa versione viene ridotta all’essenziale con soltanto tre immagini, per cui Ruhmer la presenta come il lavoro più classicheggiante del Maestro, ipotizzandone la derivazione iconologica dall’ambito figurativo della pittura veneto-emiliana.

La netta semplicità della struttura compositiva riempita quasi per intero dalle tre monumentali immagini, l’impressionante incombere del Cristo ferito e sfigurato nella smorfia del tormento con la copiosa e terribile corona di spine sul capo, fanno di questa composizione un vero capolavoro. A questo contribuiscono anche altri importanti particolari come i piedi dal tono verdastro in un’innaturale disposizione distorti sul massiccio appoggio, il panno avvolto sui fianchi ridotto a brandelli, lo sfondo buio con le innaturali montagne contro un cielo fatto a  venature orizzontali e parallele.

La tavola è carica d’un pathos doloroso che viene reso manifesto nel drammatico atteggiamento di Giovanni e nell’immobilità della Madonna, impietrita nell’insopportabile dolore.

La stesura pittorica di questo lato risulta in un discreto stato di conservazione, nonostante le varie crepe.

Il trasporto della Croce di Matthias Grünewald

Matthias Grünewald: Il trasporto della Croce di Matthias Grünewald

Matthias Grünewald: Il trasporto della Croce
Matthias Grünewald: Il trasporto della Croce, cm. 193 x 151, Staatliche Kunsthalle, Karlsruhe.

Sull’opera: “Il trasporto della Croce” è un dipinto autografo di Matthias Grünewald, appartenente alla “Doppia tavola di Tauberbischofsheim”, realizzato con tecnica a olio su nel 1523-24, misura 193 x 151 cm. ed è custodito nella Staatliche Kunsthalle a Karlsruhe. 

La tavola in esame si presenta come una delle rare composizioni di “movimento” nell’attività artistica del pittore.

La rappresentazione della scena viene circoscritta in un tondo architettonico ai cui lati stanno due archi: uno nel buio (arco di sinistra) ove spiccano un volto d’uomo ed una testa di cavallo, l’altro – nella zona opposta – immerso nella luce solare che lascia intravedere un paesaggio collinare.

Le architetture ricordano approssimativamente quelle del nostro Rinascimento, come nel “Miracolo della neve” custodito a Friburgo, mentre il tempietto (in alto) a pianta centrale richiama alcune pitture del Bramantino.

Cristo, spossato dalla fatica e dal dolore, si accascia lasciandosi travolgere da una croce estremamente grezza e pesante. Lo attorniano turpi carnefici che lo costringono, con le percosse, ad alzarsi ed a proseguire il duro cammino.

Sul cornicione della struttura in primo piano si legge: “ESAIAS / 53 / ER. IST. VMB. VNSER. SVND. WILLEN. GESCLAGEN”. Tale scritta, l’unica presentata in volgare nelle opere di Grünewald, viene in vari modi interpretata dagli studiosi di storia dell’arte ma la cosa che più indirizza al verosimile è il riferimento alla Riforma. Infatti Schmid, notando che la traduzione si presenta molto vicina a quella di Lutero (1527), ipotizzerebbe la stessa data come termine “post quem” per la cronologia della tavola. Zulch invece, osservando che frase è scritta in forma popolare ‘gesclagen’ (battuto), pensa che l’artista abbia tratto spunto dalla rappresentazione del mistero della Passione svoltasi a Francoforte nel 1505, a cui – si ipotizza – avrebbe assistito personalmente.

Nel 1910 la tavola subì un accurato restauro con drastiche ripuliture da parte di Mayer (a Dima), con conseguente perdita delle tonalità cromatiche tendenti al caldo.

La Doppia tavola di Tauberbischofsheim di Matthias Grünewald

Matthias Grünewald: La Doppia tavola di Tauberbischofsheim

Matthias Grünewald: La Doppia tavola di Tauberbischofsheim - La Crocifissione, cm. 193 x 151
Matthias Grünewald: La Doppia tavola di Tauberbischofsheim – La Crocifissione, cm. 193 x 151, nella doppia tavola di Tauberbischofsheim, Staatliche Kunsthalle, Karlsruhe.
Il trasporto della croce, cm. 193 x 151
Il trasporto della croce, cm. 193 x 151, nella doppia tavola di Tauberbischofsheim, Staatliche Kunsthalle, Karlsruhe.

Sull’opera: La “Doppia tavola di Tauberbischofsheim” è costituita da due dipinti autografi di Matthias Grünewald realizzati con tecnica a olio nel 1523-24, misura 193 x 151 cm. ed è custodita nella Staatliche Kunsthalle a Karlsruhe. 

