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Antonello da Messina: Vergine annunziata, cm. 45 x 34,5, Museo Nazionale di Palermo.

Le Madonne più belle e significative nella storia dell’arte (1100-1476)

Pagine collegate alle Madonne più belle: Quindici “Natività di Gesù” di Grandi Maestri.

Le Madonne più belle di tutti i tempi

In tre pagine di questo sito web descriviamo, elencandole, le Madonne più belle di tutte le epoche della storia dell’arte.

Tra queste, quasi tutte dipinte con la presenza del Bambino, non potevano mancare composizioni come la Madonna della seggiola, l’Assunta, la Vergine Madre, l’Assunzione, la Vergine delle rocce, Santa Maria Madre di Dio. Trattasi, dunque, delle più significative immagini che hanno colpito il pubblico dei vari periodi storici.

La selezione delle Madonne è stata sofferta e difficile e, comunque, ci saranno certamente nei vari musei delle raffigurazioni – più importanti di alcune fra queste – che non sono qui state prese in considerazione.

Le composizioni delle Madonne più belle sono qui presentate in ordine cronologico, cercando di coprire tutto il periodo storico che va dall’arte romanica ai giorni nostri.

La difficile selezione sulle Madonne è stata fatta artista per artista, per cui per la maggior parte dei maestri si troverà un solo dipinto. Scegliere, per esempio, fra le Madonne di Leonardo, Raffaello e Michelangelo – e stabilire fra esse quale inserire nell’elenco – è un compito di grande rilievo e quindi, fra questi, si troveranno più composizioni.

Troveremo nella lista anche opere murarie e altre realizzate con varie tecniche.

Non dispiacerebbe a questa redazione se venissero segnalate altre importanti Madonne della storia della pittura.

Autore ignoto – Madonna di Vladimir, o Madonna della tenerezza (intorno al 1100)

Autore sconosciuto: La Theotokos di Vladimir – conosciuta anche come Madre di Dio della tenerezza, o Vergine di Vladimir; Galleria Tret’jakov di Mosca
Autore ignoto: La Theotokos di Vladimir – conosciuta anche come Madre di Dio della tenerezza, o Vergine di Vladimir; Galleria Tret’jakov di Mosca.

La Theotokos di Vladimir – conosciuta anche come Madre di Dio della tenerezza, o Vergine di Vladimir – è una delle immagini ortodosse più conosciute e venerate.

La presente composizione è un tipico esempio della tipologia eleusa nelle rappresentazioni bizantine. La Theotokos di Vladimir – il termine Theotokos, dal greco, “Madre di Dio” – è la protettrice della Russia.

L’opera, di cui non si conosce l’autore, è attualmente custodita nella Galleria Tret’jakov di Mosca. Gli ortodossi festeggiano l’anniversario di questa Madonna due volte l’anno: il 3 giugno ed il 26 agosto.

Berlinghiero Berlinghieri – Madonna di sotto gli organi (1200-1220)

Berlinghiero Berlinghieri: Madonna di sotto gli organi, anno 1200-1220, dimensioni 93 x 55 cm, Duomo di Pisa.
Berlinghiero Berlinghieri: Madonna di sotto gli organi, anno 1200-1220, dimensioni 93 x 55 cm, Duomo di Pisa.

La Madonna di sotto gli organi è un’opera realizzata con tecnica a tempera e oro su tavola attribuita a Berlinghiero Berlinghieri.

La presente Madonna col Bambino, che misura 93 x 55 cm, fu dipinta intorno al 1200-1220 ed è conservata nel Duomo di Pisa.

Non si sa bene se il dipinto sia stato realizzato come opera indipendente oppure come dettaglio (forse uno scomparto) di un trittico o altro. Detta riflessione nasce dalla forma della tavola, centinata.

