Opere di Raffaello

 Alcune tra le più belle e significative opere di Raffaello Sanzio

Alcuni tra i più significativi dipinti di Raffaello Sanzio

San Sebastiano

Raffaello Sanzio: “SAN SEBASTIANO”, realizzato con tecnica ad olio su tavola nel 1501-1502, misura 43 x 34 cm. ed è custodito a Bergamo, Accademia Carrara.
Raffaello Sanzio: “SAN SEBASTIANO”, realizzato con tecnica ad olio su tavola nel 1501-1502, misura 43 x 34 cm. ed è custodito a Bergamo, Accademia Carrara.

Il san Sebastiano, realizzato tra il 1501 ed il 1502 con tecnica ad olio su tavola, misura 43 x 34 cm. e si trova nell’Accademia Carrara a Bergamo.

Il San Sebastiano, che apparteneva alla collezione Zurla di Crema, passò più tardi all’incisore Giuseppe Longhi, e poi – dal 1836 – al conte Guglielmo Lochis. Quest’ultimo lo offri in donazione all’Accademia Carrara, l’attuale sede.

L’opera in esame è stata assegnata a Raffaello con con il pieno accordo di tutti gli studiosi di storia dell’arte. La sua cronologia è assegnata al biennio 1501-02 da Longhi, Ortolani, Gamba, Fischel, Brizio e Camesasca. Poco più tardi anche da Monti (ma tra il 1502-03), Venturi (1503) e Pittaluga (1503-04). Gronau e Ottino della Chiesa la riferiscono al 1503-05.

La prima ipotesi cronologia pare essere la più pertinente alla maggior parte degli studiosi per l’evidente inizio nella variazione dei motivi già proposti dal Perugino. Vai agli approfondimenti sul San Sebastiano.

Lo Sposalizio della Vergine

Raffaello Sanzio: LO SPOSALIZIO DELLA VERGINE, realizzato con tecnica ad olio su tavola nel 1504, misura 170 x 117 cm. ed è custodito nella Pinacoteca di Brera a Milano.
Raffaello Sanzio: LO SPOSALIZIO DELLA VERGINE, realizzato con tecnica ad olio su tavola nel 1504, misura 170 x 117 cm. ed è custodito nella Pinacoteca di Brera a Milano.

Lo Sposalizio della Vergine, realizzato nel 1504 con tecnica a olio su tavola, misura 170 x 117 cm. e si trova nella Pinacoteca di Brera a Milano.

La composizione reca la firma di Raffaello sopra il porticato del tempio (sul fregio) scritta con le parole RAPHAEL ed VRBINAS (leggi V=U), mentre la data appare sui pennacchi dell’arco.

Lo Sposalizio della Vergine fu commissionato dagli Albizzini per la chiesa di San Francesco a Città di Castello e vi rimase – nella cappella di San Giuseppe – fino al 1798. In quell’anno l’amministrazione di Città di Castello dovette cederla, a causa di forza maggiore, alle forze napoleoniche del generale Lechi. Quest’ultimo, intorno al 1801, lo vendette per cinquantamila lire ad un mercante d’arte (un certo Sannazzari). Nel 1804, dopo la morte di quest’ultimo, passò come bene ereditario all’Ospedale Maggiore di Milano.

Nel 1803 l’acquistò la famiglia Beauharnais che lo passò all’Accademia di Belle Arti di Milano. Alla fine del XIX secolo lo Sposalizio della Vergine fu restaurato dal Molteni.

Nello scorso secolo la composizione subì un atto vandalico a colpi di martello da parte di un visitatore, che ammaccò il ventre ed il gomito della Vergine.

L’intervento di riparazione fu difficile ed abbastanza traumatico. Mauro Pelliccioli, che aveva il compito di restaurarlo, si limitò ad una lieve stuccatura alla quale seguirono piccole aggiunte di pigmento. Vai agli approfondimenti sullo Sposalizio della Vergine.

Madonna del granduca

Raffaello: “MADONNA COL BAMBINO (Madonna del granduca)” realizzato con tecnica ad olio su tavola nel 1504, misura 84 x 55 cm. ed è custodito a Firenze, Palazzo Pitti. È catalogato con il numero 33.
Raffaello Sanzio: “MADONNA COL BAMBINO (Madonna del granduca)” realizzato con tecnica ad olio su tavola nel 1504, misura 84 x 55 cm. ed è custodito a Firenze, Palazzo Pitti. È catalogato con il numero 33.

Madonna col Bambino (Madonna del granduca), realizzata nel 1504 con tecnica ad olio su tavola, misura 84 x 55 cm. E si trova a Palazzo Pitti a Firenze. Il dipinto è catalogato con il numero 33.

