Giudizio Finale (Museo di S. Marco) di Fra’ Bartolomeo e Albertinelli

Fra’ Bartolomeo: Giudizio Finale (Museo di S. Marco)

Fra' Bartolomeo: Giudizio Finale (Museo di S. Marco)
Fra’ Bartolomeo: Giudizio Finale (affresco staccato di Fra’ Bartolomeo ed Albertinelli), cm. 357 x 374, Museo S. Marco, Firenze.

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Sull’opera: “Giudizio Finale”, o “Giudizio Universale”, è un dipinto di Fra’ Bartolomeo ed Albertinelli, realizzato con tecnica a fresco su muro intorno al 1499-1500, misura 357 x 374 cm. ed è custodito nel Museo S. Marco a Firenze.

Spostamenti: in origine si trovava nel chiostro delle Ossa nello Spedale di Santa Maria Nuova a Firenze; nel 1657, sempre nello stesso Spedale; nel 1871, nella Galleria dei Quadri di quello Spedale; nel 1900 pervenne alla Galleria degli Uffizi: nel 1924, alla Galleria dell’Accademia; dal 1924 è godibile nel Museo di San Marco.

Restauro: Firenze, Dino Dini, 1982-85.

Trattati, cataloghi e pubblicazioni: ASF, Santa Maria Nuova 5080, “Registro di pagamenti…” (1497-1501), cc. 81v e 82r; ASF, Santa Maria Nuova 1263, “Cancelleria”, filza 61, cc. 499 e 501 r. e v.; ASF, Santa Maria Nuova, “Libro dei Ricordi”, G (1623-1641), c. 75; Ridolfi, 1899, pagine 16 e 18; Ridolfi, 1902, pag. 2; Sinibaldi, 1936, pag. 24; Spalletti in “Gli Uffizi”, 1979, pag. 147; Bonsanti, 1985, pagine 52 e 54; Serena Padovani in “L’età di Savonarola – Fra’ Bartolomeo e la Scuola di San Marco” pag. 164, Marsilio Editori, 1996 (fonte delle presenti informazioni).

È questo il primo dipinto del frate pittore di cui esistono le relative documentazioni, nonché sua prima composizione di grandezza monumentale, realizzata in corrispondenza dell’arrivo del nuovo secolo, che metterà fine – per un certo periodo – alle sue esperienze artistiche.

Il Giudizio Finale venne ceduto nel 1900 allo Stato italiano dalle Gallerie fiorentine dello Spedale di Santa Maria Nuova a Firenze per le Gallerie degli Uffizi, ove vi rimase esposto fino al 1924. Da qui pervenne alla Galleria dell’Accademia e, poco più tardi, al Museo di San Marco, la sede attuale.

Da documentazioni certe si ricava che Gerozzo di Monna Vanna Dini, il 22 aprile del 1499,  commissionò un affresco, ove fosse rappresentato il Giudizio Universale, a Baccio della Porta per una cappella dell’Ospedale di Santa Maria Nuova. Dell’opera – che è certamente identificabile nel presente dipinto – il pittore riuscì a portare a termine solamente la zona alta della lunetta, prima di farsi frate e rinunciare per alcuni anni all’attività artistica, dal 26 luglio 1500.

La composizione fu continuata dall’Albertinelli, suo collega di bottega, che riscosse i rimanenti pagamenti, come attesta una ricevuta di saldo datata 11 marzo 1501. Per portare a compimento la grande opera l’Albertinelli impiegò il “cartone finito” dell’ex collega e i suoi disegni preliminari.

Nella zona alta dell’affresco appare il “Cristo Giudice”, entro una lucente mandorla, con il braccio alzato in segno di giudizio, attorniato da serafini e cherubini. Sotto il Cristo un angelo in volo fra le nuvole reca i simboli della Passione, mentre altri due danno fiato alle trombe dell’Apocalisse.

Ai lati, e poco più in basso, si trovano Maria Vergine e gli Apostoli, disposti in scorcio, prospetticamente degradando dagli estremi verso il centro. In basso sta una schiera di figure disposte a semicerchio, attualmente poco leggibili, con al centro l’arcangelo Michele.

In tutto l’affresco si contano in totale 75 figure, tutte identificate grazie all’esistenza di due riproduzioni, una nel cortile dell’ex convento di Sant’Apollonia a Firenze (di scuola toscana) e l’altra in un cartone realizzato da Raffaello Bonaiuti nel 1871, periodo in cui avvenne lo stacco dal muro (Uffizi, Firenze).

