Martirio di Santo Stefano (Louvre) di Annibale Carracci

Annibale Carracci: Martirio di Santo Stefano (Louvre)

Annibale Carracci: Martirio di Santo Stefano (Louvre)
Annibale Carracci: Martirio di Santo Stefano, cm. 40 x 53, Louvre Parigi.

Prima serie opere Carracci

Sull’opera: “Martirio di Santo Stefano” è un dipinto autografo di Annibale Carracci realizzato con tecnica ad olio su rame nel 1603-04, misura 40 x 53 cm. ed è custodito nel Museo del Louvre a Parigi.

L’opera in esame fu  attribuita al Carracci dal Félibien nel 1679. Questi parlava di un trasferimento del “Martirio” in Francia da parte del marchese di Rambouillet.

In quella occasione il dipinto passò per le mani del duca di Montausier che ne fece dono al re (fonte: Tableaux du Cabinet du Roi, 1679). Il rame compare catalogato nelle collezioni reali del 1671 indicato con “Carracci” (fonte: Guiffrey, 1881-1901) e negli inventari “Le Brun e Bailly” (fonte: Engerand, 1899) con le scritte “estimé de Carrache” e “Annibale”.

Riguardo l’autografia, nel corso dei secoli non vi furono contrasti tra i grandi studiosi di Storia dell’arte.

Anche per la cronologia, nonostante non sia stato fissato un anno ben preciso, gli studiosi propendono all’unanimità per il biennio 1603 – 1604 (Mahon, 1957; Cavalli, 1958; Posner, 1971).

Uno studio preparatorio è custodito nel Castello Windsor (fonte: Wittkower, 1952).

La Galleria Farnese – Giove e Giunone di Annibale Carracci

Annibale Carracci: La Galleria Farnese – Giove e Giunone

Annibale Carracci: La Galleria Farnese - Giove e Giunone
Annibale Carracci: La Galleria Farnese: Giove e Giunone, Palazzo Farnese Roma.

Prima serie opere Carracci

       Sull’opera: “Giove e Giunone” è un affresco (pannello del fregio) a soggetto mitologico di Annibale Carracci realizzato tra il 1597 ed il 1600. È custodito nel Palazzo Farnese a Roma.

Gli studi preparatori si trovano, a Londra nel Courtauld Institute of Art, a Besancon nel Musée des Beaux-Arts (tra cui uno per la figura di Giunone) e al Louvre (per la figura di Giove).

Una copia posteriore, realizzata su tela ed attribuita ad Antonio Carracci (Salerno, “BA”, 1956), è custodita nella Galleria Borghese a Roma.

Ercole e Iole di Annibale Carracci

Annibale Carracci: La Galleria Farnese – Ercole e Iole

Annibale Carracci: La Galleria Farnese - Ercole e Iole
Annibale Carracci: La Galleria Farnese – Ercole e Iole, Palazzo Farnese Roma.

Prima serie opere Carracci

       Sull’opera: “Ercole e Iole (On fale)” è un affresco (appartenente al pannello del fregio) a soggetto mitologico di Annibale Carracci realizzato tra il 1597 ed il 1600. È custodito nel Palazzo Farnese a Roma.

In questa composizione viene illustrata la storia di un Ercole umiliato per amore di Iole.

La scena è tratta da Ovidio (Eroidi, IX, v. 25 segg.) Molti sono i riferimenti che richiamano la figura del famoso Ercole Farnese, di cui certamente il Carracci trasse ispirazione.

Uno studio preparatorio relativo al personaggio Iole è custodito nel Musée des Beaux-Arts a Besancon.

Galleria Farnese – Diana e Endimione di Annibale Carracci

Annibale Carracci: Galleria Farnese – Diana e Endimione

Annibale Carracci - La Galleria Farnese: Diana e Endimione
Annibale Carracci: La Galleria Farnese – Diana e Endimione, Palazzo Farnese Roma.

Prima serie opere Carracci

       Sull’opera: “Diana e Endimione” è un affresco (appartenente al pannello del fregio) a soggetto mitologico di Annibale Carracci realizzato tra il 1597 ed il 1600. È custodito nel Palazzo Farnese a Roma.

La “Venere e Adone” è stata ispirata da quella affrescata da Raffaello Sanzio per il cardinale Bibbiena (fonte: Martin). Molto probabilmente, un disegno preparatorio custodito al Louvre, può essere identificato in uno studio per il cane dormiente.

Pietà (Capodimonte) di Annibale Carracci

Annibale Carracci: Pietà (Capodimonte)

Annibale Carracci: Pietà (Capodimonte)
Annibale Carracci: Pietà, cm. 156 x 149 Gallerie Nazionali di Capodimonte, Napoli.

