Ritratto di Cosimo il Vecchio de’ Medici del Pontormo

Pontormo: Ritratto di Cosimo il Vecchio de’ Medici

 Pontormo - Ritratto di Cosimo il Vecchio de' Medici
Pontormo: Cosimo il Vecchio de’ Medici, cm. 86 x 65, Galleria degli Uffizi, Firenze.

Sull’opera: “Cosimo il Vecchio de’ Medici” è un dipinto autografo di Jacopo Carrucci detto il Pontormo, realizzato con tecnica ad olio su tavola intorno al biennio 1518-19, misura 86 x 65 cm. ed è custodito nella Galleria degli Uffizi a Firenze. 

Il Vasari nel “Le Vite” parla del dipinto come commissionato da Goro Gheri da Pistoia (segretario di Lorenzo de’ Medici).

L’opera piacque tanto ad Ottaviano de’ Medici che affidò al Pontormo la realizzazione dell’affresco a Poggio a Calano (“Vertunno e Pomona”, 461 x 990, triennio 1519-21).

Il Vasari lo riporta appunto ubicato nella residenza di Ottaviano, dal quale pervenne al figlio Alessandro (Firenze, 2 giugno 1535 – Roma, 27 aprile 1605), futuro papa Leone XI.

Il dipinto passò quindi agli Uffizi, ma per un lungo periodo venne esposto in diversi luoghi, tra i quali ricordiamo la cella di Cosimo a S. Marco. L’opera si trova nella Galleria fiorentina dal 1912.

Per la raffigurazione del viso di Cosimo il Vecchio de’ Medici (Firenze, 1389 – 1464), l’artista si riferì certamente all’iconografia di medaglie del Quattrocento, dato che a quel tempo il granduca era morto da più di cinquant’anni.

La Nicco-Fasola nel 1947 evidenziava nella tavola in esame l’influenza della pittura ritrattistica tedesca, e, in modo particolare, quella di Albrecht Dürer, probabilmente per la semplice ragione che il Pontormo non aveva eseguito la raffigurazione dal vivo ma dalle medaglie.

Decorazione della Cappella del papa del Pontormo

Il Pontormo: Decorazione della Cappella del papa

Pontormo - Decorazione della Cappella del papa
Pontormo: Decorazione nella Cappella del papa – particolare della volta con putti e stemmi di Leone X, cm. 170 x 140, in Santa Maria Novella, Firenze

      Sull’opera: “Decorazione della Cappella del papa” è un affresco autografo di Jacopo Carrucci detto il Pontormo, realizzato 1515, misura 170 x 140 cm. (75 x 75 il riquadro interno) ed è custodito nella chiesa di Santa Maria Novella a Firenze.

Dell’opera sopra raffigurata esistono i disegni preventivi, che sono custoditi nella Galleria degli Uffizi di Firenze (fonte: Cox Rearick, 1964).

Il San Sebastiano di Pontormo

Il Pontormo: San Sebastiano

San Sebastiano di Pontormo
San Sebastiano, cm. 65 x 48, Musée des Beaux Arts, Digione

Sull’opera: “San Sebastiano” è un dipinto autografo di Jacopo Carrucci detto il Pontormo, realizzato con tecnica ad olio su tavola intorno al 1515, misura 65 x 48 cm. ed è custodito nel Musée des Beaux Arts a Digione.

La tavola era in precedenza attribuita al Rosso Fiorentino da vari noti studiosi, tra cui il Berenson, il Clapp, il kusenberg. La Barocchi (Rosso Fiorentino, “1950) l’assegnò alla scuola del Pontormo, mentre Shearman e Freedberg l’attribuirono ad Andrea del Sarto. Più tardi, nel 1965, in occasione della mostra “Le XVI” Siede européen”, allestita a Parigi, venne avanzata l’ipotesi di autografia del Pontormo.

Questa venne subito accettata con favore dagli studiosi di Storia dell’arte, e pienamente confermata l’anno successivo in seguito a nuovi elementi evidenziati da un’accurata ripulitura, che portarono al ripensamento lo stesso Shearman (“BM” 1966).

Poco più tardi anche la Cox Rearick ne fu totalmente convinta (“MO” 1970). Per quanto riguarda la cronologia, il dipinto viene universalmente datato intorno al biennio 1515-16, mentre alcuni studiosi di Storia dell’arte preferiscono assegnargli una data che precede la Visitazione (Firenze SS. Annunziata, anno di esecuzione 1514-15), raffigurata nella pagina seguente..