In precedenza il dipinto apparteneva al pittore Carlo Dolci, che lo vendette a Ferdinando III d’Asburgo Lorena nel 1799. Quest’ultimo era talmente affezionato al quadro che non se ne separava mai, nemmeno quando si metteva in viaggio.

Generalmente la cronologia di questa Madonna è riferita al 1505 ma è stata leggermente anticipata dal Longhi, sul fatto che l’artista avrebbe potuto eseguirla subito, o poco dopo, il suo arrivo a Firenze.

Nella tavola si intravede uno fra i primi ed elementari cambiamenti rispetto alle opere precedenti (periodo fiorentino) circa il tema della Madonna col Bambino. Infatti si nota un certo bilanciamento e una certa corrispondenza tra la leggera rotazione del corpo della Madonna e quella del Bambino, che risulta fatta in senso contrario.

Gli influssi di Leonardo appaiono abbastanza evidenti nella morbida dilatazione spaziale dei vari piani e nelle degradazioni coloristiche ben impostate, con efficaci effetti di luce-ombra.

Il sogno del cavaliere

Raffaello Sanzio: Il sogno del cavaliere, 1503-1504, olio su tavola, 17×17 cm
Raffaello Sanzio: Il sogno del cavaliere, 1503-1504, olio su tavola, 17×17 cm., National Gallery, Londra

Il sogno del cavaliere, realizzato intorno al 1504-05 con tecnica a olio su tavola, misura 17 x 17 cm. e si trova nella National Gallery di Londra.

L’interpretazione del dipinto in esame appare alquanto controversa. Infatti le due immagini femminili (Voluptas e Virtus), che generalmente sono in contrapposizione tra loro, qui sembrano realizzate in ottemperanza ai principi del neoplatonismo. Sembra che l’artista abbia voluto armonizzare le tendenze delle due figure: il desiderio terreno della Voluptas e quello contemplativo della Virtus.

È probabile che facesse parte di un dittico che conteneva anche “Le tre Grazie” (tavoletta di uguale dimensione sotto raffigurata)

Vai agli approfondimenti sul Sogno del cavaliere.

Le tre Grazie

Raffaello Sanzio: Le tre Grazie, 1503-1504 olio su tavola, 17×17 cm, Museo Condé, Chantilly
Raffaello Sanzio: Le tre Grazie, 1503-1504
olio su tavola, 17×17 cm, Museo Condé, Chantilly

Il dipinto delle Tre Grazie, realizzato intorno al 1504-05 con tecnica ad olio su tavola, misura 17 x 17 cm. e si trova nel Museo Condé a Chantilly.

La piccolissima composizione faceva parte della collezione Borghese a Roma, come viene accennato da Manili in “Villa Borghese”. È probabile che facesse parte di un dittico che conteneva anche “Il sogno del cavaliere” (tavoletta di uguale dimensione sopra raffigurata).

Da fonti attendibili e documentate si ricava che Le tre Grazie, nel corso del XIX secolo, furono trasferite in Inghilterra. Qui passarono in diverse raccolte, quindi, nel 1885, pervennero in Francia nel Museo Condé a Chantilly, l’attuale sede.

Per quanto riguarda la cronologia dell’opera, il Longhi la riferì al biennio 1504-1505, ormai accettato e consolidato dagli studiosi di storia dell’arte più recenti.  Vai agli approfondimenti sulle Tre Grazie.

Ritratto di dama

Raffaello Sanzio: “Ritratto di dama con liocorno“ realizzato con tecnica ad olio su tela (riportato su tavola) nel 1505 – 1506, misura 65 x 51 cm. ed è custodito alla Galleria Borghese di Roma.
Raffaello Sanzio: “Ritratto di dama con liocorno“ realizzato con tecnica ad olio su tela (riportato su tavola) nel 1505 – 1506, misura 65 x 51 cm. ed è custodito alla Galleria Borghese di Roma.

Il Ritratto di dama con liocorno, realizzato intorno al 1505-06 con tecnica ad olio su tela (poi trasferito su tavola), misura 65 x 51 cm. e si trova nella Galleria Borghese a Roma.

La donna effigiata viene identificata da alcuni esperti di storia dell’arte in Santa Caterina d’Alessandria. L’Ortolani la identificò invece in la “Vera” Maddalena, ovvero in Maddalena Strozzi, moglie di Agnolo Doni. Esiste però un Ritratto della stessa Maddalena, realizzato dall’artista nel 1505, raffigurata con sembianze assai diverse dalla Dama con liocorno e, quindi, per tal motivo la seconda identificazione non venne accolta con favore.

