La bottega del macellaio di Annibale Carracci

Annibale Carracci: La bottega del macellaio

Annibale Carracci: La bottega del macellaio
Annibale Carracci: La bottega del macellaio, cm. 190 x 271 Christ Churc of Oxford.

Seconda serie opere

Sull’opera: “La bottega del macellaio” è un dipinto autografo di Annibale Carracci realizzato con tecnica ad olio su tela nel 1582 – 1583, misura 190 x 271 cm. ed è custodito nella Christ Churc ad Oxford.

L’opera pervenne alla Christ Churc nel 1765 con il lascito del generale John Guise. Questi l’aveva catalogata come autografa del Carracci (fonte: Byam Shaw, Paintings by OId Masiers at Christ Church, Oxford, 1967). Ma non sempre fu considerata autografa dagli studiosi di Storia dell’arte.

In un primo tempo fu assegnata allo stesso Annibale Carracci (fonte 1: Burger, Trésors d’Art en Angleterre, 1860; fonte 2: Borenius (Pictures by the OId Masters in the Library of Christ Church, 1916), poi venne ascritta a Bartolomeo Passarotti (fonte: E. Arsian nel “Il Comune di Bologna” 1930; fonte 2: Bodmer in “Die Kunst des Bartolomeo Passarotti, “B” 1938). Wittkower l’assegnava al fratello Ludovico, in seguito, ad Agostino.

Finalmente Arcangeli attribuì l’opera ad Annibale, collocandone la cronologia in un primo periodo della sua attività artistica, dato lo stretto rapporto stilistico con la “Crocifissione e santi” (pagina precedente).

Secondo la tradizione i personaggi appartenevano tutti alla famiglia Carracci.

Tale ipotesi fu però messa in dubbio dagli studiosi di storia dell’arte Borenius e Cavalli e sottoscritta da Wittkower e Martin nel 1963.

San Francesco in meditazione di Annibale Carracci

Annibale Carracci: San Francesco in meditazione

Annibale Carracci: San Francesco in meditazione
Annibale Carracci: San Francesco in meditazione, cm. 96 x 79 Gallerie dell’Accademia a Venezia.

Seconda serie opere

 Sull’opera: “San Francesco in meditazione” è un dipinto autografo di Annibale Carracci realizzato con tecnica ad olio su tela nel 1585 – 1586, misura 96 x 79 cm. ed è custodito nelle Gallerie dell’Accademia a Venezia.

L’artista scrisse sulla parte in ombra della roccia (dietro il teschio) una scritta che si rese subito illeggibile.

L’opera fu acquistata – come da autore ignoto – da un certo A. Bedendo di Mestre.

Più tardi passò al Museo attuale dove rimase nei depositi senza nessuna attribuzione d’autore, fino a che nel 1962 il Longhi l’assegnò ad Annibale Carracci, annoverandola fra le sue opere giovanili (S. Meschini Marconi, Gallerie dell’Accademia di Venezia, Secolo XVI, 1962).

Alcuni anni prima, nel 1956, fu esposta a Bologna per un certo periodo, dove il Cavalli ebbe l’occasione di studiarla e datarla intorno al 1585.

Paesaggio con scena di caccia di Annibale Carracci

Annibale Carracci: Paesaggio con scena di caccia

Annibale Carracci: Paesaggio con scena di caccia
Annibale Carracci: Paesaggio con scena di caccia, cm. 136 x 253 Louvre Parigi.

Seconda serie opere

 Sull’opera: “Paesaggio con scena di caccia” è un dipinto autografo di Annibale Carracci realizzato con tecnica ad olio su tela nel 1587 – 1588, misura 136 x 253 cm. ed è custodito nel Museo del Louvre a Parigi.

La cronologia dell’opera in esame fu attribuita all’anno 1585 da Mahon (1957), ma Posner, paragonando i collegamenti stilistici con opere del 1587, evidenziò molte affinità e qualche primo accenno degli influssi veneziani (destinati a rafforzarsi ulteriormente dopo il 1588), stabilendo quindi un ben preciso biennio 1587-1588.

