Il sacrificio di Isacco (Uffizi) di Caravaggio

Michelangelo Merisi detto il Caravaggio: Il sacrificio di Isacco (Uffizi)

Caravaggio: Il sacrificio di Isacco (Uffizi)
Caravaggio: Il  sacrificio di Isacco, cm. 104 x 135, Uffizi, Firenze.

Sull’opera: “Il sacrificio di Isacco” è un dipinto autografo di Michelangelo Merisi detto il Caravaggio, realizzato con tecnica a olio su tela tra il 1603 ed il 1604, misura 104 x135 cm. ed è custodito nella Galleria degli Uffizi a Firenze.

L’opera fu commissionata dal cardinale Barberini, poi divenuto papa Urbano VIII.

Il dipinto ha il pregio di un’equilibrata strutturazione e di una quasi unicità paesaggistica, rispetto alle tematiche caravaggesche, con uno sfondo ben nitido sulla parte destra.

Il Sacrificio in esame rappresenta la “terribilità” di un forte evento in cui viene raffigurata l’uccisione e, contemporaneamente, un concitato colloquio tra l’angelo ed Abramo. Qualche studioso di storia dell’arte vede in esso una chiara e drammatica richiesta di aiuto al Cardinale.

Esiste anche un’altra opera con lo stesso soggetto (sempre del Caravaggio) custodita a Princeton (nel New Jersey).

Opere di Caravaggio – Michelangelo Merisi

Opere di Caravaggio (Milano, 1571 – Porto Ercole, 1610)

Pagine correlate al Caravaggio: Cenni biografici e critica – Biografia e vita artistica – Il suo periodo artistico – Annibale Carracci – Elenco delle opere – Bibliografia.

Alcuni tra i quadri più interessanti del Caravaggio

Elenco delle opere di Caravaggio raffigurate nelle pagine: Ragazzo con canestro di frutta, Il sacrificio di Isacco, Narciso, La Maddalena, Riposo nella fuga in Egitto, Santa Caterina d’Alessandria, La cena in Emmaus …………

Ragazzo con canestro di frutta

Caravaggio: Ragazzo con canestro di frutta, cm. 70 x 67, Roma, Galleria Borghese.
Caravaggio: Ragazzo con canestro di frutta, cm. 70 x 67, Roma, Galleria Borghese.

Il Ragazzo con canestro di frutta è un dipinto realizzato nel 1593-94 con tecnica a olio su tela, misura 70 x 67 cm. e si trova nella Galleria Borghese a Roma.

Caravaggio realizzò il quadro nel periodo in cui, da poco spostatosi a Roma dalla sua terra natia, era in competizione con altri artisti per entrare nel settore dell’arte in ambito romano.

Il fanciullo effigiato in questa composizione era il suo amico e fidato compagno Mario Minniti, un giovane pittore di origini siciliane. Vai agli approfondimenti sul Ragazzo con canestro di frutta.

Curiosità sul Ragazzo con canestro di frutta di Caravaggio

Esiste una riproduzione del Ragazzo con canestro di frutta del Caravaggio realizzata sul globo terracqueo della monetina da cinque centesimi, che ha un diametro di 8,6 millimetri. Il dipinto microscopico è stato realizzato nel 2021 dal pittore di micro-dipinti Stefano Busonero. Riportiamo qui sotto la foto della riproduzione, che va ben al di sotto delle misure dei dipinti in miniatura. Purtroppo la foto è un po’ sfocata per  difficoltà tecniche fotografiche per cose microscopiche.

riproduzione del Ragazzo con canestro di Caravaggio
Stefano Busonero: riproduzione del Ragazzo con canestro di Caravaggio su una moneta da cinque centesimi

Riposo nella fuga in Egitto

Caravaggio: Il riposo nella fuga in Egitto
Caravaggio: Riposo nella fuga in Egitto, cm. 135,5 x 166,5, Roma, Galleria Pamphili.

Il Riposo durante la fuga in Egitto è un’opera realizzata intorno al 1595-96 con tecnica a olio su tela, misura 135,5 x 166,5 cm. e si trova nella Galleria Pamphili a Roma.

Non si conosce chi commissionò il dipinto. Qualche studioso di storia dell’arte pensa a personalità appartenenti alla sfera della musica, probabilmente in ambienti degli Oratoriani di San Filippo Neri.

Alcuni particolari relativi alla natura morta testimoniano la cultura artistica lombarda e veneta del Merisi.

Qualche esperto di storia dell’arte si è spinto ad identificare nello spartito musicale un brano ispirato al Cantico dei Cantici.

Il caldo cromatismo, ricco ed avvolgente, invita il fruitore dell’opera a sognare. Vai agli approfondimenti sul Riposo nella fuga in Egitto.

Il sacrificio di Isacco

Caravaggio: Il sacrificio di Isacco, cm. 104 x 135, Uffizi, Firenze.
Caravaggio: Il sacrificio di Isacco, cm. 104 x 135, Uffizi, Firenze.

Il sacrificio di Isacco, realizzato intorno al 1603-04 con tecnica a olio su tela, misura 104 x 135 cm. e si trova nella Galleria degli Uffizi a Firenze.

Il dipinto fu commissionato dal cardinale Barberini, il futuro papa Urbano VIII.

Nel Sacrificio in esame viene raffigurata la “terribilità” di un forte evento (l’uccisione e, in contemporanea, un rivoluzionario colloquio tra l’angelo ed Abramo). Alcuni esperti di storia dell’arte vi leggono una drammatica richiesta di aiuto al Cardinale Barberini. Vai agli approfondimenti sul Sacrificio di Isacco.

Narciso

Caravaggio: Narciso, cm. 112 x 92, Galleria Nazionale, Roma.
Caravaggio: Narciso, cm. 112 x 92, Galleria Nazionale, Roma.

Narciso, realizzato intorno al 1597-99 con tecnica a olio su tela, misura 92 x 112 cm. e si trova a Palazzo Barberini nella Galleria Nazionale d’Arte Antica a Roma. (Il dipinto è stato inserito al solo scopo didattico).

In precedenza alcuni studiosi di Storia dell’arte lo attribuirono a vari pittori, tra cui ricordiamo Orazio Gentileschi, Niccolò Tornioli e Spadarino. La perduta autografia fu finalmente riconsegnata al Merisi da Roberto Longhi. Vai agli approfondimenti sul Narciso.

La Maddalena

Caravaggio: La Maddalena, cm. 122,5 x 98,5, Roma, Galleria Doria Pamphili.
Caravaggio: La Maddalena, cm. 122,5 x 98,5, Roma, Galleria Doria Pamphili.

La Maddalena, realizzata intorno al 1594-95 con tecnica a olio su tela, misura 122,5 x 98,5 cm. e si trova nella Galleria Doria Pamphili a Roma. 

Nell’opera si respira, come in altre opere di Caravaggio, un’atmosfera di forte naturalismo sia nella raffigurazione della donna che dell’ambiente.

La modella è stata identificata dagli esperti di storia dell’arte in Anna Bianchini, quella stessa che posò anche per il “Riposo durante la Fuga in Egitto”. Vai agli approfondimenti sulla Maddalena.

Santa Caterina d’Alessandria

Caravaggio: Santa Caterina d’Alessandria, cm. 173 x 133, Madrid, Collezione von Thyssen.
Caravaggio: Santa Caterina d’Alessandria, cm. 173 x 133, Madrid, Collezione von Thyssen.

La Santa Caterina d’Alessandria, realizzata nel 1597 con tecnica a olio su tela, misura 173 x 133 cm. e si trova nella Collezione von Thyssen-Bornemisza a Madrid.

L’opera, che in precedenza apparteneva al Cardinale F. Maria del Monte, venne commissionata in memoria alla condanna della famosa parricida Beatrice Cenci.

La modella impiegata per la realizzazione della composizione in esame è Fillide Melandrone, una nota prostituta romana della quale il Merisi si invaghì.

Altri dipinti realizzati con Fillide come modella rappresentano la Giuditta, Oloferne e la Maddalena. Vai agli approfondimenti su Santa Caterina d’Alessandria.

