Madonna con il Bambino (Pannelli di polittico) di Cosmè Tura

Cosmè Tura: Pannelli di polittico – Madonna con il Bambino

Cosmè Tura: Pannelli di polittico - Madonna con il Bambino
Cosmè Tura: Pannelli di polittico (1) – Madonna con il Bambino, cm. 45 x 30, Galleria dell’Accademia Carrara, Bergamo.

Sull’opera: “Madonna con il Bambino” è un dipinto autografo di Cosmè Tura, appartenente alla serie di elementi definita “Pannelli di Polittico (1)”, realizzato con tecnica a olio su tavola nel 1475, misura 45 x 30 cm. ed è custodito nella Galleria dell’Accademia Carrara a Bergamo. 

  Le sei tavole, che hanno pressappoco tutte le medesime dimensioni, sono considerate componenti di uno o più polittici. Gli studiosi hanno dibattuto, e stanno ancora discutendo, sulla questione dell’appartenenza a due pale andate perdute nel tempo. Quella di San Giacomo ad Argenta citata da L. N. Cittadella e quella di San Luca in Borgo a Ferrara, ricordata dal Baruffaldi.

Da uno studio approfondito il Ricci (1905) concluse che la ricostruzione del polittico corrispondesse a quello di San Luca in Borgo nel quale la presente tavola stesse al centro. Ai lati, S. Antonio da Padova, (Louvre, Parigi), S. Giacomo Maggiore (Musée des Beaux Arts a Caen), S. Domenico (Uffizi di Firenze), S. Sebastiano (Staatliche Museen) e S. Cristoforo (Staatliche Museen). Tale disposizione venne favorevolmente avallata da Adolfo Venturi, dal Longhi e dal Gombosi.

Nella presente “Madonna col Bambino” si avvisano forti richiami alla Primavera  della National Gallery di Londra e alla Madonna col Bambino dormiente della Galleria dell’Accademia di Venezia. La tavola risulta segata come pure il San Domenico degli Uffizi di Firenze.

“San Francesco d’Assisi e l’Angelo Annunciante” di Cosmè Tura

San Francesco d’Assisi e l’Angelo Annunciante di Cosmè Tura

San Francesco d'Assisi e l'Angelo Annunciante
San Francesco d’Assisi e l’Angelo Annunciante, ciascuno cm. 30 x 11, National Gallery of Arts, Washington.
Vergine Annunciante e San Maurelio,
Vergine Annunciata e San Maurelio, ciascuno cm. 30 x 11, National Gallery of Arts, Washington.

Sulle opere: “San Francesco d’Assisi e l’Angelo Annunciante” e “Vergine Annunciata e San Maurelio” sono quattro dipinti autografi di Cosmè Tura, appartenenti alla serie “Pannelli di Polittico 2”, realizzati con tecnica a olio su tavola nel 1475, misurano ciascuno 30 x 11 cm. e sono custoditi nella National Gallery of Arts a Washington.

  San Francesco d’Assisi: La tavola in precedenza faceva parte della collezione Cook a Richmond (Surrey), ed era fisicamente unita alle altre tre sopra raffigurate.

Secondo A. Venturi (1914) tutte e quattro i dipinti costituivano – insieme ad altri – i pilastrini del Polittico Roverella, ma in base alla legge dei piani prospettici il Longhi (1933) non avallò tale ipotesi perché, per l’appunto, “la prospettiva delle quattro tavolette dimostra ch’esse furono destinate ad uno stesso piano”.

  L’Ortolani (1941), pensando che che potessero “aver fatto parte delle otto immagini di santini dipinti da Cosmè nel ’75 sugli sportelli del piccolo trittico commessogli dal duca d’Este Ercole I”, ipotizzò tuttavia l’ordine cronologico dei quattro elementi in esame riferendoli – per alcune similitudini ed affinità – al periodo del polittico di San Maurelio (pagina successiva).

Le altre tre tavole, dallo stesso stile, dimensioni (differenze millimetriche) e cronologia, seguono la storia esterna del S. Francesco.