La Vergine annunciata (Bologna) di Annibale Carracci

Annibale Carracci: La Vergine annunciata (Bologna)

Annibale Carracci: La Vergine annunciata (Bologna)
Annibale Carracci: La Vergine annunciata, cm. 150 x 76 Pinacoteca Nazionale di Bologna.

Seconda serie opere

Sull’opera: “La Vergine annunciata” è un dipinto autografo di Annibale Carracci realizzato con tecnica ad olio su tela nel 1887, misura 150 x 76 cm. ed è custodito nella Pinacoteca Nazionale di Bologna.

Questo dipinto è il pendant dell’Angelo annunciatore (pagina precedente) ed ha subito le sue stesse vicende.

Paesaggio con scena di pesca di Annibale Carracci

Annibale Carracci: Paesaggio con scena di pesca

Annibale Carracci: Paesaggio con scena di pesca
Annibale Carracci: Paesaggio con scena di pesca, cm. 136 x 253 Louvre Parigi.

Seconda serie opere

Sull’opera: “Paesaggio con scena di pesca” è un quadro autografo del Carracci eseguito con tecnica ad olio su tela intorno agli anni 1587 – 1588 e le sue dimensioni sono 136 x 253 cm. Il dipinto è conservato nel Museo del Louvre a Parigi.

La presente composizione è il pendant di quella raffigurata nella pagina precedente.

Lo Gnudi in “Le Caravage et le peinture italienne” (1965) gli assegnò una cronologia posteriore a quella del “Paesaggio con scena di caccia”. Mahon, in “A” (1965), scartò tale ipotesi perché lo studioso di storia dell’arte non tenne conto che l’opera in esame aveva subìto una più drastica ripulitura rispetto all’altra.

Esiste un disegno preparatorio custodito al Louvre di Parigi (fonte, Bacou, 1961).

Crocifissione e Santi (Bologna) di Annibale Carracci

Annibale Carracci: Crocifissione e Santi (Bologna)

Annibale Carracci: Crocifissione e Santi (Bologna)
Annibale Carracci: Crocifissione e santi, cm. 305 x 210 Chiesa di Santa Maria della Carità, Bologna.

Seconda serie opere

Sull’opera: “Crocifissione e santi” è un dipinto autografo di Annibale Carracci realizzato con tecnica ad olio su tela nel 1583, misura 305 x 210 cm. ed è custodito nella Chiesa di Santa Maria della Carità a Bologna.

la cronologia dell’opera fu dubbia fino al 1923, anno in cui affiorò, sul lato inferiore della tela, la data “1583” (fonte: Bodmer, 1924).

La presente composizione era ubicata come pala d’altare nella cappella Mendicanti (ex Macchiavelli) della chiesa di San Nicolò di San Felice a Bologna (fonte Masini, 1666). Prima di pervenire alla chiesa di Santa Maria della Carità, l’attuale sede, il dipinto permase dal 1944 al 1956 nelle stanze della Soprintendenza alle Gallerie, ove subì, nell’ultimo periodo, un accurato restauro.

Parlarono dell’opera alcuni studiosi di storia dell’arte:

Malvasia: “…… la prima operazione che uscisse mai dal pennello del grand’Annibale Carracci”

Scannelli (1657), Bellori (1613-1696) e Scaramuccia (1616-1680), quando ancora non si conosceva l’esatta cronologia, la considerarono come una delle prime opere.

Alcune tra le opere più importanti di Annibale Carracci

Alcune tra le opere più importanti di Annibale Carracci

Pagine correlate all’artista: Elenco delle opere – Prima serie opere – Biografia e vita artistica – La critica – Il periodo artistico – Bibliografia.

Opere più importanti di Annibale Carracci: Toeletta di Venere

Toeletta di Venere, cm. 133 x 170,5 National Gallery of Art (Kress) Washington.

39 Carracci - Cristo deriso

Cristo deriso, cm. 60 x 69,5 Pinacoteca Nazionale di Bologna.

40 Carracci -natività della vergine

Natività della Vergine cm. 274 x 155 Louvre di Parigi.

41 Carracci - Cristo in gloria e santi

Cristo in gloria e santi, cm. 194 x 142,5 Palazzo Pitti Firenze.