All’Albertinelli sono attribuite generalmente le figure ubicate nella zona che va dagli angeli al centro verso il basso.

Nei personaggi raffigurati nella zona inferiore, oggi assai rovinati, venivano in passato identificate anche le effigi di Beato Angelico e Giuliano Bugiardini.

 Il Vasari parlò con tanto entusiasmo dell’opera in esame: “condusse con tanta diligenza e bella maniera in quella parte che finì che, acquistandone grandissima fama, oltra quella che aveva, molto fu celebrato per aver egli con bonissima considerazione espresso la gloria del Paradiso e Cristo con i dodici Apostoli giudicare le dodici tribù, le quali con bellissimi panni sono morbidamente colorite. […] Questa opera [rimase] imperfetta, avendo egli più voglia d’attendere alla religione che alla pittura”.

Madonna in trono col Bambino tra i santi (Firenze) di Mariotto Albertinelli

Mariotto Albertinelli: Madonna in trono col Bambino tra i santi (Firenze)

Mariotto Albertinelli: Madonna in trono col Bambino tra i santi (Firenze)
Mariotto Albertinelli: Madonna in trono col Bambino tra i santi Giuliano, Domenico, Nicola e Girolamo, cm. 237 x 209, Galleria dell’Accademia, Firenze.

Sull’opera: “Madonna in trono col Bambino tra i santi Giuliano, Domenico, Nicola e Girolamo” è un dipinto di Mariotto Albertinelli realizzato su tavola, misura 237 x 209 cm. ed è custodito nella Galleria dell’Accademia a Firenze.

Spostamenti: Chiesa del convento di San Giuliano a Firenze; dal 1810 è godibile presso la Galleria dell’Accademia a Firenze.

Iscrizioni: sul basamento del trono appare la scritta “OPUS MARIOCTI”.

Restauri:  1954, presso l’Opificio delle Pietre Dure, Firenze.

Trattati, cataloghi e pubblicazioni: AAF, Visita Pastorale 49, 2, cc, 10-13 (visita pastorale del 1731 al monastero di San Giuliano); ASF, Conventi soppressi 110, n. 13, e. 340 sin. (convento di San Giuliano, Libro Debitori – Creditori 1739-1758); ASBASF., Masselli, 1855-59, ff. 102-105, n° 111 n° 113. Cataloghi: Colzi, 1817, p. 42; Description…, 1827, p. 43, n. 61; Description.., 1864, p. 16, n. 72; Pieraccini, 1884, p. 73; Procacci, 1936, p. 51; Procacci, 1951, p. 54; Bonsanti 1990, pp. 10 e 17 ; Serena Padovani in “L’età di Savonarola – Fra’ Bartolomeo e la Scuola di San Marco” pag. 215, Marsilio Editori, 1996 (fonte delle presenti informazioni).

Trinità di Mariotto (Accademia di Firenze) Albertinelli

Mariotto Albertinelli: Trinità di Mariotto (Accademia di Firenze)

Mariotto Albertinelli: Trinità di Mariotto (Accademia di Firenze)
“Trinità”, Mariotto Albertinelli, tavola, 232 x 132 cm., Galleria dell’Accademia di Firenze.

Sull’opera: “Trinità” è un dipinto di Mariotto Albertinelli realizzato su tavola, misura 232 x 132 cm. ed è custodito nella Galleria dell’Accademia di Firenze.

Spostamenti: Chiesa del convento di San Giuliano a Firenze; dal 1810 si trova nella Galleria dell’Accademia a Firenze.

Restauro: 1954 presso l’Opificio delle Pietre Dure.

Trattati, cataloghi e pubblicazioni: AAF, Visita Pastorale, 49, 2, cc, 10-13 (la visita pastorale è quella del 1731 presso il monastero di San Giuliano); ASF, Conventi soppressi 110, n. 13, c. 340 sin. (convento di San Giuliano, Libro di Debitori – Creditori 1739-1758); ASBASF, Masselli, 1855-59, ff. 103-104, n° 111. Cataloghi; Description…, 1827, pag. 43, n° 62; Descrizione…, 1864, p. 15, n. 70; Pieraccini, 1884, p. 74; Procacci, 1936, pag. 51; Procacci, 1951, pag. 54; Bertani Bigalli agli Uffizi …, 1979, p. 118; Bonsanti, 1990, pp. 14 e 17; Serena Padovani in “L’età di Savonarola – Fra’ Bartolomeo e la Scuola di San Marco” pag. 208, Marsilio Editori, 1996 (fonte delle presenti informazioni).

