Biografie pittori lettere U – V – W: ad ogni nominativo di pittore seguono le date (nascita e morte) e lo stile praticato (o movimento di appartenenza).
Biografia e vita artistica di pittori lettera X – Z
Biografie pittori lettere X – Y – Z: Ad ogni nominativo di pittore seguono le date (nascita e morte) e lo stile praticato (o movimento di appartenenza).
Biografia di Lorenzo Monaco (Siena, 1370 circa – Firenze, 1425 circa)
Sopra, un’opera di Lorenzo Monaco: Incoronazione della Vergine, 1414, tempera su tavola, 506 × 447,5 cm., Uffizi, Firenze
L’opera sopra raffigurata, che è una riproduzione a bassa risoluzione di un’opera d’arte protetta dalla legislazione sulla protezione dei beni culturali, è stata inserita al solo scopo didattico.
Biografia di Lorenzo Monaco
Piero di Giovanni, tradizionalmente conosciuto come Lorenzo Monaco, è considerato l’ultimo importante continuatore del linguaggio giottesco, prima dello sviluppo rinascimentale avviato dal Masaccio e Beato Angelico, di cui quest’ultimo fu allievo.
Probabilmente originario senese, dell’artista nulla si conosce circa il suo periodo formativo, tantomeno quello dell’attività giovanile.
Certo è invece che Lorenzo si formò attraverso i canoni della tradizione giottesca in ambiente fiorentino, per cui molto contribuirono gli influssi di Agnolo Gaddi (morto nel 1396) e Spinello Aretino (1350 circa – 1410).
Nel 1390 l’artista entrò come novizio nel monastero camaldolese di Santa Maria degli Angeli a Firenze, dove nove anni più tardi vi prese i voti. Qui vi conciliava la vita religiosa con l’attività artistica lavorando come pittore su opere da cavalletto e come miniatore nello scriptorium, rendendosi all’epoca il più celebre pittore di temi a sfondo sacro in tutta Firenze. Risalgono, infatti, agli anni Novanta i tre corali custoditi nella Biblioteca Laurenziana, realizzati per lo stesso convento, dove già incominciava a delinearsi un suo stile personale, caratterizzato da una coloristica abbastanza fredda e da un linearismo piuttosto teso.
Dai primi anni del nuovo secolo il suo linguaggio artistico si allineò al gotico internazionale attraverso le opere del giovanissimo Ghiberti (1378 – 1455) e di Gherardo Starnina (Firenze, 1354 circa – ante 1413), quest’ultimo rientrato a Firenze dopo un viaggio in Spagna, dove aveva avuto importanti contatti con le novità internazionali. Spicca in tale periodo la Pietà della Galleria dell’Accademia di Firenze (1404), nella quale evidenzia un tratto più nervoso e una certa dose di espressività.
Nei suoi numerosi dipinti, soprattutto quelli a fondo oro, si evince lo stile che lo avrebbe caratterizzato per il resto della sua attività artistica: alto impiego di ori e lapislazzulli, figure estremamente allungate e di forte valore spirituale (spesso lontane dalla realtà), tratti sinuosi dei panneggi falcati, cromatismo assai variato e luminoso, contorni forti e taglienti. Il tutto, contenuto in un spazio pressoché inesistente, come d’altronde si evidenzia l’assenza di elementi naturalistici e profani tipici del gusto cortese del periodo.
Le numerose e prestigiose committenze fecero sì che il monaco-artista ottenesse un permesso per svolgere la propria attività fuori dal monastero, che regolarmente esercitò senza mai scostarsi dal suo status monacale.
Nel 1414 realizzò l’Incoronazione della Vergine (foto sopra) ove appaiono numerosi santi dal panneggio sinuoso e brillante. Nella predella spiccano figure di intensa e fantasiosa creatività.
Nel suo ultimo periodo il Monaco si trovò ormai a confrontarsi con le rivoluzionarie ed apprezzate novità del Masaccio che, tuttavia, non riuscirono ad influenzare del tutto – fatto salvo di alcuni elementi che resero più verosimile la strutturazione – la sua pittura, che mantenne il caratteristico linguaggio, senza svolte traumatiche. Tipica è la struttura compositiva dell’Adorazione dei Magi realizzata nel 1420-22, dove si evidenzia una marcata incoerenza, per l’appunto, in contrapposizione alla prospettiva scientifica ormai stava entrando in voga. L’alta qualità del cromatismo rimane comunque consolidata, con l’originale impiego del tratto di contorno, che conferisce all’opera gli aspetti più fantasiosi, cosa che nessun altro pittore fiorentino fosse mai riuscito a raggiungere.
Sempre nello stesso periodo, infatti, la sua celebrità godeva di un largo consenso come testimoniano i suoi prestigiosi incarichi, tra i quali si ricorda la realizzazione delle Storie della Vergine nella cappella Bartolini Salimbeni in Santa Trinita (riferibile al 1420 citca), una rara decorazione ad affresco dell’artista.
Dal Vasari, che incluse Lorenzo Monaco nelle sue “Vite …”, si viene a sapere che il frate morì a cinquantacinque anni in seguito ad una “postema crudele” (pustola infetta, quella che oggi viene classificata come una gangrena o tumore maligno), che lo tenne infermo per molti mesi.
Il pittore fu sepolto nello stesso convento (sala capitolare), un privilegio, questo, generalmente riservato a illustri personaggi ed importanti uomini di fede: una testimonianza di quanto alta fosse la stima che egli godette in vita.
Le opere di Lorenzo Monaco
L’opera pittorica dell’artista si trova sparsa in importanti musei internazionali, concentrati particolarmente nella National Gallery di Londra e nella Galleria dell’Accademia di Firenze.
Tre corali miniati, decennio 1390-14000, Biblioteca Medicea Laurenziana, Firenze.
Orazione nell’orto, anni 1395-1400 circa, Galleria dell’Accademia, Firenze.
Pietà, anno 1404, Galleria dell’Accademia, Firenze.
Polittico della Madonna in trono e santi, anno 1410, Galleria dell’Accademia, Firenze.
Incoronazione della Vergine, anno 1414, Galleria degli Uffizi, Firenze.
Trittico dell’Annunciazione, anni 1410-1415, Galleria dell’Accademia, Firenze.
Adorazione dei Magi, anni 1420-1422, Galleria degli Uffizi, Firenze.
Annunciazione Bartolini Salimbeni, 1420-1425, Basilica di Santa Trinita a Firenze.
Storie della Vergine nella Cappella Bartolini Salimbeni, anni 1420-1425, Basilica di Santa Trinita a Firenze.
Crocifisso sagomato con i dolenti, chiesa di San Giovannino dei Cavalieri, Firenze
Bibliografia:
Osvald Sirén, Don Lorenzo Monaco, Heitz, anno 1905, Strasburgo.
Georg Pudelko, The stylistic development of Lorenzo Monaco, 1 e 2, in “The Burlington magazine”, 73 e 74, anni 1938-34, rispettivi riferimenti alle pagine 237-250 e 76-81.
George R. Bent, Monastic art in Lorenzo Monaco’s Florence. Painting and patronage in Santa Maria degli Angeli, 1300-1415, Lewiston, The Edwin Mellen Press, anno 2006.
Marvin Eisenberg, Lorenzo Monaco, Princeton (N.J.), Princeton University Press, 1989. Lorenzo Monaco. Dalla tradizione giottesca al Rinascimento, catalogo della mostra a cura di A. Tartuferi e D. Parenti, Giunti, Firenze anno 2006.
A cura di D. Parenti e A. Tartuferi, Intorno a Lorenzo Monaco. Nuovi studi sulla pittura tardogotica, atti dei convegni (2006, Fabriano-Foligno-Firenze), anno 2007, Sillabe, Livorno.
Benozzo di Lese di Sandro(Scandicci, 1420 – Pistoia, 4 ottobre 1497)
Sopra, un’opera dell’artista: Autoritratto (Opus Benotii) nella Cappella dei Magi, Palazzo Riccardi, Firenze
Biografia di Benozzo Gozzoli
Di Benozzo Gozzoli non si conosce l’esatta data di nascita (tradizionalmente riferita intorno al 1420) ma si sa che nacque nel villaggio di Sant’Ilario a Colombano, presso Settimo, Scandicci, Firenze.
Nel 1427, quando Benozzo aveva sette anni, la sua famiglia si trasferì nel capoluogo toscano.
Riguardo la sua prima formazione ci sono stati in passato ampi dibattiti che spesso hanno portato a risultati contrastanti tra gli stessi studiosi, molti dei quali concordano sull’ipotesi del Vasari, secondo il quale, l’artista avrebbe fatto il suo apprendistato presso la bottega di Beato Angelico.