La tavola in esame ha le pregiate stesure pittoriche in entrambe le facciate: da un lato è dipinta la “Crocifissione”; dall’altro, “Il Trasporto della croce”.

Purtroppo non esistono le prime documentazioni e, quindi, non si possono ipotizzare configurazioni, sia per quanto riguarda la committenza e l’ubicazione originaria, sia per come il supporto si presentava in origine.

Le supposizioni, comunque, non mancarono: alcuni studiosi di storia dell’arte avanzarono l’ipotesi che fosse stata commissionata dallo stesso parroco (Friedrich Virenkorn) della già demolita – 1664, ma successivamente riedificata – chiesa di Tauberbischofsheim, per la decorazione della cappella della Santa Croce (la seconda verso il lato a settentrione). La stessa chiesa fu fondata nel 1493 e, il presupposto commissionario, volle dotare di benefici nel 1505 e 1515.

Dal momento che l’opera  ha due facce dipinte, gli esperti hanno pensato che fosse fissata maniera tale alla parete in modo da poter venire ruotata su fulcri a cerniera, ed apparire così integralmente godibile. Oppure, che addirittura si trovasse sulla trave dell’arco trionfale della chiesa, in modo che la si potesse ammirare sia dalla navata che dal presbiterio.

Altra ipotesi, ma assai meno verosimile per le ampie dimensioni, è quella che facesse parte di uno scomparto laterale di un altare.

La tavola in precedenza era attribuita al Dürer, e soltanto verso la fine dell’Ottocento fu riconosciuta come opera autografa di Grünewald.

Per quanto riguarda la cronologia, la doppia tavola viene pressoché unanimemente inserita dai critici di storia dell’arte tra gli anni 1523 e 1524. Si scostano da tale datazione Schönberger che la anticipa, inverosimilmente, al 1515-17, e Schmid che la ritarda ad oltre il 1527, in base all’iscrizione biblica nella stesura del “Trasporto della croce”, che risulta essere assai vicina alla scritta corrispondente della traduzione luterana che apparve, per l’appunto, nel 1527. Pensando che tale data appartiene al periodo più inquieto dell’esistenza di Grünewald, tra Francoforte e Halle, possiamo benissimo ignorare quest’ultima ipotesi.

“Altare di Isenheim – Allegoria della Natività” di Matthias Grünewald

Matthias Grünewald: Altare di Isenheim – Allegoria della Natività

Matthias Grünewald: Altare di Isenheim - Allegoria della Natività
Matthias Grünewald: Allegoria della Natività (assieme), cm. 265 x 304. (foto da Wikimedia Commons).

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Sull’opera: “Allegoria della Natività” è un dipinto autografo di Matthias Grünewald facente parte della seconda faccia dell’altare di Isenheim, realizzato con tecnica a olio su tavola tra il 1512 ed il 1516 e misura cm. 265 x 304. L’intero complesso è custodito nel Musée d’Unterlinden a Colmar.

La tavola si trova oggi in discreto stato di conservazione. Nel 1902 durante un restauro fu sottoposta ad un delicato intervento di rimozione della vernice, che provocò alcuni squilibri nel cromatismo.

Il viso della Vergine fu completamente rifatto nel Settecento.

 L’opera si presenta in due sezioni ben distinte:

Nella parte sinistra viene raffigurato un irreale tempietto in stile prettamente gotico, non solo nella struttura ma anche negli ornamenti fiammeggianti, con pietre rosate, marmi e colonnine auree, organizzati come in un complesso vegetale.

Ad ornare le colonne del piccolo tempio –  fra il vasto fogliame, le minute guglie e i fioroni – stanno le immagini di profeti e patriarchi. Gli studiosi di storia dell’arte ne hanno evidenziato il modello in varie architetture attraverso i secoli.

Schmid vi riconosce il portale della cattedrale di S. Lorenzo di Strasburgo (1500 c.) o quello di Thann; Medding (1956) lo identifica nella Gnadenkapelle di Lautenbach; la Behling, più verosimilmente, nel jubé della basilica di Breisach; la Lanckoronska vi vede il tempietto del Sacramento nella cattedrale di Dima.

Nella sezione di destra, uno sfondo esterno: sulla montagna, che pare appartenere ad un altro pianeta, stanno due angeli diafani (uno azzurro con barba, l’altro rosso) che annunciano l’evento del Natale a due pastori dalla trasparente consistenza vitrea.

In alto un cumulo di nuvole temporalesche attraversate da un potente fascio luminoso, mentre  l’Eterno troneggia – tra le schiere angeliche – con scettro e corona.

In primo piano nelle due sezione, le immagini dei protagonisti principali.