43 Carracci - Il camerino farnese

Il camerino Farnese: Ercole al bivio, cm. 167 x 237 Palazzo Farnese Roma (attualmente nelle Gallerie Nazionali di Capodimonte, Napoli).

Trionfo di Bacco e Arianna, Palazzo Farnese Roma

La Galleria Farnese: Trionfo di Bacco e Arianna, Palazzo Farnese Roma.

46 Carracci - galleria farnese polifemo e galatea

Galleria Farnese: Polifemo e Galatea, Palazzo Farnese Roma.

47 Carracci - galleria farnese polifemo

La Galleria Farnese: Polifemo e Aci, Palazzo Farnese Roma.

48 Carracci - galleria farnese pan e diana

Galleria Farnese: Pan e Diana.

49 Carracci - galleria farnese mercurio e paride

La Galleria Farnese: Mercurio e Paride.

50 Carracci - galleria farnese giove e giunone

Galleria Farnese: Giove e Giunone.

La Galleria Farnese: Ercole e Iole

La Galleria Farnese: Ercole e Iole.

La Galleria Farnese: Diana e Endimione

Galleria Farnese: Diana e Endimione.

54 Carracci - venere e anchise

La Galleria Farnese: Venere e Anchise.

54 Carracci - pietà

Pietà, cm. 156 x 149 Gallerie Nazionali di Capodimonte Napoli.

55 Carracci - Cristo appare a San Pietro

Cristo appare a San Pietro, cm. 77,5 x 56,5 National Gallery di Londra.

56 Carracci - Pietà con i santi francesco e maddalena

Pietà con i santi Francesco e Maddalena, cm. 277 x 187 Louvre Parigi.

57 Carracci - Pietà

Pietà, cm. 43 x 62,5 Kunsthistorisches Museum Vienna.

59 Carracci - martirio di Santo Stefano

Martirio di Santo Stefano, cm. 40 x 53 Louvre Parigi.

63 Carracci - paesaggio con la deposizione

Paesaggio con la deposizione, cm. 120 x 189 Galleria Doria Pamphili.

63 Carracci - Pietà

Pietà, cm. 93 x 103 National Gallery di Londra.

La Pietà e i santi (Parma) di Annibale Carracci

Annibale Carracci: La Pietà e i santi (Parma)

Annibale Carracci: La Pietà e i santi (Parma)
Annibale Carracci: Pietà e santi cm. 374 x 238, Galleria Nazionale di Parma.

Seconda serie opere

 Sull’opera: “Pietà e santi” è un dipinto autografo di Annibale Carracci realizzato con tecnica ad olio su tela nel 1585, misura 374 x 238 cm. ed è custodito nella Galleria Nazionale di Parma.

La data, sotto la mano destra del Cristo con la scritta “1585”, apparve nel 1956 durante il restauro effettuato in occasione della mostra di Bologna che si svolse nello stesso anno.

Fu commissionata come pala per l’altar maggiore della chiesa dei padri cappuccini a Parma. L’opera era già conosciuta dagli storiografi del Seicento che la citarono nei loro scritti (Scannelli, 1657; Scaramuccia, 1674;  Bellori, 1672; Malvasia, 1678).

Il Bellori nello stesso scritto del 1672 la ricordò, elogiandola e rilevandoci ascendenze correggesche, come un lavoro giovanile del Carracci: “Non si può dire abbastanza quanto Annibale s’internasse, e si facesse proprie le migliori parti del Correggio, cosi nella disposizione e ne’ moti delle figure, come nel dintornarle, e colorirle con la dolce idea di quel gran maestro”.

L’opera fece parte del bottino di guerra di Napoleone dal 1796 al 1815, anno in cui pervenne all’odierna sede (fonti: Blumer, 1936; A. O. Quintavalle, La Regia Galleria di Parma, 1939).

La composizione risulta ormai priva di ogni ascendente manieristico, evidenziando un certo avvicinamento alla pittura del Correggio, della quale l’artista prende l’essenza adattandola alle proprie esigenze pittoriche: il morbido e delicato cromatismo, l’emotività dei personaggi, il rendere tutt’uno la luce e la trasparenza atmosferica, nonché l’ariosa struttura compositiva e la dilatazione spaziale.

