Riposo durante la fuga in Egitto con San Francesco del Correggio

Correggio: Riposo durante la fuga in Egitto con San Francesco

Correggio - Riposo durante la fuga in Egitto con San Francesco
Riposo durante la fuga in Egitto con San Francesco, cm. 129 x 106, Galleria degli Uffizi, Firenze

Sull’opera: “Riposo durante la fuga in Egitto con San Francesco è un dipinto autografo del Correggio realizzato con tecnica ad olio su tela nel 1517, misura 129 x 106 cm. ed è custodito nella Galleria degli Uffizi a Firenze.

Subito dopo la sua realizzazione, l’opera venne esposta nella cappella Munari di San Francesco a Correggio. Nel 1638 il  duca Francesco I d’Este la sostituì con una copia – attualmente in sito e la portò nella sua collezione privata.

Nel 1649 l’opera pervenne al granduca di Toscana che offrì in cambio il Sacrificio d’Isacco di Andrea del Sarto (attualmente a Dresda).

L’opera del Correggio passò così da Modena a Firenze (citato da Lanzi in un suo scritto del 1834). Per un certo periodo fu attribuita al Barocci, ma la mano del Correggio era sempre più evidente, tanto che ad oggi la maggior parte degli studiosi sono concordi.

La stessa cosa non può essere detta per la cronologia perché i divari tra gli studiosi di storia dell’arte sono molti: 1516-17, per Morelli (1897), 1515 per Gronau, un 1516 dubitativo per Ricci, 1516-1517 per il Bianconi.

La rielaborazione della pittura leonardesca e la percezione dei padri del manierismo toscano si manifestano con evidenza in questa significativa composizione del Correggio. Sono riscontrabili nessi con Domenico Beccafumi ed Andrea del Sarto.

Madonna col bambino e San Giovannino (Prado) del Correggio

Correggio: Madonna col bambino e San Giovannino (Prado)

Correggio - Madonna col bambino e San Giovannino (Prado)
Correggio: Madonna col Bambino e San Giovannino, cm. 48 x 37 Madrid Prado.

Sull’opera: “Madonna col Bambino e San Giovannino è un dipinto autografo del Correggio realizzato con tecnica ad olio su tavola nel 1516, misura 48 x 37 cm. ed è custodito al Prado di Madrid.

L’opera appartenne alla collezione di Isabella Farnese. Il Gronau nel 1907 calcolava per essa una cronologia leggermente precedente (intorno al 1515); A. Venturi nel 1926 notava in essa dei collegamenti con il Riposo in Egitto degli Uffizi di Firenze, ed evidenziava similitudini stilistiche e compositive alla Vergine delle rocce di Leonardo; il Ricci la definisce inspiegabilmente  “un po’ rozza” e con una cronologia decisamente diversa da quella tradizionalmente attribuitagli.

Le reminescenze leonardesche in questa composizione sono state materia di discussione per tutto il secolo scorso.

Non mancano certamente gli elementi, come gli efficaci controluce presenti sullo fondo, la vegetazione in primo piano, alla posa della Vergine seduta direttamente sul terreno, le rocce, lo sfondato a galleria ……. la struttura compositiva.

La Madonna in adorazione del bambino (Uffizi) di Correggio

Correggio: La Madonna in adorazione del bambino (Uffizi)

Correggio - La Madonna in adorazione del bambino (Uffizi)
Correggio: Madonna in adorazione del bambino, 81 x 67 Uffizi Firenze.

Sull’opera: “Madonna in adorazione del bambino” è un dipinto autografo del Correggio realizzato con tecnica ad olio su tela nel 1524 – 1526, misura 81 x 67 cm. ed è custodito nella Galleria degli Uffizi a Firenze.

L’inventario degli Uffizi (1589-1634) riporta che l’opera fu donata – nel 1617 –  da Francesco I di Modena a Cosimo II de’ Medici.

Per la cronologia vi sono delle diversità fra gli studiosi di storia dell’arte; Gronau ed il Bianconi gli assegnano il 1522 circa; A. Venturi, il 1524; Ricci il biennio 1523-24 mettendone in forse anche l’autografia; Bottari gli attribuisce il biennio 1524-26. L’ipotesi cronologica proposta del Bottari, in relazione con i due dipinti della cappella Del Bono (Compianto su Cristo morto  e Martirio dei quattro santi), sembra abbastanza condivisibile dalla critica, mentre è altresì evidente soprattutto lo stacco dalla Notte (1529-30 Gemäldegalerie di Dresda).

Madonna col bambino, due angeli e cherubini del Correggio

Correggio: Madonna col bambino, due angeli e cherubini

Correggio - Madonna col bambino, due angeli e cherubini
Correggio: Madonna col Bambino, due angeli e cherubini, cm. 20 x 16 agli Uffizi di Firenze

Sull’opera: “Madonna col Bambino, due angeli e cherubini” è un dipinto autografo del Correggio realizzato con tecnica ad olio su tavola nel 1516, misura 20 x 16 cm. ed è custodito agli Uffizi di Firenze.