Giudizio Universale (Museo S. Marco) di Albertinelli e Fra’ Bartolomeo

Mariotto Albertinelli – Fra’ Bartolomeo: Giudizio Universale (Museo S. Marco)

Mariotto Albertinelli: Giudizio Universale (Museo S. Marco)
Giudizio Universale (affresco staccato di Albertinelli e Fra’ Bartolomeo), cm. 357 x 374, Museo S. Marco, Firenze.

Sull’opera: “Giudizio Universale”, o “Giudizio Finale”, è un dipinto di Mariotto Albertinelli e Fra’ Bartolomeo, realizzato con tecnica a fresco su muro tra il 1499 ed il 1500, le sue dimensioni sono 357 x 374 cm. ed è custodito A Firenze nel Museo di S. Marco.

Spostamenti: fu realizzato nel chiostro delle Ossa nello Spedale di Santa Maria Nuova a Firenze; nel 1657, si trova ancora nello stesso Spedale; nel 1871, nella Galleria dei Quadri di quello Spedale; nel 1900 venne trasferito nella Galleria degli Uffizi: nel 1924, alla Galleria dell’Accademia; dal 1924 si trova nel Museo di San Marco.

Restauro: dal 1982 al 1985, a cura di Dino Dini, Firenze.

Per quanto riguarda i vari ragguagli e la storia dell’opera si veda la pagina del “Giudizio Finale” nella sezione di Fra’ Bartolomeo.

Biografia e vita artistica di Mariotto Albertinelli

Biografia di Mariotto Albertinelli (Firenze, 1474 – Firenze, 1515)

Mariotto Albertinelli nacque a Firenze nel 1474. Dalle “Vite” del Vasari si ricava che l’artista all’età di vent’anni lasciava il laboratorio del padre, l’orafo Biagio di Bindo Albertinelli, per entrare come allievo – insieme a Baccio della Porta (poi Fra’ Bartolomeo, 1472 – 1517) e Piero di Cosimo (Piero di Lorenzo, 1461 – 1522) – nella bottega di Cosimo Rosselli (Firenze, 1439 o 1440 – Firenze, 1507).

Sempre da “Le Vite”, il Vasari rivela che L’Albertini ed il Baccio “erano un’anima et un corpo, e fu tra loro tal fratellanza, che quando Baccio partì da Cosimo per far l’arte da sé come maestro, anche Mariotto se n’andò seco, dove alla Porta San Piero Gattolini l’uno e l’altro molto tempo dimorarono, lavorando molte cose insieme; e perché Mariotto non era tanto fondato nel disegno quanto era Baccio, si diede allo studio di quelle anticaglie che erano allora in Fiorenza, la maggior parte e le migliori delle quali erano in casa Medici; e disegnò assai volte alcuni quadretti di mezzo rilievo, che erano sotto la loggia nel giardino di verso San Lorenzo…”

La vita artistica e lo stile

Episodio della genesi, cm. 47 x 43, National Gallery and Alexandros Soutzos Museum, Atene.
Episodio della genesi, cm. 47 x 43, National Gallery and Alexandros Soutzos Museum, Atene.

Mariotto svolse la sua prima attività artistica presso la contessa Alfonsina Orsini, moglie di Piero II de’ Medici e madre del duca di Urbino, Lorenzo.

Quando i Medici furono costretti a lasciare Firenze, l’artista riprese con ritmo più sostenuto la collaborazione con Baccio della Porta, già iniziata nel 1490-91 e poi interrotta nel 93, “affaticatosi intorno al naturale et a imitar le cose di Baccio, onde in pochi anni si fece un diligente e pratico maestro. Perché prese tanto animo, vedendo riuscir sì bene le cose sue che, imitando la maniera e l’andar del compagno, era da molti presa la mano di Mariotto per quella del frate”.

I dipinti realizzati in collaborazione con Baccio includono la “Sacra Famiglia” (attualmente custodita nel LACMA di Los Angeles) e l’Annunciazione del 1497 per il Duomo di Volterra, ove si evidenziano gli influssi del Ghirlandaio, del Perugino, di Leonardo e, solo per l’aspetto della paesistica, quelli dei pittori nordici. All’Albertinelli viene assegnata la piena autografia del trittico della “Madonna col Bambino, angeli e santi” custodito nel Musée des Beaux–Arts di Chartres, ove risaltano i singolari anacronismi trecenteschi, e della “Madonna col Bambino e le sante ….” del Museo Poldi Pezzoli di Milano.