Nel 1935 la tavola fu sottoposta ad un restauro che mise a nudo la stesura originale mostrando il liocorno ed un più ampio sfondo paesaggistico. Vai agli approfondimenti sulla Dama con liocorno.

Pala Baglioni

Raffaello: Pala Baglioni, Galleria Borghese, Roma
Raffaello Sanzio: Pala Baglioni, particolare della Deposizione (Il trasporto di Cristo), cm. 176, Galleria Borghese, Roma.

La Pala Baglioni” (conosciuta anche come il “Trasporto di Cristo”, o la “Deposizione”, o la “Deposizione Borghese”) è un’opera realizzata nel 1507 con tecnica ad olio su tavola, misura 184 x 176 cm. e si trova nella Galleria Borghese a Roma.

Sulla composizione appare la firma dell’artista “RAPHAEL VRBINAS” (si legga RAPHAEL URBINAS) e la data scritta in caratteri romani “M. D. VII”. La pala Baglioni fu commissionata a Raffaello da Atalanta Baglioni, che la dedicò al figlio Grifonetto, assassinato da alcuni membri di quella stessa famiglia nel 1500 per il controllo della Signoria di Perugia.

Fu proprio Atlanta a scegliere quel tema per rispecchiare nella sofferenza della Vergine il proprio dolore per l’uccisione del figlio.

La pala fu portata nella chiesa di San Francesco al Prato a Perugia, ove sostò fino al 1608, quando venne prelevata. ad insaputa dei perugini, per essere inviata a papa Paolo V.  Più tardi, lo stesso papa la cedette al cardinale Scipione Borghese, suo nipote.

I perugini si accorsero subito dell’indebito prelievo e richiesero che la pala venisse loro restituita. Come risposta pervenne alla chiesa una copia della Deposizione in esame realizzata dal Cavalier d’Arpino.

Nel 1797, insieme a moltissime opere di altri grandi maestri, la pala di Raffaello fu trasferita in Francia come bottino di guerra napoleonico. Nel 1915 la Deposizione rientrò in Italia; attualmente si trova nella Galleria Borghese. Vai agli approfondimenti sulla Pala Baglioni.

Sacra famiglia con i santi Elisabetta e Giovannino

Raffaello Sanzio: Sacra famiglia Canigiani, Monaco Alte Pinakothek (cm. 98)
Raffaello Sanzio: “SACRA FAMIGLIA CON I SANTI ELISABETTA E GIOVANNINO (Sacra famiglia Canigiani)” realizzato con tecnica ad olio su tavola nel 1507, misura 131 x 107 cm. ed è custodito a Monaco alla Alte Pinakothek.

La Sacra famiglia con i santi Elisabetta e Giovannino (conosciuta anche come Sacra famiglia Canigiani), realizzata nel 1507 con tecnica ad olio su tavola, misura 131 x 107 cm. e si trova nella Alte Pinakothek a Monaco.

La scritta “RAPHAEL VRBINAS” (la V si legga come U) appare lungo l’orlo dell’abito della Vergine.

La composizione in esame apparteneva alla famiglia Canigiani. Infatti dalle Vite di Giorgio Vasari si ricava che il celebre storico la vide presso gli eredi di Domenico Canigiani, il primo proprietario. Più tardi passò nelle collezioni medicee e quindi ad Anna Maria Luisa, che lo dirottò alla Galleria di Dùsseldorf. Nel 1801 la Sacra famiglia fu trasferita a Monaco.

La cronologia, assegnata all’opera con pressoché unanimità fra gli studiosi di storia dell’arte, viene riferita al 1507. Tuttavia ci sono alcuni critici che la datano al 1508 (Gamba). Vai agli approfondimenti sulla Sacra famiglia Canigiani.

Madonna del cardellino

Raffaello Sanzio: “Madonna del cardellino“ realizzato con tecnica ad olio su tavola nel 1507, misura 107 x 77 cm. ed è custodito agli Uffizi di Firenze.
Raffaello Sanzio: “Madonna del cardellino“ realizzato con tecnica ad olio su tavola nel 1507, misura 107 x 77 cm. ed è custodito agli Uffizi di Firenze.

La Madonna del cardellino, realizzata nel 1507 con tecnica a olio su tavola, misura 107 x 77 cm. e si trova nella Galleria degli Uffizi a Firenze.

Il dipinto venne commissionato dal facoltoso mercante di indumenti di lana Lorenzo Nasi in occasione del suo matrimonio.