Sempre dal celebre storico aretino apprendiamo che egli stesso, nella seconda edizione delle “Vite”, aveva ribattezzato l’artista con un nuovo nome: Benozzo Gozzoli. Certo è comunque il fatto che in età matura il pittore ricevette una solida formazione artistica dall’Angelico, con cui collaborò alla decorazione del convento e della chiesa di San Marco a Firenze. Risulta infatti che gli affreschi furono eseguiti da Benozzo su progetto dell’illustre frate domenicano: la “Crocefissione con la Vergine e i santi Cosma, Giovanni Evangelista e Pietro Martire” (cella n° 38), la “Preghiera nell’Orto” (cella n° 34), “Madonna col Bambino e angeli” (attualmente a Detroit), “L’Uomo dei Dolori” (cella n° 39).
Intorno al triennio 1437-39 realizzò il “Ratto di Elena”, una tavoletta a forma ottagonale destinata al frontale di un cassone; tra il 1440 e il 1445 circa dipinse la “Madonna col Bambino e nove Angeli”, oggi custodita nella National Gallery di Londra.
Nel decennio in cui l’artista collaborò con l’Angelico – fatta eccezione del periodo 1444-47 (del 1447 solo una parte), ove era impegnato, insieme a Lorenzo Ghiberti (1378 – 1455) e suo figlio Vittorio, alla Porta del Paradiso del Battistero di Firenze – gli si può probabilmente assegnare il riquadro con la “Storia di David”. Da documentazioni certe si ricava che l’artista il 23 maggio del 1447 (sotto il papato di Niccolò V, ma chiamato da Eugenio IV prima della sua morte, avvenuta il febbraio dello stesso anno) si trovava a Roma con Beato Angelico per affrescare una cappella nei palazzi Vaticani (si pensa a quella del Sacramento). Poco più tardi i due artisti lavorarono nella Cappella Niccolina, degli stessi palazzi, fino al giugno dell’anno successivo. Anche lo stendardo con la “Madonna col Bambino” per Santa Maria sopra Minerva, riferito all’anno 1449 ed assegnato all’artista in esame, fu probabilmente realizzato su progetto e disegno di Beato Angelico.
Nel “Polittico Guidalotti” dell’Angelico (1448 circa) viene assegnata a Benozzo l’immagine di Santa Caterina d’Alessandria. La collaborazione con Beato Angelico, che tanto influenzò la pittura del Gozzoli, ebbe termine nel 1449, dopo gli affreschi delle volte della Cappella di S. Brizio nella cattedrale di Santa Maria Assunta Orvieto (Duomo di Orvieto): del Gozzoli sono alcuni dei volti della vela dei Profeti e parti di diverse teste raffigurate nei costoloni.
Soggiorni umbri e laziali
Nel 1450 l’artista si trasferì in Umbria ove realizzò l’”Annunciazione di Narni”, firmata: “OPU[S] BENOT[I] DE FLORENT[IA]” e annoverata come prima opera completamente autografa.
Intorno al 1450, ancora lavorando come collaboratore, questa volta con altri artisti, iniziò gli affreschi nel monastero di San Fortunato a Montefalco: suoi sono la “Madonna col Bambino tra i Santi Francesco e Bernardino da Siena”, la “Madonna col Bambino e un Angelo musicante e San Fortunato in trono” (entrambi nella lunetta). Per la stessa chiesa realizzò la pala dell’”Assunzione della Vergine”, attualmente custodita nella Pinacoteca Vaticana.
Riferita al 1450-52 è la tavola con la raffigurazione di “Sant’Orsola angeli e Donatore” che il pittore realizzò su commissione della Clarisse di Montefalco.
Dello stesso periodo è la decorazione della tribuna absidale nella chiesa di San Francesco con la rappresentazione delle “Storie della vita di San Francesco”, che ebbe come committente Fra’ Jacopo da Montefalco dell’ordine dei Frati Minori, un colto teologo e grande predicatore. L’iconografia generale è probabilmente derivata dal “De conformitate vitae beati Francisci ad vitam Domini Jesu” (1390) di fra Bartolomeo da Pisa.
Le scene con le storie della vita del santo sono ripartite su tre registri in dodici pannelli. Sulla volta appaiono “San Francesco in gloria tra gli angeli” e i cinque santi dell’Ordine, mentre sull’intradosso dell’arco trionfale è raffigurato lo stesso santo che, attorniato da dodici compagni, mostra le mani con le stimmate.
Nella cappella di San Girolamo vi eseguì, in una scena stessa, un finto polittico completamente rifinito, mentre nel registro inferiore rappresentò le “Storie della Vita di san Girolamo”. Nella lunetta appare la Crocifissione. Tra i due registri, divisi da una fascia, appare la scritta “costruita e dipinta […] il primo giorno di novembre del 1452”. La decorazione della cappella è una delle prime testimonianze illusionistiche nel mondo della pittura, ma evidenzia anche la volontà dell’artista di promuovere con forza la propria maestria.
Sempre allo stesso anno appartiene la “Madonna col Bambino, S. Francesco, S. Bernardino da Siena e il donatore Fra Jacopo da Montefalco” (“Madonna dell’Umiltà).
Anche l’Annunciazione (attualmente custodita nel Museo Eroli a Narni e proveniente dalla chiesa di San Domenico della stessa città), che ebbe come committente il cardinale Berardo Eroli, è opera di Benozzo Gozzoli. Nella zona centrale della scena, sulla colonna, appare infatti lo stemma del committente.
Nel 1453 Benozzo decorò il convento di Santa Rosa a Viterbo realizzando un ciclo di affreschi (andati distrutti nel 1632) con le Storie della vita di Rosa da Viterbo. Esistono le riproduzioni dell’intera decorazione, che furono eseguite da Francesco Sabatini prima della loro distruzione.
Del 1456 è l’altra “Madonna dell’Umiltà con Santi”, firmata e datata, nota come Pala della Sapienza Nuova, realizzata per il Collegio di San Gerolamo a Perugia.
Soggiorno fiorentino
Da documentazioni certe si ricava che Benozzo, nel maggio del 1459, ritornò a Firenze, dove si innamorò della figlia di un mercante di tessuti, che poco dopo sposò. Dal matrimonio nacquero nove figli, fra i quali due – Francesco e Alessio – divennero pittori. È del luglio dello stesso anno l’avvio della decorazione della Cappella dei Magi nel Palazzo dei Medici con la fiabesca rappresentazione del Viaggio dei Magi, richiesta da Piero di Cosimo de’ Medici. È abbastanza chiaro che la scena evangelica fu soltanto un pretesto per magnificare i successi politici de’ Medici immortalando ritratti di famiglia ed importanti personalità al loro vicini.
Al 1460 è riferita la Madonna col Bambino di Detroit.
Prima di lasciare Firenze (1461) per recarsi a San Gimignano, l’artista, su commissione della Compagnia di Santa Maria della Purificazione e di San Zenobi in San Marco di Firenze, eseguì la Pala della Purificazione.
Appartenente al biennio 1461-62 è uno degli episodi di predella con raffigurato il Festino di Erode, attualmente custodito nella National Gallery of Art di Washington.
Soggiorno a San Gimignano
Nel 1464 il Benozzo fu chiamato a San Gimignano da Fra’ Domenico Strambi, un dotto monaco agostiniano, per la decorazione del coro della chiesa di Sant’Agostino.
Qui l’artista vi realizzò il ciclo delle le “Storie della vita di sant’Agostino”, narrando 17 episodi stesi con grande dovizia di particolari. Sempre nello stesso anno e nella stessa chiesa, a circa metà navata centrale, Benozzo realizzò una pittura votiva con la rappresentazione di San Sebastiano intercessore.
Questo affresco fu dipinto con urgenza sotto la pressione degli agostiniani facendo sì che l’artista lasciasse momentaneamente sospesa la decorazione del coro. Nel triennio 1462-64, infatti, San Gimignano imperversava la peste e l’amministrazione del Comune, già nel 1463, aveva deliberato la realizzazione di un affresco con San Sebastiano nella stessa chiesa. Il dipinto sarebbe stato realizzato dopo i lavori del coro, iniziati nel 1964, ma agli inizi dell’estate, all’inasprirsi del morbo, gli agostiniani chiesero al Gozzoli di eseguire al più presto l’affresco votivo, che risulta portato a compimento il 28 luglio dello stesso anno. Il ciclo delle Storie di S. Agostino, invece fu portato a termine nel 1465.