La Visitazione (Firenze) di Pontormo

Il Pontormo: Visitazione (Firenze)

Visitazione (Firenze) di Pontormo
Pontormo: Visitazione, cm. 392 x 337, Chiesa della SS. Annunziata, Firenze
Visitazione, cm. 392 x 337, Chiesa della SS. Annunziata, Firenze

Sull’opera: “Visitazione” è un affresco autografo di Jacopo Carrucci detto il Pontormo, realizzato intorno al triennio 1514-16, misura 392 x 337 cm. ed è custodito nella chiesa della SS. Annunziata a Firenze. 

Da documentazioni certe si ricava che l’affresco venne commissionato dal maestro lacopo, un frate appartenente all’ordine dei “Servi di Maria”. In tali documenti vi sono riportate anche le date dei pagamenti effettuati (fonti: Clapp, 1916; Shearman, “BM” 1960) che risalgono al dicembre 1514 ed al giugno 1516. Questo lascia presupporre che l’opera fu portata a termine prima del giugno 1916, probabilmente in occasione della consacrazione della SS. Annunziata, avvenuta il 17 gennaio dello stesso anno.

Nelle “Vite” il Vasari evidenzia il desiderio dell’artista di mettersi in piena competizione con Andrea del Sarto e Franciabigio nelle pitture del chiostrino della SS. Annunziata.

L’opera in esame venne restaurata nel 1958 dopo il suo stacco dal supporto originale, e quindi ivi ricollocata.

Disegni relativi al dipinto sono custoditi a Firenze (Galleria degli Uffizi), a Berlino (fonte: Janet Cox Rearick, 1964), a Budapest ed a Siena nella Collezione Chigi-Saracini (fonte: la stessa Janet Cox Rearick, “MO” 1970).

Dama con cestello di fusi del Pontormo

Il Pontormo: Dama con cestello di fusi

Pontormo: Dama con cestello
Pontormo: Dama con cestello di fusi, cm. 76 x 54, Galleria degli Uffizi, Firenze.

Sull’opera: “Dama con cestello di fusi” è un dipinto autografo di Jacopo Carrucci detto il Pontormo, realizzato con tecnica ad olio su tavola nel 1516, misura 76 x 54 cm. ed è custodito nella Galleria degli Uffizi a Firenze. 

L’opera in esame, prima di pervenire all’attuale sede fu portata, nel 1773, a palazzo Pitti.

Precedentemente era stata attribuita al Bachiacca e ad Andrea del Sarto, ma nel 1921 Gamba, a cui seguì l’appoggio universale di eminenti studiosi di Storia dell’arte (eccetto quello del Berenson che nel 1963 l’ascrisse al Puligo), l’attribuì senza alcun indugio al Pontormo.

La Janet Cox Rearick, che dapprima (1964) tacque all’importante notizia, l’accolse invece con favore nel 1970, dopo che venne ribadita anche da Serti (“BA” 1966) e Forster (1966). Quest’ultimo ipotizzò per l’opera una cronologia ben precisa, assegnandogli il 1517.

Lo sguardo della donna è decisamente pontormesco, fatto di intensa irrequietezza negli occhi dalle profonde orbite, mentre quel tono più interiore, magistralmente conferitole al volto da un cromatismo ricco di variazioni, manifesta un “non so che” di misterioso.

Il Pontormo, raffigurando la dama con il relativo cestello (probabilmente essenziale mezzo del suo lavoro) intorno al quale colloca le disinvolte mani, dislocate nella zona più bassa della tavola, riesce a conferire all’intera figura una gradevole armonia e una forte dinamicità.

San Quintino del Pontormo

Il Pontormo: San Quintino

Pontormo - San Quintino
Pontormo: San Quintino, cm. 163 x 103, Biblioteca Comunale, Sansepolcro.

Sull’opera: “San Quintino” è un dipinto autografo di Jacopo Carrucci detto il Pontormo, realizzato con tecnica ad olio su tavola intorno al biennio 1517-18, misura 163 x 103 cm. ed è custodito nella Biblioteca Comunale a Sansepolcro. 

La tavola venne commissionata dalla chiesa di S. Francesco di Borgo Sansepolcro a Giovanmaria Fichi, un allievo del Maestro, il quale la iniziò subito.

Il Pontormo, dopo i suoi primi interventi sull’opera, decise di portarlo a termine completamente (fonte: “Le vite” del Vasari).

Da notare la dettagliatissima raffigurazione della gogna – già ormai da considerare controriformista – e del martirio del santo, contrapposti all’atteggiamento della vittima che pare non stia affatto soffrendo.

Ancora si evidenzia in questa pittura il linguaggio di Fra’ Bartolomeo.

