Trittico delle delizie – Il Paradiso terrestre di Hieronymus Bosch

Hieronymus Bosch:Trittico delle delizie – Il Paradiso terrestre

Hieronymus Bosch: Trittico delle delizie - Il Paradiso terrestre
Hieronymus Bosch: Trittico delle delizie: parte sinistra – Il Paradiso terrestre, 220 x 97 cm., Museo del Prado, Madrid.

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Sull’opera: Il “Paradiso terrestre” è un dipinto autografo di Bosch, facente parte della serie del “Trittico delle delizie” – interno anta sinistra – realizzato con tecnica a olio su tavola nel 1503-04, misura 220 x 97 cm. ed è custodito nel Museo del Prado a Madrid. 

Il riquadro del Paradiso terrestre è raffigurato sulla parte interna dell’anta sinistra ed è visibile quando quest’ultima è aperta. La composizione – che riguarda la “Creazione”, il “Peccato originale” e la “Cacciata” – è ridotta all’essenziale.

Discordanti sono le varie interpretazioni: secondo il Fraenger (1947), il Bosch presenta un’enfatizzazione dell’unione sessuale attraverso Gesù Cristo. Per il Tolnay (1965), in un’eccezionale iconografia in pittura, Adamo – già desto – viene presentato dal Creatore ad Eva.

Le caratteristiche somatiche si presentano in una forma di realismo ormai ripreso e sviluppato da van Eyck. Secondo il Combe (1946 – 1957), l’immagine dell’Eterno  raffigurato come un Cristo richiama le antiche tradizioni, trascurate dai pittori del Quattrocento ma riproposta dal Bosch, secondo cui il mondo fu creato da Dio per via del suo “Verbo”.

La struttura compositiva della dell’opera in esame viene costruita dal basso all’alto con piani che seguono un andamento circolare, in cui appaiono sinistri segnali di un’energia contro natura nelle piante, nelle tondeggianti rocce, nelle rupi e negli animali appartenenti ad una specie rara, che si divorano vicendevolmente.

Nel fondo, in tonalità azzurrina, emergono  quattro indefinibili rupi che fungono da alloggio per gli uccelli.

Lo strano cactus – sulla sinistra di Adamo – che viene comunemente considerato l’albero della vita, secondo il Combe è stato ispirato da un’incisione del “Liber chronicarum” dello Schedel (Koberger, Norimberga 1493).

 

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