Prima serie opere Carracci

Sull’opera: “Pietà” è un dipinto autografo di Annibale Carracci realizzato con tecnica ad olio su tela tra il 1599 ed il 1600, misura 156 x 149 cm. ed è custodito nelle Gallerie Nazionali di Capodimonte (Napoli).

Storia: Nel Seicento l’opera si trovava presso il cardinale Farnese (fonte 1: lo scrittore inglese John Evelyn nel 1645 la cita nel suo “Diary” s.d. Fonte 2: Bellori) ed era già elencata anche nell’inventario della “Collezione Farnese” del 1653.

Nel 1680 era inventariata nei beni del Palazzo del Giardino a Parma (fonte: Campori, 1870). Intorno al 1735 o poco dopo fu trasferita a Napoli (fonte: De Rinaldis, 1911).

Con la Pietà raffigurata in questa pagina, il Carracci raggiunge una delle vette più alte della sua attività romana.

L’autografia:  Per gli studiosi di Storia dell’arte della seconda metà del Novecento, il dipinto è autografo.

Ipotesi di attribuzione: unanime, eccetto l’ipotesi di Tietze che ne negava l’autografia.

Ipotesi di cronologia:  una data vicina il più possibile all’ultimo biennio Cinquecento non ha mai trovato in disaccordo gli studiosi..

Frammenti citazioni e critica: Il Bellori nel Seicento la descrisse così: “… non dobbiamo trascurare in silentio” ……… e quindi “la Pietà con la Vergine a sedere al monumento, la quale con una mano sostenta in seno la testa del figliuolo morto, e apre l’altra, riguardandolo con dolore. Feceui con molta espressione, un Angioletto che tocca col dito una spina della corona, e duolsi della puntura”

Ascendenze: pittura romana del suo periodo ed accenni michelangioleschi negli atteggiamenti dei personaggi.

Studi preparatori: ce ne sono sono tre con una cronologia facilmente distinguibile per gli evidenti sviluppi che differenziano il primo dagli altri due più elaborati e con più ripensamenti come fece rilevare il Posner.

Venere e Anchise (Palazzo Farnese) di Annibale Carracci

Annibale Carracci: Venere e Anchise (Palazzo Farnese)

Annibale Carracci: Venere e Anchise (Palazzo Farnese)
Annibale Carracci: La Galleria Farnese: Venere e Anchise, Palazzo Farnese, Roma.

Prima serie opere Carracci

        Sull’opera: “Venere e Anchise” è un affresco (appartenente al pannello del fregio) a soggetto mitologico di Annibale Carracci realizzato tra il 1597 ed il 1600. È custodito nel Palazzo Farnese a Roma.

Sullo sgabello si legge chiaramente la scritta: “GENVS VNDE LATINVM” ovvero “GENUS UNDE LATINUM” (Eneide, I, 6) che certamente allude ad Enea, capostipite della popolazione romana, che ebbe i natali dalla mitica unione dei personaggi raffigurati nel pannello.

Cristo appare a San Pietro (Londra) di Annibale Carracci

Annibale Carracci: Cristo appare a San Pietro (Londra)

Annibale Carracci: Cristo appare a San Pietro (Londra)
Annibale Carracci: Cristo appare a San Pietro, cm. 77,5 x 56,5, National Gallery di Londra.

Prima serie opere Carracci

       Sull’opera: “Cristo appare a San Pietro” è un dipinto autografo di Annibale Carracci realizzato con tecnica ad olio su tavola intorno al 1602, misura 77,5 x 56,5 cm. ed è custodito nella National Gallery di Londra.

Storia: L’opera fu citata dal Bellori (1672) e dal Malvasia (1678) ed era già registrata nell’inventario datato 1603 della “Collezione Aldobrandini”. Rimase nella stessa famiglia per moltissimo tempo figurando in diversi inventari dei loro discendenti (fonte 1, Ramdohr nel 1787; fonte 2, il Vasi 1797).

A cavallo dei due secoli il dipinto fu venduto ad Alexander Day il quale lo rivendette a Lord Northwick che, poco dopo lo passò a T. Hamlet (fonte: Buchanan, 1824).

Nel 1826 pervenne, con contratto d’acquisto, alla National Gallery di Londra (fonte: Catalogue, 1929). L’opera è tra le più belle ed interessanti dell’ultimo periodo artistico del Carracci.

Alcuni studiosi di storia dell’arte che hanno citato il dipinto: Bellori (1672), Malvasia (1678), Buchanan (1824), Cavalli (1958)

L’autografia: Non emergono ipotesi alternative.

Ipotesi di cronologia: Unanime riguardo la data sopra riportata.