Il caldo, morbido e delicato cromatismo di questo dipinto crea un armonia che bene si associa all’intero contesto della rappresentazione. Il dipinto rappresenta un deciso sviluppo stilistico nella pittura del Correggio.

Al centro sta la Madonna con il Bambino, ai lati stanno i due angeli, in alto i cherubini, e, sullo sfondo ed in primo piano in basso, le nuvole. Le due figure in primo piano si staccano decisamente dal tenue, caldo ed ocrato sfondo.

Opere di Antonio Allegri detto il Correggio

Pagine correlate alle opere di Correggio: Biografia e vita artistica – Elenco delle opere – Il periodo artistico – Bibliografia

Elenco delle opere di Correggio raffigurati in queste pagine: Santa Caterina (custodito alla National Gallery di Londra), Adorazione dei magi, Nozze mistiche, Commiato di Cristo dalla Madre, Noli me tangere, Affreschi realizzati nella camera di San Paolo, Madonna col Bambino due angeli e cherubini, Madonna della scala, affreschi di san Giovanni Evangelista, Natività con i santi Elisabetta e Giovannino, Ritratto d’uomo, Annunciazione, Madonna della cesta, Martirio di quattro santi, Nozze mistiche di santa Caterina con San Sebastiano, Madonna in adorazione del bambino, Madonna con il Bambino e San Giovannino, Giove e Antiope, Educazione di amore, Madonna della scodella, Il giorno, Quattro santi, Gli affreschi nel duomo a Parma, Allegoria del vizio, La notte, Ganimede, Madonna Campori, Madonna con il Bambino e San Giovannino, La zingarella, riposo durante la fuga in Egitto …

Le opere nelle pagine del sito

Santa Caterina, cm. 48 x 38 (London National Gallery )

“Santa Caterina”, attribuito al Correggio realizzato con tecnica ad olio su tavola nel 1508 – 1510, misura 48 x 38 cm. (London National Gallery).

2 Madonna col bambino

Madonna col Bambino, due angeli e cherubini, cm. 20 x 16 agli Uffizi di Firenze.

3 natività con i santi Elisabetta e giovannino

Natività con i santi Elisabetta e Giovannino, 77 x 99 cm. Pinacoteca di Brera Milano, sala 23.

4 Madonna col bambino

Madonna col Bambino e San Giovannino, cm. 48 x 37 Madrid Prado.

5 quattro santi

Quattro santi, 172 x 126, New York Metropolitan Museum.

6 Madonna di Campori

Madonna di Campori, 58 x 45, Modena Galleria Estense.

7 Madonna con bambino

Madonna col Bambino e San Giovannino, cm 68 x 49 Castello Sforzesco Milano.

8 la zingarella

La zingarella, cm. 39 x 47 Napoli Capodimonte.

9 riposo

Riposo durante la fuga in Egitto con San Francesco, cm. 129 x 106 Galleria degli Uffizi Firenze.

11 adorazione dei magi

L’adorazione dei magi, cm. 84 x 108 Pinacoteca di Brera Milano.

13 nozze mistiche

Le nozze mistiche di Santa Caterina, cm. 28 x 24 Napoli Capodimonte.

14 il commiato di Cristo

Il commiato di Cristo, cm. 87 x 77 National Gallery di Londra.

15 noli me tangere

Noli Me Tangere, cm 130 x 103 Madrid Prado.

17 affreschi

Affreschi nella camera di San Paolo, Veduta complessiva, cm 645 x 697 Parma  (i particolari sono nella stessa pagina).

22 Madonna della scala

Madonna della scala, 160 x 110 Galleria Parma.

Altre opere

Correggio - 23 affreschi

Affreschi di San Giovanni Evangelista, veduta complessiva della cupola e dei pennacchi, dimensioni totali cm. 1600 x 1300.

30 ritratto d'uomo

Ritratto d’uomo, cm. 60 x 43 Castello Sforzesco Milano.

31 annunciazione

L’annunciazione, cm. 115 x 157 Galleria Parma

34 Madonna della cesta

La Madonna della cesta, cm. 34 x 25 National Gallery di Londra

35 Martirio

Il martirio dei quattro santi, cm. 160 x 135 Galleria Parma.

38 nozze mistiche

Nozze mistiche di Santa Caterina con San Sebastiano, 105 x 102 Louvre Parigi.

39 Madonna in adorazione

Madonna in adorazione del bambino, 81 x 67 Uffizi Firenze.

40 Giove e Antiope

Giove e Antiope, cm. 190 x 124 Parigi Louvre.

41 educazione di amore

Educazione di amore, cm. 155 x 92 National Gallery di Londra.

43 Madonna della scodella

Madonna della scodella, cm. 218 x 137 Parma Galleria (sotto il particolare).

45 il giorno

Il giorno, assieme di 205 x 141 Parma Galleria.