Scudo con testa di Medusa

La Testa di Medusa di Caravaggio
La Testa di Medusa di Caravaggio

Lo scudo con testa di Medusa, in esso dipinta, è il soggetto di un composizione eseguita da Caravaggio intorno al 1597-98 e conservato nella Galleria degli Uffizi a Firenze.

L’opera in esame è un saggio dell’abilità pittorica del Caravaggio, ove gli effetti derivati dalla convessità dell’insolito supporto vengono praticamente annullati, dando così l’impressione di osservare la testa della Medusa in un immaginario fondo piatto, sopra quello convesso.

La luce, che proviene dall’alto, e da sinistra, risulta quasi verticale proiettando l’ombra della Medusa sullo scuro fondo dello scudo, tendente al verde. Non a caso l’artista ha pensato di dare l’impressione al fruitore che l’ombra della testa si proietti sul fondo concavo e quindi vedervi la Medusa fluttuante, fuori dal supporto pittorico.

Il volto della Medusa, che colpisce direttamente la sensibilità dell’osservatore, è stato ripreso nel momento del taglio della testa; si vedono infatti sgorgare fiotti di sangue.

Lo sconvolgimento esterrefatto del volto, con occhi spalancati e bocca esageratamente aperta, viene amplificato dalla calda e improvvisa illuminazione. La luce infatti mette in evidenza anche l’orrore dei serpi che fanno da capigliatura.

Curiosità sullo scudo della Medusa di Caravaggio

Esiste una riproduzione della Medusa del Merisi eseguita sul globo terrestre della moneta da un centesimo che ha un diametro di 6,6 millimetri. Il dipinto microscopico è stato realizzato nel 2019 dal pittore Stefano Busonero. Riportiamo qui sotto la foto del dipinto, che va ben al di sotto delle misure dei dipinti in miniatura.

riproduzione microscopica della Medusa di Caravaggio.
Stefano Busonero: riproduzione microscopica della Medusa di Caravaggio.

La cena in Emmaus di Londra

La cena in Emmaus, 139 × 195, Londra, National Gallery.
La cena in Emmaus, 139 × 195, Londra, National Gallery.

La Cena in Emmaus, realizzata nel 1602 con tecnica a olio su tela, misura 196,2 x 141 cm. e si trova nella National Gallery di Londra.

Il dipinto, uno fra i più significativi fra le opere di Caravaggio, fu commissionato probabilmente da Ciriaco Mattei, come si legge in una documentazione del 7 gennaio 1602.

Questa “Cena” appare fortemente influenzata dalla pittura della tradizione veneta e lombarda. Il Merisi, infatti, ha dato risalto alla natura morta in primo piano integrando, in un unico linguaggio, realismo e simbolismo. Vai agli approfondimenti sulla Cena in Emmaus.

San Giovanni Battista

Caravaggio: San Giovanni Battista cm. 132 x 97, custodito a Roma nei Musei Capitolini.
Caravaggio: San Giovanni Battista cm. 132 x 97, custodito a Roma nei Musei Capitolini.

Il San Giovanni Battista, realizzato nel 1602 con tecnica a olio su tela, misura 132 x 97 cm. e si trova nei Musei Capitolini a Roma.

In precedenza la tela faceva parte della collezione Mattei. Fu infatti la famiglia Mattei a commissionare all’artista l’opera, a cui seguirono altre richieste.

La Pinacoteca Capitolina custodisce altre due riproduzioni di questo dipinto, di cui una pare abbia spiccate caratteristiche caravaggesche. Tale copia viene inserita – con cautela – fra le opere di Caravaggio.

Secondo alcuni esperti di storia dell’arte il san Giovannino che abbraccia l’ariete potrebbe simboleggiare il sacrificio di Cristo. Vai agli approfondimenti sul San Giovanni Battista.

La Vocazione di S. Matteo

Caravaggio: La Vocazione di S. Matteo, cm 322 x 340, Chiesa di San Luigi dei Francesi, Roma.
Caravaggio: La Vocazione di S. Matteo, cm 322 x 340, Chiesa di San Luigi dei Francesi, Roma.

La Vocazione di S. Matteo, realizzata intorno al 1599-1600 con tecnica a olio su tela, misura 322 x 340 cm. e si trova nella Cappella Contarelli della chiesa di San Luigi dei Francesi a Roma.

La struttura compositiva di questo dipinto ha solo due piani paralleli. La tela, infatti, pare divisa in due parti: in quella superiore non ci sono scene ma solo un’apertura, mentre la parte sottostante, un po’ più vasta, mostra l’intera scena. Vai agli approfondimenti sulla Vocazione di S. Matteo.

Il martirio di San Matteo

Caravaggio: Il martirio di San Matteo
Caravaggio: Il martirio di San Matteo, cm. 323 x 343, Chiesa di San Luigi dei Francesi, Roma.

Il martirio di San Matteo realizzato intorno al 1600-02 con tecnica a olio su tela, misura 323 x 343 cm. e si trova nella chiesa di San Luigi dei Francesi (Cappella Contarelli) a Roma.

La composizione fu più volte modificata e, dalle radiografie del Novecento, si ricava che il pittore vi lavorò in tre versioni. La terza è quella per come si presenta il presente “Martirio”. Vai agli approfondimenti sul Martirio di San Matteo.

San Matteo e l’angelo

Caravaggio: San Matteo e l’angelo, cm. 295 x 195, Chiesa di San Luigi dei Francesi, Roma.
Caravaggio: San Matteo e l’angelo, cm. 295 x 195, Chiesa di San Luigi dei Francesi, Roma.

San Matteo e l’angelo, realizzato nel 1602 con tecnica a olio su tela, misura 295 x 195 cm. e si trova nella cappella Contarelli della chiesa di San Luigi dei Francesi a Roma.

Fra le opere di Caravaggio esisteva un’altra versione con uguale tematica, commissionata dalla congregazione e da quest’ultima rifiutata con la motivazione che il santo fosse raffigurato come un semplice popolano. Inoltre si fecero obiezioni sul fatto che la scrittura del Vangelo non fosse guidata dalla mano dell’angelo. Vai agli approfondimenti sul San Matteo e l’angelo.

La crocifissione di San Pietro

Caravaggio: La crocifissione di San Pietro cm. 230 x 175, Chiesa di Santa Maria del Popolo, Roma.
Caravaggio: La crocifissione di San Pietro cm. 230 x 175, Chiesa di Santa Maria del Popolo, Roma.

La Crocifissione di San Pietro, realizzata intorno al 1600-01 con tecnica a olio su tela, misura 230 x 175 cm. e si trova a Roma nella chiesa di Santa Maria del Popolo.

Secondo Roberto Longhi, il Merisi ha voluto conferire alla presente composizione un carattere antieroico ed antiaulico. Lo stesso studioso di storia dell’arte vede gli atteggiamenti dei carnefici come se fossero quelli di semplici operai che normalmente svolgono il loro lavoro. Vai agli approfondimenti sulla Crocifissione di San Pietro.

La conversione di San Paolo

Caravaggio: La conversione di San Paolo, cm 230 x 175, Chiesa di Santa Maria del Popolo, Roma.
Caravaggio: La conversione di San Paolo, cm 230 x 175, Chiesa di Santa Maria del Popolo, Roma.

La Conversione di San Paolo, realizzata intorno al 1600-01 con tecnica a olio su tela, misura 230 x 175 cm. e si trova nella basilica di Santa Maria del popolo a Roma.

La scena caravaggesca mostra il momento culminante della “Conversione di San Paolo” in cui Saulo, sulla via di Damasco, viene letteralmente abbagliato da una intensa luce.

Gesù ordina a Saulo che diventi suo ministro per testimoniarne la sua missione fra sulla terra. Vai agli approfondimenti sulla Conversione di San Paolo.

La deposizione nel sepolcro

Caravaggio: La deposizione nel sepolcro, cm. 300 x 203, Pinacoteca Vaticana, Roma.
Caravaggio: La deposizione nel sepolcro, cm. 300 x 203, Pinacoteca Vaticana, Roma.

La Deposizione nel sepolcro, realizzata intorno al 1602-04 con tecnica a olio su tela, misura 300 x 203 cm. e si trova nella Pinacoteca Vaticana a Roma.

La composizione in esame fu commissionata per essere ubicata nella cappella della chiesa di Santa Maria in Vallicella.