 

Il “Polittico di S. Maurelio” di Cosmè Tura

Polittico di San Maurelio di Cosmè Tura

Polittico di San Maurelio - Il giudizio di San Maurelio
Giudizio di San Maurelio, diam. cm. 48, Pinacoteca Nazionale di Ferrara
Polittico di San Maurelio - Martirio di San Maurelio
Martirio di San Maurelio, diam. cm. 48, Pinacoteca Nazionale di Ferrara.

Sull’opera: Il “Polittico di S. Maurelio” costituiva una serie formata da un numero imprecisabile di dipinti – in gran parte andati perduti – autografi di Cosmè Tura, realizzati con tecnica a olio su tavola. Gli elementi residui, raffigurati nella presente pagina, hanno entrambi un diametro di 48 cm. e sono custoditi nella Pinacoteca Nazionale di Ferrara.

  Il complesso pittorico, composto da più elementi, si trovava originariamente  nella chiesa di San Giorgio fuori le Mura a Ferrara, ubicato nella cappella dedicata al santo. Più tardi venne trasferito – e qui incominciò il degrado e la perdita dei vari elementi – nella sagrestia e quindi nelle varie dello stesso convento.

 I due tondi sopra raffigurati, che costituiscono i soli “pezzi superstiti”, appartennero al ferrarese Filippo Zafferini, che nel 1817, in cambio di una pala di Sebastiano Filippi, detto il Bastianino (Lendinara, intorno al 1536 – 23 Agosto 1602), li cedette al comune di Ferrara. Le due tavole rimasero fino al 1836 nella residenza personale del magistrato comunale, quando pervennero alla Pinacoteca Nazionale ferrarese. Secondo Adolfo Venturi (1914) le due opere farebbero parte del polittico Roverella, ipotesi questa assai difficile da avallare date le differenti dimensioni: 48 cm. dei presenti tondi contro i 38-39 degli elementi della predella del polittico sopra considerato.

GIUDIZIO DI SAN MAURELIO: Il tondo venne attribuito al Tura da L. N. Cittadella (1872), mentre il catalogo della pinacoteca ferrarese qualche anno dopo (1887) ancora lo riferiva al Cossa. L’Ortolani (1941) vi avvertiva “in germe la trazione drammatica dei soldati che trascinano Cristo al Calvario nel capolavoro di Ercole de’ Roberti“.

MARTIRIO DI SAN MAURELIO: a proposito di questa tavola il Salmi (1957) scriveva: “Le asciutte figure degli astanti, disposte a semicerchio, in vesti attillatissime che ripetono, ma incupiti, i rapporti cromatici del dipinto precedente (riferimento al Giudizio di san Maurelio) hanno forme nettamente disegnate dai contorni taglienti”.

“Sant’Antonio da Padova” di Cosmè Tura

Sant’Antonio da Padova di Cosmè Tura

Cosmè Tura: Sant'Antonio da Padova
Sant’Antonio da Padova, cm 178 x 80, Galleria Estense, Modena.

Sull’opera: “Sant’Antonio da Padova” è un dipinto autografo di Cosmè Tura, realizzato con tecnica a olio su tavola nel 1484, misura 178 x 80 cm. ed è custodito nella .Galleria Estense di Modena.

  In precedenza l’opera era ubicata nella chiesa di San Niccolò a Ferrara. Più tardi venne trasferita nelle sale delle collezioni Sacchetti, Costabili e Santini (tutte ferraresi). La Pinacoteca Nazionale di Ferrara l’acquistò nel 1906 dall’antiquario Tavozzi.

A proposito del dipinto in esame riportiamo alcune citazioni di eminenti studiosi della Storia dell’arte:

Il Pallucchini (1945) scriveva: “È una delle affermazioni più originali dell’arte italiana di quel secolo. Come battuto in metallo, s’innalza sullo sfondo irreale la figura del santo contenuta a stento nell’esile architettura dei contorno. Poche volte tanta unità d’ispirazione concisa e sottile s’è trasfusa in altrettanta unità di stile”

Il Laderchi (1865) vi avvertiva “la franchezza con cui è lavorata e la grandiosità adoperatavi non permettono di crederlo”.