Fra' Bartolomeo: Il Giudizio Universale
Giudizio Finale (affresco staccato di Fra’ Bartolomeo ed Albertinelli), cm. 357 x 374, Museo S. Marco, Firenze.

Il 26 luglio del 1500 il collega Baccio si fece frate, lasciando di colpo la bottega e tutto il lavoro ancora incompiuto – in quel periodo stavano realizzando l’affresco del “Giudizio Finale” – nelle mani dell’Albertinelli che  “per il compagno perduto, era quasi smarrito e fuor di se stesso”, al punto che, continua il Vasari, se non avesse visto con tanto astio i religiosi del convento di S. Marco e in modo particolare il loro priore, il Savonarola, si sarebbe fatto frate anch’egli: “avrebbe l’amore di Baccio operato talmente, che a forza nel convento medesimo col suo compagno si sarebbe incapucciato egli ancora”.

L’anno successivo Gerozzo Dini, il committente del già citato “Giudizio Finale” (attualmente custodito “staccato” nel Museo di San Marco a Firenze), volle in tutti i modi, avendo già saldato il conto, che Mariotto portasse a termine l’affresco lasciato incompiuto: “all’opra diede fine; dove con diligenza e con amore condusse il resto dell’opera, talmente che molti, non lo sapendo, pensano che d’una sola mano ella sia lavorata. Per il che tal cosa gli diede grandissimo credito nell’arte”.

Visitazione, cm. 232,5 x 146,5, Galleria degli Uffizi, Firenze.
Visitazione, cm. 232,5 x 146,5, Galleria degli Uffizi, Firenze.

Il meraviglioso cromatismo della “Visitazione” del 1503 (Uffizi, Firenze) è certamente influenzato dallo spirito di Fra’ Bartolomeo, ma vi non mancano riferimenti al Perugino, soprattutto nella rappresentazione dell’architettura e nelle stesse tonalità calde. Tutto il contesto compositivo del dipinto rappresenta, per l’arte fiorentina del nuovo secolo, una straordinaria spinta propulsiva. Alla visitazione si contrappongono invece, configurandosi come un ritorno al Quattrocento, la “Madonna in trono col Bambino e i santi Giuliano, Domenico, Nicola e Girolamo realizzata nel 1510 (attualmente nella Galleria dell’Accademia a Firenze).

L’artista svolse la sua attività anche alla Certosa di Firenze realizzando, nella Sala capitolare, una “Crocifissione con la Madonna, santa Maria Maddalena e angeli”, di cui il Vasari descriveva come “opera lavorata in fresco e con diligenza e con amore assai ben condotta. Ma, non parendo che i frati del mangiare a lor modo li trattassero, alcuni suoi giovani, che seco imparavano l’arte, non lo sapendo Mariotto, avevano contrafatto la chiave di quelle finestre onde si porge a’ frati la pietanza, la quale risponde in camera loro; et alcune volte secretamente quando a uno e quando a uno altro rubavano il mangiare. Fu molto romore di questa cosa tra’ frati: perché delle cose della gola si risentono così bene come gli altri; ma, facendo ciò i garzoni con molta destrezza et essendo tenuti buone persone, incolpavano coloro alcuni frati che per odio l’un dell’altro il facessero; dove la cosa pur si scoperse un giorno. Per che i frati, acciò che il lavoro si finisse, raddoppiarono la pietanza a Mariotto et a’ suoi garzoni, i quali con allegrezza e risa finirono quella opera.”

Nel 1505 l’Albertini si unì in matrimonio con Antonia Ugolini, figlia di un venditore di vini.

Nel 1506 iniziò la realizzazione di un’ “Annunciazione”, portata a termine soltanto nel 1510, commissionata dalla Congregazione di San Zanobi (attualmente custodita nella Galleria dell’Accademia di Firenze): trattasi della prima pala rinascimentale ove si evidenzia una Gloria dei Cieli inserita entro un volume di una struttura architettonica, la cui vitalità viene conferita dalla vigorosa articolazione delle gamme cromatiche, soprattutto quelle relative al chiaroscuro, ove la luminosità è una reazione alla sintesi operata nel frattempo dal “frate collega”, che in tal periodo stava integrando la propria coloristica con quella dei pittori veneti e di Leonardo.