10 Grunewald - Altare di Isenheim

Particolare: figura interna, cm. 43 x 35.

11 Grunewald - Altare di Isenheim

Particolare della Madonna col Bambino, cm. 43 x 35.

12 Grunewald - Altare di Isenheim.jpg

Particolare dell’Eterno, cm. 43 x 35.

Natività di altri Grandi Maestri.

Breve biografia e vita artistica di Matthias Grünewald

Breve biografia e vita artistica di Matthias Grünewald

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Mathis Gothardt Neithardt, meglio conosciuto come Matthias Grünewald, pittore tedesco, nasce intorno al 1475 a Würzburg (Baviera) e muore il 31 agosto 1528 ad Halle sul Saale.

Grünewald è considerato, dagli studiosi della Storia dell’arte, come uno dei più grandi esponenti della pittura tedesca del suo periodo ed è famoso soprattutto per la sua drammaticità a carattere visionario, con la quale descrive le tematiche sacre.

Monocromi dell’altare Heller – Santa Elisabetta, cm. 95,8 x 42,8, Staatliche Kunsthalle, Karlsruhe.
Monocromi dell’altare Heller – Santa Elisabetta, cm. 95,8 x 42,8, Staatliche Kunsthalle, Karlsruhe.

Diversamente dagli altri pittori, l’appellativo (in questo caso il nome) Grünewald gli viene inventato molti anni dopo la sua morte, avvenuta nel 1528: Joachim von Sandrart, pittore tedesco suo grande estimatore, nel descrivere la sua biografia, intorno al 1675, gli attribuisce il nome Grünewald per mancanza di fondate notizie, nome che gli rimarrà anche dopo la reale scoperta delle sue generalità.

L’artista in esame non è soltanto pittore, ma è anche architetto ed ingegnere idraulico, come testimoniano alcune documentazioni, dalle quali risulta aver lavorato nel duomo di Magonza ed alla restaurazione del castello di Aschaffenburg.

Cristo deriso, cm. 109 x 73,5, Alte Pinakothek, Monaco.
Grunewald: Cristo deriso, cm. 109 x 73,5, Alte Pinakothek, Monaco.

La sua prima opera nel campo pittorico è la Derisione di Cristo, realizzata verso il 1503 ed attualmente custodita a Monaco alle Alte Pinakothek.

Nel 1509 risulta essere pittore di corte di Magonza alle dirette dipendenze dell’arcivescovo Uriel von Gemmingen, elettore in quegli anni.

Nel 1510, su commissione del mercante Jacob Heller realizza, come integrazione al Polittico dell’Assunzione della Vergine di Albrecht Dürer, la decorazione di due ante aggiuntive con le immagini di santi realizzati in grisaille. In queste opere, Grünewald, sembra volersi quasi confrontare con il grande artista che lo precede.

Altare di Isenheim, Musée d’Unterlinden, Colmar
Grunewald: Altare di Isenheim, Musée d’Unterlinden, Colmar.

Tra il 1512 ed il 1513, l’abate del monastero di Isenheim (Alsazia) gli commissiona la decorazione di una grande pala d’altare, con ante rimovibili e fisse, configurate per assumere diversi aspetti, a seconda delle esigenze delle varie cerimonie religiose. È questa la sua opera più importante, nota come l’Altare di Isenheim, e Grünewald dipinge le ante che si articolano intorno ad un altro altare, realizzato in precedenza, con statue di materiale ligneo realizzate da Nicolas Haguenau. L’opera è attualmente custodita a Colmar (in Francia) nel Museo d’Unterlinden.

Incontro dei santi Erasmo e Maurizio, cm. 226 x 176, Alte Pinakothek, Monaco.
Grunewald: Incontro dei santi Erasmo e Maurizio, cm. 226 x 176, Alte Pinakothek, Monaco.

Nel 1514, il nuovo elettore di Magonza, nella persona di Albrecht von Brandenburg, lo richiama a corte e qui, oltre ad altri lavori, gli commissiona nel 1517, l’Incontro dei santi Erasmo e Maurizio, oggi conservato alle Alte Pinakothek di Monaco.

Nel 1523-24 realizza la doppia tavola di Tauberbischofsheim (si vedano entrambe: tavola 1tavola 2), contenente le scene del trasporto della croce e della crocifissione, oggi custodita  a Karlsruhe alla Staatliche Kunsthalle.

Dopo questa data, inizia per Grünewald una vita molto difficile: viene allontanato da Magonza, molto probabilmente per aver dipinto la “Rivolta dei contadini”, un quadro pieno di significato politico e, in seguito a questo, dovrà ritornare ad occuparsi del commercio e dei lavori nel campo idraulico. Morirà intorno al 1528.