50 affreschi

Affreschi nel duomo , cm. 200 x 165 Duomo Parma, Particolare della cupola con gli angeli.

56 leda

Leda, cm 152 x 191 Berlino Staatliche Museum.

57 la notte

La notte, assieme di cm. 256,5 x 188 Dresda Gemäldegalerie (sotto i particolari).

62 Ganimede

Ganimede, cm. 163 x 71 Vienna Kunsthistorisches Museum.

63 IO

IO, assieme di cm. 163 x 71 Kunsthistorisches Museum di Vienna.

64 allegoria del vizio

Allegoria del vizio, cm. 141 x 86 Louvre Parigi.

Correggio-Danae

Danae, 161 x 193, anno 1531, Galleria Borghese, Roma.

Elenco delle opere di Correggio (Antonio Allegri)

Pagine correlate all’artista: Biografia e vita artistica – Opere del Correggio – Il periodo artistico – Bibliografia.

Elenco delle opere di Correggio

Madonna col Bambino tra i santi Quirino e Francesco, anno 1505 circa, affresco staccato da muro, 94,5 x 111,5 cm., Galleria Estense, Modena.

Cappella funeraria di Andrea Mantegna, anno 1507 circa, serie di affreschi, basilica di Sant’Andrea, Mantova .

Madonna Barrymore, anno 1508-1510 circa, tecnica a olio su tela, 56 x 41 cm., National Gallery of Art Sacra, Washington.

Famiglia con i santi Elisabetta e Giovannino, anno 1509-1511 circa, affresco staccato da muro, diam. 150 cm., Museo diocesano, Mantova.

Deposizione, anno 1509-1511 circa, affresco staccato da muro con sinopia, diam. 150 cm., Museo diocesano, Mantova.

Madonna col Bambino tra i santi Elisabetta e Giovanni Battista, anno 1510 circa, tecnica a olio su tavola, 60 x 43 cm., Philadelphia Museum of Art Sacra, Filadelfia.

Famiglia con i santi Elisabetta e Giovannino, anno 1510 circa, tecnica a olio su tavola, 28 x 21,5 cm., Pinacoteca Malaspina, Pavia.

Giuditta e la sua ancella con la testa di Oloferne, anno 1510 circa, tecnica a olio su tavola, 27 x 20 cm., Musée des Beaux-Arts, Strasburgo.

Matrimonio mistico di santa Caterina d’Alessandria e santi, anno 1510 circa, tecnica a olio su tela, 27,8 x 21,3 cm., National Gallery of Art, Washington.

Cristo giovane nel Tempio, anno 1510 circa, tecnica a olio su tavola, 42,6 x 33,3 cm., National Gallery of Art, Washington.

Matrimonio mistico di santa Caterina d’Alessandria e tre santi in un paesaggio, anno 1512 circa, tecnica a olio su tavola, 136 x 123 cm., Institute of Arts, Detroit.

Commiato di Cristo dalla madre, anno 1512 circa, tecnica a olio su tela, 86,7 x 76,5 cm., National Gallery, Londra.

Natività con i santi Elisabetta e Giovannino, anno 1512 circa, tecnica a olio su tavola, 77 x 99 cm., Pinacoteca di Brera, Milano.

Altre opere

Madonna col Bambino, anno 1512-1514 circa, tecnica a olio su tela, 66 x 55 cm., Kunsthistorisches Museum, Vienna.

Ritratto di medico (attr. incerta), anno 1513 circa, tecnica a olio su tela, Gemäldegalerie, Dresda.

Madonna col Bambino e san Giovannino, anno 1513-1514 circa, tecnica a olio su tela, 64 x 30 cm., Art Institute, Chicago.

Sacra Famiglia con san Giovannino, anno 1514 circa, tecnica a olio su tela, 26 x 20 cm., Los Angeles County Museum of Art, Los Angeles.

Cristo giovane, anno 1514 circa, tecnica a olio su tavola, 55 x 44 cm., proprietà privata.

Madonna Bolognini, anno 1514-1519 circa, tecnica a olio su tela, 60 x 51 cm., Pinacoteca del Castello Sforzesco, Milano.

Davide davanti all’Arca dell’Alleanza, anno 1515, tecnica a olio su tela, 260 x 153,5 cm., proprietà privata, Torino.

Madonna di San Francesco, anno 1515 circa, tecnica a olio su tavola, 299 x 245 cm., Gemäldegalerie, Dresda.

Ritratto di giovane donna, anno 1515 circa, tecnica a olio su tavola, 42 x 33 cm., Lowe Art Museum, Miami.

Altre opere

Sacra Famiglia con san Girolamo, anno 1515 circa, tecnica a olio su tavola, 68 x 56,6 cm., Royal Collection, Hampton Court.

Madonna col Bambino tra due angeli musicanti, anno 1515-1516 circa, tecnica a olio su tavola, 20 x 16,3 cm., Galleria degli Uffizi, Firenze.