Nel 1547 la Madonna del cardellino fu seriamente danneggiata in seguito al crollo del soffitto di casa Nasi: della tavola si contarono ben 17 pezzi. I frammenti recuperati, in seguito ad un’accurata ricomposizione, ritornarono parte integrante del dipinto, che lo riportarono pressoché all’originale splendore.

Il danneggiamento viene ricordato dal Vasari, che nel 1568 scrive nella sua seconda edizione delle Vite: «Ritrovati i pezzi, fra i calcinacci della rovina, furono da Battista, figlio di Lorenzo, amorevolissimo dell’arte, fatti rimettere insieme in quel miglior modo che si potesse».

Le analisi approfondite del Novecento, fatte anche con l’aiuto della radiologia, evidenziarono le interruzioni della stesura pittorica tra i pezzi assemblati nei punti in cui furono aggiunti i nuovi pigmenti. Vai agli approfondimenti sulla Madonna del cardellino.

La bella giardiniera

Raffaello: Madonna con il bambino e San Giovannino, tecnica ad olio su tavola, anno 1507-08, dimensioni 122 x 80 cm, Louvre, Parigi.
Raffaello: Madonna con il bambino e San Giovannino, tecnica ad olio su tavola, anno 1507-08, dimensioni 122 x 80 cm, Louvre, Parigi.

La bella giardiniera, o Madonna con il bambino e San Giovannino, realizzata intorno 1507-08 con tecnica ad olio su tavola, misura 122 x 80 cm. e si trova nel Museo del Louvre a Parigi.

La composizione reca la firma di Raffaello. La scritta indicante la data però risulta  chiara soltanto nelle prime tre cifre. La quarta la si può interpretare  sia come un 7, che come un 8.

Raffaello realizzò la Bella giardiniera dopo la Madonna del cardellino (più sopra raffigurata) e la Madonna del Belvedere che si trova a Vienna nel Kunsthistorischesw Museum.

La cronologia della tavola in esame coincide con la fine del periodo fiorentino del Sanzio, quando egli era all’apice del suo cammino artistico.

Secondo alcuni studiosi di storia dell’arte, a proposito di questa composizione, il mantello della Vergine sarebbe stato portato a compimento da Ridolfo del Ghirlandaio, quando Raffaello si stava preparando per il suo soggiorno romano. Vai agli approfondimenti sulla Bella giardiniera.

Sacra Famiglia con l’agnello

Raffaello Sanzio: Sacra Famiglia con l’agnello, realizzato con tecnica ad olio su tavola nel 1507 , misura 29 x 21 cm. ed è custodito nel Museo del Prado a Madrid.
Raffaello Sanzio: Sacra Famiglia con l’agnello, realizzato con tecnica ad olio su tavola nel 1507 , misura 29 x 21 cm. ed è custodito nel Museo del Prado a Madrid.

La Sacra Famiglia con l’agnello, realizzata nel 1507 con tecnica ad olio su tavola, misura 29 x 21 cm. e si trova nel Museo del Prado a Madrid.

L’opera, che si trova dal 1837 a Madrid nel Museo del Prado, in precedenza faceva parte della Raccolta Falconieri di Roma. Nel Settecento fu venduta, secondo alcuni studiosi di storia dell’arte, all’Escorial.

La tavola reca le scritte della datazione e della firma sull’orlo dell’abito della Vergine. Vi si legge: “RAPHAEL VRBINAS (leggi URBINAS) MDVII”. Tuttavia vi furono subito delle discordanze fra i critici sulla cronologia: per alcuni si trattava del 1505, per altri 1506, ma la recente critica è d’accordo con il 1507. Vai agli approfondimenti sulla Sacra Famiglia con l’agnello.

Ritratto di Agnolo Doni e Maddalena Strozzi

Raffaello Sanzio: “Ritratto di Agnolo Doni“ realizzato con tecnica ad olio su tavola nel 1506, misura 63 x 45 cm. ed è custodito a Palazzo Pitti, Firenze.
Raffaello Sanzio: “Ritratto di Agnolo Doni“ realizzato con tecnica ad olio su tavola nel 1506, misura 63 x 45 cm. ed è custodito a Palazzo Pitti, Firenze.
Raffaello Sanzio: “Ritratto Maddalena”anch’esso eseguito con tecnica ad olio su tavola nel 1506 (63 x 45) e come l’altro si trova custodito a Palazzo Pitti, Firenze.
Raffaello Sanzio: “Ritratto Maddalena”anch’esso eseguito con tecnica ad olio su tavola nel 1506 (63 x 45) e come l’altro si trova custodito a Palazzo Pitti, Firenze.