Secondo il Salmi “l’effetto fantastico, inverosimile, è di quelli che piacciono al Tura. L’artista trova tuttavia lo spunto, per giungere a certi arditi risultati cromatici, nei giucchi veri fra l’acqua, l’atmosfera e il sole, in luoghi acquitrinosi”.

La tavola fu restaurata nel 1932 dal Pellicioli.

 

San Maurelio (Poldi Pezzoli) di Cosmè Tura

Cosmè Tura: San Maurelio (Poldi Pezzoli)

Cosmè Tura: San Maurelio (Poldi Pezzoli)
Cosmé Tura: San Maurelio, cm. 21 x 12, Museo Poldi Pezzoli, Milano.

Sull’opera: “San Maurelio” è un dipinto autografo di Cosmè Tura, realizzato con tecnica a olio su tavola nel 1480, misura 21 x 12 cm. ed è custodito nel Museo Poldi Pezzoli a Milano. 

La tavoletta, che in precedenza faceva parte della raccolta ferrarese Costabili, fu acquistata nel 1885 – con la mediazione dell’antiquario Cantoni – dal Museo Poldi Pezzoli. Fu restaurata dal Cavenaghi nel 1890.

Giovane uomo di Cosmè Tura

Giovane uomo di Cosmè Tura

Cosmè Tura: Giovane uomo
Giovane uomo, cm. 30 x 21, Metropolitan Museum of New York

Sull’opera: “Giovane uomo” è un dipinto autografo di Cosmè Tura, realizzato con tecnica a tempera su tavola nel 1450-52, misura 30 x 21 cm. ed è custodito nel Metropolitan Museum a New York. 

 La tavoletta in precedenza si trovava a Locko Park (U.S.A.) ed apparteneva alla collezione W. Drury Lowe, dalla quale passò a quella di Benjamin Altman a New York e quindi, nel 1913,  al Metropolitan Museum a della stessa città, la sede attuale.

 Secondo la critica il presente dipinto è certamente dell’epoca giovanile e ricorda la pittura del Pisanello. Alcuni eminenti studiosi lo identificano con il “ritratto di nobile giovanotto” che Laderchi citava (1838) nella raccolta Costabili.

Tradizionalmente era attribuito a Piero della Francesca, fino a quando nel 1893 Philips e Richter lo assegnarono al Cossa.

Dovettero passare più di trent’anni per poter essere riconsegnato a Cosmè Tura dal Berenson (1926), che lo inserì nel catalogo del Metropolitan Museum, con il titolo di: “Ritratto di Borso d’Este“.

Prima il Longhi (1934) e e poi l’Ortolani (1941) sottoscrissero tale attribuzione, pur in grande disaccordo circa l’identificazione, che dissimila di molto con il ritratto del duca  negli affreschi ferraresi (Palazzo Schifanoia).

Madonna col Bambino in trono di Cosmè Tura

Cosmè Tura: Madonna col Bambino in trono

Cosmè Tura: Madonna col bambino in trono
Madonna col Bambino in trono, cm. 239 x 102, National Gallery di Londra.

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 Sull’opera: “Madonna col Bambino in trono” è un dipinto autografo di Cosmè Tura, appartenente al “Polittico Roverella”, realizzato con tecnica a tempera su tavola, misura 239 x 102 cm. ed è custodito nella  National Gallery di Londra.

  La tavola faceva parte della collezione Zafferini di Ferrara, dalla quale passò al bergamasco Frizzoni, da cui pervenne al londinese lord Eastlake in cambio di un’altra composizione con Madonna, attribuita al bergamasco Giovanni Busi detto il Cariani (c. 1490 – 1547).

 Negli anni 1951-52 la tavola venne sottoposta a restauro, che riportò  alla luce alcuni caratteri scritti sulla cassa dell’organo di cui – si veda la pagina dedicata al polittico – citava il Baruffaldi, ed il  Petrucci (1836) ma in modo un po’ diverso.

Quest’ultimo scriveva: “Surge puer. Roverella fores gens pulsat: apertum / redde aditum. Pulsa, lex ait, intus eris”.

Il Longhi (1934) asserisce che la tavola contiene “il disegno più alto del Tura”.