Adorazione dei Magi, anno 1515-1518 circa, tecnica a olio su tela, 84 x 108 cm., Pinacoteca di Brera, Milano.

Pietà, anno 1516-1517 circa, tecnica a olio su tavola, 34,5 x 29,2 cm., Museo civico, Correggio.

La Zingarella, anno 1516-1517 circa, tecnica a olio su tavola, 49 x 37 cm., Museo di Capodimonte, Napoli.

Quattro santi, anno 1516-1517 circa, tecnica a olio su tela, 221,6 x 161 cm., Metropolitan Museum, New York.

San Girolamo, anno 1517 circa, tecnica a olio su tavola, 64 x 51 cm., Real Academia de Bellas Artes de San Fernando, Madrid.

Madonna Campori, anno 1517 circa, tecnica a olio su tavola, 58 x 45 cm., Galleria Estense, Modena.

Sant’Antonio Abate, anno 1517-1518 circa, tecnica a olio su tavola, 49 x 32 cm., Museo di Capodimonte, Napoli.

Altre opere

Madonna di Albinea, anno 1517-1519 circa, tecnica a olio su tavola, 160 x 152 cm., opera andata perduta.

Maria Maddalena, anno 1518 circa, tecnica a olio su tela, 38 x 30 cm., National Gallery, Londra.

Madonna col Bambino e san Giovannino, anno 1518 circa, tecnica a olio su tela, 48 x 37 cm., Museo del Prado, Madrid.

Volto di Cristo, anno 1518 circa, Museo civico, Correggio.

Ratto di Ganimede Sacra Famiglia con san Giovannino, anno 1518-1519 circa, tecnica a olio su tavola, 63 x 53 cm., Musée des Beaux-Arts, Orléans.

Camera della Badessa, anno 1518-1519 circa, affreschi, 645 x 697 cm., monastero di San Paolo, Parma.

Matrimonio mistico di santa Caterina d’Alessandria, anno 1520 circa, tecnica a olio su tavola, 28,5 x 23,5 cm., Museo di Capodimonte, Napoli.

Ritratto di dama, anno 1520 circa, tecnica a olio su tela, 103 x 87,5 cm., Museo dell’Ermitage, San Pietroburgo.

Altre opere

Riposo durante la fuga in Egitto con san Francesco, anno 1520 circa, tecnica a olio su tela, 123,5 x 106,5 cm., Galleria degli Uffizi, Firenze.

San Giovanni e l’aquila, anno 1520 circa, affresco staccato da muro, 79 x 160 cm., chiesa di San Giovanni Evangelista, Parma.

Cupola di San Giovanni a Parma, anno 1520-1524, affresco, chiesa di San Giovanni Evangelista, Parma.

Incoronazione della Vergine, anno 1521-1522 circa, affresco frammentario staccato da muro, 212 x 324 cm., Galleria nazionale di Parma, Parma.

  • Testa di un angelo, affresco frammentario staccato da muro, 35,6 x 35,6 cm., National Gallery, Londra.
  • Testa di un angelo, affresco frammentario staccato da muro, 36 x 33 cm., National Gallery, Londra.
  • Teste di due angeli, affresco frammentario staccato da muro, 44,5 x 61 cm., National Gallery, Londra.

Velo della Veronica, anno 1521 circa, tecnica a olio su tavola, 28,58 x 23 cm., Getty Museum, Los Angeles.

Fregio di San Giovanni a Parma, anno 1522-1524 circa, affreschi (in parte staccati), chiesa di San Giovanni Evangelista, Parma.

Ritratto d’uomo con libro, anno 1522 circa, olio su carta fissata su tela, 60,2 x 42,5 cm., Pinacoteca del Castello Sforzesco, Milano.

Altre opere

Madonna di Casalmaggiore, anno 1522 circa, opera andata perduta.

Giovane in fuga dalla cattura di Cristo (copia da un originale perduto di Correggio), anno 1522 circa, tecnica a olio su tela, 67 x 54 cm., Galleria Nazionale, Parma.

Madonna della Scala, anno 1523 circa, affresco, 196 x 141,8 cm., Galleria nazionale di Parma, Parma.

Noli me tangere, anno 1523-1524 circa, tecnica a olio su tela, 130 x 103 cm., Museo del Prado, Madrid.

Madonna del Latte e un angelo, anno 1524 circa, tecnica a olio su tavola, 68,5 x 56,8 cm., Museo di Belle Arti, Budapest.

Decorazione laterale della Cappella Del Bono, anno 1524 circa, Parma, chiesa di San Giovanni Evangelista (sul posto non sono oggi presenti gli originali):

  • Martirio dei santi Placido, Flavia, Eutichio e Vittorino, tecnica a olio su tela, 160 x 185 cm., Galleria nazionale di Parma, Parma.
  • Compianto sul Cristo morto, tecnica a olio su tela, 158,5 x 184,3 cm., Galleria nazionale di Parma, Parma.