Il Ritratto di Agnolo Doni, realizzato nel 1506 con tecnica ad olio su tavola, misura 63 x 45 cm. e si trova a Palazzo Pitti, Firenze.

Il Ritratto Maddalena, anch’esso opera dell’artista realizzato nello stesso anno con tecnica ad olio su tavola, misura 63 x 45 cm. e si trova nella stessa sede a Firenze.

Riguardo gli effigiati trattasi degli stessi coniugi per i quali anche Michelangelo Buonarroti esegui, poco prima, il Tondo Doni in occasione della loro unione.

Ritornando a Raffaello, due coniugi sono ripresi a mezzo busto, entrambi in tre quarti con lo sguardo verso il fruitore dell’opera.

Lo sfondo dei due dipinti mostra un ampio cielo ed una luminosa paesistica collinare. Vai agli approfondimenti sui Ritratti di Agnolo Doni e Maddalena Strozzi.

Madonna del Baldacchino

Raffaello Sanzio: “Madonna del Baldacchino”, 279 x 217 cm., olio su tela, databile al 1506-1508, Galleria Palatina di Firenze.
Raffaello Sanzio: “Madonna del Baldacchino”, 279 x 217 cm., olio su tela, databile al 1506-1508, Galleria Palatina di Firenze.

La Madonna del Baldacchino, realizzata intorno al 1506-08 con tecnica ad olio su tela, misura 279 x 217 cm. e si trova nella Galleria Palatina di Firenze.

L’opera fu la prima fra le importanti commissioni in ambito fiorentino con tematica religiosa.

Fu commissionata all’artista intorno al 1507 per essere ubicata nella cappella Dei della chiesa di Santo Spirito.

Nel 1508 lo stesso Raffaello fu chiamato in Vaticano da Giulio II. Proprio per l’improvvisa partenza per Roma, il dipinto rimase incompiuto, subendo anche varie vicende. Vai agli approfondimenti sulla Madonna del baldacchino.

Adamo ed Eva

Raffaello Sanzio: Adamo ed Eva – Particolare della volta:, Stanza della Segnatura, Vaticano, cm. 170 –
Raffaello Sanzio: Adamo ed Eva – Particolare della volta:, Stanza della Segnatura, Vaticano, cm. 170 –

Adamo ed Eva, realizzata nel 1508 nella volta della stanza della Segnatura con tecnica ad ad affresco, misura 120 x 105 cm. e si trova nelle stanze vaticane.

In dipinto, oltre ai diversi richiami alla pittura classica, appaiono affinità leonardesche, soprattutto nella figura di Eva. Vai agli approfondimenti su Adamo ed Eva.

La disputa del Sacramento

Raffaello Sanzio: La disputa del Sacramento
Raffaello e la stanza della Segnatura: “La disputa del Sacramento”, stanza della Segnatura (Vaticano), 1509 e misura 770 cm. (base) x 500 c. (altezza).

La disputa del Sacramento, realizzata nel 1509 con tecnica ad affresco nella stanza della Segnatura, misura  770  x 500 cm. e si trova nelle Stanze Vaticane.

È probabile che in origine il titolo del quadro fosse il “Trionfo della Chiesa” o il “Trionfo dell’Eucarestia”. Per un’errata interpretazione di alcuni passi delle Vite di Giorgio Vasari, dal Seicento si è portata avanti la denominazione che tutti conosciamo, cioè la “Disputa del Sacramento). Vai agli approfondimenti sulla Disputa del Sacramento.

La Scuola di Atene

Raffaello Sanzio: “La Scuola di Atene“, stanza della Segnatura (Vaticano), fra il 1509 ed il 1511, misura 772 cm. (base) x 500 cm. (altezza).
Raffaello Sanzio: “La Scuola di Atene“, stanza della Segnatura (Vaticano), fra il 1509 ed il 1511, misura 772 cm. (base) x 500 cm. (altezza).

La Scuola di Atene, realizzata fra il 1509 ed il 1511 con tecnica ad affresco e si trova nella stanza della Segnatura in Vaticano. Il dipinto misura 772 cm. (base) x 500 cm. (altezza).

Gli affreschi nella stanza della Segnatura sono rappresentati con un’autentica chiarezza nella coloristica, soprattutto nella raffigurazione dei personaggi, dove l’artista ha integrato, oltre al vigore ed alla plasticità, le solide forme michelangiolesche. Vai agli approfondimenti sulla Scuola di Atene.

Parnaso

Raffaello Sanzio: Il Parnaso, Stanza della Segnatura, Vaticano, cm. 670.
Raffaello Sanzio: Il Parnaso, Stanza della Segnatura, Vaticano, cm. 670.