Il Vasari evidenziava, a suo modo, le innovazioni della composizione: “prese a fare nella Compagnia di San Zanobi, allato alla canonica di Santa Maria del Fiore, una tavola della Nunziata e quella con molta fatica condusse. Aveva fatto far lumi a posta, et in su l’opera la volle lavorare, per potere condurre le vedute che alte e lontane erano abbagliate, diminuire e crescere a suo modo. Eragli entrato in fantasia che le pitture che non avevano rilievo e forza et insieme anche dolcezza, non fussino da tenere in pregio; e perché conosceva che elle non si potevon fare uscir del piano senza ombre le quali, avendo troppa oscurità, restano coperte e, se son dolci, non hanno forza, egli arebbe voluto aggiungere con la dolcezza un certo modo di lavorare che l’arte fino allora non gli pareva che avesse fatto a suo modo; onde, perché se gli porse occasione in questa opera di ciò fare, si mise a far perciò fatiche straordinarie, le quali si conoscono in uno Dio Padre che è in aria, et in alcuni putti che son molto rilevati dalla tavola per uno campo scuro d’una prospettiva che egli vi fece col cielo d’una volta intagliata a mezza botte, che girando gli archi di quella e diminuendo le linee al punto, va di maniera in dentro che pare di rilievo; oltra che vi sono alcuni Angeli che volano spargendo fiori, molto graziosi.” “Questa opera fu disfatta e rifatta da Mariotto, innanzi che la conducesse al suo fine, più volte; scambiando ora il colorito o più chiaro, o più scuro e talora più vivace et acceso et ora meno; ma non si satisfacendo a suo modo, né gli parendo avere agiunto con la mano ai pensieri dell’intelletto arebbe voluto trovare un bianco che fusse stato più fiero della biacca: dove egli si mise a purgarla per poter lumeggiare in su i maggior chiari a modo suo; nientedimeno, conosciuto non poter far quello con l’arte che comprende in sé l’ingegno et intelligenzia umana, si contentò di quello che avea fatto, poi che non agiugneva a quel che non si poteva fare; e ne conseguì fra gli artefici di questa opera lode et onore, con credere ancora di cavarne per mezzo di queste fatiche da è padroni molto più utile che non fece, intravenendo discordia fra quegli che la facevano fare e Mariotto. Ma Pietro Perugino, allora vecchio, Ridolfo Ghirlandaio e Francesco Granacci la stimarono e d’accordo il prezzo di essa opera insieme acconciarono.”

Nel 1509 anche il priore del convento ove operava Fra’ Bartolomeo vide di buon occhio una nuova collaborazione fra i due artisti, con spese e ricavi equamente ripartiti. Da allora i dipinti di Albertinelli evidenziano nuovamente l’influsso del frate e, di conseguenza, quello luministico leonardesco.

Madonna in trono col Bambino tra i santi Giuliano, Domenico, Nicola e Girolamo, cm. 237 x 209, Galleria dell’Accademia, Firenze.
Madonna in trono col Bambino tra i santi Giuliano, Domenico, Nicola e Girolamo, cm. 237 x 209, Galleria dell’Accademia, Firenze.

Nel 1510 realizzò, per le monache di San Giuliano di Firenze, la pala d’altare – “Madonna in trono col Bambino e i santi Giuliano, Domenico, Nicola e Girolamo” già sopra citata – e la Trinità, entrambe custodite nella Galleria dell’Accademia a Firenze.

Da documentazioni certe risulta che la collaborazione con il frate finì il 5 gennaio 1513: il Vasari scriveva che Mariotto “persona inquietissima e carnale nelle cose d’amore e di buon tempo nelle cose del vivere; per che, venendogli in odio le sofisticherie e gli stillamenti di cervello della pittura, et essendo spesso dalle lingue de’ pittori morso, come è continua usanza in loro, e per eredità mantenuta, si risolvette darsi a più bassa e meno faticosa e più allegra arte; et aperto una bellissima osteria fuor della porta San Gallo et al ponte Vecchio al Drago una taverna et osteria fece quella molti mesi, dicendo che aveva presa un’arte la quale era senza muscoli, scorti, prospettive e, quel ch’importa più, senza biasmo, e che quella che aveva lasciata era contraria a questa; perché imitava la carne et il sangue, e questa faceva il sangue e la carne, e che quivi ogn’ora si sentiva, avendo buon vino, lodare, et a quella ogni giorno si sentiva biasimare.”