Questa Deposizione, fra le opere di Caravaggio, è stata una delle pochissime eccezioni per quanto riguarda il consenso verso i lavori dello stesso artista, sia pubblico che dei committenti. Piacque anche a Rubens, tanto che ne volle realizzare una copia per proporla al marchese Gonzaga. Vai agli approfondimenti sulla Deposizione nel sepolcro.

La Madonna di Loreto

Caravaggio: La Madonna di Loreto, cm. 260×150, Chiesa di Sant'Agostino, Roma.
Caravaggio: La Madonna di Loreto, cm. 260×150, Chiesa di Sant’Agostino, Roma.

La Madonna di Loreto” (Madonna dei Pellegrini), realizzata intorno al 1604-06 con tecnica a olio su tela, misura 260 x 250 cm. e si trova a Roma nella Cappella della chiesa di Sant’Agostino.

Nella composizione sono raffigurati la Madonna vestita da popolana con in braccio il Bambino e due pellegrini scalzi in atteggiamento devoto. Vai agli approfondimenti sulla Madonna di Loreto

I due San Girolamo scrivente

Caravaggio: San Girolamo Scrivente, cm 117 x 157, Co-Cattedrale di San Giovanni (Oratorio di S. G. Battista dei Cavalieri), La Valletta (Malta).
Caravaggio: San Girolamo Scrivente, cm 117 x 157, Co-Cattedrale di San Giovanni (Oratorio di S. G. Battista dei Cavalieri), La Valletta (Malta).
Caravaggio: San Girolamo Scrivente, cm 112 x 157, Galleria Borghese, Roma.
Caravaggio: San Girolamo Scrivente, cm 112 x 157, Galleria Borghese, Roma.

Il San Girolamo Scrivente (raffigurato in alto), eseguito intorno al 1505-06 con tecnica a olio su tela, misura 112 x 157 cm. e si trova nell’Oratorio di S. Giovanni Battista dei Cavalieri presso la Co-Cattedrale di San Giovanni a La Valletta (Malta).

San Girolamo Scrivente (raffigurato in basso), realizzato intorno al biennio 1505-06 con tecnica a olio su tela, misura 112 x 157 cm. ed è conservato a Roma nella Galleria Borghese.

La prima composizione appartiene alla serie delle grandi opere di Caravaggio realizzate a Malta. Vai alla pagina dei due San Girolamo Scrivente

Madonna dei palafrenieri

Caravaggio: Madonna dei palafrenieri, cm. 292 x 211, Galleria Borghese, Roma.
Caravaggio: Madonna dei palafrenieri, cm. 292 x 211, Galleria Borghese, Roma.

La Madonna dei palafrenieri, realizzata nel 1605 con tecnica a olio su tela, misura 292 x 211 cm. e si trova nella Galleria Borghese di Roma.

La composizione in esame raffigura la Madonna e il Bambino nell’atto in cui schiacciano con il serpente, simbolo del peccato originale, con il loro piede. A destra appare Anna che sta osservando la scena. Vai agli approfondimenti sulla Madonna dei palafrenieri.

Davide con la testa di Golia

Caravaggio: Davide con la testa di Golia, cm. 125 x 100, Galleria Borghese, Roma.
Caravaggio: Davide con la testa di Golia, cm. 125 x 100, Galleria Borghese, Roma.

Davide con la testa di Golia, realizzato intorno al 1505-06 con tecnica a olio su tela, misura 125 x 100 cm. e si trova nella Galleria Borghese a Roma.

Nell’ultimo periodo della sua vita il Caravaggio si trovava a Napoli nella speranza che gli arrivasse presto l’accordo della grazia. Vai agli approfondimenti sul Davide con la testa di Golia.

La cena in Emmaus di Brera

Caravaggio: La cena in Emmaus, 141 x 175 cm. Pinacoteca di Brera, Milano.
Caravaggio: La cena in Emmaus, 141 x 175 cm. Pinacoteca di Brera, Milano.

Cena in Emmaus (Brera), realizzata nel 1606 con tecnica a olio su tela, misura 141 x 175 cm. e si trova nella Pinacoteca di Brera a Milano.

La composizione mostra la scena del Vangelo secondo Luca.

L’opera è stata realizzata dal Merisi presso Zagarolo (altre fonti invece indicano Palestrina) subito dopo la sua fuga da Roma in seguito all’uccisione di Tommaso Ranuccio. Nei dintorni di Zagarolo vivevano i Colonna, suoi protettori. Vai agli approfondimenti sulla Cena in Emmaus di Brera.

La morte della Madonna

Caravaggio: La morte della Madonna, cm. 369 x 245, Louvre, Parigi.
Caravaggio: La morte della Madonna, cm. 369 x 245, Louvre, Parigi.

La Morte della Madonna, o “Morte della Vergine”, realizzata nel 1604 con tecnica a olio su tela, misura 369 x 245 cm. e si trova nel Museo del Louvre a Parigi.

Il dipinto fu commissionato dalla Famiglia Lelmi per la decorazione della propria cappella nella chiesa di Santa Maria della Scala a Roma. Vai agli approfondimenti sulla Morte della Madonna.

Madonna del rosario

Caravaggio: La Madonna del Rosario
Caravaggio: Madonna del rosario, cm 364 x 249, Vienna, Kunsthistorisches Museum.

La Madonna del Rosario, eseguita nel 1607 con tecnica a olio su tela, misura 364 x 249 cm. e si trova a Vienna nel Kunsthistorisches Museum.

Non si conosce con certezza il committente dell’opera in esame ma alcuni studiosi di storia dell’arte indicano Niccolò Radulovic, un ricco mercante d’arte di Ragusa. Vai agli approfondimenti sulla Madonna del rosario.

Sette opere di misericordia

Caravaggio: Sette opere di misericordia, cm. 390 x 260, Chiesa del Pio Monte della Misericordia, Napoli.
Caravaggio: Sette opere di misericordia, cm. 390 x 260, Chiesa del Pio Monte della Misericordia, Napoli.

Le Sette opere di misericordia sono raffigurate in un dipinto realizzato tra il 1606 ed il 1607 con la tecnica ad olio su tela. L’opera  misura 390 x 260 cm. e si trova a Napoli nella Chiesa del Pio Monte della Misericordia.

La composizione fu commissionata dalla congregazione del Pio Monte a cui era iscritto Luigi-Carafa-Colonna. Si pensa che quest’ultimo abbia commissionato, oltre a questo dipinto, anche la Madonna del Rosario. Vai agli approfondimenti sulle Sette opere di misericordia.

La natività con i santi Francesco e Lorenzo

Caravaggio: La natività con i santi Francesco e Lorenzo cm. 298 x 197, (già nella Chiesa di San Lorenzo Palermo, poi trafugato e non più ritrovato).
Caravaggio: La natività con i santi Francesco e Lorenzo cm. 298 x 197, (già nella Chiesa di San Lorenzo Palermo, poi trafugato e non più ritrovato).

Questa Natività il Caravaggio la realizzò con tecnica ad olio su tela intorno al 1600, o nel 1609, misura 268 x 197 cm. e non si sa dove attualmente si trovi. La trafurarono nel 1969 dall’Oratorio di San Lorenzo a Palermo.

Per alcuni esperti di storia dell’arte il quadro fu probabilmente commissionato nel 1609 dalla Compagnia dei Cordiglieri e Bardigli e prontamente eseguito nel breve soggiorno del Merisi a Palermo.

Altre fonti e studi più recenti indicano invece l’anno 1600 e che la tela in esame la commissionò Fabio Nuti, un commerciante di ambito romano, quindi il Merisi la realizzò a Roma e non a Palermo. Vai alla Natività con i santi Francesco e Lorenzo.

Frammenti

Curiosità relative alle opere di Caravaggio:

Questo diceva con convinzione il Caravaggio:« Quando non c’è energia non c’è colore, non c’è forma, non c’è vita ».

Il nome Caravaggio è il suo appellativo. Quello vero è Michelangelo Merisi.

Lavora a Roma, a Malta, a Napoli ed in Sicilia.

L’artista è uno dei due padri del Barocco. L’Altro è Annibale Carracci.

Egli è uno degli artisti più conosciuti al mondo.