Il Parnaso è un dipinto realizzato con tecnica ad affresco intorno al 1510-11, misura  670 cm. (base) e si trova nella stanza della Segnatura in Vaticano.

L’assieme dell’affresco in esame comprende anche la zona muraria ai lati della finestra la cui apertura si mostra incuneata nello stesso dipinto. Vai agli approfondimenti sul Parnaso.

L’Incendio di Borgo

Raffaello Sanzio: Stanza dell’Incendio di Borgo: L’Incendio di Borgo (coadiuvato dal Penni e Giulio Romano). Città del Vaticano.
Raffaello Sanzio: Stanza dell’Incendio di Borgo: L’Incendio di Borgo (coadiuvato dal Penni e Giulio Romano). Città del Vaticano.

L’Incendio di Borgo è un affresco di Raffaello (e suoi collaboratori Penni e Giulio Romano) realizzato nel 1514, misura 670 cm. (in larghezza) e si trova nella stanza dell’incendio in Vaticano.

Per quanto riguarda l’autografia dell’affresco sono ancora valide le ipotesi del Cavalcaselle che interessano i lati sinistro e destro attribuite a Giulio Romano. Vai agli approfondimenti dell’Incendio di Borgo.

Il Trionfo di Galatea

Raffaello Sanzio: “Il Trionfo di Galatea“, anno 1511, cm. 295 x 225, Farnesina (Roma).
Raffaello Sanzio: “Il Trionfo di Galatea“, anno 1511, cm. 295 x 225, Farnesina (Roma).

Il Trionfo di Galatea (1511), realizzato con tecnica ad affresco. Il dipinto misura 295 x 225 cm.  e si trova alla Farnesina (Roma).

Raffaello posizionò “Il trionfo di Galatea” sotto una lunetta di Sebastiano del Piombo. Vai agli approfondimenti sul Trionfo di Galatea.

La muta

La muta, Urbino Galleria Nazionale (cm. 48).
Raffaello Sanzio: La muta, Urbino Galleria Nazionale (cm. 48).

Ritratto di donna (conosciuta anche come La muta), realizzata nel 1507 con tecnica ad olio su tavola,  misura 64 x 48 cm. e si trova nella Galleria Nazionale delle Marche a Urbino.

Alcuni studiosi di storia dell’arte sostennero la tesi che l’elegante figura fosse rappresentata da Elisabetta Gonzaga (Filippini, “CEDA”, 1925). Altri esperti invece, proposero una componente della famiglia Strozzi, ma tale ipotesi non ebbe seguito. Vai agli approfondimenti sulla Muta.

Ritratto di cardinale

Raffaello Sanzio: Ritratto di cardinale, Madrid Prado (cm. 62).
Raffaello Sanzio: Ritratto di cardinale, Madrid Prado (cm. 62).

Il Ritratto di cardinale, realizzato intorno al 1510-11 con tecnica ad olio su tavola, misura 79 x 61 cm. e si trova al Museo del Prado a Madrid.

Non si conosce l’identità del cardinale effigiato. Per alcuni esperti di storia dell’arte si trattava Giulio de’ Medici, per altri del Bibbiena, o Innocenzo Cybo, o Alidosi, o Scaramuzza-Trivulzio, o Ippolito d’Este. Vai agli approfondimenti sul Ritratto di cardinale.

Madonna d’Alba

Raffaello Sanzio: Madonna d’Alba, cm. 98 di diametro, National Gallery of Washington.
Raffaello Sanzio: Madonna d’Alba, cm. 98 di diametro, National Gallery of Washington.

Madonna d’Alba, conosciuta anche come Madonna con il Bambino e San Giovannino, fu realizzata nel 1511 con tecnica a olio su tavola (trasferita su tela), misura 98 cm. di diametro e si trova nella National Gallery di Washington.

La raffigurazione di questa Madonna ricorda quella “dell’Umiltà” dello stesso artista, con la Vergine seduta sul terreno e il Bambino appoggiato sulla sua gamba. Vai agli approfondimenti sulla Madonna d’Alba.

Madonna di Foligno

Raffaello Sanzio: Madonna di Foligno (Sacra conversazione), Roma Pinacoteca Vaticana.
Raffaello Sanzio: Madonna di Foligno (Sacra conversazione), Roma Pinacoteca Vaticana.

La Madonna di Foligno, conosciuta anche come la Sacra conversazione, è un dipinto realizzato intorno al 1511-12 con tecnica a olio su tavola, misura 320 x 194 cm. e si trova nella Pinacoteca Vaticana. Nel 1800-1801 l’opera  fu trasferita su tela.

