L’Annunciazione della chiesa di San Salvatore di Tiziano

Tiziano: L’Annunciazione della chiesa di San Salvatore

Tiziano: L'Annunciazione
L’Annunciazione, cm. 410 x 240, Chiesa di San Salvatore, Venezia.

Al primo elenco opere di Tiziano

Sull’opera: “L’Annunciazione” è un dipinto autografo di Tiziano Vecellio, realizzato con tecnica a olio su tela nel 1564, misura 410 x 240 cm. ed è custodito nella Chiesa di San Salvatore, Venezia.

Sulla tela è riportata la scritta autografa dell’artista: “TITIANVS FECIT FECIT”. L’opera viene ricordata nelle “Le Vite” del Vasari e perciò, considerata anteriore al 1568. Le ipotesi cronologiche del Gronau (1904) che gli assegnano il periodo 1560-66  vengono ritenute troppo ampie dal Pallucchini (1953-54) che le restringe al triennio 1564-66.

Sempre a proposito della cronologia, secondo il Tietze (1950), in prossimità del secondo “FECIT”  – nella zona poco sottostante, che lo storico ritiene restaurata – vi sarebbero alcune tracce della data, ma tale ipotesi non ha avuto conferme da un accurato e diretto esame.

Secondo R. W. Kennedy (“Il mondo antico nel Rinascimento” ed. 1956), l’inconsueto atteggiamento della Vergine è stato tratto da un rilievo greco del IV secolo (d.C.), appartenente alla collezione Grimani (fonte: .

Nella Galleria degli Uffizi di Firenze viene custodito un bellissimo studio preparatorio (disegno a carboncino su carta, 42 x 28 cm.) raffigurante l’angelo.

La deposizione nel sepolcro (Prado) di Tiziano

Tiziano: La deposizione nel sepolcro (Prado)

Tiziano: La deposizione nel sepolcro (Prado)
Tiziano: La deposizione nel sepolcro, cm. 168, Prado, Madrid.

Al primo elenco opere di Tiziano

Sull’opera: “La deposizione nel sepolcro” è un dipinto autografo di Tiziano Vecellio, realizzato con tecnica a olio su tela nel 1566, misura 130 x 68 cm. ed è custodito nel Museo del Prado a Madrid.

Sulla tela è riportata la firma dell’artista con la scritta “TITIANVS F.”. L’opera viene citata per la prima volta come il “Tiziano nella Sala di Scrittura dell’Escorial”.

Quasi certamente la “Deposizione nel sepolcro” può essere identificata nel dipinto citato dal Vasari nel 1566 che lo vide in casa dell’artista (fonti: Ricketts, 1910; Rotschild, “B” 1931).

Per il Cavalcaselle l’opera in esame è un’imitazione di pittore spagnolo, ma tale ipotesi viene fermamente scartata dal Longhi (1925) che giustamente la restituisce a Tiziano.

Per quanto concerne la cronologia, l’anno 1570 assegnato dallo stesso Longhi viene anticipato al 1566 circa dal Rotschild a cui segue la conferma del Tietze (1936) e del Pallucchini (1953-54).

Autoritratto di Tiziano del 1567

Autoritratto di Tiziano

Tiziano: Autoritratto
Autoritratto, cm. 86 x 65, Prado, Madrid.
Autoritratto, cm. 86 x 65, Prado, Madrid.

Al primo elenco opere di Tiziano

Sull’opera: “Autoritratto” è un dipinto autografo di Tiziano Vecellio, realizzato con tecnica a olio su tela nel 1567, misura 86 x 65 cm. ed è custodito nel Museo Nazionale del Prado.

L’autoritratto di Tiziano per la prima volta viene elencato nell’inventario datato marzo 1666 (fonte: Beroqui, 1946). Alcuni storici – senza nessun fondamento – la identificarono con l’autoritratto che il Vasari vide nella residenza dell’artista. Tale ipotesi non ebbe seguito perché- ancor oggi – rimane più probabile un’identificazione con l’Autoritratto custodito a Berlino.

Per quanto riguarda la cronologia, il Suida (1933) – notando la somiglianza fisionomica relativa all’età con il ritratto di Tiziano dell’incisione del Cort, datata 1567, dall’Adorazione della Santissima Trinità” realizzata per Carlo V d’Asburgo  – gli assegna una data posteriore al 1562, che viene sostenuta anche dal Tietze (1950) e dal Pallucchini (1953 e 1954)

Venere che benda Amore di Tiziano

Tiziano: Venere che benda Amore

Tiziano: Venere che benda Amore
Venere che benda Amore, cm. 118 x 185, Galleria Borghese, Roma

Al primo elenco opere di Tiziano

Sull’opera: “Venere che benda Amore” è un dipinto autografo di Tiziano Vecellio, realizzato con tecnica a olio su tela nel 1565, misura 118 x 185 cm. ed è custodito nella Galleria Borghese a Roma.