Dove nacque il il pittore? A Milano o a Caravaggio? Purtroppo esiste documentazione contrastante a riguardo.

Il suo primo apprendistato lo passa nella bottega di Simone Peterzano.

Nei suoi anni di apprendistato il pittore segue gli insegnamenti dei pittori Veneti e Lombardi.

Famosa è l’inquietudine del Caravaggio: Giulio Mancini, biografo, nelle sue “Considerazioni sulla Pittura” racconta di una sua infanzia assai movimentata.

Anche da fanciullo, il Caravaggio ha un carattere abbastanza forte. Studia per quattro o cinque anni a Milano e già trabocca di stravaganza pittorica.

Poco più che ventenne l’artista si reca a Roma. Questo è il periodo in cui egli fa il più grande errore della sua vita: commette un omicidio.

La certezza dell’omicidio non è totale al 100%.

I suoi rapporti con la gente non sono facili proprio per la sua sensibile irascibilità e per il suo carattere spigoloso e complicato.

Anche la sua salute fisica è alquanto delicata e viene messa in relazione al suo stato psichico.

Ancora a Roma, il Caravaggio per vivere è costretto a realizzare copie di opere sacre il cui ricavato serve per pagare l’affitto di un modesto alloggio.

Breve biografia di Caravaggio e citazioni

Breve biografia di Caravaggio e citazioni

Pagine correlate a Caravaggio: Le opere – Elenco delle opere – Biografia e vita artistica – Il periodo artistico – Bibliografia.

Michelangelo Merisi (cenni biografici)

San Giovanni Battista cm. 132 x 97, custodito a Roma nei Musei Capitolini.
San Giovanni Battista cm. 132 x 97, custodito a Roma nei Musei Capitolini.

Michelangelo Merisi, meglio conosciuto come Caravaggio (nato a Milano 1571 – morto in una spiaggia di Porto Ercole nel 1610), è il più abile innovatore dell’arte pittorica italiana del Seicento.

Fin dagli inizi della sua carriera artistica il Caravaggio va elaborando uno stile prettamente contrario a quello dei suoi maestri e, quindi, in forte contrasto con la scuola tradizionale. Egli cerca innanzitutto di sostenere ed affermare un nuovo linguaggio pittorico tutto suo, mettendosi in modo diretto di fronte alla natura e raffigurandola con forte potenza plastica, nata da un marcato disegno nelle immagini dei suoi personaggi, illuminati da vivaci fasci di luce su fondi alquanto oscuri, con colori sapientemente stesi sulla tela. Tra le sue opere della gioventù (1590) che si ispirano allo stile lombardo e veneziano, si ricordano la Maddalena e il Riposo nella fuga in Egitto (Roma, Galleria Doria), la Medusa e la Suonatrice a Leningrado (agli Uffizi di Firenze).

Frammenti

San Girolamo Scrivente, cm 117 x 157, Co-Cattedrale di San Giovanni (Oratorio di S. G. Battista dei Cavalieri), La Valletta (Malta).
San Girolamo Scrivente, cm 117 x 157, Co-Cattedrale di San Giovanni (Oratorio di S. G. Battista dei Cavalieri), La Valletta (Malta).

Il  Caravaggio dopo aver imparato l’arte della pittura nella bottega di Simone Peterzano, intorno ai vent’anni si reca a Roma dove inizia a lavorare con Giuseppe Cerasi, il Cavalier d’Arpino (1568-1640), autorevole e ricercato artista che gli diventerà poi nemico.

Il Caravaggio entra presto nelle grazie del cardinale Francesco Maria del Monte, dal carattere torbido ed oscuro, che con i suoi altrettanto torbidi amici forma la cerchia in cui egli configurerà e svilupperà la propria visione verso il mondo dell’arte. Per il cardinale esegue una serie di capolavori (II concerto, La buona ventura, Il suonatore di liuto, I giocatori di carte, Santa Caterina, Medusa, Il canestro di frutta) che avranno molta influenza sul barocco italiano ed europeo.

Caravaggio: Crocifissione di Sant'Andrea
Caravaggio: Crocifissione di Sant’Andrea

Ancora per gli stretti rapporti con il cardinale, il Caravaggio ha importanti commissioni come le decorazioni nella cappella di San Matteo a San Luigi dei Francesi e dei principi dell’ambiente romano.

Il Caravaggio continua poi con opere in cui si dispiegano il suo naturalismo radicale ed il suo luminismo sovversivo, fino alla realizzazione della Morte della Vergine (intorno al 1605 circa, Louvre).

Nel 1606, a causa di una lite sfociata in assassinio, fugge e si mette sotto la protezione della famiglia Colonna a Napoli, dove esegue il dipinto il Davide e la Madonna del Rosario.

Nel 1608 si sposta a Malta  e lì dipinge la Decollazione del Battista.

A causa di un’altra rissa, il Caravaggio fugge a Messina,  dove dipinge la Resurrezione di Lazzaro. Più tardi si reca a Palermo ed esegue una seconda Adorazione dei pastori, poi (1609) va a Napoli, da cui si allontanerà per morire malato su una spiaggia di Porto Ercole.

Come hanno parlato di Caravaggio gli studiosi di Storia dell’arte

Citazioni e critica nei secoli a Caravaggio (citazioni tratte dai “Classici dell’Arte”, Rizzoli Editore)

Michelagnolo Amerigi fu uomo satirico e altiero; e usciva tal’ora a dir male di tutti li pittori passati e presenti per insigni che si fussero, poiché a lui parea d’aver solo con le sue opere avanzati tutti gli altri della sua professione. Anzi presso alcuni si stima aver esso rovinata la pittura, poiché molti giovani ad esempio di lui si danno ad imitare una testa del naturale, e non studiando ne’ fondamenti del disegno e della profondità dell’arte, solamente del colorito appagansi, onde non sanno mettere due figure insieme, ne tessere istoria veruna, per non comprendere la bontà di sì nobil’arte … G. baolione, Vite de’ pittori, scultori e architetti…, 1642.

… unico mostro di naturalezza, portato dal proprio istinto di natura all’imitatione del vero, e così ascendendo dalla copia de’ fiori, e frutti, e da’ corpi meno perfetti a’ più sublimi, e dopo gl’irrazionali a gli umani ritratti, e finalmente operando intiere figure, e anco talvolta componimenti d’istorie con tal verità, forza, e rilievo, che bene spesso la natura, se non di fatto eguagliata, e vinta, apportando però confusione al riguardante con istupendo inganno, allettava e rapiva l’umana vita, e però fu creduto da varii anco sopra d’ogni altro eccellentissimo.   … provvisto di particolar genio … privo però della necessaria base del buon disegno, si palesò poscia d’invenzione mancante, e come del tutto ignudo di bella idea, grazia, decoro, architettura, prospettiva, ed altri simili convenevoli fondamenti, i quali rendono unitamente sufficienti e degni i veri principali e maggiori maestri                   F. scannelli, il microcosmo detta pittura, 1657.

… invaghiti [molti] dalla sua maniera l’abbracciavano volen­tieri, poiché senz’altro studio e fatica si facilitavano la via al copiare il naturale, seguitando li corpi vulgari e senza bellezza. Così sottoposta dal Caravaggio la maestà dell’arte, ciascuno si prese licenza, e ne seguì il dispregio delle cose belle, tolta ogni autorità all’antico e a Rafaelle, dove per la commodità de’ modelli e di condurre una testa dal naturale, lasciando costoro l’uso dell’istorie, che sono proprie de’ pittori, si diedero alle mezze figure, che avanti erano poco in uso. Allora cominciò l’imitazione delle cose vili, ricercandosi le sozzure e le deformità, come sogliono fare alcuni ansiosamente: se essi hanno a dipingere un’armatura, eleggono la più rugginosa, se un vaso, non lo fanno intiero, ma sboccato e rotto. Sono gli abiti loro calze, brache e berrettoni, e così nell’imitare li corpi, si fermano con tutto lo studio sopra le rughe e i difetti della pelle e dintorni, formano le dita nodose, le membra alterate da morbi.    G. P. bellori, Le vite de’ pittori, scultori e architetti moderni, 1672.

