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Michelangelo Buonarroti: Il Sacrificio di Noè nella volta della Cappella Sistina.

Il Sacrificio di Noè nella volta della Cappella Sistina

Il Sacrificio di Noè – Michelangelo Buonarroti

Michelangelo Buonarroti: Il Sacrificio di Noè nella volta della Cappella Sistina.
Michelangelo Buonarroti: Il Sacrificio di Noè nella volta della Cappella Sistina, 170 x 260 cm, anno intorno al 1509.

Sull’opera in esame

Il Sacrificio di Noè è un affresco di Michelangelo Buonarroti. Il riquadro, commissionato da Giulio II, fu realizzato intorno al 1508-1510, misura 170 x 260 cm. e fa parte della decorazione del soffitto della Cappella Sistina in Vaticano. Vedi anche la pagina delle lunette.

Una zona del dipinto, con rinnovo d’intonaco, è stata completamente rifatta nel 1568 da Domenico Carnevali.

Storia

Nella decorazione della volta della Sistina Michelangelo iniziò a lavorare dalle campate vicino all’entrata, la cui porta veniva aperta in occasioni di solenni ingressi in cappella. Alle cerimonie partecipava il pontefice con tutto il suo seguito. Nella settimana santa era prevista una processione che dall’entrata si spingeva fino alle campate sopra l’altare.

Le due fasi dell’intera decorazione e i due ponteggi

L’artista, procedendo dall’entrata verso l’altare, eseguì gli affreschi in due blocchi con due diversi ponteggi, smontati e rimontati, in ordine di tempo.

Il primo blocco di raffigurazioni è virtualmente diviso dal secondo in corrispondenza della transenna nella sua posizione originale. In prossimità di quel punto appare la Creazione di Eva, per la quale fu necessario montare il secondo ponteggio.

Il Sacrificio di Noè (Genesi 8,15-20) fu quindi uno degli ultimi riquadri che Michelangelo eseguì con il primo ponteggio (primo blocco).

Per la portata a termine del Sacrificio di Noè furono necessarie 12 giornate  di affresco.

Il distacco di parte dell’intonaco ed il reintegro

Purtroppo una zona dell’intonaco di questo episodio si sgretolò nel 1568 (Michelangelo morì nel 1564), rendendo necessario un intervento di integrazione, che fu fatto da Domenico Carnevali.

La zona dell’intervento appare abbastanza fedele alle forme e alle tonalità della scena, probabilmente perché il Carnevali seguì fin dai primi momenti il distacco dell’intonaco. Ebbe in tal modo tempo per studiare le forme e le variazioni cromatiche dell’intera raffigurazione. Tuttavia dovette integrare parte della scena in un riquadro già annerito da più di cinquant’anni da fumi di candele.

Descrizione

Il riquadro del Sacrificio di Noè appartiene alla serie delle Storie della Genesi, nove in tutto, in particolare alla settima a cui seguono quelle del Diluvio universale e dell’Ebbrezza di Noè.

La ragione per cui Michelangelo abbia scelto di inserirla prima del Diluvio, secondo alcuni studiosi di storia dell’arte, è legata a motivi di interpretazione simbolica degli episodi. Tale valutazione però non convince altri critici che, invece, sostengono la tesi legata allo stesso artista di aver voluto riservare al riquadro del Diluvio universale uno spazio maggiore.

Le storie della Genesi componevano, in un certo modo, un mosaico dei principali avvenimenti dell’umanità, prima Mosè, i cui episodi, realizzati dal Botticelli ed artisti quattrocenteschi, appaiono alle pareti della stessa cappella.

Ciascuno degli episodi della Genesi poteva essere interpretato a ritroso in relazione alla Settimana Santa, le cui solenni celebrazioni erano previste in Sistina con la partecipazione del pontefice e tutto il suo seguito.

L’episodio in esame raffigura Noè dopo aver messo in salvo dal diluvio l’arca con tutto il suo prezioso carico. Il suo “Sacrificio” fa sì che egli si riappacifichi con l’Eterno: è questo uno dei momenti fondamentali delle storie della Salvezza. Infatti saranno poi i suoi discendenti a liberare il popolo d’Israele dalla schiavitù e prepararlo alla venuta di Cristo.

Suovetaurile - museo del Louvre
Suovetaurile – museo del Louvre

Il riquadro del Sacrificio di Noè ha un impianto compositivo abbastanza elaborato ma netto e fluido. Esso richiama il “Sacrificio dei suovetaurilia” (o suovitaurilia, si veda la foto riportata), un rito che praticavano gli antichi romani per raggiungere la purificazione ed allontanare forme maligne.

Il sacrificio di Noè appare nell’area centrale, a cui convergono tutte le altre figure del contesto, umane e animali. Spiccano gli arieti in primo piano ma anche i cavalli, il toro e l’elefante riportati sullo sfondo.

Noè, come nel riquadro dell’Ebbrezza, indossa una tunica rossa. A destra appare  il profilo dell’anziana moglie del patriarca, che secondo gli studiosi non è opera di Michelangelo ma di aiuti. Stessa cosa si pensa per la giovane figura a sinistra, che si da fare con una torcia per aiutare ad accendere il fuoco sull’ara.

In primo piano appaiono un ragazzo nudo seduto su un ariete, appena sacrificato, che passa ad un altro le interiora dell’animale, mentre un giovane porta della legna da ardere. Un’altra figura giovanile, anch’essa completamente nuda, è ripresa di spalle e pare stia controllando il fuoco all’interno l’altare per alimentarlo con il proprio soffio.

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