Clapp nel 1916 assegnava all’opera l’anno 1526, ma sembrerebbe assai più verosimile il periodo proposto dalla maggior parte degli studiosi di storia dell’arte che la datano intorno al 1518-20. Per Foster (1966) è il 1518.

Pala Pucci – Madonna con bambino e santi del Pontormo

Il Pontormo: Pala Pucci – Madonna con bambino e santi

Pontormo - Pala Pucci - madonna con bambino e santi
Pala Pucci – Madonna con bambino e santi, cm. 214 x 185, chiesa di San Michele Visdomini, Firenze

Sull’opera: “Pala Pucci – Madonna con bambino e santi” è un dipinto autografo di Jacopo Carrucci detto il Pontormo, realizzato con tecnica ad olio su supporto cartaceo (steso su tavola) nel 1518, misura 214 x 185 cm. ed è custodito nella chiesa di San Michele (o Michelino) Visdomini a Firenze.

La pala fu commissionata al Pontormo dal gonfaloniere della repubblica fiorentina, nonché partigiano mediceo, Francesco di Giovanni Pucci (Firenze, 13 aprile 1437 – 1518) a pochi mesi dalla sua morte.

Il dipinto reca la data in basso sulla sinistra (1518). Il santo raffigurato seduto su un masso è San Giovanni e quello in preghiera sulla sinistra è San Francesco.

La scelta dei due santi trova spiegazione nei nomi della famiglia Pucci, e cioè quello del padre del committente e quello di quest’ultimo.

L’altro santo, identificato in un possibile autoritratto del Pontormo, è San lacopo (fonte: Berti, Sembianze del Pontormo, edito nel 1957).

Visitazione (Carmignano) di Pontormo

Il Pontormo: Visitazione (Carmignano)

Il Pontormo: Visitazione (Carmignano), cm. 202 x 156
Pontormo: Visitazione, cm. 202 x 156, Pieve di San Michele, Carmignano.

Sull’opera: “Visitazione” è un dipinto autografo di Jacopo Carrucci detto il Pontormo, realizzato con tecnica ad olio su tavola intorno al biennio 1528-29, misura 202 x 156 cm. (Pieve di San Michele, Carmignano). 

Quella in esame è una delle poche opere non citate ne “Le Vite” del Vasari. Ne parla il Bocchi-Cinelli (1677) riferendo che il disegno (o bozzetto relativo al dipinto) faceva parte della collezione del senatore Andrea Pitti, e che la tavola era esposta in una parete della villa appartenente alla famiglia Pinadori a Carmignano, proprietaria di una vasta tenuta.

L’assegnazione al Pontormo data dal Gamba nel 1904 accolse vasti consensi da parte di altri eminenti studiosi di storia dell’arte.

Per quanto riguarda la cronologia, l’ipotesi più veritiera è quella che riguarda il biennio 1528-29 (forse anche 30), data l’evidenza di un mantenimento dello stile, riscontrabile senz’altro nella decorazione della Cappella Capponi in Santa Felicita.

Anche qui, come in altre opere già prese in esame, il Pontormo continua la sua meticolosa ricerca – soprattutto quella relativa all’inusuale – prendendo certamente spunto dall’incisione profana del Dürer, dove vengono raffigurate le Quattro donne (1497).

Sacra famiglia con San Giovannino (Leningrado) di Pontormo

Pontormo: Sacra famiglia con San Giovannino (Leningrado)

Jacopo Carrucci detto il Pontormo: Sacra famiglia con San Giovannino, cm. 120 x 98,5, Ermitage, Leningrado
Jacopo Carrucci detto il Pontormo: Sacra famiglia con San Giovannino, cm. 120 x 98,5, Ermitage, Leningrado

Sull’opera: “Sacra famiglia con San Giovannino” è un dipinto autografo di Jacopo Carrucci detto il Pontormo, realizzato con tecnica ad olio su tela nel 1522-24, misura 120 x 98,5 cm. ed è custodito nell’Ermitage a Leningrado. 

Dal 1922 apparteneva ad un collezionista privato russo, come opera già attribuita al Pontormo. In una pubblicazione della Stscherbatscheva (“BE” 1934-36) alla tela veniva assegnata una cronologia intorno al biennio 1521-22, nella quale ella rilevava l’influenza  di Andrea del Sarto (Firenze, 16 luglio 1486 – Firenze, 21 gennaio 1530) richiamando la “Madonna di Porta a Pinti” (1521 circa, purtroppo andata perduta); altresì  Becherucci e Gamba la datavano al 1527.

Esiste un disegno preparatorio, ancora con forti similitudini stilistiche al “Vertunno e Pomona”, custodito agli Uffizi di Firenze, che pare faccia riferimento proprio all’opera in esame.