Per finirla è stato quest’Huomo un gran Soggetto, ma non Ideale, che vuoi dire non saper fare cosa alcuna senza il naturale avanti.   L. scaramuccia, Le finezze de pennelli italiani, 1674.

 Non potè mai tolerare [l’Albani], che si seguitasse il Caravaggio, scorgendo essere quel modo il precipitio, e la totale ruina della nobilissima, e compitissima virtù della Pittura, poiché, se bene era da laudare in parte la semplice imitatione, era nondimeno per partorire tutto quello, che ne è seguito in progresso di 40 anni. … Non possono essere i Pittori egualmente eccellenti in tutte le parti. Se il Caravaggio havesse avuto sti requisiti saria stato Pittore dirò Divino, questo, non haveva cognitione nelle cose sopranaturali, ma stava troppo attaccato al naturale.    G. C. malvasia, La Felsina Pittrice, 1678.

Michel’Angelo da Caravaggio fece qualche giovamento al gusto di quella nuova Scuola, perché, essendo uscito fuora con tanto empito, e con quella sua maniera gagliarda, fece prender fiato al gusto buono, et al naturale, il quale allora era bandito per la vita e reso contumace dal comercio umano, e precipitato nell’abisso d’una maniera ideale, e fantastica ad uso delle Grottesche dell’India. Ben’à vero, che egli non rese adorno il gusto con quelle vaghezze, con le quali la Scuola Caracciesca l’ha portato, pieno di piacevolezze, e di delizie, ricco nelli componimenti, adorno d’accompagnature, e discreto in tutto il portamento; tutta via aperse una fenestra per la quale fece rivedere la Verità, che si era già smarrita.  G. B. passeri, Vite de’ pittori, scultori et architetti …, 1678 c..

A Poussin, nulla piaceva del Caravaggio, secondo lui venuto al mondo per distruggere la pittura. Ne ci si deve meravigliare di una tale insofferenza, perché se Poussin cercava il decoro nelle proprie composizioni, il Caravaggio si lasciava trascinare dal vero naturale così come gli appariva : erano ai poli opposti. Tuttavia, a considerare l’essenza reale della pittura, che consiste nell’imitare ciò che si vede, bisogna ammettere che il Caravaggio la possedeva a fondo …  … ha imitato così perfettamente il soggetto che null’altro può desiderarsi    A. filibien, 1666-88.

… tanto avea sopraffatto gli animi degl’intendenti, e de’ Professori medesimi quella nuova maniera cacciata di scuri con pochi lumi, e che terminava nell’ombre, ove per lo più si perdevano que’ contorni, che devono essere un chiaro esempio, per istruire, e dar norma a gli studiosi dell’arte del disegno.    B. De dominici, Vile de’ pittori, scultori et architetti napoletani, 1742.

… il Caravaggio : il Rembrante dell’Italia. Abusò costui del detto di quel Greco quando domandategli che fosse il suo maestro, mostrò la moltitudine che passava per via; e tale fu la magia del suo chiaroscuro, che, quantunque egli copiasse la natura in ciò ch’ella ha di difettoso e d’ignobile ebbe quasi la forza di sedurre anche un Domenichino, ed un Guido. F. algarotti, Soffio sopra la pittura, 1762.

II Caravaggio non aveva ne varietà ne correzione; e perciò era tutto cattivo nel disegnò.   A. F. mengs, Lezioni pratiche di pittura, 1760-70.

… è memorabile in quest’epoca, in quanto richiamò la pittura dalla maniera alla verità, così nelle forme che ritraeva sempre dal naturale, come nel colorito che dato quasi bando a’ cinabri e agli azzurri compose di poche, ma vere tinte alla giorgionesca. Quindi Annibale [Carracci] diceva, in sua lode, che costui macinava carne; e il Guercino e Guido assai l’ammirarono, e profittarono de’ suoi esempj.   L. lanzi, Storia pittorica della Italia, 1789.

 Per l’orrore ch’egli sentiva dell’ideale sciocco, il Caravaggio non correggeva nessuno dei difetti dei modelli ch’egli fermava nella strada per farli posare. Ho veduto a Berlino alcuni suoi quadri che furono rifiutati dalle persone che li avevano ordinati perché troppo brutti. Il regno del brutto non era ancora.    stendhal, Rome, 1806.

Non è l’assenza di ogni difetto, ma la presenza d’eminenti qualità, che costituisce un temperamento e perfino un genio. Certi uomini, capaci di una foga indomabile, non possono rassegnarsi all’impeccabile saggezza della mediocrità. Tra questi, Caravaggio.    schoelcher, Salon de 1S35, «Revue de Pari»” 1835.

… Senza maestri, senza precetti, tanto egli fece ed ardì; che dir non si saprebbe dove potea giungere, se fosse vissuto un secolo innanzi, o se imitando con sì gran verità la natura, dai pit-tor di quel secol beato preso avesse le norme per abbellirla. Ma queste norme, con tanto magistero seguite dai discepoli di Ludovico [Carracci], furono da lui dispregiate: ed ecco la posterità collocarlo a lato del Guercino e dell’Albani, non che di Annibale [Carracci], del Domenichino, di Guido [Reni] G. rosini, Storia della pittura italiana, 1839-47.

… ha dipinto con uguale elevatezza ritratti, scene sacre e di genere, fiori e frutti. Naturalista sempre, le sue pitture hanno uno straordinario plasticismo e spesso una suggestiva grandezza che fa perdonare al loro autore ogni mancanza di distinzione nella scelta delle forme, l’esagerazione dei gesti e le tinte scure senza trasparenza.    villot, Notice des Tableaux … du Musée Natìonal du Louvre, 1852.

II naturalismo moderno stricto sensu comincia nel modo più crudo con Michelangelo Amerighi da Caravaggio … Il suo pensiero è di mostrare allo spettatore che i fatti sacri del principio dei tempi si erano svolti propriamente allo stesso modo che nei vicoli delle città del sud verso la fine del XVI secolo. Egli non tiene in onore che la passione, per la cui interpretazione veramente vulcanica egli possedette un grande talento. E questa passione, espressa in caratteri energici, schiettamente popolari e qualche volta altamente impressionanti, rappresenta poi il tono fondamentale della sua scuola.   J. bukckhardt, Der Cicerone, 1855.

II Caravaggio fu in Italia uno dei più illustri propagatori del sistema che prevalse poi nella scuola olandese, sistema che consiste nel trasformare in bellezza d’arte, ciò che è schifoso nella natura. L’elevatezza del pensiero non è il suo fine; sì invece l’imitazione d’ogni naturale qual ch’esso sia.   P. selvatico, Storia estetìco’critica delle arti del disegno, 1856

… un pittore non molto simpatico, ma di molto ingegno …  G. morelli (Ivan Lermolieff), Le Gallerie Borghese e Dorìa Pamphili in Roma, 1889.

II pittore che diede inizio al movimento doveva quasi per necessità naturale essere un uomo incolto, privo d’interessi per un passato culturale che non conosceva- Ma, ciononostante, un genio che seppe portare con sé anche la cultura attraverso i modi con cui attuò le proprie personalissime intenzioni. Questi sono appunto i tratti dell’iniziatore : Michelangelo da Caravaggio. Un uomo incolto ma un genio.   A. riegi, Die Entstehung der Barockkunst in Rom, 1907.

Quello veramente da tener di mira è la sua nuova concezione stilistica. La nota che la caratterizza è una ricerca così tenace di concisione, da ricordare la sobrietà dei grandi periodi arcaici. A tal fine il Caravaggio si serve principalmente di due mezzi: della luce e della composizione. Egli, come è noto, immerge le sue scene nell’oscurità, investendole di un getto violento di luce radente, in modo che alcune parti soltanto affiorino dalle tenebre nella luce.

Questa, creduta fino ad oggi, e forse dagli stessi suoi seguaci, una trovata realistica fu, caso mai, una concessione alla fantasia — come pare la interpretasse lo stesso Rembrandt —, ma soprattutto una ricerca di unità e di stile : un mezzo a mettere in valore certe parti e linee essenziali delle cose, facendole affiorare nella luce e ad eliminarne nelle tenebre altre secondarie, inutili o dannose ad una concisa rappresentazione.