Autore ignoto – La Vergine nera, o la Madonna nera (intorno al 300)

Autore ignoto: Nella Madonna Nera di Częstochowa
Autore ignoto: Nella Madonna Nera di Częstochowa

Nella Madonna Nera di Częstochowa viene raffigurata la Vergine Maria.

La composizione, conosciuta anche come la Madonna nera, è un’icona bizantina (tipica nel medioevo) facente parte delle rappresentazioni di Madonne col Bambino.

Non si conosce l’autore dell’opera ma una leggenda narra che sia stata realizzata da un santo contemporaneo alla Madonna (San Luca), che la dipinse con il volto scuro, proprio perché la Vergine l’aveva nero.

L’opera, che in precedenza apparteneva al principe Ladislao di Opole, pervenne al Santuario di Częstochowa, a Jasna Góra, nel 1382.

Purtroppo durante le guerre degli Ussiti, nel 1430, l’opera venne profanata e danneggiata a colpi d’ascia, di cui ancora oggi risultano evidenti gli sfregi subiti.

Nel Seicento il dipinto rappresentava per i polacchi la resistenza del paese alle invasioni straniere.

Duccio di Buoninsegna – Madonna con il Bambino (1300-1305)

Duccio di Buoninsegna: Madonna con il Bambino e sei Angeli, cm. 97 x 93, Galleria Nazionale dell’Umbria, Perugia
Duccio di Buoninsegna: Madonna con il Bambino e sei Angeli, cm. 97 x 93, Galleria Nazionale dell’Umbria, Perugia.

La Madonna con il Bambino e sei Angeli è una composizione gotica eseguita da Duccio di Buoninsegna con tecnica a tempera su tavola intorno al 1300 – 1305.

L’opera, che misura 97 x 93 cm, è attualmente custodita nella Galleria nazionale dell’Umbria a Perugia.

In precedenza si trovava nella sagrestia – esposta al di sopra della porta di entrata – del convento perugino di San Domenico.

Soltanto agli inizi dello scorso secolo (1911) si incominciò a riferirla a Duccio di Buoninsegna (fonti Weigelt). Un’assegnazione, questa, assai audace per via delle consistenti ridipinture quattrocentesche, che ne falsavano i carnati.

La forma, per una leggera tendenza alla dilatazione, distingue il dipinto dalla prima Madonna di Duccio, mettendolo in relazione all’arte giottesca.  Ciò farebbe presupporre un rapporto con la contemporanea esperienza di Giotto e, quindi, pensare (Brandi nel 1947 e il Carli nel 1952) ad una cronologia molto più tardiva, intorno al periodo della Maestà del Duomo di Siena, anno 1308-11).

Per saperne vedi approfondimenti su questa Madonna col Bambino nel sito.

Giotto – Maestà di Ognissanti agli Uffizi (intorno al 1310

Giotto: Maestà di Ognissanti, intorno al 1310, tecnica a tempera su tavola, 325×204 cm. Uffizi, Firenze
Giotto: Maestà di Ognissanti, intorno al 1310, tecnica a tempera su tavola, 325×204 cm. Uffizi, Firenze.

La Maestà di Ognissanti è un’opera realizzata da Giotto  (opere di Giotto) intorno al 1310. La tecnica impiegata per la realizzazione del dipinto è quella a tempera e oro su tavola.

La grande e pregiata composizione, che misura 325 × 204 cm, si trova nella Galleria degli Uffizi a Firenze, dove è collocato a pochi passi da quelle rappresentate dalle pale di Duccio (Madonna Ruccellai) e di Cimabue (Madonna di Santa Trinita).

La Maestà pervenne nell’attuale sede dalla chiesa di Ognissanti, da cui ne derivò il nominativo. Per saperne vedi approfondimenti sulla Maestà di Giotto nel sito.

Simone Martini – Maestà del Palazzo Pubblico di Siena (1315)

Simone Martini: Maestà, cm. 763 x 970, Palazzo Pubblico, Siena.
Simone Martini: Maestà, cm. 763 x 970, Palazzo Pubblico, Siena.