Frammenti critici:  Cavalli evidenziò la “lezione formale di Raffaello, la sua ritmica, quella sintesi fra disegno e valore plastico che da vita armoniosa alle forme del corpo”

Pietà con i Santi Francesco e Maddalena di Annibale Carracci

Annibale Carracci: Pietà con i Santi Francesco e Maddalena

Annibale Carracci: Pietà con i Santi Francesco e Maddalena
Annibale Carracci: Pietà con i santi Francesco e Maddalena, cm. 277 x 187 Louvre, Parigi.

Prima serie opere Carracci

       Sull’opera: “Pietà con i santi Francesco e Maddalena” è un dipinto autografo di Annibale Carracci realizzato con tecnica ad olio su tela nel 1602-07 , misura 277 x 187 cm. ed è custodito nel Museo del Louvre a Parigi.

Storia: L’opera viene citata da noti studiosi come Mancini (intorno al 1620), Baglione nel  1642, Bellori (1672) e Malvasia nel 1678, che la ubicano a Roma nella Cappella Mattei in San Francesco a Ripa. Anche fonti settecentesche confermano tale ubicazione. Nel 1796 fu requisita come bottino di guerra dalle truppe napoleoniche (fonte: Blumer, 1936)

Alcuni studiosi di storia dell’arte che hanno citato il dipinto: Mancini, Baglione, Bellori, Malvasia, Blumer, Cavalli, Posner.

L’autografia: L’autografia è stata oggetto di molti contrasti e prese di posizione. Soltanto dal 1947, con Mahon per primo, si incomincia a parlare di certezza autografica e, talvolta, di aiuti dalla “bottega”‘ soprattutto nella configurazione di San Francesco (fonti: Cavalli nel 1958 e Posner nel 1971).

Ipotesi di attribuzione:  Fino agli inizi del Novecento il dipinto era attribuito – non all’unanimità – ad Annibale Carracci. Tietze, nel 1906-7, l’assegnò al Domenichino; successivamente altri critici ipotizzarono vari artisti del periodo carraccesco.

Studi preparatori: uno studio si trova nel Museo del Louvre a Parigi.

Pietà (Kunsthistorisches Museum) di Annibale Carracci

Annibale Carracci: Pietà (Kunsthistorisches Museum)

Annibale Carracci: Pietà (Kunsthistorisches Museum)
Annibale Carracci: Pietà, cm. 43 x 62,5, Kunsthistorisches Museum Vienna.

Prima serie opere Carracci

Sull’opera: “Pietà” è un dipinto autografo di Annibale Carracci realizzato con tecnica ad olio su rame nel 1603, misura 43 x 62,5 cm. ed è custodito nel Kunsthistorisches Museum di Vienna.

La composizione raffigurata in questa pagina non è mai stata citata dai grandi studiosi di Storia dell’arte fino al 1883, anno in cui Berger ne parlava dettagliatamente dopo averla scoperta nell’inventario dell’Arciduca Leopold Wilhelm datato 1659.

Berger, nel suo “Inventar der Kunstsamrnlung des Ersherzogs Leopold Wilhelm von Osterreich” del 1883, parla della catalogazione della Pietà come “Original von Caratio di Bolognia”.

La cronologia sopra riportata non ha mai trovato contrasti. Dell’opera ne parlarono il Mahon (1957),  Cavalli (1958), il Posner (1971).

Camerino Farnese – Ercole al bivio di Annibale Carracci

Annibale Carracci: Camerino Farnese – Ercole al bivio

Annibale Carracci: Camerino Farnese - Ercole al bivio
Annibale Carracci: Il camerino Farnese: Ercole al bivio, cm. 167 x 237 Palazzo Farnese Roma (attualmente nelle Gallerie Nazionali di Capodimonte, Napoli).

Prima serie opere Carracci

Sull’opera: “Il camerino Farnese: Ercole al bivio” è un dipinto autografo di Annibale Carracci realizzato con tecnica ad olio su tela nel 1596, misura 167 x 237 cm. ed è custodito nelle Gallerie Nazionali di Capodimonte, Napoli. 

L’opera in esame, che originariamente era inserita nel riquadro centrale del soffitto nello studio privato del cardinale Odoardo Farnese, fu trasferita nel 1662 nel Palazzo del Giardino in Parma, dopodiché passò a Capodimonte dopo il 1734 (fonte: De Rinaldis, 1911).

La tematica, tratta dal famoso apologo di Prodico di Geo, vede l’adolescente ed inesperto Ercole tra la virtù, alla sua destra, che lo incita alla durissima strada del dovere e dell’onore, ed il vizio, alla sua sinistra, che cerca invece di attrarlo su un sentiero più allettante e soprattutto più  facile, nell’ignavia e nel piacere.