Durante il soggiorno sangimignanese Benozzo realizzò anche tre pale d’altare
“Madonna col Bambino in trono, incoronata da due angeli e i Santi Giovanni Battista, Maria Maddalena, Agostino e Marta” (attualmente custodita nel Museo civico della città), firmata e datata 1466, per la chiesa conventuale di Maria Maddalena a San Gimignano.
“Madonna dell’Umiltà tra Sant’Andrea e San Prospero, e due angeli”, conservata nello stesso museo, firmata e datata 28 agosto 1466.
“Matrimonio Mistico di santa Caterina” (1466), cappella Rustici in Santa Maria dell’Oro a Terni.
Durante lo stesso soggiorno restaurò la Maestà (1317), di Lippo Memmi, ubicata nell’attuale “Sala di Dante” del Palazzo pubblico.
Nel 1467 lasciò San Gimignano per recarsi a Pisa e dintorni (Val d’Elsa e in Val d’Era).
Tabernacoli in Val d’Elsa e in Val d’Era
Il Gozzoli, nel periodo relativo al soggiorno a San Gimignano, si spostava a Certaldo per dipingere, insieme i suoi collaboratori di bottega, il Tabernacolo dei Giustiziati , già ubicato lungo la via Francigena nei pressi del torrente Agliena e che attualmente, dopo lo strappo degli affreschi avvenuto lo scorso secolo, si trova a Certaldo Alto nell’ex chiesa dei Santi Tommaso e Prospero. Tra i suoi aiuti figuravano i fiorentini Pier Francesco Fiorentino (1444?/45? – dopo il 1497) e Giusto d’Andrea (1440 – 1498), quest’ultimo figlio del pittore Andrea di Giusto (1400 circa – 1450).
L’altro tabernacolo, attualmente custodito a Legoli (frazione di Peccioli in provincia di Pisa), fu probabilmente realizzato dall’artista dal 31 maggio del 1479 all’11 gennaio del 1480, periodo di soggiorno ricavato da documentazioni certe.
Altri “affreschi staccati”, derivati da due tabernacoli (“Madonna della Tosse”, del 1484, e “Visitazione” degli anni 1490-91) che furono commissionati al Benozzo da Grazia Francesco, priore di Castelnuovo d’Elsa, si possono ammirare a Castelfiorentino (Firenze) presso il BEGO-Museo Benozzo Gozzoli.
Sempre a Castelfiorentino, presso il Palazzo Comunale, è esposta una Santa Verdiana, che – per via di una iscrizione – si fa risalire al 1490.
Soggiorni nel pisano (1467 – 1495)
Come già sopra accennato, nel 1467 Benozzo partì da San Gimignano per recarsi a Pisa. In tale periodo l’artista avrebbe aperto una bottega per organizzare i lavori di coadiuvo per la decorazione nel Camposanto monumentale della città, iniziati nel 1468 e portati a compimento nel 1484. Degli affreschi, che subirono i bombardamenti della seconda Guerra Mondiale (1944), sono rimasti soltanto alcuni frammenti.
Tra il 1470 e il 1475 realizzò “Trionfo di san Tommaso d’Aquino” (attualmente nel Museo del Louvre), commissionato per la Cattedrale di Pisa.
Nel corso del già citato soggiorno pecciolese (documentato a Legoli dal 31 maggio 1479 all’11 gennaio 1480), contemporaneamente alla decorazione del tabernacolo della cappella di Santa Caterina, l’artista eseguì a Volterra, su commissione della Compagnia della Vergine Maria, l’affresco de’ “La Cavalcata dei Magi”. Il dipinto fa da fondale ad un presepio in terracotta riferito a maestranze fiorentine quattrocentesche.
Il ritorno a Firenze e la morte
Nel 1495, poco dopo della cacciata de’ Medici, suoi protettori, da parte di Carlo VIII di Francia, Benozzo fece ritorno a Firenze. Più tardi partì per Pistoia dove si trovavano due dei suoi figli: Francesco e Giovan Battista. Il primo suo collaboratore , l’altro magistrato. Questi, il giorno prima della morte del padre, vendettero due tavole – eseguite dai tre artisti di famiglia: Benozzo, Francesco ed Alessio – al cardinale Niccolò Pandolfini, allora vescovo di Pistoia. La “Deposizione dalla croce” e la “Resurrezione di Lazzaro” rispettivamente custoditi Museo Horne a Firenze e nella National Gallery of Art di Washington. Nelle due opere spariscono il solito decorativismo e il linguaggio fiabesco: vi appaiono invece elementi austeri e drammatici, influenzati probabilmente dalle prediche del Savonarola.
Benozzo Gozzoli morì nel 1497 a Pistoia, forse colpito dalla peste che allora infuriava cattiva nella città.
Opere di Benozzo Gozzoli
Pittura
Vergine con Bambino e nove angeli (conosciuta anche come la Madonna del Baldacchino), tecnica a tempera su tavola, anni 1440-1445, National Gallery, Londra, proveniente da Firenze.
Ratto di Elena, tecnica a tempera su tavola, anno 1445 circa, National Gallery, Londra, proveniente da Firenze.
Cristo in pietà, tecnica a tempera su tavola, anni 1445-1450, Museo di Castelvecchio Verona,.
Tondo con l’ Adorazione dei Magi, tecnica a tempera su tavola, anni 1447-1450 (realizzato con Filippo Lippi), National Gallery of Art, Washington.
Decorazione del convento di San Marco, ciclo di affreschi, anni 1440-1444 (realizzati con Beato Angelico), Museo Nazionale di San Marco, Firenze.
Cristo deriso (meditazione), cella n.7,
Adorazione dei Magi, cella n.39,
Crocifissione con la Vergine e San Pietro martire, cella n. 29,
Crocifissione e la Vergine, cella n.22,
Cristo nel Getsemani e la Vergine in meditazione, cella n. 43
Cristo giudice e angeli, decorazioni a racemi”, affreschi, anno 1447 (realizzati assieme a Beato Angelico), Duomo di Orvieto.
Il coro dei Profeti, anno 1447 (affresco eseguito in collaborazione con Beato Angelico), Duomo di Orvieto.
San Lorenzo davanti a Decio, affresco, anno 1448 (realizzato assieme a Beato Angelico), Cappella Niccolina, Città del Vaticano.
Martirio di San Lorenzo, affresco, anno 1448 (realizzato assieme a Beato Angelico), Cappella Niccolina, Città del Vaticano.
Madonna con Bambino benedicente, tecnica a tempera su seta applicata a tavola, anno 1449, Basilica di Santa Maria sopra Minerva, Roma.
Natività, tecnica a tempera su tavola, anni 1451-1453 (dall’Armadio degli Argenti di Beato Angelico, attualmente nel Museo Nazionale di San Marco, Firenze), proveniente dalla Basilica della Santissima Annunziata a Firenze.
Frammenti di affresco con la Vergine con Bambino e due angeli, anno 1450 circa, chiesa dei Santi Domenico e Sisto, Roma.
Cristo in pietà tra la Vergine e san Giovanni evangelista, tecnica a tempera su tavola, anni 1449-1450, collezione Johnson, Firenze.
Annunciazione, tecnica a tempera su tavola, anni 1450-1455, Museo Eroli, Narni.
Angelo nunziante, affresco staccato e riportato su tela, anni 1449-1450, Pinacoteca civica di Foligno, già nella chiesa di San Domenico a Foligno.
Ecce Homo, tecnica a tempera su pergamena riportata su tavola (incollata), anno 1450 circa, Museo del Tesoro della Basilica di San Francesco, Assisi.
Tondo dell’Annunciazione, tecnica a tempera su tavola, anno 1450 circa, Museum of Fine Art, San Diego.
Crocifissione e sant’Antonio da Padova, tecnica a tempera su tavola, 1450 circa, Parigi, collezione privata, già nel convento di San Fortunato a Montefalco.
Sant’Orsola, tecnica a tempera su tavola, anno 1450 circa, National Gallery of Art, Washington, proveniente da Montefalco.
Affresco con la Madonna con Bimbo e angelo musicante, anno 1450, eremo di San Fortunato, Montefalco.
San Fortunato in trono, affresco, anno 1450, eremo di San Fortunato, Montefalco.
Affresco con la Madonna con Bambino, i santi Francesco e Bernardino e sette angeli, anno 1450, eremo di San Fortunato, Montefalco.
Pala di San Tommaso (o Pala di San Fortunato), tecnica a tempera su tavola, anni 1450-1451, Pinacoteca Vaticana, Città del Vaticano, proveniente dall’eremo di San Fortunato a Montefalco.