L’altro mezzo che il Caravaggio impiega per raggiungere l’unità stilistica riguarda, dunque, la composizione del quadro. Per il primo Michelangiolo aveva decisamente spezzato la secolare uniformità degli schemi compositivi a linee e piani paralleli ‘al quadro’, e aveva mostrato quante maggiori risorse di movimento e di energia offrisse l’impostatura, diciamo, in tralice di certe sue figure; risorsa che il Tintoretto aveva spinto al colmo, limitandola però anche lui troppo a singole figure isolate. Era riserbato al Caravaggio di coronare la geniale iniziativa dei suoi precursori estendendo questo stesso sistema costruttivo a tutta quanta la compagine della composizione, in modo da ottenere in un sol tratto, con sintesi insuperata, il massimo risultato di senso plastico e dinamico      M. marangoni, II Caravaggto, 1922.

… cancella il valore disegnativo dato alla forma dai fioren­tini, rifugge dai partiti decorativi, semplifica la visione degli oggetti per mezzo di un taglio, nitido, notturno, tra luce e ombra; approfondisce e semplifica la composizione. Dalle opere giovanili, composte ad armonia di chiari colori, sotto luci bion­de e velari leggieri di ombre trasparenti, alle ultime, cupe e notturne, schiarate da luci crude e costrette, l’arte del Garavaggio sempre più afferma i suoi principi fondamentali plastico-luminosi, che fanno di lui il precursore dei massimi geni del Seicento europeo: da Franz Hals e Rembrandt, al primitivo Velàzquez.        A. venturi, Disegno storico dell’arte italiana, 1924.

Dalle esperienze luministiche dei suoi precursori, fra cui erano anche quel Lotto che il Lomazzo … chiama “maestro del dare il lume” e quel Savoldo in cui il Pino esalta “le ingegno­se descrittioni dell’oscurità”, il Caravaggio scopre “la forma delle ombre”: uno stile dove il lume, non più asservito, finalmente, alla definizione plastica dei corpi su cui incide, è anzi arbitro coll’ombra seguace della loro esistenza stessa- II principio era per la prima volta immateriale: non di corpo ma di sostanza: esterno ed ambiente all’uomo, non schiavo dell’uomo … R Longhi ne Il Caravaggio 1952.

Elenco delle opere di Michelangelo Merisi detto il Caravaggio

Elenco delle opere di Caravaggio realizzate nel corso della sua carriera artistica.

Ragazzo che monda un frutto, anno 1592 circa, tecnica a olio su tela, 75,5 × 64,4 cm.,  Fondazione Roberto, Firenze.

  Bacchino malato, anno 1593-1594, tecnica a olio su tela, 67 × 53 cm., Galleria Borghese, Roma.

Fanciullo con canestro di frutta, anno 1593-1594, tecnica a olio su tela, 70 × 67 cm., Galleria Borghese, Roma.

Buona ventura tra il 1593 ed il 1595, tecnica a olio su tela, 115 × 150 cm., Pinacoteca Capitolina, Roma.

I bari, anno 1594 circa, tecnica a olio su tela, 94 × 131 cm., Kimbell Art Museum, Fort Worth.

Maddalena penitente, anno 1594-1595, tecnica a olio su tela, 122,5 × 98,5 cm., Galleria Doria Pamphilj, Roma.

Concerto di giovani, anno 1595 circa, tecnica a olio su tela, 87,9 × 115,9 cm., Metropolitan Museum of Art, New York.

San Francesco d’Assisi in estasi, anno 1595 circa, tecnica a olio su tela, 92,5 × 128,4 cm., Wadsworth Atheneum, Hartford.

San Francesco in meditazione, anno 1595 circa, tecnica a olio su tela, 128 × 97 cm., Galleria Nazionale d’Arte Antica, Roma.

Altre opere

Ragazzo morso da un ramarro, anno 1595-1596, tecnica a olio su tela, 65,8 × 52,3 cm., Fondazione Roberto Longhi, Firenze.

Suonatore di liuto, anno 1595-1596, tecnica a olio su tela, 100 × 126,5 cm., Museo dell’Ermitage, San Pietroburgo.

Riposo durante la fuga in Egitto, anno 1595-1596, tecnica a olio su tela, 133,5 x 166,5 cm., Galleria Doria Pamphilj, Roma.

Canestra di frutta, anno 1596, tecnica a olio su tela, 46 × 64,5 cm., Pinacoteca Ambrosiana, Milano.

Bacco, anno 1596-1597, tecnica a olio su tela, 95 × 85 cm., Galleria degli Uffizi, Firenze.

Buona ventura, anno 1596-1597, tecnica a olio su tela, 99 × 131 cm., Musée du Louvre, Parigi.

Medusa, anno 1597 circa, tecnica a olio su tela, montato su tavola 60 × 55 cm., Galleria degli Uffizi, Firenze.

Ritratto di cortigiana, anno 1597 circa, tecnica a olio su tela, 66 × 53 cm., Kaiser Friedrich Museum, Berlino, distrutta nel 1945.

Giove, Nettuno e Plutone, anno 1597 circa Olio su muro 300 × 180 cm., Villa Ludovisi, Roma.

Santa Caterina d’Alessandria, anno 1597, tecnica a olio su tela, 173 × 133 cm., Museo Thyssen-Bornemisza, Madrid.

Davide e Golia, anno 1597-1598, tecnica a olio su tela, 116 × 91 cm., Museo del Prado, Madrid.

Sacrificio di Isacco, anno 1598, tecnica a olio su tela, 104 × 135 cm., Galleria degli Uffizi, Firenze.

San Giovanni Battista, anno 1598 circa, tecnica a olio su tela, 169 × 112 cm., Museo del Tesoro Catedralico, Toledo.

Altre opere

Marta e Maria Maddalena, anno 1598 circa, tecnica a olio su tela, 100 × 134 cm., Institute of Arts, Detroit.

Ritratto di Maffeo Barberini, anno 1598 circa, tecnica a olio su tela, 124 × 90 cm., proprietà privata, Firenze.

Narciso tra il 1597 e il 1599, tecnica a olio su tela, 112 × 92 cm., Galleria Nazionale d’Arte Antica, Roma.

Giuditta e Oloferne, anno 1599, tecnica a olio su tela, 145 × 195 cm., Galleria nazionale d’arte antica, Roma.

Vocazione di san Matteo, anno 1599-1600, tecnica a olio su tela, 322 × 340 cm., Chiesa di San Luigi dei francesi, Roma.

Martirio di San Matteo, anno 1600-1601, tecnica a olio su tela, 323 × 343 cm., Roma Chiesa di San Luigi dei francesi.

Conversione di San Paolo, anno 1600-1601 Olio su tavola di cipresso 237 × 189 cm., proprietà privata Odescalchi Balbi, Roma.

Crocefissione di San Pietro, anno 1600-1601, tecnica a olio su tela, 230 × 175 cm., Basilica di Santa Maria del Popolo, Roma.

Conversione di San Paolo, anno 1600-1601, tecnica a olio su tela, 230 x 175 cm., Basilica di Santa Maria del Popolo, Roma.

Incredulità di san Tommaso, anno 1600-1601, tecnica a olio su tela, 107 × 146 cm., Potsdam Sanssouci.

Altre opere

Cena in Emmaus, anno 1602, tecnica a olio su tela, 139 × 195 cm., National Gallery, Londra.

San Matteo e l’angelo, anno 1602, tecnica a olio su tela, 295 × 195 cm., Kaiser Friedrich Museum, Berlino, distrutto nel 1945.

S. Matteo e l’angelo, anno 1602, tecnica a olio su tela, 295 × 195 cm., San Luigi dei Francesi, Roma.

San Giovanni Battista, anno 1602, tecnica a olio su tela, 129 × 94 cm., Pinacoteca Capitolina, Roma.

S. Giovanni Battista, anno 1602, tecnica a olio su tela, 129 × 94 cm., Galleria Doria Pamphilj Roma (tela identica per composizione e dimensione a quella custodita nella Pinacoteca Capitolina a Roma).

Cattura di Cristo, anno 1602, tecnica a olio su tela, 133,5 × 169,5 cm., National Gallery of Ireland, Dublino.

Amor Vincit Omnia, anno 1602-1603, tecnica a olio su tela, 156 × 113 cm., Gemäldegalerie, Berlino.