È assai probabile che la composizione in esame sia stata venduta (1608)  dal cardinale Sfondrato a Scipione Borghese. Nei cataloghi della collezione del Seicento e Settecento risulta con il titolo “Le tre Grazie”. Il primo ad assegnargli l’attuale titolo fu il Cavalcaselle.

Per quanto concerne la cronologia, il dipinto viene generalmente datato intorno al 1565 (fonti autorevoli: Adolfo Venturi, il Tietze, il Pallucchini e il Della Pergola).

Il quadro fu apprezzato molto da Van Dyck quando soggiornò in Italia dal 1621 al 1627.

48 Tiziano - Venere che benda Amore - part. sinistra

particolare di sinistra con la Venere che benda Amore

49 Tiziano - Venere che benda Amore - part. destra

particolare di destra con le altre due figure femminili

Ninfa e Pastore (Vienna) di Tiziano

Tiziano: Ninfa e Pastore (Vienna)

Tiziano: Ninfa e Pastore (Vienna)
Ninfa e Pastore, cm. 149,7 x 187, Kunsthistorisches Museum, Vienna.

Al primo elenco opere di Tiziano

Sull’opera: “Ninfa e Pastore” è un dipinto autografo di Tiziano Vecellio, realizzato con tecnica a olio su tela nel 1570, misura 149,7 x 187 cm. ed è custodito nel Kunsthistorisches Museum a Vienna.

L’opera in precedenza apparteneva – fino al 1636 – alla raccolta del veneziano Bartolomeo della Nave, di cui si conosce un ritratto realizzato dallo stesso Tiziano (“Triplice ritratto”, 84 x 68 cm., Institute of Arts di Detroit). Da documentazioni certe risulta che il dipinto, nel 1659, si trovava nelle collezioni dell’arciduca Leopoldo Guglielmo.

La posa e l’atteggiamento della ninfa richiama decisamente una figura dell’incisione di Giulio Campagnola tratta da una creazione giorgionesca.

Per quanto riguarda la cronologia, il Gronau (1904) ipotizza un periodo intorno al 1565 (non prima). Il Fischel gli assegna una datazione più tarda e più varia (fra il 1560 e il 1570).

Il Tìetze (1950) identifica il dipinto con “Diana ed Endimione”, una delle tele donate dall’artista – nel 1568 – a Massimiliano II, ma realizzata intorno al biennio 1953-54 (periodo confermato dal Pallucchini)

Lo Jedlicka (“Werk” 1947) suppone che il dipinto subì mutilazioni in ambedue i lati, sinistra e destra. Dalla copia di Palma il Giovane (Museo Civico di Treviso), risulta confermata l’ipotesi sui tagli dello studioso.

Tarquinio e Lucrezia di Tiziano

Tarquinio e Lucrezia di Tiziano

Tiziano: Tarquinio e Lucrezia
Tarquinio e Lucrezia, cm. 140 x 100, Akademie der Bildenden Kunst, Vienna.

Al primo elenco opere di Tiziano

Sull’opera: “Tarquinio e Lucrezia” è un dipinto autografo di Tiziano Vecellio, realizzato con tecnica a olio su tela nel 1570, misura 140 x 100 cm. ed è custodito nella Akademie der Bildenden Kunst a Vienna.

Nel 1907 – all’asta Pisko – l’opera venne acquistata nella “vendita” della collezione del viennese Schrott.

Il Popp (“ZBK” 1921) ipotizza che il dipinto sia una riduzione posteriore della composizione che incise il Cort, mentre il Tietze (1950), lo definisce un “abbozzo preparatorio” custodito dal Tiziano nella sua bottega.

Ritratto di Jacopo Strada di Tiziano

Tiziano: Ritratto di Jacopo Strada

Tiziano: Ritratto di Jacopo Strada
Ritratto di Jacopo Strada, cm. 125 x 95, Kunsthistorisches Museum, Vienna.

Al primo elenco opere di Tiziano

Sull’opera: “Ritratto di Jacopo Strada” è un dipinto autografo di Tiziano Vecellio, realizzato con tecnica a olio su tela nel 1567-68, misura 125 x 95 cm. ed è custodito nel Kunsthistorisches Museum a Vienna.

La tela in esame riporta la scritta autografa “TITIANVS F.”. Sulla missiva, piegata sul tavolo, si legge la frase “AL MGco SIGore IL SIGor TITIAN VECELLIO … VENEZIA”, mentre sulla destra, nella zona alta, si evidenzia un’altra scritta, non autentica, così riportata: “IACOBVS DE STRADA / CIVIS ROMANVS CAE S / ANTIQVARIVS ET COM. / BELIC AN. AETAT LI ET C(hristi) / MDLXVI”.