La Madonna col Bambino appare seduta sulle nuvole nella parte più alta del dipinto, circoscritta in un nimbo dalle calde e chiare tonalità, tendenti al giallo-arancio per contrastare gradevolmente i profondi blu della volta celeste. Vai agli approfondimenti sulla Madonna di Foligno.

La cacciata di Eliodoro dal tempio

Raffaello Sanzio: La cacciata di Eliodoro dal tempio, Stanza di Eliodoro, cm. 750 (base), Vaticano.
Raffaello Sanzio: La cacciata di Eliodoro dal tempio, Stanza di Eliodoro, cm. 750 (base), Vaticano.

La cacciata di Eliodoro dal tempio è un’opera realizzata intorno al 1511-12 con tecnica ad affresco, misura 750 x 500 cm. ed è custodita nella Stanza di Eliodoro in Vaticano.

La tematica è una tragica raffigurazione, dove, a differenza della solenne pacatezza delle opere di Raffaello, in particolare del Tempio della Scuola d’Atene, qui il moto rapido e fremente percorre tutti i personaggi rappresentati. Sembra quasi che questi vengano spinti verso i lati, mentre al centro regna la calma del “vuoto”. Vai agli approfondimenti sulla La cacciata di Eliodoro dal tempio

La messa di Bolsena

Raffaello Sanzio: La Messa di Bolsena della stanza di Eliodoro, Vaticano.
Raffaello Sanzio: La Messa di Bolsena della stanza di Eliodoro, Vaticano.

La Messa di Bolsena della stanza di Eliodoro, realizzata intorno al 1511-14 con tecnica ad affresco, misura 500 x 660 cm. e si trova nella stanza di Eliodoro in Vaticano.

In questa composizione l’artista raffigura l’episodio avvenuto a Bolsena nel 1263, dove, durante una messa un prete boemo, nella fase della consacrazione, stillò il sangue di Cristo dall’ostia. In quell’occasione macchiò il corporale confermando la verità della transustanziazione di cui aveva forti dubbi. Avvenne, cioè, la trasformazione del pane e del vino in quella del corpo e del sangue nell’Eucarestia. Vai agli approfondimenti sulla Messa di Bolsena.

Madonna della seggiola

Raffaello Sanzio: Madonna della seggiola, Firenze Palazzo Pitti (diam. 71 cm.).
Raffaello Sanzio: Madonna della seggiola, Firenze Palazzo Pitti (diam. 71 cm.).

Madonna col Bambino e san Giovannino, meglio conosciuta come Madonna della seggiola, fu realizzata nel 1514 con tecnica ad olio su tavola, misura 71 cm. di diametro e si trova a Palazzo Pitti a Firenze.

Il dipinto fu sin dagli inizi di proprietà della famiglia de’ Medici. Prima di pervenire a Palazzo Pitti si trovava nella Galleria degli Uffizi. Vai agli approfondimenti sulla Madonna della seggiola.

Ritratto di Fedra Inghirami

Raffaello Sanzio: Ritratto di Fedra Inghirami, cm. 62, Palazzo Pitti, Firenze.
Raffaello Sanzio: Ritratto di Fedra Inghirami, cm. 62, Palazzo Pitti, Firenze.

Il Ritratto di Fedra Inghirami, realizzato nel 1516 con tecnica ad olio su tavola, misura 90 x 62 cm. e si trova a Palazzo Pitti a Firenze.

Il dipinto faceva parte della raccolta del cardinale Leopoldo de’ Medici. Vai agli approfondimenti sul Ritratto di Fedra Inghirami.

Ritratto di Baldassar Castiglione

Raffaello Sanzio: Ritratto di Baldassar Castiglione, Parigi Louvre (cm. 67)
Raffaello Sanzio: Ritratto di Baldassar Castiglione, Parigi Louvre (cm. 67)

Il Ritratto di Baldassar Castiglione, realizzato nel 1514-15 con tecnica ad olio su tavola, misura 82 x 67 cm. e si trova nel Museo Louvre a Parigi.  Vai agli approfondimenti sul Ritratto di Baldassar Castiglione.

La velata

Raffaello Sanzio: La velata, Firenze Palazzo Pitti (cm. 64).
Raffaello Sanzio: La velata, Firenze Palazzo Pitti (cm. 64).

La Velata (o donna velata), realizzata nel 1516 con tecnica ad olio su tavola, misura 85 x 64 cm. e si trova a Palazzo Pitti a Firenze.