Incoronazione di spine, anno 1602-1603, tecnica a olio su tela, 125 × 178 cm., Galleria di palazzo degli Alberti, Prato.

Altre opere

Sacrificio di Isacco, anno 1603, tecnica a olio su tela, 116 x 173 cm., Barbara Piasecka-Johnson Collection, Princeton (seconda versione di quella eseguita nel 1598 custodita a Firenze, diversa per composizione e dimensioni).

Deposizione di Cristo tra il, anno 1602 e il 1604, tecnica a olio su tela, 300 × 203 cm., Pinacoteca Vaticana, Città del Vaticano.

San Giovanni Battista, anno 1604, tecnica a olio su tela, 172,5 × 104,5 cm., Nelson-Atkins Museum of Art, Kansas City (quarta versione in riferimento a quella del 1598 di Toledo).

Morte della Vergine, anno 1604, tecnica a olio su tela, 369 × 245 cm., Musée du Louvre, Parigi.

San Giovanni Battista, anno 1604 circa, tecnica a olio su tela, 94 × 131 cm., Roma Galleria di Palazzo Corsini Quinta versione rispetto a quella del 1598 di Toledo.

San Francesco in preghiera, anno 1605, tecnica a olio su tela, 128 × 97 cm., Chiesa di Santa Maria Immacolata a via Veneto, Roma.

Ecce Homo, anno 1605 circa, tecnica a olio su tela, 128 × 103 cm., Galleria di Palazzo Bianco, Genova.

San Girolamo in meditazione, anno 1605 circa, tecnica a olio su tela, 118 × 81 cm., Monistrol de Montserrat Santa Maria de Montserrat.

San Gerolamo scrivente, anno 1605 circa, tecnica a olio su tela, 112 × 157 cm., Galleria Borghese, Roma.

Altre opere

Natura morta con frutta, anno 1605, tecnica a olio su tela, 87 × 135 cm., Galleria Borghese, Roma.

Madonna col Bambino e sant’Anna, anno 1605, tecnica a olio su tela, 292 × 211 cm., Galleria Borghese, Roma.

Vocazione dei santi Pietro e Andrea, anno 1603-1606 circa, tecnica a olio su tela, 132 × 163 cm., Buckingham Palace, Londra.

Madonna dei Pellegrini (Madonna di Loreto) tra il, anno 1604 e il 1606, tecnica a olio su tela, 260 × 150 cm., Basilica di Sant’Agostino in Campo Marzio, Roma.

Cristo sul monte degli Ulivi tra il, anno 1604 e il 1606, tecnica a olio su tela, 154 × 222 cm., Kaiser Friedrich Museum, Berlino, distrutto nel 1945..

Ritratto di Papa Paolo V, anno 1605-1606, tecnica a olio su tela, 203 × 119 cm., Galleria Borghese, Roma.

Sacra Famiglia con san Giovanni Battista, anno 1605-1606, tecnica a olio su tela, 116 × 94 cm., proprietà privata, Caracas. Il dipinto è custodito nel Metropolitan Museum of Art a New York.

San Francesco in preghiera, anno 1605-1606, tecnica a olio su tela, 130 × 90 cm., Pinacoteca Civica, Cremona.

Maria Maddalena in estasi, anno 1606, tecnica a olio su tela, 106,5 × 91 cm., proprietà privata, Roma.

Altre opere

Cena in Emmaus, anno 1606, tecnica a olio su tela, 141 × 175 cm., Pinacoteca di Brera, Milano.

Sette opere di Misericordia, anno 1606-1607, tecnica a olio su tela, 390 x 260 cm., Pio Monte della Misericordia, Napoli.

Cristo alla colonna, anno 1606-1607, tecnica a olio su tela, 134,5 × 175,5 cm., Musée des Beaux-Arts, Rouen.

Crocifissione di sant’Andrea, anno 1607, tecnica a olio su tela, 202,5 × 152,7 cm., Cleveland Museum of Art, Cleveland.

Davide con la testa di Golia, anno 1607 Olio su tavola 90,5 × 116 cm., Kunsthistorisches Museum, Vienna.

Madonna del Rosario, anno 1607, tecnica a olio su tela, 364 × 249 cm., Kunsthistorisches Museum, Vienna.

Incoronazione di spine, anno 1607 circa, tecnica a olio su tela, 127 × 165 cm., Kunsthistorisches Museum, Vienna.

Flagellazione di Cristo, anno 1607-1608, tecnica a olio su tela, 286 × 213 cm., Galleria nazionale di Capodimonte, Napoli.

Altre opere

San Gerolamo scrivente, anno 1608, tecnica a olio su tela, 117 × 157 cm., Concattedrale di San Giovanni, La Valletta.

Ritratto di Alof de Wignacourt, anno 1608, tecnica a olio su tela, 195 × 134 cm., Musée du Louvre, Parigi.

Decollazione di San Giovanni Battista, anno 1608, tecnica a olio su tela, 361 × 520 cm., Concattedrale di San Giovanni, La Valletta (la composizione è la più grande in dimensioni fra tutte le opere del Caravaggio).

Amorino dormiente, anno 1608-1609, tecnica a olio su tela, 72 × 105 cm., Palazzo Pitti, Galleria Palatina, Firenze.

Ritratto di Fra Antonio Martelli, anno 1608-1609, tecnica a olio su tela, 118,5 × 95 cm., Palazzo Pitti, Galleria Palatina, Firenze.

Seppellimento di Santa Lucia, anno 1608, tecnica a olio su tela, 408 x 300 cm., Galleria Regionale di Palazzo Bellomo, Siracusa.

Annunciazione, anno 1609 circa, tecnica a olio su tela, 285 × 205 cm., Musée des Beaux-Arts, Nancy.

Resurrezione di Lazzaro, anno 1609, tecnica a olio su tela, 380 × 275 cm., Museo Regionale, Messina.

Adorazione dei pastori, anno 1609, tecnica a olio su tela, 314 × 211 cm., Museo Regionale, Messina.

Altre opere

 Natività con i Santi Lorenzo e Francesco d’Assisi, anno 1609, tecnica a olio su tela, 268 × 197 cm., Oratorio di San Lorenzo, Palermo (trafugato nel 1969 dalla Mafia).

Salomè con la testa del Battista, anno 1609, tecnica a olio su tela, 116 x 140 cm., Palazzo Reale, Madrid.

Salomè con la testa del Battista, anno 1607-1610, tecnica a olio su tela, 91 × 106 cm., National Gallery, Londra.

Negazione di San Pietro, anno 1609-1610, tecnica a olio su tela, 94 × 125 cm., Metropolitan Museum of Art, New York.

Davide con la testa di Golia, anno 1609-1610, tecnica a olio su tela, 125 × 101 cm., Galleria Borghese, Roma.

San Giovanni Battista, anno 1610, tecnica a olio su tela, 106 x 179.5 cm., proprietà privata, Monaco.

San Giovanni Battista, anno 1610 circa, tecnica a olio su tela, 159 × 124 cm., Galleria Borghese, Roma.

Martirio di sant’Orsola, anno 1610, tecnica a olio su tela, 106 x 179,5 cm., Galleria di palazzo Zevallos, Napoli.

La Madonna del Rosario (Vienna) di Caravaggio

Michelangelo Merisi: La Madonna del Rosario (Vienna)

Michelangelo Merisi : La Madonna del Rosario (Vienna)
Caravaggio: Madonna del rosario, cm 364 x 249, Vienna, Kunsthistorisches Museum.

Sull’opera: “La Madonna del Rosario” è un dipinto autografo di Michelangelo Merisi detto il Caravaggio, realizzato con tecnica a olio su tela nel 1607, misura 364 x 249 cm. ed è custodito a Vienna nel Kunsthistorisches Museum. 

Non si conosce con sicurezza il committente del quadro, ma secondo alcuni studiosi sarebbe stato il ricco mercante d’arte di Ragusa Niccolò (o Nicola) Radulovic.

L’opera originariamente avrebbe dovuto raffigurare la Madonna in trono con i santi Vito e Nicola ma fu poi modificata sotto la pressante richiesta dei Domenicani. Altre fonti (più fondate) indicano come committenza la famiglia di Luigi Carafa-Colonna, che ospitò il Caravaggio durante la sua fuga da Roma.