Nozze mistiche di Santa Caterina (Capodimonte) di Annibale Carracci

Annibale Carracci: Nozze mistiche di Santa Caterina (Capodimonte)

Annibale Carracci: Nozze mistiche di Santa Caterina (Capodimonte)
Annibale Carracci: Nozze mistiche di Santa Caterina, cm. 162 x 118 Gallerie Nazionali di Capodimonte Napoli.

Seconda serie opere

Sull’opera: “Nozze mistiche di Santa Caterina” è un dipinto autografo di Annibale Carracci realizzato con tecnica ad olio su tela nel 1586 – 1587, misura 162 x 118 cm. ed è custodito nelle Gallerie Nazionali di Capodimonte, Napoli.

Il quadro appartenne alla collezione Farnese come dimostra l’etichetta sul retro della tela. Fu citato negli scritti degli studiosi di storia dell’arte Malvasia (1678) e Bellori (1672). Quest’ultimo scrisse che la tela fu dipinta a Parma “per servigio del duca Ranuccio [Farnese]” e poi trasportata  a Roma dallo stesso Carracci, “in nome del Duca”, per consegnarla al cardinale Odoardo Farnese. Anche questa composizione, come quella nella pagina precedente (Pietà e i santi), risente degli influssi correggeschi, soprattutto nella configurazione dei personaggi e nella delicatezza dello sfumato: un rapporto diretto con le “Nozze mistiche di Santa Caterina del Correggio

Bologna fa osservare: “Un candore coltivato, ma fervido, traspare dall’invenzione pacatamente patetica e riversa in pittura l’onda di sentimenti impalpabili non meno che veri. La dolcezza annebbiata degli sfumati è giustissima;la stesura dei colori vi è di una ricchezza trepidante che tocca il colmo nelle vesti, specie dell’angelo di fondo; e il fiotto bianco del panno del bambino, proprio al centro del quadro, è un passo di una così schietta vivacità, da costituire da solo la prova della preminenza del dipinto napoletano”.

Ritratto di Claudio Merulo di Annibale Carracci

Annibale Carracci: Ritratto di Claudio Merulo

Ritratto di Claudio Merulo (probabile)
Annibale Carracci: Ritratto di Claudio Merulo (probabile) cm. 92,5 x 68,5 Gallerie Nazionali di Capodimonte Napoli

Seconda serie opere

Sull’opera: “Ritratto di Claudio Merulo” è un dipinto autografo di Annibale Carracci realizzato con tecnica ad olio su tela nel 1587, misura 92,5 x 68,5 cm. ed è custodito nelle Gallerie Nazionali di Capodimonte, Napoli.

Sotto la mensola, sul bordo della tavola di appoggio, è scritta la data in cifre romane, mentre su uno dei tre libri è riportata la sigla “V. E.”.

Lo studioso di storia dell’arte Campori nel 1870 cita il quadro come riportato in un inventario datato 1680 appartenente alla collezione Farnese nel “Palazzo del Giardino” di Parma, specificando che alla tela era abbinata una dettagliata descrizione, dove peraltro non si parlava di identificazione del personaggio. Gli studiosi di Storia dell’arte assegnavano l’opera al Carracci, ma non all’unanimità fino al 1895. In tale data il Ricci parlò di alcune opere dellartista custodite nel R. Museo di Napoli nella sua “Napoli Nobilissima”.

Anche questa tela subisce gli influssi della pittura del Correggio. L’effigiato fu subito identificato dalla critica ufficiale nel musicista compositore Claudio Merulo da Correggio (1533-1604).

Poco dopo, per via delle iniziali “V.E.”, si pensò di abbinarlo al tipografo Erasmo Viotti, ma tale ipotesi fu subito rifiutata perché in quel periodo era categorico porre l’iniziale del nome prima del cognome.

Pertanto l’identificazione di Merulo diventa più attendibile e viene rafforzata dal fatto che, questi, diventò organista  della cattedrale di Parma e della chiesa della Steccata, avendo diretti rapporti con Ranuccio Farnese che l’artista era solito frequentare.