Madonna di San Sebastiano, anno 1524 circa, tecnica a olio su tavola, 265 x 161 cm., Gemäldegalerie, Dresda.

Orazione nell’orto, anno 1524 circa, tecnica a olio su tela, 37 x 40 cm., Apsley House, Londra.

Altre opere

Assunzione della Vergine, anno 1524-1530, affresco, 1093 x 1195 cm., Duomo, Parma.

Annunciazione, anno 1525 circa, affresco staccato da muro, 157 x 315 cm., Galleria Nazionale, Parma.

Madonna della Cesta, anno 1525 circa, tecnica a olio su tavola, 33 x 25 cm., National Gallery, Londra.

Ritratto di scolaro, anno 1525 circa, tecnica a olio su tela, 55 x 40 cm., Museo Thyssen-Bornemisza, Madrid.

Trittico dell’Umanità, anno 1525 circa, tecnica a olio su tela, smembrato:

Cristo in gloria tra cherubini, 105 x 98 cm., Pinacoteca vaticana, Città del Vaticano.

San Giovanni Battista, 155 x 51,5 cm., proprietà privata, Conegliano Veneto.

San Bartolomeo, 155 x 51,5 cm., proprietà privata, San Donato Milanese.

Adorazione dei pastori (La Notte), anno 1525-1530 circa, tecnica a olio su tela, 256,5 x 188 cm., Gemäldegalerie, Dresda.

Altre opere

Adorazione del Bambino, anno 1526 circa, tecnica a olio su tela, 81 x 67 cm., Galleria degli Uffizi, Firenze.

Ecce Homo, anno 1526 circa, tecnica a olio su tela, 99 x 80 cm., National Gallery, Londra.

Matrimonio mistico di santa Caterina d’Alessandria alla presenza di san Sebastiano, anno 1527 circa, tecnica a olio su tavola, 105 x 102 cm., Musée du Louvre, Parigi.

Educazione di Cupido, anno 1527-1528 circa, tecnica a olio su tela, 155 x 91,5 cm., National Gallery, Londra.

Venere e Amore spiati da un satiro, anno 1527-1528 circa, tecnica a olio su tela, 188,5 x 125,5 cm., Musée du Louvre, Parigi.

Maria Maddalena leggente, anno 1527-1530 circa, olio, già a Dresda, opera andata perduta.

Madonna di San Girolamo (Il Giorno), anno 1528 circa, tecnica a olio su tavola, 235 x 141 cm., Galleria nazionale di Parma, Parma.

Madonna della Scodella, anno 1528-1530 circa, tecnica a olio su tela, 216,7 x 137,3 cm., Galleria nazionale di Parma, Parma.

Altre opere

San Giuseppe e un devoto, anno 1529, tecnica a tempera su tela, 170 x 65 cm., Museo di Capodimonte, Napoli.

Madonna di San Giorgio, anno 1530 circa, tecnica a olio su tela, 285 x 190 cm., Gemäldegalerie, Dresda.

Santa Caterina leggente, anno 1530 circa, tecnica a olio su tela, 64,5 x 52,2 cm., Royal Collection, Windsor.

Leda e il cigno, anno 1530-1531 circa, tecnica a olio su tela, 152 x 191 cm., Staatliche Museen, Berlino.

Allegoria della Virtù, anno 1531 circa, tecnica a olio su tela, 149 x 88 cm., Musée du Louvre, Parigi.

Allegoria del Vizio, anno 1531 circa, tecnica a tempera su tela, 149 x 88 cm., Louvre, Parigi.

Danae, anno 1531-1532 circa, tecnica a tempera su tavola, 161 x 193 cm., Galleria Borghese, Roma.

Ratto di Ganimede, anno 1531-1532 circa, tecnica a olio su tela, 163,5 x 70,5, Kunsthistorisches Museum, Vienna.

Giove e Io, anno 1532-1533 circa, tecnica a olio su tela, 163,5 x 70,5 cm., Kunsthistorisches Museum, Vienna.

Biografia di Correggio (Antonio Allegri) e i pittori romagnoli

Pagine correlate al Correggio: Elenco delle opere  Le sue opere nel sito – Il periodo artistico – Pittori romagnoli del Cinquecento – Correggio dalle Vite di Vasari in pdf.

Biografia e vita artistica di Correggio

Correggio: Il riposo durante la fuga in Egitto
Correggio: Il riposo durante la fuga in Egitto

Il Correggio nasce a Correggio (Reggio nell’Emilia) nel 1494 e ivi more nel 1534.

È considerato uno fra i maggiori pittori italiani del Cinquecento, degno di essere avvicinato a Raffaello Sanzio, Tiziano Vecellio ed a Leonardo da Vinci.

Le sue opere giovanili risentono in modo particolare l’influenza del Mantegna, che con la sua pittura sta primeggiando in questo periodo su tutto il territorio mantovano.

Più tardi trae ispirazione dalla tecnica e dalla maniera di Leonardo da Vinci, che riesce perfettamente ad emulare sia negli accostamenti  dei colori che nei chiaroscuri e negli sfumati.