Ciclo di affreschi con le Storie di San Francesco, anno 1452, chiesa di San Francesco., Montefalco
Ciclo di affreschi con San Francesco in gloria e santi (sulla volta), anno 1452, chiesa di San Francesco, Montefalco.
Ciclo di affreschi con le Storie di Cristo e di san Girolamo, anno 1452, chiesa di San Francesco, Montefalco.
Finto polittico, affresco, anno 1452, chiesa di San Francesco, Montefalco.
Madonna con Bambino, i santi Francesco e Bernardino e il committente fra’ Jacopo da Montefalco, tecnica a tempera su tavola, anni 1452-1453, Kusthistoriches Museum, Vienna, probabilmente proveniente dalla chiesa di San Francesco a Montefalco.
Santa Chiara, affresco, anno 1452 (completo rifacimento di un dipinto del 1430), monastero di Santa Chiara, Montefalco.
Testo di Cristo (affresco staccato da muro), anno 1455 circa, Museo nazionale di Palazzo Venezia, Roma, proveniente dalla chiesa di Santa Chiara a Piperno di Montefalco.
Pala della Sapienza Nuova, tecnica a tempera su tavola, anno 1456, Galleria nazionale dell’Umbria, Perugia, già nel collegio di San Girolamo (Sapienza Nuova) a Perugia.
La Vergine protegge Sermoneta, tecnica a tempera su tavola, anno 1458, Cattedrale di Sermoneta.
Affresco con Sant’Antonio da Padova e due donatori, anni 1458-1460, Basilica di Santa Maria in Ara Coeli, Roma.
Affresco con il corteo dei Magi, anno 1459, Palazzo Medici Riccardi, Firenze.
Affresco con il giardino del Paradiso, anni 1459-1460, Palazzo Medici Riccardi, Firenze.
Agnus dei, affresco, anno 1459, Palazzo Medici Riccardi, Firenze.
Madonna con Bambino, tecnica a tempera su tavola, 1460-1461, Fogg Art Museum, Cambridge, probabilmente proveniente da Firenze.
Madonna con Bambino e cherubini, tecnica a tempera su tavola, anno 1460 circa, collezione Ford, Detroit.
Pala della Compagnia della Purificazione e di San Zanobi, tecnica a tempera su tavola, anno 1461, proveniente dalla Basilica di San Marco (Firenze):
Madonna con Bambino, angeli e i santi Giovanni Battista, Girolamo, Zanobi, Pietro, Domenico e Francesco, National Gallery, Londra.
San Zanobi resuscita un bambino, Staatliche Museen, Berlino.
Festino di Erode e decollazione del Battista, National Gallery of Art, Washington.
San Domenico resuscita un bambino, Pinacoteca di Brera, Milano.
Purificazione della Vergine, collezione Johnson, Filadelfia.
Caduta di Simon Mago, Hampton Court, Londra.
Pilastrino con i santi Bartolomeo, Giacomo maggiore e Giovanni Battista, Galleria dell’Accademia, Firenze.
Matrimonio mistico di Santa Caterina, tecnica a tempera su tavola, anni 1461-1464, Museo nazionale di San Marco, Firenze, proveniente dalla Basilica di Santa Croce a Firenze.
Cristo in pietà tra i santi Giovanni evangelista e Maria Maddalena, tecnica a tempera su tavola, anni 1461-1464, Museo nazionale di San Marco, Firenze, proveniente dalla Basilica di Santa Croce a Firenze.
I santi Antonio abate e Benedetto, tecnica a tempera su tavola, anni 1461-1464, Museo nazionale di San Marco, Firenze, proveniente dalla Basilica di Santa Croce a Firenze.
Predella dell’Altare Alessandri (distrutta), tecnica a tempera su tavola, anni 1462-1463, Metropolitan Museum, New York, proveniente dalla chiesa di San Pier Maggiore (Firenze).
Crocifissione tra i santi Girolamo e Domenico, tecnica a tempera su tavola, anni 1459-1464, collezione Drury- Lowe, Locko Park, proveniente da Firenze.
Madonna dell’Umiltà e due angeli, tecnica a tempera su tavola centinata, anni 1460-1465, collezione privata, Monaco di Baviera.
Ciclo di affreschi con le Storie di Sant’Agostino, anni 1464-1465, Chiesa di Sant’Agostino, San Gimignano.
Santi e loro storie, (affreschi), anni 1464-1465, chiesa di Sant’Agostino, San Gimignano.
Evangelisti, affreschi, anni 1464-1465, chiesa di Sant’Agostino (San Gimignano).
Affresco con San Sebastiano intercessore, anno 1464, Chiesa di Sant’Agostino, San Gimignano.
Martirio di San Sebastiano, affresco, 1464, Duomo di San Gimignano.
Predella con la Madonna con Bambino, angeli e i santi Andrea e Prospero, tecnica a tempera su tavola, anno 1466, Museo Civico di San Gimignano.
Crocifissione e profeti, affresco, anno 1466, convento di Monte Oliveto, San Gimignano.
Due santi, affresco, anno 1467, Palazzo Comunale di San Gimignano.
Crocifissione, i santi Girolamo e Francesco e committente, affresco staccato da muro, anni 1467-1468, Palazzo Comunale di San Gimignano.
Matrimonio mistico di santa Caterina con i santi Lucia, Bartolomeo e Francesco, tecnica a tempera su tavola, anno 1466, Pinacoteca Comunale, Terni, proveniente dalla chiesa di Santa Maria dell’Oro a Terni.
Madonna con Bambino, due angeli e i santi Maria Maddalena, Giovanni Battista, Agostino e Marta, tecnica a tempera su tavola, anni 1466-1467, Museo Civico di San Gimignano, proveniente dalla chiesa della Maddalena a San Gimignano.
Tabernacolo dei Giustiziati, affreschi staccati, anno 1467 (realizzato con con altri artisti), Certaldo, Ex chiesa dei Santi Tommaso e Prospero.
Santa Maria maddalena e la Beata Fina da San Gimignano, tecnica a tempera su tavola, anni 1467-1470, Musée du Petit Palais, Avignone, proveniente da San Gimignano.
San Girolamo e un beato, tecnica a tempera su tavola, anni 1467-1470, collezione Thyssen, Lugano, proveniente da San Gimignano.
Cristo passo, tecnica a tempera su tavola, anni 1467-1470, Pinacoteca di Brera, Milano, probabilemnte proveniente da San Gimignano.
San Giovanni evangelista, tecnica a tempera su tavola, anno 1470 circa, Accademia Carrara, Bergamo.
Affreschi del Camposanto, ciclo di affreschi, anni 1469-1484, Camposanto monumentale, Pisa.
Sinopie degli affreschi del Camposanto, sinopie, anni 1469-1484, Museo delle sinopie, Pisa, provenienti dal Camposanto monumentale di Pisa.
La Vergine con Bambino e i santi Rocco, Lorenzo, Antonio abate e Bernardino e i committenti, tecnica a tempera su tavola, anno 1470 (realizzato con aiuti di bottega), Museo dell’Opera del Duomo, Pisa, proveniente dalla chiesa di San Lazzaro fuori le mura a Pisa.
Trionfo di San Tommaso d’Aquino, tecnica a tempera su tavola, anni 1470-1473, Louvre, Parigi, proveniente dal Duomo di Pisa.
Madonna con Bimbo in trono e i santi Giovanni Battista, Gregorio, Domenico, Giovanni evangelista, Giuliano e Francesco, tecnica a tempera su tavola, 1473-1478, National Gallery of Canada, Ottawa, proveniente da Pisa.
Ciclo di affreschi del Tabernacolo di Legoli, anni 1479-1480, Cappella di Santa Caterina (Legoli).
Crocifissione con le Pie donne e santi domenicani, affresco, anno 1480 circa: Chiesa di San Domenico (Pisa).
Compianto sul Cristo morto, tecnica a tempera su tavola, anni 1480-1490, collezione privata, Melbourne Hall, proveniente da Pisa.
Gli intercessori santi Nicola da Tolentino, Rocco, Sebastiano e Bernardino, angeli e committenti, tecnica a tempera su tavola attualmente su tela, anno 1481, Metropolitan Museum, New York, proveniente da Pisa.
La Santa Croce tra due angeli, San Giovanni evangelista e l’Addolorata, affresco, anni 1480-1485, Chiesa di San Benedetto (Pisa).