Nonostante tutto egli ritornò quasi subito all’attività artistica, ma le piccole composizioni realizzate nel periodo 1513 – 1515 evidenziano un volontario arcaismo, le cui rappresentazioni in rilievo sono tratte dal Ghiberti (Firenze, 1378 – Firenze, 1455), ma integrate da una reale paesistica che richiama la pittura fiamminga del Quattrocento. Questo procedere in controtendenza agli sviluppi della pittura rinascimentale portò l’Albertinelli al desiderio di alterarne le forme. Tuttavia, nella “Madonna col Bambino, i santi Paolo, Michele, Apollonia, Pietro e il donatore” di Rignano sull’Arno, datata 1514, si evidenziano nuovamente la struttura compositiva e la coloristica del vecchio collega.

Sempre dal Vasari si ricava che Mariotto, nel luglio 1515, si recò a Viterbo per la realizzazione di una tavola, che non fu portata a termine. In verità fu il suo ex collaboratore, proprio in quel periodo, ed in quella città (esattamente nel Convento della Quercia), ad iniziare la pala dell’Incoronazione di Maria lasciandola incompiuta. Il convento, volendo farla completare, affidò l’incarico all’Albertinelli, proprio per la vicinanza stilistica dei due pittori. Neanche quest’ultimo, per impegni che egli stesso riteneva superiori – dovette recarsi a Roma, per la realizzazione, nella chiesa di San Silvestro al Quirinale, di un “Matrimonio mistico di santa Caterina”, andato poi perduto (citato nelle Guida di Roma di Filippo Titi del 1763 e di Angelo Pellegrini del 1869) – non riuscì a portare a termine la tavola, che fu completata – nel 1545 – da fra Paolino da Pistoia, allievo della Scuola di S. Marco.

Rientrato a Viterbo “dove aveva alcuni amori, ai quali, per lo desiderio del non gli avere posseduti, mentre che stette a Roma, volse mostrare ch’era ne la giostra valente, per che fece l’ultimo sforzo; e come quel che non era né molto giovane né valoroso in così fatte imprese, fu sforzato mettersi nel letto. Di che, dando la colpa all’aria di quel luogo, si fé portare a Fiorenza in ceste. E non gli valsero aiuti né ristori, che di quel male si morì in pochi giorni d’età d’anni 45, et in San Pier Maggiore di quella città fu sepolto.”

Ebbe come allievi Francesco di Cristofano   (il Franciabigio), Jacopo Carrucci (il Pontormo),  Innocenzo da Imola e Giuliano Bugiardini.

Opere di Mariotto Albertinelli

Alcune tra le più celebri opere di Mariotto Albertinelli

Le ricerche relative ad ogni singola opera del pittore sono state effettuate su libro: “L’età di Savonarola – Fra’ Bartolomeo e la Scuola di San Marco” di Serena Padovani, Marsilio Editori s.p.a., 1996.

Adorazione del Bambino

Adorazione del Bambino, diam. cm. 86, Galleria Palatina di Palazzo Pitti, Firenze.

Visitazione

Visitazione, cm. 232,5 x 146,5, Galleria degli Uffizi, Firenze.

Sacra Famiglia

Sacra Famiglia (attribuito con dubbi), cm. 92 x 80, Galleria Borghese, Roma.

Sacra Famiglia

Sacra Famiglia, cm. 105,3 x 77,4, Collezione Stanley Moss, New York.

Episodio della Genesi

Episodio della genesi, cm. 47 x 43, National Gallery and Alexandros Soutzos Museum, Atene.

Santa Maria Maddalena

Santa Maria Maddalena, cm. 99,5 x 46, Pinacoteca Nazionale di Siena.

Santa Caterina d'Alessandria

Santa Caterina d’Alessandria, cm. 99,5 x 46, Pinacoteca Nazionale di Siena.

Giudizio Finale

Giudizio Finale (affresco staccato di Albertinelli e Fra’ Bartolomeo), cm. 357 x 374, Museo S. Marco, Firenze.

Trinità

Trinità, cm. 232 x 132, Galleria dell’Accademia, Firenze.

Madonna in trono col Bambino tra i santi Giuliano, Domenico, Nicola e Girolamo

Madonna in trono col Bambino tra i santi Giuliano, Domenico, Nicola e Girolamo, cm. 237 x 209, Galleria dell’Accademia, Firenze.

Madonna col Bambino, i santi Paolo, Michele, Apollonia, Pietro e il donatore

Madonna col Bambino, i santi Paolo, Michele, Apollonia, Pietro e il donatore, cm. 195 x 168, Chiesa di S. Michele a Volognano, Rignano sull’Arno.