Il Correggio tocca la vetta più alta della sua creatività pittorica nel periodo della sua permanenza a Parma, città che attualmente ha il vanto di custodire le sue opere più significative.

Tra i suoi grandi capolavori si ricordano i famosi affreschi realizzati nella cupola di S. Giovanni Evangelista e nella cupola del Duomo parmense. In entrambe le cupole egli è il primo a rappresentare, nelle difficoltà  di azione delle volte, il fascino degli sfondi e l’arte degli scorci, con l’animazione di figure sospese nel vuoto nei più svariati atteggiamenti e posizioni.

Correggio: Nozze mistiche di Santa Caterina
Nozze mistiche di Santa Caterina con San Sebastiano, 105 x 102 Louvre

Nelle numerosissime opere di questo insigne artista, si rileva il suo caratteristico gusto nel tratto, un eccellente modo di comporre, e un’eleganza ineffabile in alcune sue figure di rilievo.

Inoltre, nei suoi dipinti regna il vigore di un cromatismo che ha la forza di produrre un’intensa armonia.

 I lavori dai quali si evidenziano di più queste pregiate peculiarità, oltre la Danae della Galleria Borghese, sono: lo Sposalizio di S. Caterina al Louvre, la Leda del Museo di Berlino, la Madonna di S. Girolamo e la Madonna della Scodella nella Galleria di Parma. Un suo importante capolavoro è la Natività di G. C. custodito nella Galleria di Dresda.

Correggio: Leda
Leda, cm 152 x 191 Berlino Staatliche Museum

Il Correggio, in un certo periodo della sua attività artistica, arriva ad abolire i limiti spaziali, ad abbattere il convenzionalismo formale con antitesi cromatiche di complesse armonie a svariati profili con un disinvolto slancio di ardore.

Riesce in questa impresa arrivando ad un’inedita visione dell’empireo, a differenza dei pittori stilizzati operanti nel Medioevo. La sua pittura anticipa lo spettacolare stile barocco. Pur tuttavia, il Correggio rimane un uomo appartenente al proprio periodo, anche se, in seguito, si stacca dalla pittura che lo ha ispirato, quella cioè del Mantegna, Raffaello, Michelangelo e Leonardo.

Frammenti:

Pittori romagnoli del medio Rinascimento

(fonti delle ricerche: “L’arte italiana” di Mario Salmi)

Pomponio Allegri

Intorno al Correggio troviamo artisti come Pomponio Allegri (suo figlio), Michelangelo Anselmi, Francesco Maria Rondani e Girolamo Bedoni-Mazzola detto il Parmigianino (quest’ultimo appartiene però al tardo Rinascimento di cui si parlerà più avanti).

Francesco e Bernardo Zaganelli

Francesco e Bernardo Zaganelli da Cotignola sono artisti che operano nella Romagna in questo periodo, ma la loro pittura, pur avendo talvolta qualche accento medio-rinascimentale, appartiene di fatto a quella del Quattrocento.

Anche alcune caduche forme di pittura franciana o raffaellesca di artisti come Girolamo Marchesi (anch’esso di Cotignola), Innocenzo da Imola, Bartolomeo Ramenghi detto il Bagnacavallo, non può essere avvicinata a quella del loro periodo.

Dosso Dossi

Dosso Dossi: Giove, pittore di farfalle
Dosso Dossi: Giove, pittore di farfalle

Ferrara, che si è distinta da molti altri centri nel periodo quattrocentesco, continua la sua gloria, e la sua scuola, seppur affievolita rispetto al periodo della grande triade, continua a creare grandi personalità tra le quali spicca quella di Giovanni Luteri (1479-1542), meglio conosciuto come Dosso Dossi.

La sua formazione è di stampo tizianesco e giorgionesco ed è ricca di fantastica creatività che gli dà modo di realizzare paesaggi fiabeschi ed evocazioni da incanto, riprendendo le fortunate tematiche di certi grandi ferraresi del Quattrocento, i quali a loro volta si ispirarono alle tradizioni gotiche.

Egli conosce l’Ariosto e, in un certo periodo, opera con esso presso la corte del duca Alfonso I D’Este. Non a caso il meraviglioso “Idillio campestre” (New York, Museo Metropolitano) allude alle sonanti scene cavalleresche del grande poeta-scrittore-drammaturgo.

In età matura le tendenze verso i due grandi maestri vengono arricchite con un cromatismo più acceso e fastoso, integrate da accenti luministici. Il Dossi è anche un abile frescante (affreschi nel Castello di Trento).

Le sue opere più significative, cioè la “Circe” (Galleria Borghese, Roma) e il “Battista” (Pitti, Firenze), ricche di luminosità, scintillii e grandi effetti di chiaroscuro, appartengono però alla pittura cosiddetta “da cavalletto”.