Mario Salmi nel  1957 scriveva: “…… lo schema prospettico dell’ancona obbedisce ad una concezione grandiosa, perfettamente organica e disciplinata da una propria unità”.

 

“Niccolò Roverella con i santi Maurilio e Paolo” di Cosmè Tura

Niccolò Roverella con i santi Maurilio e Paolo di Cosmè Tura

Cosmè Tura: Niccolò Roverella con i santi Maurilio e Paolo
Niccolò Roverella con i santi Maurilio e Paolo, 155 X 76  cm. anno 1474, Galleria Colonna, Roma.

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Sull’opera: “Niccolò Roverella con i santi Maurilio e Paolo” è un dipinto autografo di Cosmè Tura, appartenente al “Polittico Roverella”, realizzato con tecnica a tempera su tavola, misura 155 x 76 cm. ed è custodito nella Galleria Colonna a Roma. 

In precedenza la tavola in esame era ubicata nella parrocchia ferrarese di San Tommaso. Più tardi passò alla collezione Nagliati di Pontelagoscuro.

Nella figura inginocchiata, di cui il Baruffaldi non parlava, viene identificato l’abate Niccolò Roverella, generale dell’ordine degli Olivetani e fratello del vescovo Roverella.

 

La Circoncisione di Cosmè Tura

La Circoncisione di Cosmè Tura

Cosmè Tura: La circoncisione
La Circoncisione, diametro cm. 39, Isabella Stewart Gardner Museum di Boston.

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Sull’opera: “La Circoncisione” è un dipinto autografo di Cosmè Tura, appartenente al “Polittico Roverella”, realizzato con tecnica a tempera su tavola, ha un diametro di 39 cm. ed è custodito nell’Isabella Stewart Gardner Museum of Boston. 

 L’opera faceva parte della collezione romana di Santa Fiora, quindi di quella della marchesa Passeri. Più tardi, nel 1901, venne venduta all’Isabella Stewart Gardner Museum di Boston con la mediazione di Richard Norton.

In questo tondo, come in quello dell’ “Adorazione dei magi” e della “Fuga in Egitto” viene raffigurata una scena riguardante l’infanzia di Cristo.

 Adolfo Venturi (1914) abbinò le tre opere al polittico di San Maurelio, mentre il Longhi (1934) scriveva che “nella Circoncisione si vede ripetere, quasi in stile di cripta l’architettura salomonica della gran tavola centrale (Madonna col Bambino in trono). Somiglianza di cadenza oltre che di materiale.

Questi tondi propongono un’umanità difficile sempre, ma insolitamente intenerita e attraente; unico esempio di concessione da parte del Tura alla beltà mondana oltre che al carattere”.

Sempre a proposito della tavola in esame l’Ortolani (1941) scriveva riguardo alla “sommessa intimità di affetti, con maturità d’inscenature davvero maestra”.

L’ Adorazione dei magi (Polittico di Roverella) di Cosmè Tura

Cosmè Tura: Adorazione dei magi (Polittico di Roverella)

Cosmè Tura: Adorazione dei magi (Polittico di Roverella)
L’adorazione dei magi, diam. cm. 39, Fogg Art Museum of Camridge (Mass).

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Sull’opera: L’ “Adorazione dei magi” è un dipinto autografo di Cosmè Tura, appartenente al “Polittico Roverella”, realizzato con tecnica a tempera su tavola, misura 39 cm. di diametro ed è custodito nel Fogg Art Museum of Camridge (Mass). 

Come la tavola della “Circoncisione” anche il presente tondo faceva parte della collezione romana di Santa Fiora. Fu donato al  Fogg Art Museum of Camridge dalla collezione Cary.

Per quanto riguarda la cronologia, secondo l’Ortolani (1941) la struttura compositiva costruita a figure affrontate, dove “il viola cupo, il verde e il giallo oro hanno pacato accordo“, è certamente più tarda del polittico Roverella, contraddistinto “da un’aria più italiana, non senza contatti col miniatore Girolamo da Cremona”.

Sempre riguardo il tondo in esame il Salmi scriveva: “essa non ha nulla di sontuosamente aulico; sembra una scena familiare colta in un desolato paesaggio arido e pietroso, memore di quelli mantegneschi“.