La Madonna è assisa in trono con in braccio il Bambino e con la mano destra fa un cenno a San Domenico che indossa un semplice saio.

I fedeli sono rivolti verso quest’ultimo, inginocchiati ed in atteggiamento di umiltà, chiedendo la grazia. Sul lato sinistro della tela è ritratto il presunto committente. Sulla destra è raffigurato S. Pietro Martire.

Particolare

Madonna del rosario
Particolare della Madonna del rosario

Morte della Madonna (Louvre) di Caravaggio

Michelangelo Merisi: Morte della Madonna (Louvre)

Michelangelo Merisi : Morte della Madonna (Louvre)
Caravaggio: La morte della Madonna, cm. 369 x 245, Louvre, Parigi.

Sull’opera: “Morte della Madonna”, conosciuta anche come “Morte della Vergine”, è un dipinto autografo di Michelangelo Merisi detto il Caravaggio, realizzato con tecnica a olio su tela nel 1604, misura 369 x 245 cm. ed è custodito nel Museo del Louvre a Parigi. 

La Morte della Madonna fu commissionata dalla Famiglia Lelmi per decorare la loro cappella privata nella chiesa di Santa Maria della Scala (Roma).

Come le altre moltissime opere realizzate dal Caravaggio, questa fu rifiutata dai loro committenti per le solite ragioni. La causa principale è quella di una rappresentazione della Madonna non consona con la tradizione: nessun attributo mistico riuscivano a vedere in quella figura con il volto terreo, il ventre rigonfio e le braccia abbandonate.

Anche per quest’opera si dice che il Caravaggio abbia scelto come modella donna di cattivi costumi, questa volta trovata morta lungo un fiume. Grosse polemiche suscitarono i piedi nudi raffigurati fino alle caviglie.

La scena è ambientata in un umile interno: il corpo senza vita della Madonna è collocato al centro con gli apostoli addolorati che la circondano. Maddalena è in primo piano seduta su una scarna sedia mentre piange con il capo abbassato e sorretto dalle mani.

L’intonazione cromatica è sullo scuro con la dominanza dei rossi, ma gli effetti di luminosità hanno grandissima efficacia L’opera, che piacque a Rubens, fu poi acquistata su suo suggerimento dal Duca di Mantova.

Particolare

Particolare de La morte della Madonna
Particolare de La morte della Madonna

Davide con la testa di Golia (Galleria Borghese) di Caravaggio

Michelangelo Merisi: Davide con la testa di Golia (Galleria Borghese)

Michelangelo Merisi : Davide con la testa di Golia (Galleria Borghese)
Caravaggio: Davide con la testa di Golia, cm. 125 x 100, Galleria Borghese, Roma.

Sull’opera: “Davide con la testa di Golia” è un dipinto autografo di Michelangelo Merisi detto il Caravaggio, realizzato con tecnica a olio su tela nel 1505-06, misura 125 x 100 cm. ed è custodito nella Galleria Borghese a Roma.

L’ultimo periodo della vita artistica il Caravaggio lo trascorre a Napoli, dove si trasferisce sperando nell’imminente accordo della grazia.

Il presente dipinto il Merisi lo realizza intorno alla fine del primo decennio (secondo alcuni studiosi di storia dell’arte trattasi del 1609) e accluso all’istanza di grazia l’artista lo invia al cardinale Borghese, nipote di papa Paolo V.

Quella in esame è una composizione molto più cruenta e sconvolgente della versione di Vienna (1606-1607) dove David, un giovane con un’espressione di compassionevole umanità dipinta sul volto, si presenta come la Virtù che trionfa sempre sul malvagio.

Conversione di San Paolo (Santa Maria del Popolo) di Caravaggio

Michelangelo Merisi: Conversione di San Paolo (Santa Maria del Popolo)

Conversione di San Paolo (Santa Maria del Popolo) di Caravaggio
Caravaggio: La conversione di San Paolo, cm 230 x 175, Chiesa di Santa Maria del Popolo, Roma.

Sull’opera: “Conversione di San Paolo” è un dipinto autografo di Michelangelo Merisi detto il Caravaggio, realizzato con tecnica a olio su tela nel 1600-01, misura 230 x 175 cm. ed è custodito a Roma nella basilica di Santa Maria del popolo. 

Nella scena è descritto il momento culminante della “Conversione di San Paolo”, dove, sulla via di Damasco Saulo viene abbagliato da una intensissima luce. In essa Gesù gli ordina di diventare suo ministro per testimoniarne la sua missione fra gli uomini. Il cavallo ha uno zoccolo alzato in segno di rispetto per il santo.

Anche quest’opera, come altre del Caravaggio, è stata rifiutata dai committenti nella prima sua versione perché carica di realismo e di forte audacia, come testimoniano le radiografie che riscontrano un San Paolo con le testa reclinata all’indietro mettendo in evidenze la sua forte agitazione.

Questa prima versione (corretta dallo stesso Caravaggio) è stata recentemente esposta al pubblico per la prima volta nella stessa basilica ed è stato così possibile vedere le due opere a confronto.

Da non confondere quest’opera con la “Conversione di San Paolo” della collezione Odalisca Balbi, di cui attualmente (siamo al giugno 2010) il presidente del consiglio Silvio Berlusconi sta trattandone l’acquisto.

Crocifissione di San Pietro (Santa Maria del Popolo) di Caravaggio

Michelangelo Merisi: Crocifissione di San Pietro (Santa Maria del Popolo)

Caravaggio: Crocifissione di San Pietro (Santa Maria del Popolo)
Caravaggio: La crocifissione di San Pietro, cm. 230 x 175, Chiesa di Santa Maria del Popolo, Roma.

Sull’opera: la “Crocifissione di San Pietro” è un dipinto autografo di Michelangelo Merisi detto il Caravaggio, realizzato con tecnica a olio su tela nel 1600-01, misura 230 x 175 cm. ed è custodito a Roma nella chiesa di Santa Maria del Popolo. 

Secondo Roberto Longhi, il Caravaggio ha voluto conferire all’opera una caratteristica antieroica ed antiaulica. Il Longhi vede negli atteggiamenti e nei gesti dei carnefici (serventi), dei semplici operai che svolgono normalmente il loro lavoro.

Grande protagonista del quadro è la luce che colpisce con la stessa intensità sia il santo che i suoi carnefici.

Il dipinto in esame è la seconda versione della “Crocifissione di San Pietro”, quella cioè ufficializzata dai suoi committenti.

Della prima versione si sono perdute le tracce. Quello che sappiamo, è che è stata rifiutata perché carica di troppo realismo.

Particolare dei piedi di San Pietro
Particolare dei piedi di San Pietro

San Matteo e l’angelo (in San Luigi dei Francesi) di Caravaggio

Michelangelo Merisi: San Matteo e l’angelo (in San Luigi dei Francesi)

Caravaggio: San Matteo e l'angelo (in San Luigi dei Francesi)
Caravaggio: San Matteo e l’angelo, cm. 295 x 195, Chiesa di San Luigi dei Francesi, Roma.

Sull’opera: “San Matteo e l’angelo” è un dipinto autografo di Michelangelo Merisi detto il Caravaggio, realizzato con tecnica a olio su tela nel 1602, misura 295 x 195 cm. ed è custodito nella cappella Contarelli della chiesa di San Luigi dei Francesi a Roma. 

Esisteva una precedente versione con la stessa tematica, commissionata e rifiutata dalla congregazione perché il santo era raffigurato alla stessa stregua di un popolano, che addirittura necessitava la guida della mano dell’angelo per scrivere il Vangelo.

Questa versione di San Matteo semianalfabeta fu acquistata da Vincenzo Giustiniani, poi passò presso i musei di Berlino. Fu distrutta durante un bombardamento aereo delle forze alleate intorno alla fine della seconda guerra mondiale.

Nell’opera sopra raffigurata, San Matteo sta scrivendo il Vangelo guidato da un angelo che sembra apparso all’improvviso.

Particolare di San Matteo e dell'angelo ispiratore
Caravaggio: Particolare di San Matteo e dell’angelo ispiratore