Madonna con Bambino, due angeli e i santi Scolastica, Benedetto, Orsola e Giovanni Gualberto, tecnica a tempera su tavola, anno 1490 circa, Museo nazionale di San Matteo, Pisa, proveniente dalla chiesa di San Benedetto (Pisa).
Cavalcata dei Magi, affresco, anni 1485-1490, Duomo di Volterra.
Affreschi del Tabernacolo della Madonna della Tosse, ciclo di affreschi, anno 1484 (realizzato con allievi di bottega), BEGO-Museo Benozzo Gozzoli, Castelfiorentino, proveniente dal tabernacolo della Madonna della Tosse a Castelfiorentino.
Affreschi del Tabernacolo della Visitazione, anni 1491 (realizzato con aiuti di bottega), BEGO-Museo Benozzo Gozzoli, Castelfiorentino, proveniente dal Tabernacolo della Visitazione a Castelfiorentino.
Madonna con Bambino, tecnica a tempera su tavola centinata, anni 1490-1495, Pieve, Calci.
Madonna con Bambino e due angeli, tecnica a tempera su tavola, anno 1495 circa (conseguenti ritocchi nel XVI secolo), Galleria Nazionale, Praga, probabilmente proveniente da Pisa.
Deposizione dalla croce, olio su tela, anni 1496-1497, Museo Horne, Firenze, proveniente dal Duomo di Pistoia.
Resurrezione di Lazzaro, olio su tela, anno 1497, National Gallery of Art, Washington, proveniente dal Duomo di Pistoia.
San Girolamo penitente, tecnica a tempera su tavola, biennio 1495-1496, Museo Bardini, Firenze.
Madonna con Bambino, angeli e santi, sinopia, anno 1497, Palazzo Comunale, Pistoia.
Miniatura
Papa Eugenio IV (dal codice delle profezie di Gioacchino da Fiore), anni 1445-1447, British Library, Londra, già a Firenze.
Il sogno di Innocenzo III, (dal manoscritto VI), anni 1496-1497, Convento di Giaccherino, Pistoia.
Scultura
Formelle della porta del Paradiso (in collaborazione con Lorenzo Ghiberti), bronzo dorato, anni 1445-1448, Museo dell’Opera del Duomo, Firenze, già nel Battistero di San Giovanni nella stessa città.
La presa di Gerico.
Incontro della regina di Saba con Salomone
Disegno
Morte di Santa Chiara da Montefalco, anni 1450-1452, Gemäldegalerie Alte Meister, Dresda, proveniente già nella chiesa di Santa Chiara a Montefalco.
Storie della vita di Santa Chiara da Montefalco, anni 1450-1452, National Gallery, Londra, già nella chiesa di Santa Chiara a Montefalco.
Nascita della Vergine (disegno realizzato per un ricamo), biennio 1490-1491, Metropolitan Museum, New York, già a Pisa.
Bibliografia su Benozzo Gozzoli
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Anna Padoa Rizzo, Benozzo Gozzoli, pittore fiorentino, Edam, anno 1972, Firenze.
Alberto Amaducci, La cappella di Palazzo Medici, Arsuna, anno 1977, Firenze.
Bruno Santi, Palazzo Medici Riccardi, Becocci, anno 1983, Firenze.
A cura di Rosanna Caterina Proto Pisani e Anna Padoa Rizzo: Gli affreschi di Benozzo Gozzoli a Castelfiorentino (1484–1490) , Pacini, anno 1987, Pisa.
Arte e committenza a Pistoia alla fine del secolo XV. Benozzo Gozzoli e i suoi figli Francesco e Alessio; nuove ricerche a cura di Anna Padoa Rizzo, anno 1989, Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia, Pistoia.
Franco Cardini, I Re Magi di Benozzo a Palazzo Medici, Firenze, Arnaud, anno 1991.
Anna Padoa Rizzo, Benozzo Gozzoli. Catalogo completo dei dipinti, Firenze, Cantini, anno 1992.
Benozzo Gozzoli: la Cappella dei Magi a cura di Cristina Acidini Luchinat, Milano, Electa, anno 1993.
Il Camposanto di Pisa a cura di Clara Baracchini e Enrico Castelnuovo, Torino, Einaudi, anno 1996.
Diane Cole Ahl, Benozzo Gozzoli, New Haven, Yale University Press, anno 1996.
A cura di Anna Padoa Rizzo con Annamaria Bernacchioni, Nicoletta Pons e Lisa Venturini: Benozzo Gozzoli in Toscana, Cantini, anno 1997, Firenze.
Elvio Lunghi, Benozzo Gozzoli a Montefalco, Editrice Minerva, anno 1997, Assisi.
Anna Padoa Rizzo, Benozzo Gozzoli in Umbria, Cantini, anno 1997, Firenze.
Maria Luigia Orlandi, Benozzo Gozzoli a Pisa: i documenti (1468-1495), Pacini, anno 1997, Pisa.
Silvestro Nessi, Benozzo Gozzoli a Montefalco, Porziuncola, anno 1997, Assisi.
Ead, Benozzo Gozzoli in Umbria, Octavo, anno 1997, Firenze.
Anna Padoa Rizzo, Benozzo Gozzoli in Toscana, Octavo, anno 1997, Firenze.
Beato Angelico e Benozzo Gozzoli. Artisti del Rinascimento a Perugia catalogo della mostra curato da Vittoria Garibaldi, Silvana Editoriale, anno 1998, Cinisello Balsamo.
Benozzo Gozzoli. Le storie di Sant’Agostino a San Gimignano a cura di Roberto Cardini, Anna Padoa Rizzo e Mariangela Regoliosi, Bulzoni, anno 2001, Roma.
Marco Bussagli, Benozzo Gozzoli, Giunti, anno 1999, Firenze.
Cristina Acidini Luchinat, Benozzo Gozzoli, Scala, anno 1999, Cinisello Balsamo.
Silvestro Nessi, Benozzo Gozzoli: La vita e le opere con le immagini degli affreschi a Montefalco, Quattroemme, anno 2001, Perugia.
Benozzo Gozzoli e l’architettura – Atti della giornata di studi per il V centenario della morte a cura di Emanuela Andreatta e Valerio Tesi, anno 2002, Firenze.
Benozzo Gozzoli: allievo a Roma, maestro in Umbria catalogo della mostra a cura di Bruno Toscano e Giovanna Capitelli, Silvana Editoriale, anno 2002, Milano.
Anna Padoa Rizzo, Benozzo Gozzoli: un pittore insigne, “pratico di grandissima invenzione”, Silvana Editoriale, anno 2003, Milano.
Benozzo Gozzoli: viaggio attraverso un secolo – Atti del convegno internazionale di studi a cura di Enrico Castelnuovo e Alessandra Malquori, Pacini, anno 2003, Pisa.
Il colore di Benozzo Gozzoli: due predelle della Pinacoteca di Brera catalogo a cura di Matteo Ceriana e Valentina Maderna, Electa, anno 2003, Milano.
Cristina Acidini Luchinat, Benozzo Gozzoli, Scala, anno 2007, Antella (Firenze).
Catalogo della mostra, a cura di Serena Nocentini e Anna Padoa Rizzo: Benozzo Gozzoli e Cosimo Rosselli nelle terre di Castelfiorentino. Pittura devozionale in Valdelsa, Maschietto Editore, anno 2011, Firenze.
Dalle opere del periodo maturo, riferibili al secondo decennio del XVI secolo, si rileva una semplificazione strutturale di carattere prettamente quattrocentesco, che l’artista riusciva a ravvivare con la concretezza del particolare, come nell’affresco del Cenacolo (1514), Convento della Calza, Firenze) e nella Madonna tra i santi degli Uffizi (1516).
Portato a compimento nel 1516 lo Sposalizio della Vergine, appartenente al ciclo di affreschi nel Chiostrino dei Voti affidato ad Andrea del Sarto, dopo un soggiorno romano, che lo portò a contatto con la pittura di maestri come Michelangelo e Raffaello, il Franciabigio modificò sensibilmente il suo stile, che divenne più articolato nella struttura compositiva e solido nella pienezza delle figure, fattori che si evidenziano nell’affresco del Trionfo di Cesare, realizzato nella villa di Poggio a Caiano nel 1521.
Di pregiato livello sono soprattutto le opere inerenti alla ritrattistica, in particolare quelle eseguite nell’ultimo periodo di attività, ove le immagini, in contrapposizione a sfondi stesi con appropriati contrasti, sbalzano in una luminosità che ne descrive, oltre la schematica la fisionomia, lo stato introspettivo (Ritratto di giovane, foto in alto).