La Maestà custodita nel Palazzo Pubblico di Siena è un’opera realizzata con tecnica a fresco nel 1315 da Simone Martini.

La composizione, che misura 970 × 763 cm. e che comprende tutta la parete nord della Sala del consiglio del Palazzo Pubblico di Siena, è conosciuta anche come Sala del Mappamondo.

Questa Maestà è considerata dagli studiosi di storia dell’arte fra le più significative opere di Simone Martini, nonché uno dei dipinti più importanti della pittura gotica italiana. Vedi approfondimenti sul sito: Maestà di Simone Martini.

Vitale da Bologna – Madonna dei battuti (intorno al 1355)

Vitale da Bologna: Madonna dei battuti (intorno al 1355), Vaticano
Vitale da Bologna: Madonna dei battuti (intorno al 1355), Vaticano

La Madonna dei Battuti, o Madonna col Bambino e confratelli, è un’opera realizzata da Vitale di Aimo de’ Cavalli (o Vitale degli Equi o, più semplicemente, Vitale da Bologna).

La composizione si trova in Città del vaticano nella Pinacoteca vaticana.

Gentile da Fabriano – Madonna dell’Umiltà (intorno al 1420)

Gentile da Fabriano - Madonna dell’Umiltà (intorno al 1420)
Gentile da Fabriano: Madonna dell’Umiltà (intorno al 1420), tempera su tavola, Museo Nazionale di S. Matteo a Pisa.

La Madonna dell’Umiltà è un’opera di Gentile da Fabriano realizzata intorno al 1420-23 con tecnica a tempera su tavola.

La composizione, che misura 56 × 41 cm, è custodita a Pisa nel Museo Nazionale di San Matteo.

La Madonna dell’umiltà pervenne all’odierna sede nell’Ottocento dalla Pia Casa della Misericordia, nella stessa città, dove venne prelevata per la musealizzazione.

Poca e frammentaria è la storia della tavoletta, nonché delle circostanze e modalità della committenza. Pare infatti che il dipinto fosse stato richiesto per devozione privata, forse dal cardinale (e arcivescovo di Pisa) Alemanno Adimari.

Quest’ultimo la inserì nel sepolcro nella chiesa romana di Santa Maria Nova, decorato proprio dallo stesso artista in quegli anni. Secondo il Vasari detta decorazione andò perduta. Vedi altra Madonna di Gentile da Fabriano, quella con il Bambino e due angeli.

Gentile da Fabriano- Madonna col il Bambino (intorno al 1425)

Gentile da Fabriano: Madonna con il Bambino, cm. 96 x 57, National Gallery di Washington.
Gentile da Fabriano: Madonna con il Bambino, cm. 96 x 57, National Gallery di Washington.

La Madonna con il Bambino sopra raffigurata è un dipinto autografo di Gentile da Fabriano.

L’opera, che l’artista realizzò con tecnica a tempera su tavola intorno al 1425, misura 96 x 57 cm. e si trova nella National Gallery di Washington.

Della tavola in esame nulla si conosce riguardo i primi periodi, sia nella committenza, che nella destinazione originaria.

Da fonti certificate si ricava che nel 1874 l’opera, non ancora assegnata all’artista, faceva parte della collezione londinese Barker, da cui – poco più tardi – passava di proprietà al parigino E. J. Sartoris.

Nel 1919 La Madonna con il Bambino venne esposta al Musée des Arts Decoratifs, dove fu ammirata da A. Venturi che, riconoscendo lo stile di Gentile da Fabriano, gliela assegnò con estrema certezza (“Storia dell’Arte”, 1928).

L’attribuzione del Venturi fu accolta da tutti gli studiosi di storia dell’arte e, poco più tardi, fu pubblicata da A. Colasanti (“BA” 1911). Si vedano gli approfondimenti alla pagina del sito.