Elenco delle opere di Mariotto Albertinelli

Elenco opere di Albertinelli

Un elenco delle opere realizzate da Mariotto Albertinelli, comprese quelle a lui attribuite e realizzate con fra’ Bartolomeo:

Madonna col Bambino, tecnica a olio su tavola, 1495, (attribuita), Staatliche Museen, Berlino.

Annunciazione, tecnica a olio, 1497, opera realizzata con Fra Bartolomeo, Duomo di Volterra.

County Museum, Sacra famiglia, tecnica a olio, 1498, opera realizzata con Fra Bartolomeo L. A., Los Angeles.

Trittico, tecnica a olio, intorno all’anno 1500, Chartres, Musée des Beaux–Arts.

Trittico, tecnica a olio, 1500, Milano, Museo Poldi Pezzoli.

Giudizio universale, affresco, 1501, opera realizzata con Fra Bartolomeo, Museo Nazionale di San Marco, Firenze.

Adorazione del Bambino, tecnica a olio, intorno all’anno 1502, Firenze, Palazzo Pitti:

Visitazione, tecnica a olio, 1503, Firenze, Galleria degli Uffizi.

Altre opere

Annunciazione, Natività e Presentazione al Tempio, predella della Visitazione, tecnica a olio, 1503, Firenze, Galleria degli Uffizi.

Crocefissione, affresco, 1505, Galluzzo, Certosa di Firenze.

Madonna col Bambino e i santi Gerolamo e Zenobio, tecnica a olio su tavola, 1506, Parigi, Museo del Louvre.

Madonna col Bambino, tecnica a olio e tempera su tavola, intorno all’anno 1506, New York, Metropolitan Museum.

Adorazione del Bambino, intorno all’anno 1506, Detroit, Detroit Institute of Arts.

Annunciazione, tecnica a olio su tavola, intorno all’anno 1506, Monaco di Baviera, Alte Pinakothek.

Genova, proprietà privata, Madonna col Bambino, tecnica a olio su tavola, 1509.

Madonna col Bambino, tecnica a olio su tavola, 1509, Harewood House, Yorkshire.

Padre Eterno tra le sante Caterina da Siena e Maria Maddalena, tecnica a olio, 1509, opera realizzata con Fra’ Bartolomeo, Lucca, Museo di Villa Guinigi.

Madonna col Bambino e i santi Giuliano, Domenico, Nicola e Gerolamo, intorno all’anno 1510; Annunciazione, tecnica a olio su tavola, 1510; Trinità, tecnica a olio su tavola, intorno all’anno 1510: Custoditi a Firenze, Galleria dell’Accademia,

Madonna col bambino, tecnica a olio su tavola, intorno all’anno 1510, Lewisburg, Pennsylvania, Bucknell University Art Gallery.

Madonna col Bambino, santi e angeli, tecnica a olio, intorno all’anno 1510, attribuito, Columbia, South Carolina, Museum of Art.

Annunciazione, tecnica a olio, 1511, opera realizzata con Fra’ Bartolomeo, Ginevra, Musée d’Art et d’Histoire.

Madonna col Bambino e i S.S. Pietro e Paolo, tecnica a olio, 1511, opera realizzata con Fra’ Bartolomeo, Pisa, San Francesco.

Altre opere

Sacra Famiglia con S. Giovannino, tecnica a olio, 1512 opera realizzata con Fra’ Bartolomeo, Roma, Galleria Borghese.

Incoronazione di Maria, tecnica a olio su tavola, 1512. Stoccarda, Staatsgalerie.

Vergine in Gloria e santi detta pala Ferry Carondelet, tecnica a olio, 1512, opera realizzata con Fra’ Bartolomeo, Besançon, Cattedrale.

Yale University Art Gallery, Il peccato originale e il sacrificio d’Isacco, tecnica a olio, intorno all’anno 1512, New Haven, Connecticut.

proprietà privata, Madonna col Bambino, tecnica a olio, intorno all’anno 1512, Longniddry, Scozia.

Caino e Abele, tecnica a olio su tavola, intorno all’anno 1513, Bergamo, Accademia Carrara.

La cacciata di Adamo ed Eva, tecnica a olio su tavola, intorno all’anno 1513, Zagabria, Galleria Slika.

Creazione, Tentazione e Peccato originale, tecnica a olio su tavola, intorno all’anno 1513, Londra, Courtauld Institute Gallery.

Madonna con il Bambino tra Santi, tecnica a olio, intorno all’anno 1514, attribuito, Canino, Viterbo, chiesa dei Santi Andrea e Giovanni Battista.

La Madonna con santi e donatore, tecnica a olio su tavola, 1514, Volognano, chiesa di San Michele.