Opere principali di Franciabigio
Madonna col Bambino e san Giovannino, anno 1506 circa, tecnica a olio su tavola, diametro 58 cm, Cenacolo di Fuligno, Firenze.
Madonna col Bambino, anno 1510 circa, tecnica a olio su tavola, 85,1 x 67,3 cm, Birmingham Museum of Art, Birmingham (Alabama).
Adorazione dei pastori, anno 1510, affresco staccato, 261 x 220 cm, Museo del Cenacolo di San Salvi, Firenze.
Madonna col Bambino e san Giovannino, anno 1510-1513 circa, tecnica a olio su tavola, 89 x 69 cm, Pinacoteca nazionale, Bologna.
Ritratto d’uomo, anno 1510 circa, tecnica a olio su tavola, 76 x 60 cm, Louvre, Parigi.
Tabernacolo con crocifissione, dolenti e santi, anno 1512 circa, affresco, Rovezzano (provincia di Firenze).
Madonna col Bambino e san Giovannino, anno 1510-1520 circa, tecnica a olio su tavola, diametro 58 cm, Cenacolo di Fuligno, Firenze.
Calunnia di Apelle, anno 1513 circa, tecnica a olio su tavola, 37,6 x 48 cm, Galleria Palatina, Firenze.
Sposalizio della Vergine, anno 1513, affresco, Chiostrino dei Voti, basilica della Santissima Annunziata, Firenze.
Ultima Cena, anno 1514, affresco, Convento della Calza, Firenze.
Madonna col Bambino, anno 1514 circa, tecnica a olio su tavola, 93 x 68 cm, Ermitage, San Pietroburgo.
Ritratto di un cavaliere di Rodi, anno 1514, tecnica a olio su tavola, 60,3 x 45,7 cm, National Gallery, Londra.
Ritratto virile, anno 1514, tecnica a olio su tavola, 60 x 47 cm, Galleria degli Uffizi, Firenze.
Angelo reggilibro, anno 1515, tecnica a olio su tavola, 119 x 55 cm, basilica di Santo Spirito, Firenze.
Angelo, anno 1515, tecnica a olio su tavola, 118 x 53 cm, basilica di Santo Spirito, Firenze.
Madonna col Bambino tra i santi Giovanni Battista e Giobbe, anno 1516, Museo del Cenacolo di San Salvi, Firenze.
Sacra Famiglia, anno 1515-1520 circa, tecnica a olio su tavola, 108 x 87 cm, Kunsthistorisches Museum, Vienna.
Ritratto di un gioielliere, anno 1516, tecnica a olio su tavola, 69,5 x 51,6 cm, Princeton University Art Museum, Princeton.
Icaro, anno 1516 circa, tecnica a olio su tavola, 31 x 24 cm, Palazzo Davanzati, Firenze.
Autoritratto, anno 1516 circa, tecnica a olio su tavola, 57,8 x 44,4 cm, Hunter College, New York.
Sacra Famiglia con san Giovannino, anno 1516 circa, tecnica a olio su tavola, diametro 97 cm, Galleria dell’Accademia, Firenze.
Madonna del Pozzo, anno 1516-1520 circa, tecnica a olio su tavola, 144 x 88,5 cm, Kunsthistorisches Museum, Vienna.
Madonna del Pozzo, anno 1516-1520 circa, tecnica a olio su tavola, 106 x 81 cm, Galleria degli Uffizi, Firenze.
Ritratto d’uomo, anno 1517, tecnica a olio su tela, 55 x 40 cm, Liechtenstein Museum, Vienna.
Benedizione di san Giovannino che parte per il deserto, anno 1518-1519, affresco a monocromo, Chiostro dello Scalzo, Firenze.
Incontro di Cristo e san Giovannino, anno 1518-1519, affresco a monocromo, Chiostro dello Scalzo, Firenze.
Madonna col Bambino e san Giovannino, anno 1518-1524 circa, tecnica a olio su tavola, Liechtenstein Museum, Vienna.
Ritratto di giovane, anno 1520 circa, tecnica a olio su tavola, 79,1 x 60,8 cm, Philbrook Museum of Art, Tulsa.
Trionfo di Cicerone, anno 1520 circa, affresco, 580 x 530 cm, Villa medicea, Poggio a Caiano.
Uomo con la lettera, anno 1520 circa, collezione privata, tecnica a olio su tavola.
Noli me tangere, anno 1520-1525 circa, affresco staccato, Museo del Cenacolo di San Salvi, Firenze.
Ritratto d’uomo, anno 1522, tecnica a olio su tavola, 76 x 61 cm, Gemäldegalerie, Berlino.
Betsabea al bagno, anno 1523, tecnica a olio su tavola, 86 x 172 cm, Gemäldegalerie, Dresda.
Bibliografia
Susan Regan McKillop, Francabigio, Berkeley, University of California Press, anno ed. 1974.
Pittore Francesco Granacci (Villamagna?, Firenze, 1469 – Firenze 1543).
Sopra, un’opera dell’artista: Giuseppe presenta il padre e i fratelli al faraone, Uffizi, Firenze.
Biografia di Francesco Granacci
Biografia di Francesco Granacci: l’artista nacque, probabilmente a Villamagna, nel 1469.
Svolse la sua formazione artistica presso la bottega del Ghirlandaio, dove conobbe il giovanissimo Michelangelo Buonarroti, col quale strinse una sincera amicizia.
I due allievi ben presto si misero in luce e furono chiamati entrambi alla scuola di Lorenzo il Magnifico nel Giardino di San Marco.
L’artista in esame integrò talmente bene ciò che aveva appreso dal Ghirlandaio con i nuovi insegnamenti della scuola, tanto che per un lungo periodo il suo linguaggio pittorico non subì variazioni spontanee, né vistosi influssi di altri pittori, salvo nei suoi esordi quando fu assai vicino allo stile di Filippino Lippi. Per tal motivo molte sue opere sono di difficile collocazione cronologica.
Tra le prime opere giovanili che, come già sopra accennato, risentono gli influssi del Lippi, citiamo l’Adorazione del Bambino (oggi all’Accademia d’Arte di Honolulu), la Madonna in trono tra i Santi Michele e Giovanni Battista (attualmente custodita negli Staatliche Museen di Berlino) e le Quattro Storie di San Giovanni Battista (divise in vari musei internazionali: New York, Cleveland e Liverpool). In queste ultime, realizzate probabilmente per una committenza fiorentina, si evidenzia un’eccellente forza narrativa.
Nel 1508, insieme ad altri artisti, si recò Roma per aiutare Michelangelo nel trasferimento dei segni preparatori dai cartoni alle superfici della volta nella Cappella Sistina.
Al suo ritorno a Firenze il Granacci realizzò, su commissione del convento degli Agostiniani di San Gallo, una Madonna con Bambino fra i Santi Francesco e Gerolamo, attualmente custodita nella Galleria dell’Accademia della stessa città. Nello stesso periodo dipinse, per la Compagnia di San Benedetto Bigi, la Madonna della Cintola. Sempre nel capoluogo toscano, nel 1515, partecipò alla preparazione degli apparati artistici in occasione dell’imminente visita di papa Leone X a Firenze. Della stessa appartenenza cronologica sono le Storie di San Giuseppe (alcune agli Uffizi e altre nel Palazzo Davanzati), realizzate su commissione di Salvi Borgherini per la stanza nuziale del figlio. Partecipò alla decorazione anche il Pontormo, e in seguito, Andrea del Sarto ed il Bacchiacca.
La piena maturità Francesco la raggiunse intorno al 1519, quando riuscì a staccarsi dai vecchi stilemi orientandosi verso una più moderna ed articolata struttura compositiva, con nuove concezioni di spazialità e movimento. Appartiene a questo suo primo periodo di innovazione la Madonna col Bambino e San Giovannino (oggi custodita nel Museo di Arte Occidentale e Orientale di Odessa).
Poco più tardi subì l’influenza di Fra’ Bartolomeo – testimoniata dalla Sacra Conversazione di Montemurlo e dalla Madonna in trono tra San Sebastiano e San Francesco di Castelfiorentino – e del Perugino con la pala della Vergine Assunta (1525 circa), oggi conservata nella Galleria dell’Accademia fiorentina.
Nel frattempo la pittura del Granacci venne influenzata anche dai manieristi. Tuttavia esso rimase fedele al suo stile “classicheggiante” nelle opere di grande formato dando invece libero sfogo, con originalità e forza creativa, nelle rappresentazioni a dimensione ridotta.
Francesco Granacci morì a Firenze nel 1543 e fu sepolto nella chiesa di Sant’Ambrogio della stessa città.