Jan Van Eick – Madonna di Lucca (intorno al 1433)

Jan Van Eick: Madonna di Lucca (intorno al 1433), Städelsches Kunstinstitut di Francoforte
Jan Van Eick: Madonna di Lucca (intorno al 1433), Städelsches Kunstinstitut di Francoforte sul Meno

La Madonna di Lucca è un’opera realizzata da Jan van Eick intorno al 1433-36 con tecnica ad olio su tavola.

Il dipinto, che misura 49,5 × 65,5 cm, è custodito allo Städelsches Kunstinstitut di Francoforte sul Meno.

La Madonna di Lucca viene così convenzionalmente chiamata poiché, all’inizio dell’Ottocento, apparteneva alla pregiata collezione di Carlo di Borbone, duca di Parma e Lucca.

L’opera in esame, secondo gli studiosi di storia dell’arte, è annoverata tra gli ultimi lavori dell’artista, prima della prematura scomparsa.
Vedi approfondimenti della Madonna di Lucca sul sito.

Beato Angelico – Annunciazione del corridoio nord (intorno al 1440)

Beato Angelico - Annunciazione del corridoio nord
Beato Angelico – Annunciazione del corridoio nord, 230 x 321, anno 1440-50, tecnica a fresco, Convento di San Marco, Firenze

L’opera, denominata Annunciazione del corridoio Nord, è un dipinto di Beato Angelico realizzato con tecnica a fresco nel convento di San Marco a Firenze. Si trova al primo piano e lo si incontra proprio di fronte alle scale.

La composizione, che misura 230 × 321 cm, fu realizzata dall’Angelico in un periodo che probabilmente oscilla il 1440 e il 1450, o forse ancora più tardi.

Secondo gli studiosi di storia dell’arte dovrebbe coincidere con il periodo del dopo ritorno da Roma (1450).

La presente Annunciazione viene considerata come una delle opere più significative famose ed uno dei migliori dipinti di Beato angelico, rappresentanti questo stesso soggetto. Vedi altre Annunciazioni dell’artista sul sito.

Jean Fouquet – Madonna del latte, in trono col Bambino (parte smembrata del Dittico di Melun) (intorno al 1450)

Jean Fouquet: Madonna del latte, 91,8 x 83,3, anno 1450-55 Gemäldegalerie di Berlino
Jean Fouquet: Madonna del latte, 91,8 x 83,3, anno 1450-55 Gemäldegalerie di Berlino

L’opera fu realizzata su tavola insieme al ritratto di Etienne Chevalier presentato da S. Stefano. La composizione, che faceva parte del Dittico di Melun, è una tavola attribuita a Jean Fouquet, probabilmente la dipinta intorno al 1450-1455.

La Madonna del latte, che misura 91,8 × 83,3 cm, è custodita ad Anversa nel Koninklijk Museum voor Schone Kunsten.

Faceva parte del Dittico Melun anche un medaglione del diametro di 6 cm, dipinto a smalto, in cui è raffigurato lo stesso artista, oggi al Louvre.

Filippo Lippi – Lippina (intorno al 1465)

Filippo Lippi: Lippina (Madonna col Bambino e angeli), 1457-69 circa, cm. 92 x 63,5 , tempera su tavola, Galleria degli Uffizi, Firenze.
Filippo Lippi: Lippina (Madonna col Bambino e angeli), 1457-69 circa, cm. 92 x 63,5 , tempera su tavola, Galleria degli Uffizi, Firenze.

Madonna col Bambino e angeli, meglio conosciuta come Lippina, è un’opera realizzata intorno al 1465 da Filippo Lippi con tecnica a tempera su tavola. Il dipinto, che misura 92 × 63,5 cm, è custodito nella Galleria degli Uffizi a Firenze.

Sul retro è visibile lo schizzo realizzato a pennello che rappresenta un busto di donna.