Dalle sue ultime opere emerge un forte sentimento per il grande Raffaello (che ebbe modo di conoscere tempo prima), visibile nelle pale d’altare dove prevale una nuova costruttiva e talvolta artificiosa monumentalità, alla quale si aggiungono mirabili effetti plastici (Pala della Galleria di Ferrara e il “San Michele a Dresda).

Battista Luteri

Battista Luteri (morto nel 1548) porta avanti, in un certo senso, la tradizione di suo fratello (Dosso Dossi) ma con toni assai minori ed avvicinandosi di più a Raffaello. I suoi paesaggi risentono molto gli influssi della pittura fiamminga.

Giovan Battista Benvenuti

Sempre a Ferrara è attivo Giovan Battista Benvenuti detto l’Ortolano, che subisce gli influssi degli accesi cromatismi dossiani, ma sopra un disegno carico di formalismo che si presenta arcaizzante (“Deposizione”, nella Galleria Borghese a Roma).

Ludovico Mazzolino

Ludovico Mazzolino, integra la sua formazione derivata dal Cossa e dal de’ Roberti, con l’accesa coloristica del Dosso e con un aspro formalismo che si richiama ai tedeschi ed ai fiamminghi del suo periodo. Di questo pittore spicca la “Madonna col Bambino” (Galleria Sabauda di Torino).

Benvenuto Tisi

Tisi Benvenuto Garofalo: Madonna con il Bambino Gesù dormiente
Tisi Benvenuto Garofalo: Madonna con il Bambino Gesù dormiente

Benvenuto Tisi (1481-1559) detto il Garofalo, benché appartenente a quella schiera di pittori carichi di echi quattrocenteschi, è considerato ma non universalmente, il pittore più famoso dell’ambiente ferrarese di questo periodo.

Il Tisi è influenzato, appunto, dai pittori quattrocenteschi attraverso il Panetti ed il Boccaccino.

La sua celebrità si consolida quando passa alla pittura di stampo cinquecentesco (decorazione delle volte a Palazzo di Ludovico il Moro – Palazzo Costabili – a Ferrara).

Si intravedono nella pittura del Garofalo alcuni accenti coloristici del Dosso che vengono spesso superati per il prevalere dell’amore verso la maniera raffaellesca. La struttura cromatica delle sue opere risulta essere alquanto varia toccando talvolta la monotonia ed altre volte la ricchezza di gradevoli effetti luministici.

Piacevoli sono i piccoli dipinti sparsi nelle varie Gallerie del mondo. Oltre alle opere di piccola dimensione, il Garofalo realizza grandi pale d’altare ma di modico valore artistico rispetto a quelle che ornano le varie chiese ferraresi.

Girolamo Carpi e Giulio Romano

Girolamo Carpi (1501-1556), allievo del Garofalo, è un pittore ferrarese ed appartiene all’omonimo gruppo.

La sua pittura è carica di accenti dossiani e quindi di accesi cromatismi ed effetti luministici, ai quali si aggiunge un marcato eclettismo.

Venendo alla conclusione, risulta abbastanza evidente che l’arte dell’Italia settentrionale viene pienamente influenzata da quella delle regioni centrali attraverso i grandi artisti come Raffaello, Giulio Romano (si segua il link del sottotitolo) ed altri.

La Leda (Berlino) del Correggio

Correggio: La Leda (Berlino)

Correggio - Leda
Correggio: Leda, cm 152 x 191 Berlino, Staatliche Museum.

Sull’opera: “Leda” è un dipinto autografo del Correggio realizzato con tecnica ad olio su tela nel 1531 , misura 152 x 191 cm. ed è custodito a Berlino, Staatliche Museum.

Opere raffiguranti gli “Amori di Zeus”‘, oltre quella del Correggio, non ne risultano negli inventari di Filippo II. Nel 1603 l’opera in esame fu acquistata a Madrid, insieme alla Ganimede, da Rodolfo II d’Asburgo e portata a Praga, dove venne a far parte, nel 1648, del bottino svedese e quindi trasferita a Stoccolma, insieme alla Danae.

Le due opere diventarono proprietà della famiglia Orléans. Quest’ultima viveva a Parigi dove il figlio del duca acquirente, colto da vera pazzia, danneggiò irrimediabilmente la tela all’altezza della testa di Leda; l’opera fu acquistata a basso costo dal pittore Coypel che provvide a rifare completamente la parte distrutta dando il difficile incarico del ripristino a Boucher, Vanloo oppure Deslyens. In ogni caso, si sa con certezza che l’attuale testa di Leda è dello Schlesinger.

Da Coypel il dipinto passò al collezionista Pasquier; e, alla morte di questi, a Federico II di Hohenzollern (Federico il Grande di Prussia). Nel 1806, insieme a moltissime altre opere di grandi pittori, ritornava a Parigi come bottino napoleonico; nel 1812 fu restituita.