L’opera nel 1659 apparteneva all’arciduca Leopoldo Guglielmo.

la tela fu Iniziata da Tiziano nel 1567 e portata a termine nel 1568 (fonte: [H. Zimmermann, “Mitteilungen des Institutes für Osterreichische Qeschichtesforschung” VI].

L’incoronazione di spine (Monaco) di Tiziano

Tiziano: L’incoronazione di spine (Monaco)

Tiziano: L'incoronazione di spine (Monaco)
L’incoronazione di spine, cm. 182, Bayerische Staatsgemäldesammlungen, Monaco.  Particolare

Al primo elenco opere di Tiziano

Sull’opera: “L’incoronazione di spine” è un dipinto autografo di Tiziano Vecellio, realizzato con tecnica a olio su tela nel 1570, misura 280 x 182 cm. ed è custodito nelle Bayerische Staatsgemäldesammlungen a Monaco.

In precedenza la composizione apparteneva alla Galleria dell’elettore di Baviera.

Secondo von Hadein, potrebbe trattarsi del dipinto che altri due studiosi di storia dell’arte, il Ridolfi e il Boschini, citano come proprietà di Jacopo Robusti (Tintoretto), ottenuto durante la “dispersione” dell’eredità di Tiziano e venduto dal figlio Domenico a un mercante “oltremontano”.

La Pietà di Tiziano e Palma il Giovane

La Pietà di Tiziano e Palma il Giovane

Tiziano: Pietà
Pietà, cm. 389, Gallerie dell’Accademia, Venezia.  (particolare)

Al primo elenco opere di Tiziano

Sull’opera: “Pietà” è un dipinto iniziato da Tiziano Vecellio e portato a termine da Palma il Giovane (vedi anche le opere), realizzato con tecnica a olio su tela tra il 1570 ed il 1576, misura 351 x 389 cm. ed è custodito nella Gallerie dell’Accademia a Venezia.

Sull’a tela, in basso al centro, si legge la scritta: QVOD TITIANVS INCHOATVM RELIQVIT / PALMA REVERENTER ABSOLVIT/ DEOQ. DICAVIT 0PVS”. Le sculture della sibilla Ellespontica (a destra) e di  Mosè (a sinistra) riportano sulla loro base i rispettivi nominativi. Sopra di esse si leggono – molto male – alcune iscrizioni in lingua greca. Sempre in basso, nella zona destra, sono rappresentati lo stemma della famiglia Vecellio (ramo di Tiziano) ed una finta tavoletta votiva con il ritratto dell’artista e quello del figlio Orazio in preghiera davanti alla Madonna.

Lo stesso Tiziano volle destinare il dipinto alla cappella della Crocifissione dei Frari, ove desiderava essere seppellito ma, per alcuni diverbi con la dirigenza, l’opera non venne portata a termine e rimase nello studio dell’artista (fonte: Ridolfi).

Dopo la morte del Vecellio, Palma il Giovane portò a termine il dipinto, che venne collocato nella chiesa di Sant’Angelo.

Subito dopo la demolizione della chiesa, l’opera pervenne all’Accademia di Venezia (18 marzo 1814).

Durante il restauro eseguito nel 1954 venne appurato che l’intervento del Palma, cui spetta l’intera figura dell’angelo reggicero, fu sicuramente di portata inferiore rispetto a quella avanzata dal Boschini.

Diana e Callisto di Tiziano

Diana e Callisto di Tiziano

Tiziano: Diana e Callisto
Diana e Callisto, cm. 187 x 205, National Gallery of Scotland, Edimburgo.

Al primo elenco opere di Tiziano

Sull’opera: “Diana e Callisto” è un quadro autografo di Tiziano, eseguito con tecnica a olio su tela nel periodo 1556-59, misura 187 x 205 cm. ed è conservato nella National Gallery di Scotland ad Edimburgo.

Sulla tela è riportata la firma “TITIANVS F.”. Insieme al dipinto gemello, “Diana e Atteone”, fu incominciato nel 1556, terminato nel 1559 ed inviato a Filippo II verso la fine dell’estate dello stesso anno.

Agli inizi del XVIII secolo le due opere (le “poesie”) furono donate al duca di Grammont da Filippo II. Il nuovo proprietario le  fece trasferire in Francia nella galleria del duca d’Orléans. Più tardi furono inviate in Gran Bretagna, dove – nel 1933 – furono sottoposte ad un accurato restauro (fonti: R. Fry e K. North, “BM” 1933).

Nel Museo del Prado sono conservate due copie di più piccolo formato (96 X 107 cm.), per un certo periodo attribuite al Vecellio (fonte: il Madrazo che ricorda le varie edizioni del Catalogo del Prado), ma ritenute dal Cavalcaselle autografe del Mazo.