La Lippina è considerata dagli studiosi di storia dell’arte una fra le più significative opere del frate artista, punto di riferimento per tutte le raffigurazioni di “Madonne col bambino” dei successivi periodi. Vi prese spunto anche Sandro Botticelli.

Il dipinto in esame è considerato uno dei pochissimi dipinti realizzati interamente da Filippo Lippi, senza aiuti di bottega. Vedi approfondimenti sulla Lippina nel sito.

Piero della Francesca Pala Brera – Pala di Montefeltro (intorno al 1472)

Piero della Francesca: Pala di Brera, cm. 170, Pinacoteca di Brera, Milano.
Piero della Francesca: Pala di Brera, cm. 170, Pinacoteca di Brera, Milano.

La Pala Montefeltro, o Pala di Brera, o – più precisamente – “Sacra Conversazione con la Madonna col Bambino, sei santi, quattro angeli e il donatore Federico da Montefeltro”, è stata realizzata da Piero della Francesca.

La tavola, dipinta con tecnica a tempera e olio, misura 248 × 170 cm. e databile intorno al 1472, si trova a Milano nella Pinacoteca di Brera (da qui il nome dell’opera).

Alcuni particolari della composizione in esame (in particolare le mani del duca) non sono opera dell’artista ma attribuite a Pedro Berruguete, che li completò (o modificò) dopo il 1474. Vedi approfondimenti sulla Pala di Brera nel sito.

Antonello da Messina – Annunciata di Palermo (intorno al 1476)

Antonello da Messina: Vergine annunziata, cm. 45 x 34,5, Museo Nazionale di Palermo.
Antonello da Messina: Vergine annunziata, cm. 45 x 34,5, Museo Nazionale di Palermo.

L’Annunciata di Palermo è un’opera realizzata con tecnica a olio su tavola da Antonello da Messina.

La piccola composizione, che misura 45 × 34,5 cm. e datata intorno al 1476, si trova a Palermo nel Palazzo Abatellis.

L’opera, secondo gli studiosi di storia dell’arte, rappresenta una delle mete fondamentali della pittura italiana del lungo periodo rinascimentale.

L’armonia cromatica e la purezza nelle forme, nonché l’espressione magnetica dell’intera figura (si osservi, oltre il viso, le mani, in particolare la destra sospesa) ne fanno un pregiatissimo capolavoro. Questa tavola non poteva assolutamente mancare nella descrizione fra le Madonne più belle. Vedi approfondimenti sulla Vergine nel sito.

Curiosità sull’Annunciata di Palermo

Esiste una riproduzione di dimensioni microscopiche di questo dipinto di Antonello da Messina (6,6 millimetri), che ha per supporto una moneta da un centesimo di euro (inserito dentro il globo terrestre della stessa), realizzato nel 2022 dal pittore miniaturista Stefano Busonero.

Nel micro-dipinto appaiono tutti i particolari della scena della grande composizione nel rispetto assoluto delle forme e delle proporzioni, come si vede chiaramente nella figura qui appresso riportata.

Riproduzione della Annunciata di Palermo di Antonello da Messina, realizzata dentro il mappamondo della moneta da un centesimo di euro.
Riproduzione della Annunciata di Palermo di Antonello da Messina, realizzata dentro il mappamondo della moneta da un centesimo di euro.

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Questo articolo ha 2 commenti

  1. Alessandro Pagano

    Mancano almeno la Madonna con Bambino e san Giovanni di Agnolo Bronzino (Palazzo Abatellis, Palermo) e la Madonna del melograno di Sandro Botticelli (Galleria degli Uffizi, Firenze)

    1. Stefano Busonero

      Buona giornata Alessandro e grazie del suggerimento. Di Madonne importanti e significative da inserire nelle pagine ad esse dedicate ce ne sono un’infinità! Tuttavia le impostazioni web suggeriscono di mantenere snelle le pagine e tocca a noi il gravoso compito di trovare un certo equilibrio tra le due cose.

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