Tra le sue opere più significative citiamo anche la Madonna in gloria (Firenze, galleria dell’Accademia) e la Pietà (Quintale, San Pietro).
Bibliografia
A cura di Rosanna Caterina Proto Pisani, Museo di Santa Verdiana a Castelfiorentino, Polistampa, anno 2006, Firenze.
Sopra, un’opera dell’artista: Madonna col Bambino e angeli, 1480 circa, New York, Metropolitan Museum.
Biografia di Cosimo Rosselli
L’artista, fratello del miniatore-incisore Francesco (1448 circa – 1513 circa), nacque a Firenze intorno al 1439-40 da Lorenzo di Filippo Rosselli e da Tommasa di Giovanni da Monteficalle (seconda moglie del padre).
La sua formazione artistico Cosimo la svolse, tra il 1453 e il 1456, presso la bottega di Neri di Bicci (1418 – 1492) e, più tardi, a seguito del Baldovinetti.
La sua prima opera totalmente autografa, attualmente dispersa, fu una pala commissionata nel 1459 per la chiesa di Santa Trinita a Firenze.
Alcuni studiosi ipotizzano che l’artista abbia poi partecipato ad alcuni lavori con Benozzo Gozzoli, con il quale si evidenziano analogie stilistiche, e – in circostanze diverse – con il cugino Bernardo di Stefano Rosselli (Firenze 1450-1526).
Artista molto creativo e ricettivo, Cosimo fu anche sensibile allo stile dei fratelli Antonio e Piero del Pollaiolo, del Verrocchio, nonché dello stesso Baldovinetti. Risultano infatti delle evidenti affinità in varie opere del Rosselli, tra cui si ricordano: gli affreschi eseguiti tra il 1462 e il 1465 nella cappella Salutati per il Duomo di Fiesole. La Sacra Conversazione, realizzata nel 1468 per la chiesa San Pier Scheraggio e attualmente custodita nella Galleria degli Uffizi. I Santi Barbara, Giovanni Battista e Matteo (tavola), per la cappella di Santa Barbara nella chiesa della Santissima Annunziata, portata a compimento nel 1469 e oggi custodita nella Galleria dell’Accademia; la tavola con Sant’Anna Metterza e quattro santi, datata 1471, conservata a Berlino.
In quel periodo l’artista collaborava a Fiesole – in modo indipendente – con Mino da Fiesole (Poppi, 1429 – Firenze, 1484), col quale partecipò a vari lavori, tra cui quelli nelle chiese di Santa Maria in Campo e Sant’Ambrogio.
Nella chiesa di Santa Maria a Lungotuono a Castelfiorentino si conserva una pala d’altare, datata 1471 e totalmente autografa del Rosselli, raffigurante la Madonna col Bambino in trono tra i santi Antonio abate, Francesco, Chiara e Verdiana. La tavola è in cattivo stato di conservazione [Nicoletta Pons in Anna Padoa Rizzo, ed. 1997, rif. A pag. 281].
Esistono documentazioni (registri della Compagnia di San Luca) dalle quali si ricava che l’artista nel 1472 stava lavorando nella chiesa di Santa Maria «in Champo».
Datata 1473 è l’Annunciazione e quattro santi (attualmente conservata nel Musée du Petit Palais ad Avignone), una pala d’altare ove si evidenziano modi di Benozzo Gozzoli, Domenico Veneziano e Neri di Bicci.
Intorno al biennio 1475-1476, nel Chiostrino dei Voti della Santissima Annunziata, il pittore eseguì l’affrescò raffigurante la Vocazione di san Filippo Benizi.
Riferita intorno al 1480 è la Madonna col Bambino e angeli del Metropolitan Museum di New York, dalla quale emergono elementi stilistici del Verrocchio.
Nella primavera del 1481 il Rosselli fu chiamato a Roma da papa Sisto IV (1414 – 1484, eletto nel 1471) per gli affreschi nella Cappella Sistina insieme a Domenico Ghirlandaio, Pietro Perugino, Sandro Botticelli e collaboratori a loro seguito. Per la grande decorazione gli artisti dovevano accordarsi per non rendere discontinuo il lavoro generale attenendosi, quindi, alle comuni convenzioni rappresentative: un’omogenea struttura ritmica, una comune rappresentazione architettonica e paesaggistica, un comune andamento delle gradazioni cromatiche, nonché l’impiego di elementi di rifinitura come l’oro per dare risalto e splendore alle parti colpite dai bagliori delle varie fonti luminose. A proposito di ciò, dalle Vite del Vasari si ricava che fu proprio il Rosselli ad impiegare i «finissimi azzurri oltramarini e d’altri vivaci colori» e a enfatizzare con l’oro le lumeggiature: «perciocché que’ colori, siccome si era Cosimo imaginato, a un tratto così abbagliarono gli occhi del papa, che non molto si intendeva di simili cose, ancoraché se ne dilettasse assai, che giudicò Cosimo avere molto meglio che tutti gli altri operato. E così fattogli dare il premio, comandò agli altri che tutti coprissero le loro pitture dei migliori azzurri che si trovassero e le toccassino d’oro, acciocché fussero simili a quelle di Cosimo nel colorito e nell’esser ricche. Laonde i poveri pittori, disperati d’avere a soddisfare alla poca intelligenza del Padre Santo, si diedero a guastare quanto avevano fatto di buono». Cosimo Rosselli eseguì tre narrazioni “Discesa dal monte Sinai” con l’iscrizione “PROMULGATIO LEGIS SCRIPTE PER MOISEM”, il “Discorso della montagna e guarigione del lebbroso” e l’”Ultima cena”. Nel primo riquadro appare, nella zona alta, un Mosè inginocchiato mentre riceve le tavole: in primo piano un Mosè che, irato nel vedere gran parte del suo popolo in adorazione del vitello d’oro, rompe le Tavole della Legge; in secondo piano, sulla sinistra, un Mosè che riceve le nuove tavole. Il secondo affresco, ispirato dal Vangelo secondo Matteo (5,1-7,28) raffigura un sermone di Gesù ai suoi discepoli e ad una grande folla. Infine l’affresco con l’Ultima Cena ove, al di là delle tre finestre sul fondo, vengono narrati episodi della Passione: Orazione nell’orto, la Cattura e la Crocifissione. Un’altra opera che potrebbe essere assegnata – con dubbi – è quella del riquadro con il Passaggio del Mar Rosso.
Nel 1482 l’artista, al suo rientro a Firenze, eseguì una tavola intitolata a San Tommaso per la cappella Corbinelli in Santo Spirito.
Al periodo fiorentino vengono riferite anche alcune tavole a sfondo religioso, per varie del chiese del capoluogo toscano, e l’affresco del Miracolo dell’Eucaristia (1485-1486) della cappella del Miracolo del Sacramento nella chiesa di Sant’Ambrogio, ricordato nelle Vite del Vasari come il suo capolavoro a Firenze.
Riferita al 1490 circa è la Pala del Nocentino, attualmente a Berlino, commissionata dalla Compagnia degli Innocenti per la basilica di Santa Maria Novella.
Nell’ultimo periodo della sua carriera artistica, in seguito alle novità del Savonarola del quale fu seguace, la pittura del Rosselli si fece via via sempre più devozionale, fino a raggiungere il colmo nel patetismo.
Nel 1495 trasferì la sua bottega in un casamento dei Chellini presso piazza Duomo, ove ebbe allievi di grande portata come Fra Bartolomeo, Piero di Cosimo, Mariotto Albertinelli, Andrea di Cosimo Feltrini (Firenze, 1477 – Firenze, 1548). Di quest’ultimo periodo sono la Madonna in trono col bambino e i santi Jacopo, Pietro e Giovannino (oggi nella Galleria dell’Accademia di Firenze), realizzata per la Cappella Salviati in Santa Maria Maddalena dei Pazzi (allora chiesa del cestello) e l’”Incoronazione della Vergine e santi” (riferita al 1505) nella stessa chiesa.
Cosimo Rosselli morì il 7 gennaio 1507 a Firenze e fu sepolto in Santa Croce.
Bibliografia
Giorgio Vasari, Le Vite de Più Eccellenti Pittori, Scultori e Architettori,, Giunti, edizione del 1568, Firenze.
Filippo Baldinucci, seconda edizione delle “Notizie de’ professori del disegno da Cimabue in qua”, , Stecchi e Pagani, 1768-1774, Firenze.
A. Lorenzoni, Cosimo Rosselli, Libreria Internazionale Editrice anno 1921, Firenze.
Anna Padoa Rizzo, Arte e committenza in Valdelsa e in Valdera, anno1997, Octavo, Firenze, riferimenti alle pagine 27 – 28.