Madonna col Bambino, tecnica a olio, intorno all’anno 1515, Venezia, Seminario Patriarcale, Pinacoteca Manfrediniana.

Sposalizio mistico di Santa Caterina, 1515, opera perduta, Roma, già nella chiesa di San Silvestro al Quirinale.

Visitazione (Uffizi) di Mariotto Albertinelli

Mariotto Albertinelli: Visitazione (Uffizi)

Mariotto Albertinelli: Visitazione (Uffizi)
Mariotto Albertinelli: Visitazione, cm. 232,5 x 146,5, Galleria degli Uffizi, Firenze.

Sull’opera: “Visitazione” è un dipinto di Mariotto Albertinelli realizzato su tavola, misura .232 x 146,5 cm. ed è custodito nella Galleria degli Uffizi a Firenze.

Spostamenti: dal 1503 al 1516 si trovava nell’Oratorio di Orsanmichele, Congrega dei Preti, Firenze; dal 1516 al 1786-94 al San Michele delle Trombe.

Restauri: nel 1995 a cura di Giovanni Cabras, Firenze.

Trattati, cataloghi e pubblicazioni: AGF, Giornale, (1784-1825), cc. 9, 43; AABAF, Processi Verbali 1810, ins. carte Pedroni; AGF, Catalogo Generale (1825), I, n° 131, n° 132. Cataloghi: Description de la Galene Royale de Florence, 1790, pag. 166; Descrizione della reale Galleria di Firenze, 1792, pag. 166; Fabbroni, 1798, pag. 84; (Ramirez de Montalvo), Reale Galleria dì Firenze Illustrata, 1817, pp. 69-72; Catalogne de la R. Galene de Horence, 1860, p. 136; Pieraccini, 1910, p. 173; (G. Poggi), La Galleria degli Uffizi, 1926, pp. 27-28; R. Galleria degli Uffizi. Catalogo Topografico illustrato, 1929, pp. 2-3; Salvini, 1954, pp. 55, 57; Pacchioni, 1964, p. 45; Gli Uffizi. Catalogo Generale, 1979, p. 43; Gli Uffizi, 1986, p. 117; Serena Padovani in “L’età di Savonarola – Fra’ Bartolomeo e la Scuola di San Marco” pag. 80, Marsilio Editori, 1996 (fonte delle presenti informazioni).

Sacra Famiglia ( Collezione Stanley Moss) di Mariotto Albertinelli

 Mariotto Albertinelli: Sacra Famiglia ( Collezione Stanley Moss)

Mariotto Albertinelli: Sacra Famiglia ( Collezione Stanley Moss)
Albertinelli: Sacra Famiglia, cm. 105,3 x 77,4, Collezione Stanley Moss, New York.

Sull’opera: “Sacra Famiglia” è un dipinto di Mariotto Albertinelli realizzato su tavola, misura 105,3 x 77,4 cm. ed è custodito nella Collezione Stanley Moss a New York.

Spostamenti: nel Cinque-Seicento si trovava presso Palazzo Niccolini a Firenze; di proprietà Bingham Inghilterra; di proprietà Chester Dale a New York; nel 1974 apparteneva a Louse Marock di New York (donato da Chester Dale); pervenuto per successione a Mr e Mrs George Buchanan di New York.

Bibliografia: Serena Padovani in “L’età di Savonarola – Fra’ Bartolomeo e la Scuola di San Marco” pag. 141, Marsilio Editori, 1996 (fonte delle presenti informazioni).

Episodio della genesi (Atene) di Mariotto Albertinelli

Mariotto Albertinelli: Episodio della genesi (Atene)

Mariotto Albertinelli: Episodio della genesi (Atene)
Albertinelli: Episodio della genesi, cm. 47 x 43, National Gallery and Alexandros Soutzos Museum, Atene.

Sull’opera: “Episodio della genesi” è un dipinto di Mariotto Albertinelli realizzato su tavola, misura 47 x 43 cm. ed è custodito nella National Gallery and Alexandros Soutzos Museum ad Atene.

Spostamenti: pervenuto alla sede odierna per donazione dell’Università di Atene.

Mostre: “National Technical University of Athens. 150 years” nel 1887-88 ad Atene; “The Old Testament in European Painting (1500-1930)”, nel 1993 ad Atene.

Bibliografia: Serena Padovani in “L’età di Savonarola – Fra’ Bartolomeo e la Scuola di San Marco” pag. 144, Marsilio Editori, 1996 (fonte delle presenti informazioni).