Le ipotesi cronologiche variano ma si mantengono nel tardo periodo dell’artista: il 1530-32 per Gronau; il 1531-32 Bottari; 1533 circa Bianconi, Venturi e Ricci. La contemporaneità nella realizzazione rispetto alla Danae appare plausibile per alcuni particolari comuni ai lavori portati a termine nel Duomo parmense.

Di significativa importanza sono le copie esistenti della Leda; se ne menzionano alcune antiche, ma particolarmente interessante rimane quella custodita nel Museo del Prado (Madrid) perché riprodotta prima della decapitazione della figura originale.

Danae (Galleria Borghese) del Correggio

Correggio: Danae (Galleria Borghese)

Danae del Correggio
Correggio: Danae, 161 x 193, anno 1531, Galleria Borghese, Roma.

Sull’opera: “Danae” è un dipinto autografo del Correggio realizzato con tecnica ad olio su tavola nel 1531, misura 161 x 193 cm. ed è custodito nella Galleria Borghese a Roma.

Il Vasari fu il primo ad indicarla nei suoi scritti ma non ne citò il luogo; il Lomazzo, nel 1584 la indicava (assieme all’Io e Zeus) come proprietà dello scultore Leone Leoni nella città di Milano; lo stesso critico celebrò le due opere in un sonetto (nelle Rime, 1587).

Gli studiosi di storia dell’arte appartenenti allo stesso periodo, di fronte a tale citazione, non furono tutti d’accordo ad accettare che lo scultore avesse ricevuto la Danae e l’Io e Zeus da Filippo II, o se le avesse ottenute da A. Pérez che avrebbe potuto riceverle dallo stesso sovrano, del quale fu il favorito, ma solo sino al 1579 perché divenne povero e dovette vendere la propria collezione d’arte.

A proposito di quanto detto sopra, la vendita ebbe luogo solo più tardi (1585), ed il Ricci rifiuta la seconda ipotesi; però si potrebbe pensare che il Pérez abbia venduto le opere entro il 1584, allorché già dal 1579 presagiva di doversene distaccare (ipotesi da non sottovalutare). D’altro canto, all’ipotesi di una donazione di Filippo II allo scultore non andava d’accordo col fatto che proprio quest’ultimo acquistasse dipinti per il presunto donatore; anche perché ci sono testimonianze che lo scultore voleva acquistare nel 1584 l’Orazione nell’orto dello stesso Correggio per il sovrano. Il Meyer riteneva probabile che il Leoni avesse acquistato i due dipinti direttamente dall’artista

Nel 1601 H. Khevenhiller, ambasciatore di Rodolfo II in Spagna trattava con Pompeo Leoni, figlio di Leone, l’acquisto dei dipinti Danae ed IO e Zeus. Il contratto di vendita delle due tele fu firmato nel 1603, e queste, subito furono trasferite a Praga.

Da questo periodo le vicende delle due opere si scombinarono.

Nel 1648 la Danae, come facente parte del bottino svedese, fu trasferita a Stoccolma; più tardi, Cristina di Svezia la portò a Roma dove la offrì in dono al cardinale Azzolini. Il nipote di quest’ultimo, nel 1728, la cedette al duca di Bracciano don Livio Odescalchi.

Nel 1780 la Danae si trovava presso la famiglia degli Orléans di Parigi, dopodiché fu trasferita – nel 1816 – a Londra dal duca Bridgewater; infine fu riportata a Parigi dal nuovo possessore H. Hope. Qui l’acquistò Camillo Borghese, e l’opera si trova nell’omonima Galleria dal 1953.

Per la cronologia c’è comune accordo fra i critici di tutti i tempi con l’eccezione del Gronau che gli assegna la data intorno al 1526.

La Madonna con il bambino e S. Giovannino del Correggio

Correggio: La Madonna con il bambino e S. Giovannino (Castello sforzesco)

Correggio - Madonna col bambino e San Giovannino
Correggio: Madonna col Bambino e San Giovannino, cm 68 x 49, Castello Sforzesco, Milano.

Sull’opera: “Madonna col Bambino e San Giovannino (Madonna Bolognini Attendolo) è un dipinto del Correggio realizzato con tecnica ad olio su tavola (attualmente su tela) nel 1517, misura 68 x 49 cm. ed è custodito nel Castello Sforzesco a Milano.

Fra gli studiosi di storia dell’arte l’opera fu attribuita al Correggio dal Frizzoni, che trovò concordi anche Meyer (1871) e Gronau (1907). Ipotizzarono invece una cronologia antecedente (1514-15) il Venturi (1926), il Ricci (1930) e il Longhi (1958), assegnando gli anni tra il 1517 ed il 1518. Il Bianconi (1960) la datò intorno agli anni 1513-14, mentre il Bottari [1961], 1516.

Le ricerche del Correggio sulla pittura leonardesca si integrano in quest’opera con elementi di altri pittori. In effetti si notano anche accenni a Raffaello, ma ciò che risulta nuovo nella composizione è la pilastrata lombarda scolpita sulla sinistra (ripresa a metà) che sembra la cornice del quadro in cui sta entrando San Giovannino.