Arthur R. Blumenthal + A.A.V.V., Cosimo Rosselli Painter of the Sistine Chapel (Cosimo Rosselli Pittore della Cappella Sistina), Cornell Fine Arts Museum, Winter Park FL 2001.
Edith Gabrielli, Cosimo Rosselli catalogo ragionato, Umberto Allemandi & C., anno 2007, Torino.
Dal catalogo della mostra a cura di Serena Nocentini e Anna Padoa Rizzo, Maschietto Editore, anno 2011, Firenze: Benozzo Gozzoli e Cosimo Rosselli nelle terre di Castelfiorentino. Pittura devozionale in Valdelsa.
Jacopo da Ponte (Bassano del Grappa, intorno al 1510 – 13 febbraio 1592)
Sopra, un’opera Jacopo da Ponte: Autoritratto in tarda età, olio su tela, Kunsthistorisches Museum di Vienna.
Breve biografia di Jacopo da Ponte
Nascita: Bassano del Grappa, 1515 circa.
Morte: 13 febbraio 1592.
Formazione artistica: si svolge, nel primo periodo sotto la guida del padre, un modesto pittore, capostipite dei Bassano, poi a Venezia nella bottega d’arte di Bonifacio de’ Pitati.
La sua pittura: rinascimentale, generalmente a tematiche religiose e bibliche. Risente molto l’influenza del suo maestro alla quale unisce un’attenta ricerca del dato naturalistico derivato dall’amore per la pittura di Tiziano e del Lotto. Nel periodo dal 1535 al 1540 Jacopo è attratto dalla plasticità del Pordenone. Più tardi approda alla pittura manierista.
Alcune sue opere
Annuncio ai pastori, 1533, Leicestershire, Belvoir Castle; Madonna col Bambino, c. 1534-1535, Chiesa parrocchiale; Santa Caterina di Lusiana; Deposizione, (attribuito) 1537-1538, San Luca di Crosara.; Decorazione freschiva, 1537, opera d’affresco, Chiesetta di Santa Lucia, Santa Croce Bigolina; Decorazione freschiva, 1537-1538, opera d’affresco, Chiesa parrocchiale, Cittadella; Cena in Emmaus, 1538 circa, Chiesa parrocchiale, Cittadella; Salita al Calvario, 1540 circa, National Gallery, Londra;Adorazione dei Magi, 1542, National Gallery of Scotland, edimburgo; Adorazione dei pastori, 1544-1545, Court Palace, Royal Gallery., Hampton; Madonna con Bambino con i santi G. Maggiore e Giov. Battista, 1545-1550, Alte Pinakothek; Monaco.
Sopra, un’opera Francesco Albani: Mercurio e Apollo, Anno circa 1625, custodita a Roma nella Galleria Nazionale d’Arte Antica.
Cenni biografici
Nascita: Bologna 17/08/1578.
Morte: Bologna 04/10/1660.
Formazione artistica: inizia insieme a Guido Reni ed al Domenichino nella bottega del manierista fiammingo Denijs Calvaert, poi segue l’Accademia del Carracci, quindi l’Accademia romana di San Luca.
Periodo di appartenenza: Rinascimento, classicismo bolognese.
La sua pittura: tematiche mitologiche e religiose.
Dove è artisticamente attivo: Bologna, Roma, Mantova.
Opere
Noli me tangere, Staatliche Museen, Berlino.
Madonna col Bambino in gloria e i santi Giovanni Battista, Francesco e Matteo, Pinacoteca Nazionale, Bologna.
Adamo ed Eva, Musei Reali Bruxelles.
San Pietro Martire e San Giovanni Battista, chiesa di San Domenico, Budrio, Bologna.
Putto alato spezza l’arco di Minerva, Cesena, collezione privata.
Visitazione, Museo di Digione.
Il trionfo di Galatea, Gemaeldegalerie, Dresda.
Danza di amorini con la statua dell’Amore, Dresda, Gemaeldegalerie.
La cacciata dal Paradiso, Gemaeldegalerie, Dresda.
Sacra Famiglia con sant’Anna e san Giovannino, Gemaeldegalerie, Dresda.
La liberazione di san Pietro, Galleria degli Uffizi, Firenze.
Noli me tangere, Palazzo Pitti, Firenze.
Sacra Famiglia, Palazzo Pitti, Firenze.
La liberazione di san Pietro, Palazzo Pitti, Firenze.
Riposo durante la fuga in Egitto, Fontainebleau, Musée National.
Il trionfo di Cibele, Fontainebleau, Musée National.
Battesimo di Cristo, Lione, Musée des Bezux-Arts.
San Sebastiano, Forlì, Pinacoteca Civica.
La predicazione del Battista, Lione, Musée des Bezux-Arts.
Il giudizio di Paride, Madrid, Prado.
La toeletta di Venere, Madrid, Prado.
Bibliografia
G. Baglione, Vite, anno 1642, Roma.
A. Masini, Bologna perlustrata, anno 1666, Bologna.
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C. C. Malvasia, Felsina pittrice, anno 1678, Bologna.
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Alessandro Araldi (Parma, 1460 circa – Parma, 1528)
Alessandro Araldi: Sopra, un’opera dell’artista: Ritratto di Barbara Pallavicino, olio su tavola, anno 1510-20, 46,5 x 35 cm., Galleria degli Uffizi, Firenze.
Biografia di Alessandro Araldi
Di Alessandro Araldi nulla si sa della sua formazione artistica, ma nei dipinti giovanili (ad esempio l’affresco raffigurante la “Madonna con Bambino, san Giuseppe e donatore”, datato 1496, realizzato per il duomo di Parma) si evidenziano gli influssi del Mantegna e dei pittori veneti del periodo.
A rafforzare tale ipotesi si pensi che anche i maggiori esponenti parmigiani, tra cui ricordiamo Cristoforo Caselli il “Temperello” (Parma, ca. 1460 – Parma, 25 giugno 1521) e Filippo Mazzola (Parma, ca. 1460 – 1505) – quest’ultimo, padre del Parmigianino – si formarono in ambiente belliniano.
Dal 1500 la sua attività artistica la svolse in larga parte per il monastero benedettino di San Paolo, ove decorò il coro della chiesa abbaziale (affreschi andati perduti) e, dopo un probabile viaggio a Roma (si parla del 1510 circa), la cappella di Santa Caterina di Alessandria, nonché diverse sale dell’appartamento in cui viveva la badessa (1514), da cui si evidenziano chiari richiami alla pittura del Pinturicchio, del bolognese Francia (1450 – 1517) e del ferrarese Costa il Vecchio (1460 – 1535).
Nel 1516 riprodusse una copia del Cenacolo di Leonardo studiandovi lo stile del grande maestro, la cui influenza risulta chiara nella pala d’altare realizzata nello stesso anno per Cappella Centoni del duomo di Parma.
In seguito al matrimonio con Paola de Plombo l’Araldi, tra il 1488 e il 1493, ebbe quattro figli, che morirono tutti prima di lui.
Ebbe occasione di conoscere illustri personaggi, tra i quali citiamo il pittore modenese Bartolomeo Roxeto, Aristotile Zucchi ed il Marchese di Mantova Lodovico Gonzaga.
Nel 1503 vide sposare la giovane figlia Orselina con Filippo Porzioli.
Da documentazione certa si ricava che nel 1514, per la realizzazione di un quadro, ricevette la somma di sedici ducati d’oro e nove soldi imperiali dal conte di Guastalla Cristoforo Torelli.
Nel 1516 eseguì il dipinto nella Cappella Centoni del Duomo parmense.
Sempre nel 1516, su commissione della chiesa di Casalmaggiore, dipinse “San Rocco tra San Sebastiano e Paolo Eremita”, una tavola firmata e datata dall’artista, di cui si persero le tracce.
Le opere più significative di Alessandro Araldi
Affreschi dei Santi Sebastiano e Rocco, anni 1505-1507, chiesa San Giovanni Battista, Gaiano (Parma)
Ritratto di Barbara Pallavicino, anno 1510 circa, Uffizi, Firenze.
Disputa della santa, anno 1514, convento di San Paolo, Parma
Annunciazione, anno 1514, chiesa del Carmine, Parma.
Camera delle grottesche, anno 1514, convento di San Paolo, Parma.
Ultima cena, anno 1516, convento di San Paolo, Parma.
Madonna col Bambino e i santi Francesco e Giuseppe, anno 1520, Heiligenkreuz .