Cenni biografici su Jacopo Carrucci detto il Pontormo

Cenni biografici su Pontormo

Pagine correlate al Pontormo: La lettera al Varchi – Le opereElenco delle opere – Biografia e vita artistica – Il periodo artistico – Il diario – La criticaIl Pontormo dalle Vite di Vasari (pdf) – Rosso Fiorentino.

(Più dettagli sulla biografia e vita artistica del Pontormo)

Jacopo Carrucci, detto il Pontormo, nasce da Bartolomeo di Martino Carrucci il 24 (25) maggio del 1494 ad Empoli. La sua infanzia è duramente segnata dalla perdita di entrambi i genitori che lo lasciano orfano all’età di 10 anni.

Pontormo viene preso in custodia dalla nonna che, qualche anno più tardi, dopo avergli dato un’istruzione di base lo manda a Firenze, dove rimarrà per tutta la sua esistenza.

Episodio di vita ospedaliera, cm. 91 x 150, Galleria dell’Accademia, Firenze
Pontormo: Episodio di vita ospedaliera, cm. 91 x 150, Galleria dell’Accademia, Firenze

Della sua primissima formazione artistica ci sono poche e frammentarie documentazioni. È probabile che abbia avuto contatti con Leonardo da Vinci e che abbia lavorato come assistente nelle botteghe di Piero di Cosimo, Fra’ Bartolomeo e Mariotto Albertinelli. Si sa per certo che sia stato, negli anni successivi, allievo di Andrea del Sarto, dal quale subisce l’influenza maggiore: è in questo periodo che Pontormo riesce ad armonizzare gli studi sullo sfumato leonardesco, a rinnovare la classicità di Raffaello e la solidità delle forme michelangiolesche. A diciannove anni già si rende indipendente ed inizia a realizzare opere su committenza.

Qualche anno più tardi, tra il 1517 e il 1518, il suo Maestro lo vuole con sé, insieme a Francesco Granacci ed a Francesco Bacchiacca, per la decorazione della Camera Nuziale di Francesco Borgherini. Con il suo grande talento, riesce a mettersi in vista negli ambienti più elevati della pittura, e sia Michelangelo che Raffaello, riconoscendone le qualità, prevedono una sua brillante carriera artistica.

Pontormo però, non è affatto compreso nelle sue spericolate avventure sperimentali nate dal suo carattere melanconico, bizzarro, schivo e propenso all’isolamento fisico, ed anche un po’ influenzate dalla sua omosessualità. È comunque un pittore figurativo – ritrattista, che insieme ad altri, reagisce al puro classicismo attraverso un’inestinguibile creatività.

Tra il 1519 ed il 1521 Pontormo affresca la villa dei Medici a Poggio a Caiano. Il lavoro soddisfa a pieno i committenti, tanto che lo prendono sotto la loro custodia.

La sua carriera artistica, sempre in ambito fiorentino, prosegue comunque molto attivamente e, nonostante la sua particolare stravaganza, detestata anche dal Vasari che scrive di un Pontormo peggiorato nel suo stile, nel 1525 viene invitato a partecipare attivamente all’Accademia del Disegno.

Pontormo: un riquadro della decorazione della Cappella Cappon
Pontormo: Un riquadro della decorazione della Cappella Capponi (Deposizione) della chiesa di Santa Felicita a Firenze

Nell’anno che segue, realizza nella chiesa di Santa Felicita, gli affreschi alla Cappella Capponi e la Pala che raffigura il “Trasporto di Cristo al Sepolcro”.

Finalmente, grazie ai lavori su commissione, arriva una discreta liquidità e Pontormo riesce a comprarsi una casa e ad aprire una bottega d’arte. Dal 1536 affresca, sempre per i Medici, la villa di Castello, un lavoro durato cinque anni che lo ha portato anche all’isolamento più profondo: vive per tutto il periodo rinchiuso dietro un tramezzo precario fatto di legno.

L’ultimo suo grande e lungo lavoro, interrotto al decimo anno per la sua morte e proseguito da Bronzino, è quello della decorazione nella chiesa di San Lorenzo (chiesa padronale dei Medici), che è andato completamente perduto. Insieme a queste opere anche molte altre, eseguite negli ultimi venti anni della sua vita, sono andate distrutte o parzialmente distrutte.

Morirà tra il 31 dicembre del 1556 e l’1 gennaio del 1557; si sa per certo che è stato sepolto, nella chiesa della Santissima Annunziata, il 2 gennaio del 1557.

Bibliografia: “Pontormo, Rosso Fiorentino”, Elisabetta Marchetti, Letta, Scala, Firenze 1994.