Il dipinto viene ricordato da diversi studiosi di storia dell’arte (Vasari, Borghini, Bocchi) che identificarono il proprietario in un certo Matteo Botti, mercante d’arte. Nel 1619 la composizione pervenne in casa de’ Medici. Vai agli approfondimenti sulla Velata.

Madonna Sistina

Raffaello Sanzio: Madonna Sistina, Gemäldegalerie, Dresda. (265 x 196 cm).
Raffaello Sanzio: Madonna Sistina, Gemäldegalerie, Dresda. (265 x 196 cm).

Madonna Sistina è un’opera realizzata intorno al 1513-14 con tecnica a olio su tela, misura 265 x 196 cm. e si trova nella Gemäldegalerie a Dresda.

Gli esperti di storia dell’arte, studiando i fattori relativi alla cronologia, tra cui quello dei periodi stilistici, la riferiscono universalmente alla prima fase di pontificato di Leone X, prima, cioè, dell’Estasi di santa Cecilia. Vai agli approfondimenti sulla Madonna Sistina.

La Visione di Ezechiele

Raffaello Sanzio: Visione di Ezechiele, Firenze Palazzo Pitti (30 cm.).
Raffaello Sanzio: Visione di Ezechiele, Firenze Palazzo Pitti (30 cm.).

La visione di Ezechiele è un dipinto realizzato nel 1518 con tecnica ad olio su tavola, misura 40 x 30 cm. e si trova a Palazzo Pitti a Firenze.

Il Vasari, parlando di quest’opera cita il proprietario, conte Ercolani di Bologna: “un quadretto di figure piccole … dentrovi un Cristo, a uso di Giove, in cielo e dattorno i quattro evangelisti, come gli descrive Ezechiel, uno a guisa di uomo e l’altro di leone e quello d’aquila e il [quarto] di bue, con un paesino sotto, figurato per terra, non meno raro e bello nella sua piccolezza, che siano l’altre cose sue nelle grandezze loro”. Vai agli approfondimenti sulla Visione di Ezechiele.

La Loggia della Psiche

Raffaello Sanzio: Loggia della Psiche, Roma Farnesina (dimensioni pavimento m. 19,30 x 7,50).
Raffaello Sanzio: Loggia della Psiche, Roma Farnesina (dimensioni pavimento m. 19,30 x 7,50).

La Loggia si trova al piano terreno della Farnesina nella Galleria decorata per Agostino Chigi. Qui vengono rappresentati i brani della leggenda di Psiche che furono tratti dall’Asino d’oro di Apuleio.

Si mostra come uno splendido pergolato, con raffigurazioni di festoni in comparti della volta, in cui le figure vengono evidenziate nell’intenso azzurro del cielo. Vai agli approfondimenti sulla Loggia della Psiche.

Ritratto di Giovanna d’Aragona

Raffaello Sanzio: Giovanna d’Aragona, Parigi, Louvre (120 x 90).
Raffaello Sanzio: Giovanna d’Aragona, Parigi, Louvre (120 x 90).

Il ritratto di Giovanna d’Aragona è un’opera attribuita a Raffaello Sanzio, realizzata intorno al 1518 con tecnica ad olio su tela, misura 120 x 90 cm. e si trova nel Museo del Louvre a Parigi.

Il ritratto fu realizzato su commissione del cardinale Bernardo Dovizi da Bibbiena. L’opera fu trasferita in Francia in donazione a Francesco I di Valois (Cognac, 1494 – Rambouillet, 1547) . Vai agli approfondimenti sul ritratto di Giovanna d’Aragona

La Fornarina

Raffaello Sanzio: La fornarina, Roma Galleria Borghese (cm. 60).
Raffaello Sanzio: La fornarina, Roma Galleria Borghese (cm. 60).

La fornarina, o Ritratto di giovane donna, è un dipinto realizzato intorno al 1518-19 con tecnica ad olio su tavola, misura 85 x 60 cm. e si trova nella Galleria Nazionale d’arte antica a Roma.

Il bracciale della donna mostra la scritta “Raphael Vrbinas”. Vai agli approfondimenti sulla Fornarina.

La Trasfigurazione

Raffaello Sanzio: La Trasfigurazione, Roma Pinacoteca Vaticana.
Raffaello Sanzio: La Trasfigurazione, Roma Pinacoteca Vaticana.

La trasfigurazione è un dipinto di Raffaello (solo la parte superiore, qui sopra raffigurata) realizzato intorno al 1518-20 con tecnica ad olio su tavola, misura 405 x 278 cm. e si trova nella Pinacoteca Vaticana a Roma. Vai agli approfondimenti sulla Trasfigurazione.

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